Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





sabato 1 gennaio 2011

Luci d’artista / Artisti in luce




LA RECENSIONE LUCI D'ARTISTA/ ARTISTI IN LUCE
DI MARIA SERRITIELLO

“Artisti in luce”, nella città dalle luci d’Artista più belle d’Italia, in mostra nella chiesa di Santa Apollonia a Salerno, dal 28-12-2010 al 5- 1- 2011. Ad esporre 5 pittori: Laura Bruno, Concetta Carleo, Giorgio Della Monica, Giuseppe Carabetta e Stefano Trapanese. 5 firme, ben note nel campo artistico nazionale ed internazionale, infatti ognuno di essi ha sviluppato un curriculum professionale di grande prestigio e gli estimatori della loro arte lo hanno dimostrato con l’affluenza in massa, nel giorno dell’inaugurazione, il 28 dicembre scorso, alla presenza del primo cittadino Vincenzo De Luca e dell’assessore alle politiche sociali Ermanno Guerra. La serata, per i presenti, è stata allietata, oltre che dai tratti delicati delle cinque maternità degli artisti, che troneggiano la mostra e dai quadri in esposizione, anche dalle voci armoniche del coro, diretto dalla bravissima Prof.ssa Silvana Noschese, nonché dal brindisi festante di tutti i presenti, per il successo della mostra e per uno speciale anno nuovo.



Gli artisti in mostra e i critici che dicono di loro



Laura Bruno. Artista vulcanica , sensibile, arguta e sagace. Laura Bruno, dimostra nelle sue opere il prevalere di momenti “sentimentali” su quelli razionali ed una notevole padronanza del mezzo artistico senza mai trascurare il proprio vissuto, che ritorna nelle sue composizioni e nei suoi ritratti. Indiscutibile la capacità rappresentativa.



Concetta Carleo. La semplicità apparente dell’ambientazione e delle raffigurazioni deriva dalla padronanza della tecnica evidente sia nella visione globale dell’opera che nell’osservazione della ricercatezza accurata dei particolari.



Giorgio Della Monica. L’ artista cattura volti ed immagini con leggerezza e la velocità di una fresca brezza marina, percorre terre arse di sole, o riproduce meste creature lunari. Ma non viola i limiti dei volti, li scruta, li lambisce in un tenero abbraccio senza mai perdere il fluire ritmico del suo percorso.



Giuseppe Carabotta. Decine di quadri segnano appunti di viaggio, lungo un percorso fatto di incontri suggestivi con il mare, la natura, la flora e la fauna che dall’infanzia lo hanno accompagnato, fino all’età matura. Con dolcezza e sensibilità mai banali e lontani dal ritratto di maniera.



Stefano Trapanese. Un mondo denso di stati d’animo lievi ed appassionati, di sentimenti ed emozioni gridati sottovoce, bisbigliati nella tenerezza di colori svanenti, sfiaccolati, bruniti. La tecnica misurata, sorvegliata, frutto di rigoroso esercizio e scuola non crea spareggio con l’empito creativo.



Il sito espositivo: Sant’Apollonia



La piccola ex Chiesa di Sant'Apollonia di Salerno è stata restituita alla fruizione pubblica come sala per attività culturali. L'edificio attuale è composto da un corpo longitudinale su cui si innesta un vano a pianta centrale con cupola a torretta.

Stando agli affreschi tardo manieristici della volta del corpo longitudinale, la cronologia dell'architettura dovrebbe ricadere a cavallo fra il XVI e XVII secolo. Alla stessa datazione potrebbe risalire anche il vano a pianta centrale, la cui forma, nonostante i resti di dipinti barocchi presenta una tipologia caratteristica del rinnovamento controriformistico

Ad un probabile adeguamento settecentesco riconduce il portale di ingresso ad arco schiacciato su volte, che ricorda strettamente quello disegnato da Francesco Solimena per S. Giuseppe de Poveri a Napoli . La sua realizzazione, insieme alla sua struttura in stucco, dell'altare maggiore potrebbe risalire al 1736, data ricordata da una lapide interna per la benedizione di due altari laterali raffiguranti: la Risurrezione, l'Ascensione di Gesù, la Pentecoste, di autori ignoti, mentre la cupoletta è decorata con pitture che in origine dovevano raffigurare il paradiso con teorie di santi, secondo una consuetudine diffusa dopo gli anni settanta del seicento. Di antica origine (XI secolo), la sua intitolazione alla santa protettrice dei denti l'ha resa nel passato molto cara ai salernitani, specie in particolari situazioni di pericolo. Negli ultimi tempi, fu intitolata a S.Martino de la Palma (cioè del martirio), prima di essere definitivamente sconsacrata ed andare in rovina con il terremoto del 1980. Restaurata nel 1994, attualmente è adibita a sala per concerti ed esposizioni artistiche.

La mostra resterà aperta tutti i giorni, fino al 5 gennaio 2011, dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 21.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu

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