Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....
Pablo Neruda
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....
Pablo Neruda
sabato 22 gennaio 2011
LA RECENSIONE
DI MARIA SERRITIELLO
Al Teatro “Giullare” di Salerno è di scena Filumena Marturano
Per tutto il mese di gennaio, al teatro del “Giullare” di Salerno, va in scena “Filumena Marturano”, una delle commedie capolavoro, in tre atti, del grande Eduardo.
Andrea Carraro ne è il regista che nella messa in scena ha seguito pedissequamente le indicazioni del grande Maestro, annotate nella stesura del testo. Infatti Carraro dice “ la lettura del copione, mi ha riservato moltissime sorprese, soprattutto nell’esame delle didascalie, i commenti in parentesi sono preziose indicazioni per il percorso della preparazione dello spettacolo”. Il testo teatrale, noto a tutti, s’incentra sulla figura di “Filumena”, una donna di vita, che innamoratasi di Domenico Soriano, vive per venticinque anni nella sua ombra, ne cura gli interessi e gli mantiene la casa in ordine, come avrebbe fatto una moglie amorevole e fedele. In tanti anni non ha mai preteso nulla per sé ma lo pretenderà per i suoi tre figli, avuti da uomini diversi, di cui uno, senza rivelare chi, è figlio di Domenico Soriano.
Nel lavoro teatrale del “Giullare”, la donna che ha reso celebre la frase “Dummì, e figlie so piezz e’ core ”, è l’attrice salernitana Cinzia Ugatti. La sua è una “Filumena” non vociata, non estremamente popolare, come siamo stati abituati dalle varie interpretazioni, dalla prima di Titina De Filippo a quella di Regina Bianchi, passando per le “Filumene”, tutte salernitane di Regina Senatore, versione, apprezzata anche dal grande Eduardo, a quella di Anna Nisivoccia, sua figlia. L’interpretazione di Cinzia Ugatti è tutta rinchiusa nell’espressività del volto, mobilissimo, nella mutevolezza contenuta del corpo e nella recitazione sommessa. Alza la voce una sola volta, per redarguire, ragionevolmente, uno dei tre figli. Una Filumena-Cinzia, tutta incassata, intima, corporea, ripiegata sul suo personaggio ma con la forza che il ruolo le impone, in sintesi la Filumena che Eduardo avrebbe voluto, stando ai suoi appunti.
Vanni Avallone è Domenico Soriano, la sua interpretazione è stata accorta, precisa, attenta e misurata, si direbbe di scuola, perché consapevole di doversi confrontare con un personaggio, portato sulle scene, da un monumento del teatro italiano. Bravissimi tutti gli attori che hanno caratterizzato i personaggi minori ma di rilevante cornice: Antonietta Pappalardo, Carlo Orilia, Antonia Avallone, Cterina Micoloni, Rino Carola, Marco Oliviero, Rocco Giannattasio, Stefania Pisano, Alfredo Micoloni, Aldo Micoloni. Davide Curzio, che tra l’altro, presta la sua splendida voce, ad apertura di sipario, per introdurre la commedia, è l’avvocato Nocella, la sua è una piacevole interpretazione in lingua, inframmezzata da sorprendenti frasi dialettali, che hanno contribuito a creare una corrente di simpatia tra il pubblico ed il personaggio.
Suggestiva è la musica di sottofondo, un pezzo di Tony Esposito, scelta, opportunamente dallo stesso regista Andrea Carraro, per sottolineare in modo mirabile i passaggi più emozionanti della commedia. Trucco e costumi sono di Stefania Pisano, le luci, invece , di Virna Prescenzo l’assistenza alla produzione è di Vittoria Di Fluri.
“Filumena Marturano” è il primo lavoro della nuova stagione teatrale del “Giullare”che andrà avanti fino alla metà di giugno.
Il prossimo lavoro del mese di febbraio sarà “Appuntamento a Londra”di Vargas LIosa
Maria Serritiello
www.lapilli.eu
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