Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





lunedì 29 agosto 2011


LA SPIAGGIA PERUTA
DI MARIA SERRITIELLO

FONTE:IL BLOG SI SALERNO SU VIRGILIO


La spiaggia perduta (di Maria Serritiello)
'Quando nel 1970 iniziarono i lavori per la costruzione dell’attuale porto commerciale, sfrattando le incantevoli spiagge esistenti, gran parte dei salernitani pensò di non avere più il mare.
Eppure, nella parte orientale, proseguendo oltre Piazza della Concordia, c’era già la “La Conchiglia”, la spiaggia libera del “Torrione”, la “Caravella” e sul posto, dal 1936 presente, il tradizionale quanto signorile “Lido” di Mercatello, ma non era la stessa cosa.
Si considerò, caricando la preoccupazione, che quella pur lunga striscia di spiaggia non avrebbe mai riunito tutti i bagnanti in cerca di nuovo spazio.
Mare aperto e inquieto, mare forse più vero, da quel giorno, senza più il sicuro budello dei lidi e il lungo braccio del porto a delimitare; costretti, per toccare l’acqua ad attraversare tutta la città, vestiti con la sobrietà del chi si reca in ufficio e con l’operatività della città mai distratta. Escluso dall’immediato contatto salato, il vecchio nucleo storico, si addormentò, smarrendo tra le sue pieghe, i corpi cotti dal sole, i richiami dalle voci cantilenanti, il profumo salmastro, covato nei vicoli ombrosi e l’umido attaccaticcio dei giorni di scirocco. Il mare, nella città percorsa a piedi, si allontanava emancipato, per stendersi libero, per non appartenerci più.
Ma quando i bagni si prendevano al “Porto”, ora sempre più propriamente detto “Via Ligea” dall’intrigo dei vicoli, affollato il via vai, festoso e colorato si faceva strada profumato all’olio di noce. L’unica via, passato il palazzo del Genio Civile, si riscaldava con la risacca marina ed il rumore degli zoccoli, di legno duro, strusciato a terra come le reti dei pescatori. Dalle finestre, erose lentamente dal sale, le case accostate alla roccia, respiravano spalancate, odorosa e salmastra, la brezza del mare, quel mare annusato forte tra i guizzi dei pesci pescati e mostrati, poi, nella palazzina bianca del mercato, elegante ancor oggi, rispetto alla disinvolta decadenza di tutto il resto. Con la velocità consentita dai fili, tesi e sollevati, il numero “2”, la popolare filovia, verde scuro, che collegava i punti estremi della città, passava libero, sfiatava i freni e distrattamente sganciava il trolley, senza che nessuno suonasse dietro spazientito.
Cento lire, il costo del biglietto per l’andata ed il ritorno, quanto il prezzo del gelato a limone, rinchiuso fresco nel carrettino giallo del gelataio ambulante e se la tentazione, a volte, portava a leccare il gusto ghiacciato, altro non restava che farsela a piedi.
Ma tant’è si era felici!
La camminata lenta, con gli amici, sempre tanti, rendeva possibile la discussione, il comune sentire mentre a lato e davanti a passi tamburellati scorrevano vivaci: il “1° Elisa”, “Il Principe di Napoli”, “Il Tritone”, “Il Santa Lucia”, “Il 2° Elisa”, “Il Lido” (già Risorgimento), “L’Arenella”, “Il Lido” (propriamente detto), “Il Savoia”, “Le Marinelle”, “L’Arcobaleno”, “Scoglio 24” e “Punta di Mare”.
Un patrimonio ambientale di spiagge, le più belle, curate con amore e tradizione da famiglie come Porpora, Nigro, Ventura, Pizzolorusso, Olivieri, tra le altre; una sensoriale ricchezza inutilmente persa da tutti noi!
E’ lì che, discosto, abitava il mare, senza mescolarsi alla discarica cittadina, lì la soffice sonorità, ripresa alla riva , dolcemente era spinta in mezzo al mare con le voci dei tranquilli bagnanti, ovattate e ascoltate come già in una conchiglia. Il tempo stemperato nell’acqua e impastato nella rena, entrava nella dimensione lenta dell’ozio, dove, assente la fatica, anche il treno, sollevato sul ponte della ferrovia, sfilava rallentato col suo carico affacciato ai finestrini e le mani movimentate dal saluto, appariva distante e sfumato nel vapore della calura. Laggiù per tutti, c’era l’invito dell’estate. E l’amore, quanti amori sulle spiagge ordinate, ammorbiditi sugli scogli ricoperti di alghe ricce, sfuggiti al controllo nelle veloci “scappavie”, noleggiate ad ora, rinfrescati nella grotta del “fico”, dove la sorgente ghiaccia calmava l’arsura del sole, il pizzicorio della salsedine e dove il bacio sapeva acquistare il sapore della leccornia.
“….ti voglio cullare, cullare, posandoti sull’onda del mare, del mare….” dai primi jukebox, Nico Fidenco a fare da colonna sonora, a sottolineare con note accattivanti, irripetibili momenti giovanili.
A volte la giornata a mare era più lunga delle solite ore “13” tutti a tavola ed ecco che ad una certa ora la via si affollava di commisti odori, sparsi da ruoti di alluminio lucido e protetti da fazzolettoni a quadri rossi e blu. Per la spensierata, giovane covata, mamme, nonne, zie sempre disponibili alla cucina sui carboni, portavano a mano golosità fatte di “pasta imbottita”, “melanzane alla parmigiana” , “zucchine alla scapece”, “peperoni ripieni” e l’immancabile “insalata di pomodori”, generosamente odorosa di basilico.
E allora non sarà un caso, se molti di quei giovani di “ieri” senza rassegnazione, ancora oggi vanno al “Porto” a prendersi il bagno, con lo sguardo lungo della memoria e l’affezione del cuore, vanno a ritrovare la spiaggia perduta, irrimediabilmente perduta, ormai, tra le scatole quadrate color ruggine degli utili containers ed il brillio zampillante della fontana, in verità la più bella, di quelle che prolificano in città.

Maria Serritiello
GUESTBOOK -BLOG DI SALERNO SU VIRGILIO





mercoledì 24 agosto 2011


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO

QUANDO IL VALORE POSITIVO DELLA CULTURA CLASSICA LATINA, DIVENTA NEGATIVA AI GIORNI NOSTRI....E SENZA BISOGNO DI ESSERE DIMOSTRATA....BASTA LA LETTURA DEI GIORNALI, BASTANO LE PAROLE, BASTA IL PENSIERO E BASTANO I GESTACCI DEI POLITICI A CUI E' AFFIDATO RAPPRESENTARE L'ONORE E LA DIGNITA' DELLA NOSTRA NAZIONE.
ACCORATA E CON CON DANTE ALIGHIERI, ELEVO IL MIO LAMENTO.IO MI ACCOMPAGNO CON GLI ITALIANI MIGLIORI DEL PASSATO E CON I CERVELLI DEL PRESENTE: RITA LEVI MONTALCINI,LA SIGNORA RITA MONTALCINI, LA SCIENZIATA PREMIO NOBEL. A SCILIPOTI(CARNEADE CHI E' COSTUI...) DICO CHE L'INTELLIGENZA NON HA ETA' MA QUESTO LUI NON LO PUO' SAPERE,PERCHE', SE SI PARLA D'INTELLIGENZA, LUI E' ESCLUSO. UN PARLAMENTARE CHE SI VENDE INSIEME A TUTTI GLI ALTRI SONO SOLO ACQUA SPORCA...

Ahi serva Italia, di dolore ostello,. nave sanza nocchiere in gran tempesta,. non donna di provincie, ma bordello! Dante Alighieri, Purgatorio, Canto VI,......


Aurea mediocritas
Orazio, Carmina II, 10


Vivrai meglio, Licinio, se non
ti spingerai sempre in alto mare
e se, nel timore di burrasche, per prudenza
non starai troppo vicino alla costa piena di insidie,
Chiunque apprezza la giusta misura,
che dà la perfezione,
evita cauto lo squallore di un tugurio,
ed evita sobrio lo splendore
di una reggia che suscita invidia.
È piú facile che i venti scuotano un pino
immenso, che facciano crollare con maggior rovina
le torri elevate e che i fulmini colpiscano
i monti più alti.
Un animo ben temprato
nelle avversità spera un mutamento,
nella buona fortuna lo teme.
È Giove che riconduce gli orribili inverni,
ma è lui stesso che poi li porta via.
Se oggi va male, ricorda che non sarà sempre così:
capita che Apollo, senza tendere l’arco, svegli con la cetra
la poesia che tace.
Nelle avversità della vita dimostrati dunque
coraggioso e forte; e cosí tu stesso ammaina
con saggezza le vele, quando un vento
troppo favorevole le gonfia.

L'ideale dell'aurea mediocitas deriva dalla dottrina greca della giusta misura. In questo carme Orazio ci dà quindi la sua ricetta di vita: evitare ogni eccesso

ECCO EVITARE OGNI ECCESSO ALLA SCONCEZZA!!

PER SAPERNE DI PIU'

« Dum loquimur fugerit invida
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero. »

« Mentre parliamo il tempo sarà già fuggito, come se ci odiasse.
Cogli il giorno, confidando il meno possibile nel domani. »
(Orazio )

Quinto Orazio Flacco, in latino Quintus Horatius Flaccus e noto semplicemente come Orazio (Venosa, 8 dicembre 65 a.C. – Roma, 27 novembre 8 a.C.), è stato un poeta romano. Considerato uno dei maggiori poeti dell'età antica, nonché maestro di eleganza stilistica e dotato di inusuale ironia, seppe affrontare le vicissitudini politiche e civili del suo tempo da placido epicureo amante dei piaceri della vita, dettando quelli che per molti sono ancora i canoni dell'ars vivendi





lunedì 22 agosto 2011

A Iaconti, fraz di Dragonea (Sa), “Trippa e sapori di collina”


A Iaconti, fraz di Dragonea (Sa), “Trippa e sapori di collina”
di Maria Serritiello

Sarà per l’aria fine che, qui a 500 metri sul livello del mare, si respira purificata e senza smog o forse per l’accoglienza semplice e genuina della piccola comunità di Iaconti, fatto sta che la trippa, piatto prevalentemente invernale, nella frazione di Dragonea, non stona, anzi si lascia gustare piacevolmente, assieme alle altre specialità preparate con cura dall’associazione Trasboneia 2000. Il luogo, conservato integro, nonostante le contaminazioni giornaliere della vicina città, organizza con la collaborazione dei giovani volenterosi del posto, legati alle radici, ogni anno, la sagra della “Trippa e sapori di collina”, in un unico giorno, il 19 agosto.

L’Associazione Transboneia 2000, che prende il nome dal fiume locale, nell’ambito del progetto di valorizzazione dei prodotti tipici del territorio collinare di Vietri sul Mare, con il patrocinio dello stesso comune e della provincia di Salerno, da qualche anno riesce a perpetuare la manifestazione gastronomica sia per esaltare il gusto particolare della trippa, sia per mantenere la tradizione, che fu già delle persone del secolo scorso, quando in tutte le famiglie si cuoceva il gustoso e popolare cibo, in occasione della festa della Madonna di Costantinopoli e che tutt’ora si celebra a Ferragosto, nella cappellina, presente a Iaconti dal 1499.

La trippa, data la notevole quantità, ora, viene cucinata in maniera tradizionale e cioè con il sugo, dalla “Fattoria”, il rinomato ristorante di Iaconti, noto per la cucina tradizionale e le specialità di pesce e di carni alla brace, le altre golosità: milza, melanzane a funghetti, o pere e o musse, innaffiato dai limoni della costiera, le zeppole calde e i dolci, tutti a carico dell’associazione ONLUS “Transboneia2000”

La luminaria, un rosone di lampadine variopinte, allestita sulla piccola piazza di “Madonna di Costantinopoli, durante la serata ha acceso i riflettori sui “Via Toledo” e cioè su Alfonso Lamberti, Francesco Ferrara, Ivan Livia, Christian Brucale & Roberto Gianani – poeta, per ascoltare la bella musica della Napoli antica. La formazione musicale, nata nel 1990, porta il nome della famosa via di Napoli "Via Toledo", proprio per sottolineare la preferenza artistica nei confronti del genere musicale napoletano. Legalmente costituita come Associazione culturale- artistica la "New Via Toledo", si propone di intervenire nel campo culturale e musicale attraverso lo studio e la promozione di iniziative meritevoli di particolare attenzione e comunque motivo di richiamo turistico e culturale sia a livello nazionale, che internazionale.

Per saperne di più: L’ Associazione “Transboneia 2000”

L’Associazione Transboneia 2000, riconosciuta come associazione ONLUS, nasce nel novembre del 1999 a Dragonea di Vietri sul Mare (Sa), in collaborazione con la parrocchia dei SS Pietro e Paolo e con lo scopo di promuovere il territorio. Il suo nome deriva dall’antica denominazione del villaggio di Dragonea che, nei documenti dell’archivio della Badia di Cava, veniva chiamata con il toponimo “Transboneja”, che significa “al di là del fiume Bonea, ruscello che delimita tutt’oggi i confini di questa frazione e separa il comune di Vietri sul Mare da quello di Cava dei Tirreni. L’idea dei soci fondatori era di creare sul territorio un piccolo polo culturale e socio assistenziale che, basandosi sul volontariato potesse non solo fornire utili servizi ai cittadini ma anche creare momenti di svaghi per tutte le fasce d’età e diffondere la conoscenza di questi luoghi.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu




domenica 21 agosto 2011


I NURAGHI

Il nuraghe (pl. nuraghi, nuraghe o runaghe in logudorese, nuraci o nuraxi in campidanese, nuragu o nuraghi in sassarese, naracu o nuraghi in gallurese) è una torre in pietra di forma tronco conica risalente al II millennio a.C. circa,[1] ampiamente diffusa in tutto il territorio della Sardegna. I nuraghi furono la massima espressione e sono il monumento più rappresentativo della civiltà nuragica, che da questi prende il nome. Unici nel loro genere, costituiscono i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati che si possano trovare oggi in Europa e sono generalmente considerati come il simbolo più noto della Sardegna. Ne rimangono in piedi circa 7.000 (secondo alcune fonti 8-9.000) sparsi su tutta l'isola, mediamente uno ogni 3 km²; si ipotizza che in passato fossero oltre 20.000. In alcune zone, i nuraghi sono dislocati a pochi chilometri l'uno dall'altro, come nella cosiddetta Valle dei Nuraghi presso Bonorva, in Trexenta e in Marmilla.

Dal 1997 l'esempio più significativo di nuraghe, Su Nuraxi di Barumini (MC), è riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio dell'umanità









Sucevita

Porto la mia vita
altrove,
lontano
da te,
fino al monastero
di Sucevita,
dai ghirigori dorati
e reticoli
pensieri
Maria Serritiello

Monastero di Sucevita (Romania) 8-11-2011




venerdì 19 agosto 2011



E’ di moda il “Silent Disco Party"
di Maria Serritiello


Il “must” dell’estate 2011? Ciò che non si può assolutamente perdere? E’il “Silent Disco Party”, naturalmente. L’estate si sa crea nuove mode e accantona quelle preesistenti e quest’anno, chi vuol stare alla tendenza del momento, non può derogare dal partecipare, almeno una volta, al Silent Disco Party. Tradotto, altro non sarebbe che una festa silenziosa, ossia la discoteca in cuffia, affinché i giovani tirino indisturbati fino all’alba.

In tutto il mondo, e a Salerno non poteva mancare, per essere in sintonia con il Sindaco Vincenzo De Luca, che vuol una movida “M.S” Modello Salerno, cioè non vociante e fracassona, si organizzano feste che invece di utilizzare il noto sistema degli altoparlanti per diffondere la musica, impiega la modalità wireless, sicché i brani vengono ascoltati attraverso cuffie. Il divertimento notturno, così concepito, già da tempo si è affermato a Berlino, Londra, Parigi, Madrid e in altre capitali d’Europa, ma i primi ad utilizzarlo sono stati gli olandesi. Ora la moda sbarca a Salerno e nei giorni scorsi, dalla panoramica terrazza del “Risorgimento” di Vietri Sul Mare, a Piazza Flavio Gioia, la storica “Rotonda” della città, passando per il selettivo lido “La Conchiglia”, feste silenziose se ne sono già fatte e tutte di gran successo.

La novità piace a tutti: ai giovani perché possono ballare indisturbati, senza che i decibel della musica danneggino i timpani dei cittadini dell’epicentro-movida, ai nativi del centro storico, i quali finalmente, possono dormire sonni più tranquilli e agli ecologisti che vedono abbassarsi a zero l’inquinamento acustico della città, diffuso massivo in quella parte. Ed allora Silent Disco party sia, per vivere tutti più in armonia, questo scorcio di fine estate 2011.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu








martedì 16 agosto 2011



CINEMA- CINEMA LA VECCHIA PASSIONE CHE TORNA

TANTI SONO I FILM DEL VIDEO POSTATO NEL MIO BLOG, CHE MI HANNO REGALATO EMOZIONI INDIMENTICABILI. GRATA AI REGISTI E AGLI ATTORI -INTERPRETI PER AVER CREATO IN ME IMMAGINI ESTETICAMENTE PERFETTE, AIUTANDOMI, IN SEGUITO, A SAPER SCEGLIERE AUTONOMAMNTE, IL BELLO


Maurice Béjart, all'anagrafe Maurice-Jean Berger (Marsiglia, 1º gennaio 1927 – Losanna, 22 novembre 2007), è stato un danzatore e coreografo francese

Figlio del filosofo Gaston Berger, segue i corsi di danza parallelamente agli studi liceali e universitari. Affascinato da uno spettacolo di Serge Lifar, decide di consacrarsi completamente alla danza e fa il suo debutto artistico a 14 anni all'Opéra di Parigi, poi accanto a Roland Petit.

Nel 1951, crea il suo primo balletto, L'Inconnu, a Stoccolma, poi mette a punto L'uccello di fuoco sulla musica di Igor Stravinski. Nel 1955, crea Symphonie pour un homme seul con la sua compagnia, i Ballets de l'Étoile (musica di Pierre Henry e Pierre Schaeffer), che gli valse gli onori della stampa e del pubblico. Nel 1960, dopo essere stato notato da Maurice Huisman, allora direttore del Théâtre royal de la Monnaie, fonda a Bruxelles il Ballet du XXe siècle con il quale percorre il mondo intero iniziando alla danza un vasto pubblico di neofiti. Nel 1987, al termine di un conflitto aperto con il direttore del teatro della La Monnaie Gerard Mortier, in piena tournée a Leningrado, Béjart decide di non tornare più in Belgio. Poco tempo dopo, la Philip Morris International, con sede a Losanna, gli propone di stabilirsi in Svizzera. Béjart scioglie il Ballet du XXe siècle e fonda a Losanna una nuova compagnia, il Béjart Ballet Lausanne.

Sia per il "Ballet du XXe siècle" che a Losanna, Béjart accoglie danzatori di alto livello di qualsiasi nazionalità. Desideroso di dare nuovo vigore alla danza maschile, esige dai suoi interpreti una perfetta padronanza della danza accademica e una grande capacità di adattamento alle correnti neoclassiche. Fedele ad un'idea di spettacolo globale, mescola l'universo musicale, lirico, teatrale e coreografico mettendo in evidenza le qualità individuali dei solisti, esigendo allo stesso tempo il massimo dai movimenti d'insieme.

Béjart ha molti detrattori che lo accusano di essere troppo "classico" e non è mai riuscito veramente ad imporre il suo nome nei paesi anglosassoni. È innegabile però che abbia contribuito enormemente alla nascita della danza contemporanea in Francia e in Belgio, soprattutto grazie alle generazioni di coreografi formatisi alla sua scuola del Mudra.

Il famosissimo Bolero su musica di Maurice Ravel, creato per il ballerino argentino Jorge Donn, esprime la vocazione al monumentale, all'ecumenismo, è un fantasma del teatro totale, la volontà di abbracciare tutto con la propria arte.

L'artista negli ultimi anni soffriva di diversi problemi di salute legati al cuore e ai reni, che nel novembre 2007 si erano aggravati, costringendolo a un ricovero presso l'ospedale universitario di Losanna, dove Béjart si è spento il 22 novembre

Extrait du film "Les uns et les autres" de Claude Lelouch.
le boléro de Ravel, chorégraphie de Maurice Béjart, dansé par Jorge Donn.












INEDITO MIRO',ESPOSTO A CAVA DEI TIRRENI (SA),NEL GIARDINO SEGRETO DEL MARCHESE"

DI MARIA SERRITIELLO

1500 presenze, nel solo mese di luglio, per Mirò, la mostra allocata ne “Il Giardino Segreto del Marchese” a Cava dei Tirreni (Sa). Del maestro del colore: il rosso, il blu, il giallo, sono esposte litografie, pochoir e acqueforti originali, sconosciute al pubblico. Un viaggio descrittivo attraverso liriche a colori e poesie senza parole del Maestro spagnolo che, ad un certo punto, smise di dipingere, per realizzare opere grafiche, destinate a volumi e a riviste d’arte, pubblicate a tiratura limitata.

Un Mirò particolare ed inedito, messo a disposizione dalla Fondazione di Barcellona, esclusivamente per l’Associazione Culturale, “Il Giardino Segreto del Marchese” di recente composizione. Quattro appassionati d’arte: Liliana Francolino, Paolo Santacroce, Salvatore Bove e Vincenzo Bove, presidente, si sono associati per dare vita ad eventi d’arte, puntando sul privato, consapevoli che il pubblico, attualmente, poco o niente riesce a fare.

E qualità si nota subito, dalla progettazione degli eventi, alla scelta della “location”, infatti l’associazione culturale ha privilegiato, questo suggestivo, quanto discosto giardino, con annesse scuderie utilizzate da sale espositive, poste all’interno dell’antico “Palazzo Genoino”, proprio per il fascino che emana l’antica dimora. Lungo il Borgo Scacciaventi, la fattura del palazzo, che risale al 1600, è facilmente individuabile perché è la sola costruzione a non avere il portico esterno, proprio ciò che connota tutti i palazzi dell’antica cittadina. La ragione è una: durante il terremoto del 1694, il porticato fu interamente distrutto e nella successiva ristrutturazione, volutamente non fu ricostruito, come marcato segno per evidenziare, ancor più, la devastazione del pauroso sisma.

La mostra inaugurata il 16 giugno, resterà aperta fino al 30 settembre ma già si pensa di prolungarla, per il riscontro avuto presso il pubblico, fino al 30 ottobre. All’esposizione di Mirò, per tutta l’estate si alterneranno reading letterari, rappresentazioni teatrali, musica e serate a tema, insomma una vera fucina dell’arte, messa a disposizione per tutti gli appassionati del genere.

Presente, nel mese appena trascorso, nel vasto androne del palazzo, la mostra del ceramista vietrese Lucio Ronca, bassorilievi in gesso e legno, destinati ad essere esposti in Giappone ma che lo tsunami ha momentaneamente impedito.

Durante la visita, la lettura nel dettaglio delle opere è a carico dall’archeologa: Daniela Orrico, un’appassionata volontaria dell’arte, dell’associazione cavese.

I 70 fogli, armonicamente disposti nel luminosissimo spazio, si alternano a parole scritte dallo stesso Mirò e a poesie a lui dedicate da poeti come Jacques Prevert (1956) e André Frenaud (1966).

Da segnalare, tra l’altro, nei prossimi mesi, un’utile e divertente iniziativa, da parte dell’associazione culturale, rivolta agli appassionati lettori di libri. La proposta prende il nome di Bookcrossing, ovvero libri liberi. Il Bookcrossing, infatti non è altro che un gira libri gratis che permette, già in tutto il mondo, di rilasciare libri nell'ambiente naturale compreso quello urbano, o "into the wild", ovvero dovunque una persona preferisca, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altre persone.

La mostra è aperta tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 9,30 alle 13,00 e dalle 18,30 alle 23,00 / Sabato e Domenica fino alle 24.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu



Il costo del biglietto è di 6,00 euro/ridotto 4,00

Info :www.ilgiardinosegretodelmarchese.it

“Il Giardino Segreto del Marchese” Corso Umberto I ,77 Borgo Scacciaventi- Cava dei Tirreni-(Sa)







DISCO 70/80, IN VINILE, AI FRATELLI BEACH DI VIETRI SUL MARE (SA)

DI MARIA SERRITIELLO

Non è necessario andare molto lontano per godere un panorama e una serata altrettanto incantevole, basta spostarsi a Vietri sul Mare(Sa), la porta d’ingresso della divina costiera amalfitana. Il posto, a dir poco seducente, ha un nome “I fratelli Beach” che richiama alla mente quello degli stabilimenti balneari degli anni ’60, ma è anche un voluto riferimento ai due scogli gemelli, fissati nell’iconografia del panorama. Di giorno la spaziosa piattaforma, allungata sul mare, che di sera si trasforma in dancing e ristorante, fa da solarium ai tanti bagnanti che preferiscono quest’angolo di paradiso, conosciuto fino ad un anno fa con il nome piratesco “La Ciurma”. Ora la gestione del locale, prettamente estivo, è passata alla società H&M srl, di Gaetano Materazzi e Haeg Robert, i quali per tutto l’anno, a Cava dei Tirreni, in via F. Parisi, 13, dirigono la birreria “Kloster Keller, producendo birra in proprio.

Musica funki70, rigorosamente dal vivo, eseguita da bravissimi musicisti: “I Tropicali” per aspettare la notte più in vista dell’estate. Le arcate illuminate a fare da sfondo, le luci della città di Salerno ad accendere la notte e i fuochi d’artificio vicinissimi per la festa locale e da più parti, in lontananza, a spargere scintille di fuoco, come il rum servito ai tavoli.

Ma l’incanto della serata si ripeterà presto, il 27 agosto prossimo, per dire ciao all’estate e quando il d. j. Otti Bi, ovvero Ottavio Baldi, curerà la serata per conto dell’organizzazione “Cento per cento vinile” di cui egli stesso si occupa con Alfonso De Rosa. I due, assieme organizzano, con provata esperienza, eventi, serate a tema ed happy hour, in tutta la provincia di Salerno. Due affermati, professionisti cavesi, prestati alla musica, l’uno, Ottavio Baldi, Prof. di educazione fisica a Castiglione delle Stiviere, l’altro, Alfonso De Rosa, interior designer, con uno studio avviato, nel centro della cittadina di origine.

Entrambi vengono da una lunghissima esperienza delle radio libere, in special modo da “Radio Erta”, durata dagli anni ’70, agli anni 90’, esperienza che ha trasmesso loro, oltre alla conoscenza specifica della musica, anche la capacità manageriale di supportare eventi musicali di vasta portata.

Le date delle prossime serate ai “Fratelli Beach” sono le seguenti: 1/-/8-/15/ e 22-Settembre per ascoltare musica, “ Disco 70/80”, originale su vinile. Un tuffo… nel vicino passato, non fa male ,visto che siamo alla beach dei due fratelli, che di storia ne hanno da raccontare…

Maria Serritiello
www.lapilli.eu







lunedì 15 agosto 2011



Una riflessione sulla televisione attraverso il pensiero di Karl Popper




e il pensiero di Pasolini



Per saperne di più

Karl Popper

« Ogni qualvolta una teoria ti sembra essere l’unica possibile, prendilo come un segno che non hai capito né la teoria né il problema che si intendeva risolvere. »
(Karl Popper, Conoscenza oggettiva: un punto di vista evoluzionistico)

Sir Karl Raimund Popper (Vienna, 28 luglio 1902 – Londra, 17 settembre 1994) è stato un filosofo e epistemologo austriaco, naturalizzato britannico.

Popper è anche considerato un filosofo politico di statura considerevole, difensore della democrazia e del liberalismo e avversario di ogni forma di totalitarismo. Egli è noto per il rifiuto e la critica dell'induzione, la proposta della falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza, la difesa della "società aperta".



Pier Paolo Pasolini (Bologna, 5 marzo 1922 – Ostia, 2 novembre 1975) è stato uno scrittore, poeta, giornalista, drammaturgo, sceneggiatore, regista, attore e montatore italiano.

È considerato uno dei maggiori artisti e intellettuali italiani del XX secolo. Dotato di un'eccezionale versatilità culturale, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi come poeta, romanziere, linguista, giornalista e cineasta.

Attento osservatore della trasformazione della società dal dopoguerra sino alla metà degli anni settanta, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi delle abitudini borghesi e della nascente società dei consumi italiana, ma anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti.







Ferragosto e la sua storia

Fonte:LIRA TV

Ferragosto, dal latino “Feriae Augusti” (riposo di Augusto), è una festa antichissima ed ha origini pagane. Nel 18 a.C. l’imperatore romano Ottaviano Augusto dichiarò che tutto il mese di agosto sarebbe stato festivo con una serie di celebrazioni solenni, la più importante delle quali cadeva il 13 ed era dedicata a Diana, dea patrona del legno, delle fasi della luna e della maternità. Dal primo giorno del mese di agosto si celebrava poi la raccolta dei cereali. Venivano dunque onorate le divinità delle semine e dei raccolti. Da queste tradizioni traggono origine i pellegrinaggi con carri ricchi di offerte e cibo. I luculliani banchetti hanno lasciato il posto alle moderne scampagnate, ai pranzi all’aperto, alle sagre di paese, alle feste di mezz’agosto, ai tanti falò fatti a mezzanotte e che un tempo venivano fatti a mare per scacciare le forze del male. Dal punto di vista religioso e in particolare da quello del culto mariano le chiese d’oriente celebravano la dormizione della Vergine. La chiesa cattolica ha associato la festa del Ferragosto con quella dell’Assunzione in cielo di Maria Vergine: il dogma moderno non si diffuse che nel diciottesimo secolo e fu dichiarato formalmente da papa Pio XII solo nel 1950.






mercoledì 10 agosto 2011



DAVIDE CURZIO E BRUNELLA CAPUTO
RECITANO
LE POESIE DI MARIA SERRITIELLO





Reminiscenze scolastiche

X Agosto

di Giovanni Pascoli

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!

Per saperne di più....

Giovanni Pascoli nacque a San Mauro di Romagna il 31 dicembre 1855. Da ragazzo fu nel collegio dei Padri Scolopi ad Urbino, quindi nei licei di Rimini e di Firenze. Nel 1867, il padre, mentre tornava a casa su un calessino trainato da una cavalla storna, rievocata in una poesia, fu ucciso. Non si seppe mai chi fosse l’assassino ed il delitto rimase perciò impunito. Poco dopo la morte del padre il Pascoli perse anche la madre e le due sorelle: e la famiglia, composta prevalentemente di ragazzi, cadde nella miseria e nel dolore. Il poeta poté giungere alla laurea, grazie ad una borsa di studio che gli permise di frequentare l’università di Bologna.

Certamente le vicende tristissime della sua famiglia, a cui egli assistette da fanciullo, e poi le difficoltà economiche e gli ostacoli da superare, sempre solo, lasciarono un solco profondo nel suo animo ed influirono sul suo carattere e conseguentemente sulla sua poesia.

Da professore insegnò a Matera e quindi a Massa ed a Livorno, ma, avendo assunto atteggiamenti anarchici, fu trasferito a Messina. Ma non fu un ribelle, anzi, alla maniera decadente si chiuse nel suo dolore, si isolò in se stesso, solo con le sue memorie e con i suoi morti. La sua ribellione fu un senso di ripulsa e di avversione per una società in cui era possibile uccidere impunemente e nella quale si permetteva che una famiglia di ragazzi vivesse nella sofferenza e nella miseria.

Non c’è ribellione nella sua poesia, ma rassegnazione al male, una certa passività di fronte ad esso: vi domina una malinconia diffusa nella quale il poeta immerge tutto: uomini e cose. Egli accetta la realtà triste come è, e si sottomette al mistero che non riesce a spiegare. La sua poesia non ha una trama narrativa e non è neppure descrittiva: esprime soltanto degli stati d’animo, delle meditazioni. E' l’ascolto della sua anima e delle voci misteriose che gli giungono da lontano: dalla natura o dai morti.



sabato 6 agosto 2011

A Salerno, la tappa di New Model Today



di Maria Serritiello

Una serata all’insegna della bellezza, sul Lungomare Trieste di Salerno. Il 3 agosto, “New Model Today”, il concorso itinerante, che ogni anno consacra la modella “Regina”, ha scelto, tra venti piazze, le più belle d’Italia, di fare tappa a Salerno, scenario perfetto, se non unico, a dare risalto alla grazia femminile. Il tour, partito il 29 maggio da Novara, si concluderà il 2 settembre a Sanremo. Il gran galà della moda, che ha Clay Calzolari, presidente, quest’anno compie 25 anni e negli anni passati ha lanciato nell’olimpo della moda, tantissime splendide ragazze tra le quali: Charlize Theron, Lorena Forteza, Berenice Todd, Georgina Grinville Ester Canadas, Anna Falchi …



New Model Today nasce nel 1986 da un’ idea di Vittorio Zeviani, fondatore della “Way Not”, una delle agenzie più famose nel campo, ed è una competizione internazionale, dedicata esclusivamente a giovani modelle di tutto il mondo, tra i 15 e i 22 anni, che desiderano ottenere visibilità internazionale e opportunità di lavoro con le principali agenzie. Le 15 bellezze che hanno sfilato, su di una passerella allungata nell’incantevole panorama di Salerno e che hanno partecipato alla selezione, sono state scelte tra 300 altre bellezze della nostra regione.



L’evento salernitano è stato curato in modo ineccepibile e per la prima volta da Mimmo Scarpetta, rappresentante di zona della Nyce, la linea conosciuta e valorizzata dai parrucchieri che vogliono differenziarsi dalla propria concorrenza, mettendo al centro la qualità e l’innovazione tecnologica.



Ospite della serata oltre alla bellezza delle modelle: Ida, Anna, Valentina, Marianna, Maria Assunta, Alessia, Raffaella, Caterina, Marika, Julia, Ester, Martina, Nicoletta, Felicia, Federica, il divertentissimo imitatore napoletano: Pino Guarrera ed il bravissimo cantante Carmine D’Orsi, accompagnato dalla sua band. Ha presentato la serata con grande disinvoltura: Adriana, tanto bella da non aver bisogno del cognome, così come la vincitrice della serata: Maria Assunta, da Castel San Giorgio, una giovane studentessa in corsa verso una carriera da sogno.

Dietro le quinte, però, il vero artefice della serata è stato: Rosario de Martino, un giovane e rampante “coiffeur”, coadiuvato dal suo affilatissimo staff di lavoro: Elisa, Isabel e Laura.

Tutte le modelle hanno avuto il suo tocco, magico se la bellezza si è espressa al meglio. Rosario De Martino ha un elegante e luminosissimo negozio in via Giovanni De Falco, punto di riferimento in un quartiere che ancora non ha un’ identità precisa, se non per essere connotato sbrigativamente, “la Clinica del Sole”.

La scritta del negozio, “RDM” in oro su fondo nero, è un faro illuminante non solo per la zona ma per tutti coloro che, con poco impegno, vogliono cambiare “testa”. Da intendersi, esteticamente…



L’evento è stato salutato da Ermanno Guerra, assessore alle politiche sociali, in rappresentanza del Comune di Salerno, sponsorizzato dalla “Nyce” New York-Cosmetic-Experience” ed è stato ripreso da: High Life TV Sky.



Maria Serritiello
www.lapilli.eu



martedì 2 agosto 2011