Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





sabato 31 marzo 2012

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martedì 27 marzo 2012

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domenica 25 marzo 2012

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mercoledì 21 marzo 2012

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domenica 18 marzo 2012

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Storia di San Giuseppe



Fonte:Amando.it

È interessante però sapere dove affondano le radici della festa, per capirne il significato e non limitarci al lato consumistico delle celebrazioni.

La festa del papà in particolare ha radici antiche, visto che la prima celebrazione ufficiale della paternità risale ai primi decenni del XX secolo negli Stati Uniti.

La data varia da paese a paese, ma in generale nei paesi di tradizione cattolica la festa del papà viene fatta coincidere col giorno di san Giuseppe, il 19 marzo.
Il 19 marzo inoltre, come festa pagana, è la vigilia dell’equinozio di primavera, occasione in cui si svolgevano i baccanali, riti dionisiaci per la propiziazione della fertilità e di purificazione agraria.



La Storia di San Giuseppe

Nella tradizione popolare, San Giuseppe, sposo della Vergine Maria, è il santo protettore dei poveri e dei derelitti, poiché i più indifesi hanno diritto al più potente dei Santi. In questo giorno, si ricorda la sacra coppia di giovani sposi, in un paese straniero ed in attesa del loro Bambino, che si videro rifiutata alla richiesta di un riparo per il parto.
Questo atto, che viola due sacri sentimenti: l'ospitalità e l'amore familiare, viene ricordato in molte regioni con l'allestimento di un banchetto speciale. Così in alcuni paesi della Sicilia, il 19 marzo di ogni anno, si usava invitare i poveri al banchetto di san Giuseppe. In questa occasione, un sacerdote benediva la tavola, ed i poveri erano serviti dal padrone di casa.
Oltre a proteggere i poveri e le ragazze, San Giuseppe, in virtù della sua professione, è anche il protettore dei falegnami, che da sempre sono i principali promotori della sua festa. La festa del 19 marzo è anche associata a due manifestazioni specifiche, che si ritrovano un po' in tutte le regioni d'Italia: i Falò e le Zeppole.
Poiché la celebrazione di san Giuseppe coincide con la fine dell'inverno, si è sovrapposta ai riti di purificazione agraria, effettuati nel passato pagano.
In quest'occasione, infatti, si bruciano i residui del raccolto sui campi, ed enormi cataste di legna vengono accese ai margini delle piazze. Quando il fuoco sta per spegnersi, alcuni li scavalcano con grandi salti, e le vecchiette, mentre filano, intonano inni per San Giuseppe.

Questi riti sono accompagnati dalla preparazione delle zeppole, le famose frittelle, che pur variando nella ricetta da regione a regione, sono il piatto tipico di questa festa.
A Roma la preparazione delle zeppole, affiancate dai bignè di san Giuseppe, ha un fervore particolare.
Nel passato, ad ogni angolo di strada era possibile trovare un banco di frittelle, e tutta la città era addobbata da decorazioni festive.



giovedì 8 marzo 2012

il mio giornale: 8 Marzo 2012

il mio giornale: 8 Marzo 2012: QUADERNO A QUADRETTI RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO HO SCELTO DI NON AUGURARE BUON 8 MARZO A NESSUNO. NON HO VOGLIA DI SEMBRARE GIOIOSA IN ...

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il mio giornale: In Australia è allarme invasione di 250.000 pipist...: Fonte: Virgilio notizie Katherina, una città del Nord dell'Australia, è stata letteralmente invasa da una colonia di oltre 250mila pipist...

mercoledì 7 marzo 2012

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il mio giornale: Morta Lucia Mannucci, la signora del Quartetto Cet...: Fonte :Virgilio Notizie Si è spenta all'età di 91 anni Lucia Mannucci, la signora del Quartetto Cetra. Era nata a Bologna il 18 maggio 19...

il mio giornale: 4° Festival Nazionale “TeatroXS” Città di Salerno

il mio giornale: 4° Festival Nazionale “TeatroXS” Città di Salerno: FONTE:LAPILLI SALERNO.EU DI MARIA SERRITIELLO Salerno. Sei spettacoli, di sabato alle ore 21,15 e la domenica alle ore 19,00 andranno a...

lunedì 5 marzo 2012

5 marzo 1943


Lucio Battisti (Poggio Bustone, 5 marzo 1943 – Milano, 9 settembre 1998)

E' stato un compositore, cantautore e produttore discografico italiano. È considerato come la massima personalità nella storia della musica leggera italiana sia come autore ed interprete della propria musica, sia come autore per altri artisti. Ha avuto, inoltre, anche un grande successo in Francia, Spagna e Stati Uniti. In tutta la sua carriera ha venduto circa 50 milioni di dischi

La sua produzione ha rappresentato una svolta decisiva nel pop e nel rock italiani: da un punto di vista strettamente musicale, Lucio Battisti ha personalizzato e innovato in ogni senso la forma della canzone tradizionale e melodica.

Grazie ai testi scritti da Mogol, Battisti ha rilanciato temi ritenuti esauriti o difficilmente rinnovabili, quali il coinvolgimento sentimentale e i piccoli avvenimenti della vita quotidiana; ha saputo esplorare anche argomenti del tutto nuovi e inusuali, a volte controversi, spingendosi fino al limite della sperimentazione pura nel successivo periodo di collaborazione con Pasquale Panella.














E TANTE ALTRE ANCORA... CON TUTTE LE EMOZIONI PROVATE ASCOLTANDOLE AD UNA AD UNA
BUON COMPLEANNO LUCIO

il mio giornale: Il compagno di Dalla e il velo dell'ipocrisia

il mio giornale: Il compagno di Dalla e il velo dell'ipocrisia: FONTE: LA REPUBBLICA.IT Il compagno di Dalla e il velo dell'ipocrisia di MICHELE SERRA Con la compostezza, il dolore e la legittimità d...

domenica 4 marzo 2012

Orfeo ed Euridice




Orfeo, il più famoso poeta e musicista che la storia abbia mai avuto, che non aveva eguali tra uomini e dei era figlio di Eagro, re della Tracia e della musa Calliope (o secondo altri di Apollo e di Calliope).


Il Dio Apollo un giorno gli donò una lira e le muse gli insegnarono ad usarla e divenne talmente abile che lo stesso Seneca narra (Ercole sul monte Oeta): "Alla musica dolce di Orfeo, cessava il fragore del rapido torrente, e l'acqua fugace, obliosa di proseguire il cammino, perdeva il suo impeto ... Le selve inerti si movevano conducendo sugli alberi gli uccelli; o se qualcuno di questi volava, commuovendosi nell'ascoltare il dolce canto, perdeva le forze e cadeva ... Le Driadi, uscendo dalle loro querce, si affrettavano verso il cantore, e perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto (...)".

Acquistò una tale padronanza dello strumento che aggiunse anche altre due corde portando a nove il loro numero per avere una melodia più soave.


Come prima grande impresa Orfeo partecipò alla spedizioni degli Argonauti(1) e quando la nave Argo giunse in prossimità dell'isola delle Sirene, fu grazie ad Orfeo e alla sua cetra che gli argonauti riuscirono a non cedere alle insidie nascoste nel canto delle sirene.

Ogni creature amava Orfeo ed era incantata dalla sua musica e dalla sua poesia ma Orfeo aveva occhi solo per una donna: Euridice, figlia di Nereo e di Doride che divenne sua sposa. Il destino però non aveva previsto per loro un amore duraturo infatti un giorno la bellezza di Euridice fece ardere il cuore di Aristeo che si innamorò di lei e cercò di sedurla. La fanciulla per sfuggire alle sue insistenze si mise a correre ma ebbe la sfortuna di calpestare un serpente nascosto nell'erba che la morsicò, provocandone la morte istantanea.

Narra Pindemonte (Epistole: "A Giovani Pozzo"): "Tra l'alta erba non vide orrido serpe che del candido piè morte le impresse."

Orfeo, impazzito dal dolore e non riuscendo a concepire la propria vita senza la sua sposa decise di scendere nell'Ade per cercare di strapparla dal regno dei morti. Convinse con la sua musica Caronte a traghettarlo sull'altra riva dello Stige; il cane Cerbero ed i giudici dei morti a farlo passare e nonostante fosse circondato da anime dannate che tentavano in tutti i modi di ghermirlo, riuscì a giungere alla presenza di Ade e Persefone

Una volta giunto al loro cospetto, Orfeo iniziò a suonare e a cantare la sua disperazione e solitudine e le sue melodie erano così piene di dolore e di disperazione che gli stessi signori degli inferi si commossero; le Erinni piansero; la ruota di Issione si fermò ed i perfidi avvoltoi che divoravano il fegato di Tizio non ebbero il coraggio di continuare nel loro macabro compito. Anche Tantalo dimenticò la sua sete e per la prima volta nell'oltretomba si conobbe la pietà come narra Ovidio nelle Metamorfosi (X, 41-63).

Fu così che fu concesso ad Orfeo di ricondurre Euridice nel regno dei vivi a condizione che durante il viaggio verso la terra la precedesse e non si voltasse a guardarla fino a quando non fossero giunti alla luce del sole.

Narra Ovidio nelle Metamorfosi (X, 41-63). "(...) Nè la regale sposa, nè colui che governa l'abisso opposero rifiuto all'infelice che li pregava e richiamarono Euridice. Costei che si trovava tra le ombre dei morti da poco tempo, si avanzò, camminando a passo lento per causa della ferita. Il tracio Orfeo la riebbe,a patto che non si voltasse indietro a guardarla prima di essere uscito dalla valle infernale (...)"

Orfeo, presa così per mano la sua sposa iniziò il suo cammino verso la luce.

Durante il viaggio, un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente pensando di condurre per mano un'ombra e non Euridice. Dimenticando così la promessa fatta si voltò a guardarla ma nello stesso istante in cui i suoi occhi si posarono sul suo volto Euridice svanì, ed Orfeo assistette impotente alla sua morte per la seconda volta.

Claudio (Giovanni Antonio) Monteverdi (Cremona, 15 maggio 1567 – Venezia, 29 novembre 1643) è stato un compositore italiano.

Il suo lavoro di compositore segnò il passaggio dalla musica rinascimentale alla musica barocca. Fu uno dei principali innovatori che accompagnarono l'evoluzione del linguaggio musicale (su questo processo stilistico vedi anche Retorica musicale), insieme al "principe dei musici", Carlo Gesualdo. Monteverdi scrisse una delle prime opere teatrali in cui fosse sviluppabile una trama drammatica, ovvero un melodramma, L'Orfeo, e fu fortunato da godere del suo successo mentre era ancora in vita.





4 marzo 2012



IL CALENDARIO

MARZO 2012 Gi Ve Sa Do Lu Ma Me Gi Ve Sa Do Lu Ma Me Gi Ve Sa Do Lu Ma Me Gi Ve Sa Do Lu Ma Me Gi Ve S
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Il 4 marzo è il 63º giorno del Calendario Gregoriano (il 64º negli anni bisestili). Mancano 302 giorni alla fine dell'anno.

EVENTI
1967 John Lennon pronuncia la celebre frase "I Beatles sono più famosi di Gesù"

NATI
1964 Paolo Virzì regista, sceneggiatore e produttore cinematografico
1952 Umberto Tozzi cantautore e chitarrista italiano
1932 Miriam Makeba cantante sudafricana († 2008)
1943 Lucio Dalla cantautore, attore e regista italiano († 2012)

MORTI
2004 Gianni Agus attore e conduttore televisivo italiano
2005 Nicola Calipari agente segreto italiano
2009 Salvatore Samperi regista e sceneggiatore italiano

SANTO DEL GIORNO/ Oggi, 4 marzo, è San Casimiro, re polacco fedele al Papa

San Casimiro, che la Chiesa Cattolica ricorda oggi, fu un re polacco molto saggio, modesto, devoto a Dio e ubbidiente nei confronti del Papa. Di origini nobili, era figlio del re di Polonia, Casimiro nacque a Cracovia il 3 ottobre del 1458. A partire dai 9 anni fu educato dallo storiografo e canonico di Cracovia Giovanno Dlugotz. Quando aveva 13 anni gli ungheresi ribellatisi al re Mattia Corvino gli proposero la corona del loro stato ma egli la rifiutò essendo venuto a sapere che il Papa si era opposto alla deposizione del re.
Il padre, Casimiro IV lo designò erede al trono polacco poiché il fratello primogenito era divenuto re della Boemia. Quando Casimiro IV si allontanò dalla Polonia dal 1479 al 1483, il giovane Casimiro resse di fatto il regno dimostrando saggezza ed equilibrio. Al fine di ampliare i confini del regno il padre lo sollecitò a sposare la figlia dell'imperatore Federico III, ma Casimiro che aveva scelto di dedicare la propria vita alla Vergine Maria, rifiutò il matrimonio senza lasciarsi tentare dal grande potere che avrebbe acquisito. Di bell'aspetto era molto ambito e corteggiato dalle donne, ma non si lasciò mai irretire per non venire meno ai suoi ideali. Per devozione si sottoponeva a lunghi periodi di digiuno. Morì a soli 25 anni, il 4 marzo 1484 durante un viaggio in Lituania. I suoi resti sono conservati ancora oggi nella cappella della Cattedrale di Vilnus.
Nel 1517 il vescovo di Vilnius e il re Sigismondo III richiesero al Papa che fosse avviato un processo di canonizzazione di Casimiro. A tal fine il Papa incaricò Monsignor Zaccaria Ferreri, affinché si recasse in Polonia per verificare l'attendibilità della richiesta.
Negli scritti dedicati a Casimiro, Vita Beati Casimiri confessoris, Monsignor Zaccaria Ferreri descrive il giovane Casimiro come una persona senza peccato sempre pronto a profondere le sue energie per aiutare gli altri, il cui corpo debole, sottoposto tra l'altro a veglie e digiuni, non era stato in grado di sostenere la sua santità.
Nel 1521 il Papa, Leone X, proclamò Casimiro vescovo della sua patria, la Polonia e della vicina Lituania.
Nonostante ciò, nel corso del XVI secolo il culto di Casimiro non fu molto seguito a causa dell'imperversare in Polonia della religione protestante. Ma già nel 1600 quando con la Controriforma fu instaurato il cattolicesimo in Polonia e nel Granducato il culto del Santo riprese vigore anche grazie al fatto che Papa Clemente VIII nel 1602 stabilì la festa del Santo e nel 1604 fece inviare da Roma uno stendardo, sul quale vi era l'effige di San Casimiro, a Vilnus.

LA MUSICA SCELTA

giovedì 1 marzo 2012

il mio giornale: Lucio Dalla e la sua bella musica ci hanno lasciat...

il mio giornale: Lucio Dalla e la sua bella musica ci hanno lasciat...: LUCIO DALLA QUADERNO A QUADRETTI RUBRICA DI MARIA SERRITIELLO FONTE: VIRGILIO La sua città, a cui aveva dedicato alcune delle sue più be...

Tricarico - Sabato 3 marzo - Ore 15 - Primo raduno delle maschere antropologiche




Il Carnevale di Tricarico


Il carnevale di Tricarico (Basilicata), caratterizzato dalle maschere delle mucche e dei tori (L' màsh-k-r, nel dialetto tricaricese) che rappresentano una mandria in transumanza, è una delle manifestazioni più importanti della regione

Descrizione

All'alba del 17 gennaio, giorno in cui i cattolici ricordano Antonio abate, il santo protettore degli animali, è usanza che i fedeli, insieme ai propri animali per i quali si invoca la benevolenza del santo e che per l'occasione vengono agghindati con nastri, collanine e perline colorate, compiano tre giri intorno alla chiesa a lui dedicata per poi ricevere, a chiusura della messa, la benedizione da parte del prete.


Mandria alla "questua"Lo stesso rituale è osservato dalla "mandria", prima di muoversi verso il centro storico e percorrerne tutti gli antichi rioni. Tricarico viene, così, svegliata dal suono cupo dei campanacci. La sfilata delle maschere si ripete l'ultima domenica prima della chiusura del carnevale con maggiore partecipazione popolare, trattandosi di giorno non lavorativo.

Si riporta, di seguito, la descrizione che ne ha dato Carlo Levi:

« ... andai apposta a Tricàrico, con Rocco Scotellaro. Il paese era svegliato, a notte ancora fonda, da un rumore arcaico, di battiti di strumenti cavi di legno, come campane fessurate: un rumore di foresta primitiva che entrava nelle viscere come un richiamo infinitamente remoto; e tutti salivano sul monte, uomini e animali, fino alla Cappella alta sulla cima .... Qui venivano portati gli animali, che giravano tre volte attorno al luogo sacro, e vi entravano, e venivano benedetti nella messa, con una totale coincidenza del rituale arcaico e magico con quello cattolico assimilante...
Diverse le chiavi di lettura, da quella che l'interpreta come un momento di rivalsa delle classi meno abbienti nei confronti dei "potentati" a quella che lega la rappresentazione a riti pre-cristiani, poi "mediati" dal cristianesimo attraverso la figura di sant'Antonio abate.

Le "mucche" e i "tori" sono impersonati da uomini (la partecipazione è interdetta alle donne). I partecipanti mimano l'andatura ed i movimenti degli animali, comprese le "prove di monta" dei tori sulle mucche. La rappresentazione non è svincolata dalla realtà contemporanea poiché, sebbene la cultura locale sia meno "rurale" di un tempo, Tricarico è collocata su una via di transumanza e le mandrie ancora oggi l'attraversano.

Tricarico e le sue maschere nel 2009 sono entrate a far parte della FECC, Federazione Europea Città del Carnevale (Federation of European Carnival Cities). Insieme ai carnevali di Putignano, Crispiano, Villa Literno, Castrovillari, Misterbianco, è membro fondatore della Rete dei Carnevali del Sud Italia.

Terminata la sfilata, la mandria si disperde in piccoli gruppi che si muovono per la "questua", raggiungendo questa o quella abitazione davanti alla quale suonano i campanacci fino a quando non gli viene aperto. Al gruppo, fatto entrare in casa, viene offerto da mangiare e da bere.

Le Maschere
La maschera da mucca è costituita da un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un velo e riccamente decorato con lunghi nastri multicolori che scendono fino alle caviglie; la calzamaglia indossata (o, in alternativa, maglia e mutandoni di lana) è anch'essa decorata con nastri o foulards dai colori sgargianti al collo, ai fianchi, alle braccia ed alle gambe. La maschera da toro è identica nella composizione ma si distingue per essere completamente nera con alcuni nastri rossi. Ogni maschera ha un campanaccio, diverso nella forma e nel suono a seconda che si tratti di mucche o di tori.

Le Serenate

Slegata dalla tradizione delle maschere ma comunque tipica del periodo carnevalesco, è l'usanza di "portare le serenate". Il fenomeno era in passato legato alla diffusa pratica di realizzare, quasi in ogni casa, il salame ed altri prodotti derivanti dalla trasformazione delle carni del maiale[8]. Le serenate vengono portate senza preavviso e quasi mai prima di mezzanotte. Si deve attendere, infatti, che i padroni di casa siano andati a dormire