Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





lunedì 31 agosto 2009




Le cose più importanti sono le più difficili da dire.Sono quelle di cui ci si vergogna,perchè le parole le immiseriscono...Le cose più importanti giacciono troppo vicine al punto dov'è sepolto il nostro cuore segreto.
Stephen King Stagioni diverse

domenica 30 agosto 2009




ALFONSO GATTO

Nato a Salerno nel 1909 da una famiglia di armatori di origini calabresi, frequentò l' università di Napoli senza però laurearsi. Lavorò come commesso, come istitutore di collegio, correttore di bozze ed infine divenne giornalista. Nel 1938 fondò a Firenze con Vasco Pratolini la rivista" Campo di Marte" che diventò la voce del più avanzato ermetismo.
A partire dal 1943 fece parte della Resistenza e le poesie scritte in quel periodo offrono una testimonianza efficace delle idee che animarono la lotta di liberazione. A guerra finita, fu direttore di" Settimana" , poi co-direttore di "Milano-sera" ed inviato speciale dell'Unità. Nel 1951 lasciò clamorosamente e polemicamente il partito. Vinse vari concorsi letterari: "Savini" (1939), "St. Vincent" (1950), "Marzotto" (1954), "Bagutta" (1955)
Oltre che poeta fu anche scrittore e, in particolare, scrisse testi per l'infanzia. Negli ultimi anni della vita si dedico' alla critica dell'arte e della pittura. Mori' a Orbetello (Grosseto) nel 1976, in un incidente d'auto.

Così Alfonso Gatto considera i poeti

"Il poeta è un uomo immortale
che vive con tutta la sua morte
e con tutta la sua vita,
nel tempo,
e in sè si consuma e si sveglia,
negli altri si popola e si chiama,
e nulla possiede
che non abbia già amato e perduto"





venerdì 28 agosto 2009



OSLO
Proprio così,
come due statue di granito,
come i grossi blocchi
di Oslo,
fissati senza colore,
nel verde vivo e fecondo.
Ruvide figure
private,
ingannate da segni apparenti,
da sguardi che scrutano il gesto
e si rispecchiano.
Nel parco,
che il gelo coprirà
a breve,
l’amore
già passato,
di noi due….

Maria Serritiello
.
28-8-2009

giovedì 27 agosto 2009



RIPRENDO A SCRIVERE DOPO L'INTERRUZIONE DELLE VACANZE .LA FOTO E'STATA SCATTATA DA ME AD OSLO