Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





martedì 14 aprile 2009



« Vi faccio vedere come muore un italiano. »
(Fabrizio Quattrocchi rivolto ai suoi assassini. Da un documento filmato diffuso nel gennaio 2006)


Fabrizio Quattrocchi (Genova, 9 maggio 1968 – Iraq, 14 aprile 2004) è stato un componente italiano di una compagnia militare privata, rapito in Iraq e ucciso durante la prigionia da miliziani del gruppo autoproclamatosi "Falangi Verdi di Maometto". Venne insignito nel marzo 2006 della medaglia d'oro al valor civile alla memoria.

Genovese, Quattrocchi fu impegnato fino al 2000 nell'attività di famiglia, una panetteria di via San Martino, nei pressi dell'omonimo ospedale, insieme ai genitori, ad un fratello e ad una sorella. Dopo la morte del capofamiglia tale attività cessò, con la vendita dell'esercizio.

Venuta meno la principale fonte di sostentamento Fabrizio Quattrocchi, appassionato di arti marziali, e praticante il Tae Kwon Do prese a seguire corsi di addestramento per prepararsi al lavoro di guardia del corpo e addetto alla sicurezza nei locali notturni, secondo quanto in seguito dichiarato dal fratello e dalla fidanzata.

Per un periodo seguì corsi di addestramento e lavorò per l'Ibsa, società di sicurezza e formazione di body-guard, ora liquidata, della quale erano titolari Roberto Gobbi e Spartaco Bertoletti, che fu rappresentante in Italia di un'analoga società internazionale, di nome IBSSA (simile a quello della società genovese), con sede a Budapest e centro operativo in Israele.

Secondo Gobbi, Fabrizio Quattrocchi si sarebbe recato in Iraq in seguito dell'accettazione (ottobre 2003) del suo curriculum da parte di un non meglio individuato "mercenario genovese" impegnato nel reclutamento per l'Iraq per istruire personale locale alle tecniche di sicurezza e proteggere manager, magistrati, strutture d'interesse strategico, quali gli oleodotti. La partenza per il paese in guerra era avvenuta nel novembre del 2003, per un compenso mensile –sempre secondo quanto dichiarato dal Gobbi alla stampa– variabile (a seconda delle condizioni di rischio) tra i seimila ed i novemila dollari.

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