Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





sabato 17 aprile 2010





SETTIMANA DELLA CULTURA A SALERNO

S'inaugura l’Aula Superiore del Complesso Monumentale di San Pietro a Corte in cui sono stati rinvenuti, grazie a complessi interventi di restauro scientifico, gli elementi architettonici longobardi della Cappella Palatina, fatta erigere nel VIII sec. da Arechi II nel suo palazzo principesco. Dopo la visita del sito, nel Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana sarà presentata l’ipotesi ricostruttiva in 3D della Cappella, realizzata con l’ausilio degli elementi decorativi rinvenuti negli scavi e con i riferimenti documentari. La Cappella ricostruita dà l’avvio, nel museo virtuale, alla narrazione delle vicende della Scuola Medica Salernitana


San Pietro a Corte si trova nel cuore della Salerno longobarda, sulla via Portacatena.

Essa fu costruita da Arechi II nell'VIII secolo, dopo la discesa di Carlo Magno a Pavia e la resa di Desiderio (fine della longobardia maior); cioè quando Arechi fece diventare Salerno il nuovo centro della Longobardia minor.
San Pietro venne fondata su un frigidarium d'età medio-imperiale. Il frigidarium, di fine I inizio II secolo, faceva parte di una struttura termale di vaste dimensioni, che venne abbandonata probabilmente a causa di un'alluvione, nel IV secolo. Le terme vennero riutilizzate nel V secolo da una confraternita di cristiani che le adibirono a chiesa e cimitero. Una delle prime tombe databili è quella di un certo Socrates. Egli era probabilmente una personalità molto importante poiché sulla sua lapide v'è scritto "VIR SPECTABILIS". La sua tomba si trova sotto uno degli archi d'ingresso del frigidarium, chiuso formando un arcosolio (di tradizione paleocristiana).
Questa e altre tombe (databili fino al VII secolo) ci fanno pensare ad una popolazione mista, testimoniata dall'analisi dei vari nomi che compaiono sulle epigrafi (es. origini gote e bizantine).
Nell'VIII secolo, con i longobardi, il piano stradale s'era alzato e quindi Arechi fu costretto ad elevare dei pilastri ed un muro che potessero reggere il pavimento del suo nuovo palazzo. Ciò fece sì che la fase paleocristiana rimanesse intatta.
I primi studi hanno fatto pensare che questa struttura fosse la Cappella di Palazzo. Oggi,invece, si pensa che fosse la sala del trono a causa della presenza di alcuni elementi come il Titulus, che cantava le lodi di Arechi, e la presenza di un pulpito da cui probabilmente s'affacciava il Princeps per parlare al popolo. Questa loggia oggi non esiste più poiché nel '500 è stata demolita per costruire un'imponente scalinata dalla famiglia Caracciolo.

La storia di San Pietro a Corte ci è pervenuta soprattutto grazie a fonti tra cui il Chronicon Salernitanum del X secolo e Paolo Diacono. Mentre la prima fonte ci dà una brillante descrizione dell'arrivo dell'ambasceria di Carlo Magno nel palazzo (787), la seconda fonte, con l' Historia Langobardorum, ci dà un panorama completo della storia dei longobardi, dal mito alla sconfitta.

Anticamente il palazzo arechiano doveva essere caratterizzato da una pavimentazione in opus sectile, da due titulus e da pareti decorate con splendidi marmi.

Una caratteristica peculiare di San Pietro è il suo campanile "rimpicciolito" nella parte terminale del tetto, durante la sua costruzione nell'anno 1000, per via di uno sprofondamento del terreno sottostante. Il campanile si trova di fronte al Palazzo Fruscione, vicino all'antico Forum romano; a due piani più il basamento, chiuso da una copertura appuntita, è costruito con pietrame misto, piuttosto rozzo. Studi recenti hanno appurato che esso non è l'originale del X secolo (rovinato quasi sicuramente da un terremoto), ma un rifacimento di poco posteriore.

In epoca normanna la struttura venne ripresa per uso religioso e ciò ci viene testimoniato dai meravigliosi resti di pitture murarie del XII-XIII secolo che evidenziano influenze bizantineggianti. Le pitture più antiche, del XII secolo, raffigurano la Madonna col bambino e Santa Caterina d'Alessandria, mentre le pitture del XIII secolo raffigurano la Madonna Eleusa con teoria di Santi.

L'edificio, secondo documenti del secolo XV, era il luogo dove si svolgeva la cerimonia della consegna delle lauree in medicina della Scuola Medica Salernitana.

Gli scavi, cominciati negli anni '70 dalla Soprintendenza di Avellino e Benevento, sono stati condotti in seguito (dagli anni '80 ad oggi) dal Dipartimento di Latinità e Medioevo dell'Università di Salerno. La struttura è oggi sede del Gruppo Archeologico Salernitano

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