Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





domenica 11 aprile 2010





11 APRILE 1945 LE FORZE STATUNITENSILIBERANO IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI BUCHENWALD


Buchenwald è una località della Turingia nella Germania orientale situata su una collina boscosa (Buchenwald significa letteralmente Bosco di faggi) a circa otto chilometri da Weimar nota come campo di concentramento e di sterminio nazista. Esso venne istituito nell'estate del 1937 come luogo di punizione per detenuti politici. Durante la Seconda guerra mondiale divenne uno dei più vasti campi di concentramento della Germania nazista, raggiungendo il massimo affollamento nel 1944 con oltre centomila internati
Con il legname della vicina foresta di Ettesberg un gruppo di deportati costruì le prime baracche di Buchenwald, nelle vicinanze di Weimar in un luogo lontano da tutto e da tutti. Furono costruite cinquanta baracche, circondate da filo spinato, guardate da SS armate di mitragliatrici e dominate dai camini dei forni crematori

Buchenwald è stato uno dei campi affidati alla autogestione da parte dei "triangoli verdi" cioè dei delinquenti comuni e fu il campo dove maggiormente fu sperimentato l'annientamento per mezzo del lavoro. Oltre che nella costruzione del campo i deportati furono utilizzati in ben 130 campi e sottocampi esterni. Alcuni detenuti vennero utilizzati come manodopera per gli stabilimenti della BMW, in particolare quello di Eisenach e Abteroda. I "benificiari" privati del lavoro forzato dei denutriti "uomini a strisce blu" non opponevano mai né resistenza né vincoli morali alle pratiche terroristiche delle SS e dei Kapos, rendendosi complici e, talvolta, anche diretti responsabili.
Nel block 50 i medici nazisti facevano esperimenti di ogni genere, la pelle dei prigionieri che avevano tatuaggi, dopo l'uccisione, veniva conciata e si diceva servisse per fare copertine di libri e paralumi per Ilse Koch [senza fonte]. I presunti manufatti in pelle umana sono stati analizzati nel 1948 da un laboratorio [1], secondo il quale gli stessi sarebbero costituiti di pelle di capra.

Nessun commento:

Posta un commento