Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





lunedì 19 aprile 2010



LA MIA RECENSIONE


Basilicata coast to coast

Trama
I protagonisti del film non suonano insieme da più di dieci anni, da ragazzi sono stati una band. Uno di essi, Nicola Palmieri, divenuto nel frattempo un modesto professore di matematica, ha un’idea per movimentare la sua vita e quella dei suoi amici, stazionata, ormai, su di un binario morto. L’idea è quella di rimettersi di nuovo assieme per suonare e partecipare al festival internazionale di musica-teatro di Scansano Ionico. Non contento, azzarda e chiede ai compagni di raggiungere il luogo dell’esibizione a piedi, trasformando la semplice partecipazione ad uno dei tanti festival estivi della penisola, in un viaggio. Il percorso lungo non più di 15 km si trasformerà ben presto nella metafora della vita che insegue sogni ed esprime volontà di cambiamento. Un viaggio terapeutico, non privo di imprevisti, affrontati e risolti senza l’ausilio del progresso. Il tragitto sarà scortato da una giornalista locale, che descriverà, con la macchina da presa, il percorso musicale ed umano compiuto dalla band.

Commento

Il film, il primo diretto dall’ottimo Rocco Papaleo, è decisamente di pura marca meridionale, se lo si vuole vedere esclusivamente attraverso il panorama brullo della regione Basilicata, la semplicità dei personaggi, al limite del provincialismo, il gusto del cibo genuino, il senso della marcata ospitalità e la parlata tutta improntata alla sonorità dialettale, ma il film è molto di più e va naturalmente oltre, perché la metafora del “ viaggio”, come ricerca, che non ha né partenza e né arrivo, è di tutta l’umanità, per cui i quattro moschettieri, in cerca di sé stessi, siamo tutti noi. Un road-movie, il film montato da Rocco Papaleo, che ha un precedente illustre in “Easy Rider” e nel quale, bandita la macchina, fanno bella mostra di sé il cavallo e la camminata lenta a piedi. La trama è semplice e lo scambio di battute tra i protagonisti, ponderate e divertenti, sembrano uscire da un vecchio libro di proverbi e da quella sapienza imprescindibile appartenuta alle persone anziane di questa terra. Non c’è saccenteria, in quello che viene detto, tant’è che il personaggio più espressivo, Franco Cardillo (un superbo Max Gazzè), è muto e né si riscontra il piglio fastidioso del didascalico a tutti i costi, anzi è il contrario. Un film che stigmatizza l’amicizia maschile ed è ben calibrato in tutte le sue parti. La Basilicata bella e selvaggia, autentica e unica, con quel suo andare a piedi, dal mar Tirreno al mare Ionio, un’intuizione geniale, nella sua naturalezza, dell’esordiente regista Rocco Papaleo, il più bel manifesto di chi ha amato l’aspra terra di Lucania, per essere stato suo figlio e per esserle appartenuto intellettualmente.

Interpreti

Gli interpreti tutti eccellenti, tutti all’altezza di una spontanea e sicura caratterizzazione. Un cast, messo su dall’esordiente regista, di grande virtuosismo, puntando e sull’amicizia degli stessi nei suoi confronti e quella tra di loro. Circola, infatti, in modo sotteso, che nulla toglie alla bravura di tutti, un clima di allegra goliardia e di spontanea condivisione d’intenti, che fanno del film, già un successo, oltre a quello che può venire dal botteghino. Nessuno di essi, a cominciare dallo stesso Rocco Papaleo, nella duplice veste di regista e di interprete, non è stato all’altezza del ruolo richiesto dal copione. Del resto, a parte l’esordiente Max Gazzè, che se l’è cavata egregiamente, autore anche di una delicata colonna sonora, tutti sono convincenti per essere consumati attori, come Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Gassman e Paolo Briguglia. Ottima la fotografia che evidenzia la terra brulla e descrive i paesi per quelli che sono.

Chi è il regista

Antonio Rocco Papaleo, nato a Lauria (Pz) il 16 agosto 1958, è un attore e regista italiano. Dalla Basilicata si trasferisce a Roma per intraprendere gli studi universitari e qui entra in contatto con il mondo dello spettacolo. Comico, cabarettista, attore di cinema e teatro, autore e musicista, regista, l'attività di Rocco Papaleo, spazia trasversalmente tutti i campi dello spettacolo. Esordisce in teatro nel 1985 con "Sussurri rapidi" per la regia di Salvatore di Mattia.Al cinema, invece, compare per la prima volta in “ Senza pelle” di Alessandro D’Alatri. E’ molto apprezzato per le sue doti istrioniche.

La frase iniziale del film

La Basilicata non ha niente da invidiare alla depressione e alla disoccupazione giovanile della Puglia, Campania Sicilia e Calabria, solo che non c’è la mafia.

Spunti di riflessione

E se privilegiassimo il tempo lento dell’andare a piedi?

Regia Rocco Papaleo. Interpreti Rocco Papaleo, Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Paolo Briguglia, Max Gazzè, Valter Lupo, Claudio Potenza, Michela Andreozzi, Augusto Fornari, Gaetano Amato

Giudizio Ottimo

Maria Serritiello

da " www.lapilli.eu"

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