Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





lunedì 30 marzo 2009





« se mala signoria che sempre accora
i popoli suggetti, non avesse
mosso Palermo a gridar "mora! mora!" »
(Citazione dei Vespri dalla Divina Commedia di Dante )

Il 30 marzo 1282 ebbero inizio i "Vespri siciliani"

Tutto ebbe inizio all'ora del vespro del 30 marzo 1282, lunedì dopo la Pasqua, sul sagrato della Chiesa dello Spirito Santo, a Palermo. L'insurrezione dilagò immediatamente in tutta la Sicilia. A generare l'episodio fu - secondo la ricostruzione storica - la reazione al gesto di un soldato dell'esercito francese, tale Drouet, che si era rivolto in maniera irriguardosa ad una giovane nobildonna accompagnata dal consorte con la scusa di ricercarle armi nascoste sotto le vesti. La reazione dello sposo, a difesa della nobildonna, fu appunto la scintilla che dette inizio alla rivolta. Nel corso della serata e della notte che ne seguì i palermitani si abbandonarono ad una vera e propria "caccia ai francesi", presto trasformatasi in una autentica carneficina.

Si racconta che i siciliani, per individuare i francesi che si camuffavano fra i popolani, facessero ricorso ad uno shibboleth.Il termine shibboleth indica una parola o espressione che, per le sue difficoltà di pronuncia è impiegata da una comunità linguistica come contrassegno per distinguersi dai parlanti di altre comunità,che abbiano un'altra lingua o un altro dialetto. La catena di suoni è particolarmente difficile da articolare, ma solo per gli stranieri: infatti, uno shibboleth si distingue da uno scioglilingua, la cui pronuncia è difficile per chiunque.I siciliani, per individuare i francesi,mostrarono loro dei ceci e chiedendo di pronunziarne il nome; appena i francesi dicevano "siseró", anziché "ciciru", venivano uccisi.

La rivoluzione del Vespro fu possibile perché vi furono alcuni uomini forti che organizzarono la rivolta in segreto. Fra essi si devono menzionare:

Giovanni da Procida, della famosa Scuola Medica Salernitana, medico di Federico II;
Alaimo di Lentini, Signore di Lentini;
Gualtiero di Caltagirone, Barone, Signore di Caltagirone;
Palmiero Abate, Signore di Trapani e Conte di Butera.



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