Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





martedì 10 agosto 2010






Fiume (1)


Fiume,
di mia madre fanciulla,
di mio padre sposo,
dell’utile confine
e dell’allegria adolescente.
La vita incrociata
e dei miei nonni
la guerra.
Da qui la nave parte
e ancora il porto cerca.

Maria Serritiello
Fiume,18-7-2010

Fiume (2)

Soffia il vento
e carezza
mi raggiunge
Tenera, mia madre
di me si ricorda.

Maria Serritiello
Fiume 18-7-2010

Fiume (in croato Rijeka, in ungherese Fiume, in sloveno Reka; in tedesco Sankt Veit am Flaum, 144.043 ab. nel 2001) è una città della Croazia situata sull'Adriatico (Golfo del Quarnero). Sede universitaria ed arcivescovile, è la terza città del Paese di cui è anche il porto principale.

Già appartenente all'Impero austro-ungarico (dal 1779 al 1919), Stato libero di Fiume dal 1920 al 1924 e italiana dal 1924 al 1947 (capoluogo dell'omonima provincia), dal 1947 al 1992 fece parte della Jugoslavia; è croata dal 1991.


Lo Stato Libero di Fiume era una città stato della storia moderna, con capitale Fiume, esistito tra il 1920 e il 1924, ora parte della Croazia

La città di Fiume ricevette l'autonomia per la prima volta nel 1719.

Per un periodo di tempo la città perde l'autonomia nel 1848, in seguito all'occupazione del bano Jelacic, ma la riacquisisce nel 1868, quando entra a far parte della corona Ungarica come "Corpus Separatum".

Nella città vivevano italiani, croati, sloveni, ungheresi, tedeschi e altre nazionalità. Il particolare status della città creò un sentimento di appartenenza nazionale degli abitanti verso Fiume. La lingua ufficiale era l'italiano, ma a partire dalla fine del XIX secolo a questo si aggiunse - ed in certi ambiti si sostituì - l'ungherese. La lingua della maggior parte della popolazione era il dialetto fiumano, una forma particolare della lingua veneta con qualche prestito e influenza del dialetto croato-ciacavo.
Con la sconfitta dell'Austria-Ungheria nella Prima guerra mondiale, lo status della città di Fiume diviene un problema internazionale: la cosiddetta questione di Fiume. Il presidente statunitense Woodrow Wilson diviene arbitro della disputa italo-jugoslava per la città e sostiene l'istituzione di uno Stato indipendente, potenziale sede della Lega delle Nazioni.

Nella città segue un periodo d'instabilità e il potere viene conteso fra il Comitato nazionale jugoslavo e il Consiglio nazionale italiano per passare poi alle occupanti truppe franco-inglesi.

Il futuro della città venne dibattuto alla Conferenza di pace di Parigi e quando, su pressione delle altre potenze vincitrici, il presidente del consiglio Vittorio Emanuele Orlando rinunciò a Fiume, che sarebbe dovuta diventare una libera città-stato, in Italia ne seguì una crisi di governo. Con l'incapacità del governo italiano di risolvere il problema dei confini orientali e delle colonie, iniziò ad agitarsi in tutto il Paese un forte senso di disagio, e si parlò di vittoria mutilata


La reazione alla fine fu rabbiosa ed una forza volontaria irregolare di nazionalisti ed ex-combattenti italiani composta da circa 2500 legionari, guidata dal poeta Gabriele d'Annunzio, partita da Ronchi di Monfalcone, occupò la città in quella che sarebbe passata alla storia come l'impresa di Fiume, chiedendo l'annessione all'Italia. Ai costanti rifiuti del governo italiano D'Annunzio proclamò la Reggenza Italiana del Carnaro, uno stato indipendente in attesa del ricongiungimento alla madrepatria.

12 novembre 1920 il Regno d'Italia e il Regno di Jugoslavia firmano il trattato di Rapallo, con il quale ambedue le parti riconoscono la piena libertà e indipendenza dello Stato Libero di Fiume, impegnandosi a rispettarla.

Lo Stato Libero di Fiume esisterà de facto un anno e de iure quattro anni. Il nuovo Stato viene subito riconosciuto da tutti i principali Paesi, inclusi gli Stati Uniti d'America, la Francia e la Gran Bretagna.

D'Annunzio non accettò il trattato e venne cacciato dalla città dalle forze militari regolari italiane (24-30 dicembre 1920) nel cosiddetto Natale di sangue.

Dopo varie vicissitudini il governo italiano decise di inviare a Fiume il generale Gaetano Giardino che dal 17 settembre 1923 divenne di governatore militare con il compito di tutelare l'ordine pubblico: con il Trattato di Roma, siglato il 27 gennaio 1924 veniva sancito il passaggio della città all'Italia e il 16 marzo il re Vittorio Emanuele III giungeva nella città. In base al trattato la città veniva assegnata all'Italia, mentre il piccolo entroterra con alcune periferie, Porto Baross, incluso nella località di Sussak e le acque del fiume Eneo, cioè l'intero alveo e il delta, venivano annessi al Jugoslavia); il governo dello Stato Libero di Fiume considerò tale atto giuridicamente inaccettabile continuando a operare in esilio

Con la capitolazione dell'Italia nella seconda guerra mondiale, la questione di Fiume ridivenne attuale e un gruppo di cittadini nel 1944 proclamò il Memorandum liburnico, con il quale veniva proposto uno Stato confederale con tre cantoni: Fiume, Susak e Bisterza; le isole di Veglia, Cherso e Lussino avrebbero fatto parte di un condominio a parte. Gli autonomisti fiumani intendevano riprodurre una situazione simile a quella di Fiume città autonoma sotto la corona ungherese. Il presidente del governo in esilio Riccardo Zanella, escluso dalla discussione, chiese la restaurazione dello Stato Libero di Fiume.

All'autonomia della città si oppose la lega comunista jugoslava, che il 3 maggio 1945 occupa la città, già occupata dai tedeschi. Nei primi proclami gli jugoslavi affermarono a gran voce che avrebbero concesso larga autonomia alla città, ma proprio gli autonomisti divennero le prime vittime: i primi giorni del nuovo governo vennero contrassegnati da fucilazioni di massa degli attivisti del Movimento Autonomista, nonostante dal 1943 essi sostenessero finanziariamente il movimento antifascista.

Con i trattati di Parigi (1947), Fiume e l'Istria vennero annessi alla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia.

Un grande numero di fiumani tra la maggioranza cittadina di etnia italiana andò in esilio per motivi etnici o ragioni ideologiche e fondò il Libero Comune di Fiume in Esilio, cui aderirono numerosi fiumani, con un proprio sindaco e un consiglio comunale.

Il simbolo cittadino dell'aquila bicipite, il cui uso fu vietato sia dal regime fascista che da quello comunista, torna in uso appena nel 1998 ma ancora monco del motto Indeficienter, nonostante un gruppo d'opinione cittadino e di esuli stia premendo per la sua reintroduzione.

Verso la fine dell'anno 2004, un gruppo di fiumani fonda l'organizzazione virtuale Stato Libero di Fiume con l'idea di riunire i Fiumani/Riječani a Fiume e nel mondo sulle tradizioni della particolare identità fiumana.

Nel 2006 l'organizzazione cambia il proprio nome in "Stato Libero di Fiume" e fonda la propria "costola politica" - la Lista per Fiume (Lista za Rijeku in croato) che alle elezioni amministrative del 2009 raggiunge un buon risultato (2 consiglieri nel consiglio cittadino della città di Fiume, uno nel parlamento regionale). La Lista per Fiume è membro della federazione dei partiti regionalisti d'Europa (Alleanza Libera Europea) dal 2009.





IN QUESTA CITTA' MIA MADRE E' VISSUTA, CON LA SUA FAMIGLIA, DALL'ETA' DI OTTO ANNI, FINO A QUANDO, SPOSA, NEL VECCHIO DUOMO, MIO PADRE NON LA RIPOTO'ALLE SUE ORIGINI CAMPANE.

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