Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





sabato 30 ottobre 2010



« Giocare contro Maradona è come giocare contro il tempo perché sai che, prima o poi, o segnerà o farà segnare. »
(Arrigo Sacchi da La storia del grande Milan – ESPN Classic)
« Il 30 ottobre 1960 è nato l'uomo che ha cambiato la Storia del calcio mondiale, il giocatore più forte di tutti i tempi, il campione che ha elevato Napoli nella leggenda immortale[2] »
(Aurelio De Laurentis per i 50 anni di Maradona)

Diego Armando Maradona (Lanús, 30 ottobre 1960)

un allenatore di calcio ed ex calciatore argentino, di ruolo centrocampista offensivo ed attaccante, capitano della Nazionale argentina di calcio vincitrice del Mondiale del 1986. Ha partecipato a quattro diverse edizioni dei mondiali: 1982, 1986, 1990, 1994, andando a segno in tutte tranne nel 1990[3]. I suoi 91 match e 34 reti con la Nazionale argentina costituirono un record, successivamente battuto da Javier Zanetti, Roberto Ayala, Diego Simeone e Oscar Ruggeri per le presenze e da Gabriel Omar Batistuta e Hernán Crespo per i gol[4]. La Federazione calcistica dell'Argentina (AFA) gli ha inoltre assegnato il titolo di "Miglior Calciatore Argentino di sempre" nel 1993[5].

Noto anche come El Pibe de Oro (Il Ragazzo d'Oro), considerato tra i più talentuosi calciatori di tutti i tempi, ha militato nell'Argentinos Juniors, nel Boca Juniors, nel Barcellona, nel Napoli, nel Siviglia e nel Newell's Old Boys in una carriera da professionista più che ventennale. Alla fine del 2000 è stato eletto da un sondaggio popolare indetto dalla FIFA miglior calciatore di tutti i tempi col 53,6% dei voti[6][7]. Fu eletto Calciatore dell'anno nel 1986 dalla rivista inglese World Soccer[8] e occupa la 2a posizione nella speciale classifica dei migliori calciatori del XX secolo pubblicata dalla stessa rivista[9]. In una votazione tenutasi nel 2000 per l'IFFHS a cui hanno partecipato giornalisti ed ex-calciatori, Maradona è risultato il 5° miglior giocatore del XX secolo dopo Pelè, Johan Cruijff, Franz Beckenbauer e Alfredo di Stéfano[10].

Ritenuto una delle figure più controverse della storia del calcio, fu sospeso due volte per positività a test antidoping nel 1991 (per uso di cocaina) e nel Mondiale 1994 (per uso di efedrina): dopo il suo ritiro ufficiale dal calcio nel 1997, ha subìto un aumento eccessivo di peso (risolto con l'ausilio di un bypass gastrico) e le conseguenze della dipendenza dalla droga, dalla quale si è liberato dopo lunghi soggiorni in centri di disintossicazione. Successivamente è stato inserito da Pelè nel FIFA 100, la lista dei 125 migliori calciatori viventi divulgata il 4 marzo 2004, in occasione del centenario della federazione[11] ed è diventato nel 2005 una star della TV argentina con il suo show La Noche del 10. Nonostante la poca esperienza nel ruolo, nel novembre 2008 è stato nominato CT dell'Argentina[12] con il compito di condurre la nazionale nelle qualificazioni per i Mondiali del 2010, obiettivo infine raggiunto nell'ottobre 2009. L'AFS (Association of Football Statisticians'), classificando i 100 più grandi calciatori di sempre secondo un criterio puramente statistico, lo ha incluso al 6º posto

« Ho due sogni: il primo è giocare un Mondiale, il secondo è vincerlo. »
(Diego Armando Maradona nel giugno del 1978)


Nella cultura popolare
Sin dalla vittoria del Mondiale 1986, gli argentini usano il nome di Maradona per farsi riconoscere come suoi compatrioti in tutte le parti del mondo: in Argentina e a Napoli il campione argentino è indicato come simbolo ed eroe dello sport[45] (lo sportivo è infatti un mito "democratico", in quanto pone le sue basi nella gente comune: è infatti rappresentante del popolo e dei suoi valori[45]). Maradona incarnò perfettamente questo spirito, date le sue umili origini e la sua originaria bassa condizione sociale: i molteplici guadagni non gli fecero perdere i modi di esprimere e il vocabolario proprio della frangia meno agiata della popolazione. A ciò si aggiunse il suo schierarsi contro i "poteri forti": in particolar modo con i napoletani che lo videro come un rappresentante degli "oppressi" del Sud Italia che lottava contro lo "strapotere" delle squadre del Nord[45]. Numerose furono anche le "battaglie" combattute contro i "poteri forti" come la FIFA (e il suo presidente Havelange), e la AFA presieduta da Grondona[46].


L'altarino dedicato a Maradona, in via San Biagio dei Librai a NapoliFu anche per questo e non solo per le sue prodezze nei campi di calcio che Maradona venne in pratica idolatrato sia dagli argentini che dai napoletani[47]. A Rosario, in Argentina, i suoi tifosi fondarono nel 1998 la Iglesia Maradoniana (Chiesa di Maradona)[48], dove il calendario si calcola contando gli anni dalla sua nascita: il suo quarantatreesimo compleanno, nel 2003, rappresentò l'inizio dell'anno 43 d.D. - después de Diego (dopo Diego). Se alla sua nascita la chiesa contava 200 membri, i fedeli raccolti anche tramite il sito ufficiale raggiunsero gli 80.000, tra cui alcuni giocatori famosi come Michael Owen, Ronaldinho e Juan Román Riquelme[48]. Il 26 dicembre 2003 la sua prima squadra, l'Argentinos Juniors, inaugurando il nuovo stadio costruito nel quartiere di La Paternal a Buenos Aires, decise di dedicarglielo chiamadolo Estadio Diego Armando Maradona: il nome fu ufficializzato il 10 agosto 2004[49]. Inoltre ha un monumento situato nel museo del Boca Juniors, all'interno della Bombonera[50], una statua nella cittadina di Bahía Blanca[51] e numerose altre sculture in diverse parti del mondo.

A Napoli, in una via pubblica, gli fu dedicato addirittura un altarino con una foto nella quale indossa la maglia del Napoli e un suo capello in una teca, dove i tifosi si recavano prima delle partite a chiedere la "grazia calcistica". L'11 maggio 1991 fu celebrato nella città partenopea un convegno in onore di Maradona, intitolato Te Diegum, al quale presero parte molti intellettuali tifosi della squadra azzurra. Il report di questa esperienza (oltre che della sua preparazione) è riportato in un libro omonimo, pubblicato nello stesso anno

AUGURI PER I TUOI 50 ANNI,CAMPIONE





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