Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





lunedì 11 maggio 2009




Luigi Einaudi (Carrù, 24 marzo 1874 – Roma, 30 ottobre 1961) è stato un economista, politico e giornalista italiano; è stato il secondo Presidente della Repubblica Italiana

Luigi Enaudi venne eletto secondo presidente della repubblica italiana,l'11 maggio del 1948, al 4° scrutinio, con 518 voti su 872.

Nato a Carrù,resta orfano di padre nel 1888 e si trasferì a Dogliani, città natale della madre. Dopo aver studiato a Savona, viene mandato al convitto nazionale Umberto I di Torino e si diploma al Liceo classico Cavour di Torino con i massimi voti, per poi compiere gli studi universitari presso l'ateneo della stessa città, dove frequenta il Laboratorio di economia politica.In quegli anni si avvicina al movimento socialista e collabora con la rivista "Critica sociale", diretto da Filippo Turati.
Nel 1895 ottiene la laurea in giurisprudenza. Copre la cattedra di Scienza delle finanze all'Università di Torino, l'incarico di Legislazione industriale ed economica politica del Politecnico di Torino e l'incarico di Scienza della finanza all'Università Bocconi di Milano. Autore di numerose pubblicazioni scientifiche, soprattutto nelle materie economiche, alcune delle quali tradotte nelle principali lingue straniere.

Viene nominato Senatore del Regno nel 1919. Nel 1925 è tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali antifascisti, redatto da Benedetto Croce. Redattore de La Stampa di Torino e del Corriere della Sera di Milano fino al 1926, lascia l'attività giornalistica dopo l'avvento del fascismo. È però corrispondente finanziario ed economico del settimanale The Economist e dirige la rivista La Riforma Sociale dal 1900 al 1935 (la rivista, dal 1933, fu edita dalla casa editrice fondata dal figlio Giulio) e la Rivista di Storia Economica dal 1936 al 1943. Dopo il 25 luglio 1943 torna a collaborare a Il Corriere della Sera.

All'indomani della caduta del fascismo viene nominato rettore dell'università di Torino.
Nominato Governatore della Banca d'Italia, ricopre l'incarico dal 5 gennaio 1945 all'11 maggio 1948.
Viene eletto Deputato all'Assemblea Costituente nel 1946 come rappresentante dell'Unione Democratica Nazionale e dà un autorevole contributo ai lavori. È Senatore di diritto del Senato della Repubblica nel 1948 ai sensi della terza disposizione transitoria della Costituzione. Nel IV Governo De Gasperi (1947-1948) è Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro delle Finanze e del Tesoro e successivamente (1947), Ministro del Bilancio (conservando l'incarico di Vice Presidente).
La sua politica economica di quegli anni, caratterizzata da una diminuzione della tassazione interna e dei dazi doganali, pose la basi per il boom economico degli anni cinquanta e sessanta.



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