Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





sabato 2 maggio 2009




Caryl Chessman (St. Joseph, 27 maggio 1921 – Carcere di San Quintino, 2 maggio 1960) è stato un criminale statunitense.

La sua è una delle più lunghe agonie che la storia dei condannati a morte ricordi.
E'rimasto ben 12 anni nella cella della morte,in un alternarsi di speranze e scoforti.

Condannato a morte nello stato della California per rapina, sequestro e abuso sessuale, riuscì ad ottenere ben otto rinvii della pena di morte in dodici anni, ma venne infine giustiziato nella camera a gas, poiché all'epoca il sequestro poteva essere un reato sufficiente. In carcere divenne un famoso scrittore e venne preso ad esempio dal movimento per l'abolizione della pena di morte.

Caryl Whittier Chessman fu "definitivamente" arrestato a 27 anni, avendone passati molti tra riformatori per minori (due volte) e prigioni, dopo essere stato rilasciato sulla parola dal carcere di Folsom. Prima della vicenda carceraria che lo portò alla morte, Chessman fu un criminale la cui carriera (come egli stesso ammette in "Cella 2455") aveva abbracciato rapine, furti con e senza scasso, probabilmente l'omicidio e svariati altri crimini. A segnare la sua giovinezza probabilmente la paralisi di sua madre Hallie e poi la sua morte di cancro, oltre che oltre che una ribellione totale all'autorità costituita manifestata continuamente negli anni.

La vicenda

Nel periodo precedente al suo ultimo arresto, era in circolazione un rapinatore che utilizzava un lampeggiante rosso, allo scopo di spacciarsi per un poliziotto; si avvicinava a delle coppiette appartate in automobile, in luoghi isolati e le rapinava, commettendo a volte violenze sessuali. Gli identikit forniti parlavano di un uomo con i denti storti, alla guida di una Ford nuova, di colore chiaro, decappottabile. Caryl Chessman venne arrestato dalla polizia assieme ad un suo amico, David Knowles, mentre erano in attesa di un terzo, Joe Terranova, presunto proprietario dell'auto, che si era recato nei bagni della stazione Richfield. Terranova non fu più trovato e al processo il pubblico accusatore affermò che Chessman si era inventato il terzo personaggio. Dopo alcuni anni, invece, l'FBI ne confermò l'esistenza dato che era ricercato anche da loro. Nell'auto in cui erano seduti Chessman e David furono trovati una serie di abiti femminili nuovi, un lampeggiante rosso ed una pistola. Per giunta l'auto era una Ford nuova che però era di colore scuro e non era decappottabile. La polizia svegliò una delle vittime in piena notte, chiese alla donna di affacciarsi alla finestra dell'appartamento in cui viveva, e la donna identificò Chessman come suo assalitore a qualche piano di distanza ed al buio. Chessman non corrispondeva alla descrizione fisica che era stata data del rapinatore. Molte critiche sono state sollevate per via di come fu imputata a Chessman la sentenza di morte; al tempo, la versione Californiana della legge del "Piccolo Lindbergh", prevedeva infatti la pena di morte per ratto con uso di violenza. Il bandito "della luce rossa" (che i giudicanti ritennero essere Chessman) fu accusato di aver infranto questa legge per aver spostato di pochi metri le due donne che poi stuprò. Chessman fu condannato per 17 capi d'accusa all'ergastolo, a due condanne a morte, mentre la sua detenzione escluse queste pene, sarebbe comunque durata fino al 2009.


Fino alla fine dei suoi giorni Chessman affermò la sua innocenza, tanto da lasciare detto ad una delle guardie per il suo ultimo viaggio, di riferire queste parole: "Non sono io il bandito della Luce Rossa.

Nel 1959 due giornalisti investigativi iniziarono ad occuparsi della sua vicenda, dopo l'ottavo rinvio della pena di morte. Scoprirono i fatti sopra elencati, e scoprirono una foto di Chessman in cui lui era stato pestato dalla polizia per costringerlo a firmare una confessione. Il referto presentato dal medico al processo diceva che Chessman non aveva subito percosse.

La documentazione di questi fatti fu presentata all'allora governatore della California, che rifiutò di riconoscere un possibile errore giudiziario.

Nei dodici anni della sua prigionia a San Quintino avvenne negli Stati Uniti il primo grande movimento di opinione contro la pena di morte. Le persone e i giornali che a gran voce avevano reclamato giustizia invocando la morte di un cotale inguaribile criminale recidivo, chiedevano ora clemenza se non assoluzione. Da tutto il mondo si ebbero appelli per la revisione del processo Chessman: tra i firmatari, Eleanor Roosevelt, Pablo Casals, Aldous Huxley, Ray Bradbury, William Inge, Norman Mailer, Dwight McDonald, Christopher Isherwood e Robert Frost. In una sua ultima lettera proprio al governatore Edmund J. Brown, Chessman chiede che sarebbe disposto anche a morire senza più lottare, se potesse servire ad eliminare la pena di morte dagli statuti californiani. Ironia della sorte, il sig. Brown, che respinse la domanda di sospensione affermando di “avere le mani legate”, era un riconosciuto oppositore alla pena di morte.


Respinto il suo ennesimo appello per una revisione del processo,Caryl Chessman fu alla fine giustiziato il 2 maggio 1960 alle 10 del mattino. Proprio in quel momento dall'ufficio del giudice Goodman, informato che il magazine Argosy aveva scoperto nuove prove a favore del condannato, arrivava una chiamata per l'ennesima sospensione (di un'altra ora) all'appuntamento col boia. Era troppo tardi. Sarebbe stato impossibile infatti aprire la camera a gas senza danni per i presenti, così alle 10:12 di quello stesso giorno, Chessman fu dichiarato morto.

Durante la sua detenzione, Chessman scrisse ben quattro libri, oltre a dover preparare appelli, lettere giudiziarie e studiare legge (doveva difendersi da solo ndr). Il suo racconto Quel ragazzo è un killer! fu confiscato all'autore dal custode di San Quintino Harley O. Teets nella convinzione che fosse "opera della prigione". Il manoscritto (redatto nel 1954) tornò al suo autore nel '57 e fu pubblicato nel'60



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