Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





giovedì 7 gennaio 2010





Il 27 dicembre 1908 è una data fondamentale per il fumetto italiano. Il 1908-1909 è infatti l'anno primo del Corriere dei Piccoli e – concordano gli storici – il giornalino va considerato la prima testata a fumetti dell'editoria italiana.
Del primo numero (venduto a 10 centesimi) vengono tirate 80.000 copie, che andranno rapidamente crescendo di settimana in settimana fino a raggiungere, nei momenti più felici, quota 700.000.
Si pubblicano molte serie umoristiche statunitensi ma anche, finalmente, personaggi italiani. Il primo di questi è il negretto Bilbolbul, di Attilio Mussino.
La testata del giornalino, un piccolo capolavoro grafico, viene disegnata da Antonio Rubino e resterà immutata per decine d'anni.
La rivista, con molte modifiche e adeguamenti ai tempi, supera anche momenti molto critici e vivrà fino al 15 agosto 1995 senza interruzioni.


Il primo numero uscì in edicola il 27 dicembre 1908 come supplemento del Corriere della Sera, al prezzo di 10 centesimi.

Il fondatore e primo direttore responsabile fu il giornalista e scrittore Silvio Spaventa Filippi, che ne rimase il direttore fino alla sua morte nel 1931, ma l'idea della pubblicazione fu dell'educatrice Paola Lombroso Carrara, figlia del celebre Cesare Lombroso


Nell'editoriale di quel primo numero, titolato "Come fu e come non fu...", il direttore tracciò le linee guida del piano editoriale del giornale ed esortò il giovane lettore a leggere la rivista sotto la luce più chiara, imitando il genitore che legge con aria di importanza il Corriere della Sera. Il pubblico cui il giornale si rivolgeva era dichiaratamente quello dei figli della nascente borghesia, fedele lettrice del "Corriere", ma non soltanto, tanto che di quel primo numero furono tirate ben 80.000 copie.

Il "Corrierino", come venne soprannominato, riuscì addirittura in alcuni numeri degli anni '60 a superare le 700.000 copie di tiratura, complice, secondo il direttore di allora, Zucconi

Il "Corriere dei Piccoli" divenne subito una lettura di riferimento per diverse generazioni di bambini e ragazzi italiani. Quando nacque, le storie per bambini erano d'impronta nazionale, si richiamavano cioè alla pedagogia del Risorgimento.

Il giornale si distinse dalla corrente principale pubblicando la versione italiana di numerosi fumetti americani, che raccontavano storie spontanee e divertenti:

Bibì e Bibò (The Katzenjammer Kids, creati nel 1897)
Fortunello (Happy Hooligan, nato nel 1899)
Arcibaldo e Petronilla (Jiggs & Maggy)

Le tavole delle storie non avevano le nuvolette ma erano sottotitolate da filastrocche in rima baciata

Ancora più famose le rime baciate del "Signor Bonaventura" di Sergio Tofano, apparso il 28 ottobre 1917, che iniziava ogni avventura con la fatidica frase: "Qui comincia l'avventura del Signor Bonaventura...", e terminava invariabilmente ricevendo in premio un assegno da un milione.

Lettura sicura e affidabile per i genitori, che tornavano a casa dall'edicola con il Corrierino insieme con il Corriere "dei grandi", il giornale continuò con gli stessi contenuti e la stessa grafica almeno fino alla direzione di Giovanni Mosca, che diminuì le storie a fumetti a favore dei racconti e delle letture. Con la direzione di Guglielmo Zucconi, dal 1961, si puntò di più a pubblicare fumetti adatti ad un pubblico di ragazzi, tanto da introdurre un inserto, il Corriere dei Piccolissimi dedicato ai fratellini minori.

Fumetti a parte, notevoli furono anche i racconti a puntate e in epoca successiva le storie di Gianni Rodari.

Uno dei punti di forza del settimanale fu poi il Corrierino Scuola, inserto che per molti anni, durante il periodo scolastico, pubblicò schede (da utilizzare per le ricerche), atlanti geografici e storici, scenari naturalistici da completare e altri utili sussidi. Un altro punto di forza furono i soldatini o i calciatori, le bamboline di carta coi vestiti e gli accessori e tutta una serie di giochi e di ambientazioni in carta tutti da incollare su cartoncino e ritagliare.

Tra le rubriche meritano una citazione: "La palestra dei lettori", "Corrierino-club" e "Corrierino Sport"

Il Corrierino uscì ininterrottamente per quasi 90 anni, tranne un periodo di circa un anno, alla fine della Seconda guerra mondiale, quando quasi tutte le testate giornalistiche furono costrette a cambiare nome e il Corriere dei Piccoli divenne Giornale dei Piccoli, con direttore responsabile Arnaldo Sartori. Altri direttori famosi del Corrierino furono: Giovanni Mosca (1960-1961),Guglielmo Zucconi (1961-1963) e Carlo Triberti (1964-1972).


Il 27 dicembre 2008 il Corriere dei Piccoli ha compiuto 100 anni e le Poste Italiane hanno fatto uscire l'8 novembre 2008 un francobollo celebrativo da Euro 0,60

Cartoomics 2008 che si è svolto a Fiera Milano dal 28 al 30 marzo 2008, ha allestito una mostra dedicata espressamente al Corrierino e ai 100 anni del fumetto in Italia.










Il giornalino di Gian Burrasca è un romanzo ambientato in Toscana scritto da Vamba (pseudonimo di Luigi Bertelli) nel 1907 e pubblicato prima a puntate sul Giornalino della Domenica tra il 1907 e il 1908, e poi in volume nel 1911.

Il libro è scritto in forma di diario: il diario di Giannino Stoppani, detto Gian Burrasca. Questo soprannome, che la famiglia gli dà a causa del suo comportamento molto irrequieto, è divenuto proverbiale per indicare un ragazzino indisciplinato

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