Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





lunedì 18 aprile 2011


MECEDES SOSA


Mercedes Sosa (San Miguel de Tucumán, 9 luglio 1935 – Buenos Aires, 4 ottobre 2009) è stata una popolare cantante argentina, simbolo della sua terra e della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura; si definiva una cantora popular. È conosciuta anche con il soprannome di La Negra

Nata da una famiglia povera, si appassiona fin dall'adolescenza delle danze popolari; nell’ottobre 1950 partecipa, vincendo, a una manifestazione canora radiofonica a Tucumán.

Nel 1960 fa parte del Movimiento del Nuevo Cancionero, una corrente sorta nella provincia di Mendoza, che intende rinnovare la canzone popolare, rappresentando la vita quotidiana argentina. Ne fanno parte anche Armando Tejada Gómez, Manuel Oscar Matus e Tito Francia.

Insieme col marito Manuel Oscar Matus tiene concerti all’Università e pubblica il primo disco, Canciones con fundamento.

Il maggior riconoscimento viene ottenuto nel 1965 al Festival Nacional de Folklore di Cosquín, lanciata dal Jorge Cafrune; nello stesso anno incide il disco collettivo Romance de la muerte de Juan Lavalle, con Ernesto Sábato e Eduardo Falú, cantando Palomita del valle.

Nel marzo 1966 incide Yo no canto por cantar, un LP comprendente Canción del derrumbe indio, Canción para mi América, Chayita del vidalero, Los inundados, Zamba para no morir, Tonada de Manuel Rodríguez e Zamba al zafrero. Il successo la porta a incidere l’ottobre successivo Hermano e alla fine del 1967 esce Para cantarle a mi gente.

In quell’anno si esibisce in una lunga tournée che la porta a Miami, a Lisbona, a Porto, a Roma, a Varsavia, a Leningrado, a Baku e a Tiflis. In quell’occasione conosce il musicista Ariel Ramírez che le propone l'incisione di Mujeres Argentinas, conclusa solo nel 1969, dopo l’apparizione di Zamba para no morir, una compilazione di temi di successi precedenti e di Con sabor a Mercedes Sosa, che comprende la canzone di successo Al jardín de la República.

Nel 1970 partecipa al film El Santo de la Espada, di Leopoldo Torre Nilsson, sulla vita del generale e patriota argentino Josè de San Martìn; escono anche gli album Navidad con Mercedes sosa e El grido de la tierra, che contiene il celebre inno Cancion con todos, una canzone di speranza per tutto il Sudamerica. Nel 1971 edita La voz de Mercedes Sosa e Homenaje a Violeta Parra, in cui canta numerose canzoni della famosa cantante cilena, fra cui la celeberrima Gracias a la vida. Partecipa a un altro film di Leopoldo Torre Nilsson, La tierra en armas, in cui interpreta l’eroina peruviana Juana Azurduy.

Nel 1972, nonostante gli attacchi dei militari, esce Hasta la victoria, un album con canzoni di chiaro contenuto sociale e politico e Cantata Sudamericana, con musica di Ariel Ramírez e versi di Félix Luna.

Dopo Traigo un pueblo en mi voz, del 1973 e A que florezca mi pueblo, del 1975, nel 1976 esce Mercedes Sosa con i contributi dei poeti Víctor Jara, Pablo Neruda, Alicia Maguiña e Ignacio Villa. Nel 1977 rende omaggio a uno dei maggiori cantanti popolari argentini con Mercedes Sosa interpreta a Atahualpa Yupanqui.

L'esilio e il ritorno della democraziaCon l’instaurazione della dittatura militare la sua musica di denuncia inizia ad essere invisa ai militari, dapprima è vittima della censura, poi, viene imprigionata durante un concerto a La Plata e infine nel 1979 è costretta all'esilio a Parigi e l’anno dopo a Madrid. Durante l'esilio dedica molti brani alla sua patria e alla speranza di cambiamento e di pace e democrazia per gli argentini, come il brano Todo cambia e Solo le pido a Dios. Torna in Argentina il 18 febbraio 1982, alla vigilia della caduta del regime e si esibisce tredici volte al Teatro dell'Opera di Buenos Aires, accompagnata dai musicisti rock Leòn Gieco e Charly Garcìa; dai concerti viene tratto l’LP Mercedes Sosa en Argentina. Tutti i suoi concerti in quell'occasione iniziano con il brano Todavia cantamos, un inno alla resistenza e alla speranza. Il ritorno alla democrazia coincide con il successo discografico del live Mercedes Sosa en Argentina dallo Stadio Ferro Carril Oeste. Lo spettacolo diventerà poi parte del documentario a lei dedicato, Como un Pàjaro libre,­ che darà il nome ad un omonimo album. Mercedes Sosa diventa il simbolo della resistenza e della speranza; nel 1984 realizza lo storico spettacolo Corazòn americano, con Milton Nascimento e Leòn Gieco, che ha luogo allo stadio Velez Sarfield di Buenos Aires; l'esecuzione, con gli altri due artisti, del brano Solo le pido a Dios diventa l'inno delle nuove generazioni alla libertà riconquistata. Il concerto è inserito all'interno del film su Mercedes, Sera posible el sur?, realizzato dal regista tedesco Stefan Paul, un viaggio con Mercedes Sosa attraverso la nazione argentina, dal nord al sud, la sua gente e la sua storia[2].

Icona della libertà e simbolo del Sudamerica Nel 1988 realizza il tour Three Voices (recentemente rilasciato sull'omonimo DVD), assieme alla folksinger e attivista per i diritti civili Joan Baez e al cantautore tedesco Konstantin Wecker. In quel tour spicca l'indimenticabile interpretazione di Gracias a la vida, il brano di Violeta Parra che Mercedes e la Baez avevano già inciso separatamente e che ora interpretano, con un nuovo arrangiamento, in duetto.[3] Nel 1988 lancia Amigos mìos, una compilation nella quale compaiono brani di Milton Nascimento, Pablo Milanès, Teresa Parodi, Charly Garcìa, Fito Pàez e Raimundo Fagner Nel 1989 riceve la medaglia dell’Ordine del Cavaliere delle Arti e della Letteratura, consegnatole dal Ministro della Cultura Francese. Nel 1992, le viene conferita la carica di cittadino onorario della città di Buenos Aires, nel Salone d’Oro del Conciglio e negli Stati Uniti dove viene nominata ospite onorario del Texas e Houston, dal Sindaco e dal Governatore di Stato. Nel 1993 partecipa alla colonna sonora del film Convivencia, duettando con Pablo Milanès e Roberto Goyeneche, uno dei più grandi cantanti di tango. A novembre, sulla scia di un successo inarrestabile, esce la compilation Mercedes Sosa, 30 anos, un disco che raggiunge i vertici nelle classifiche delle vendite; l’anno successivo Gestos de amor è Disco di Platino; gli album seguenti hanno parimenti un enorme successo., Nel marzo 1997, Mercedes Sosa rappresenta l’America Latina e le isole caraibiche, in veste di Vice Presidente della Commissione per la stesura della Carta della Terra: il convegno stila un documento per la Tutela dell’Ambiente equivalente alla Carta dei Diritti Umani. Nello stesso anno, dopo l'uscita dell'album Alta fidelidad-Mercedes Sosa canta a Charly Garcìa, il suo stato di salute peggiora: più volte in pericolo di vita, si ristabilisce solo dopo mesi di sofferenza, al termine dei quali realizza un nuovo album, non a caso intitolato Al Despertar che riceverà poi il Premio Gardel come Disco dell’Anno. Riprende a cantare incidendo nuovi album (l'ultimo nel 2005).[4] Nel 2008 il documentario Sera posible el sur viene rilasciato su DVD con l'aggiunta di un'intervista a Mercedes in occasione del suo concerto a Stoccarda lo stesso anno, e parte del concerto. Il tour europeo, iniziato nel 2008, doveva proseguire nel 2009, ma il management europeo ha comunicato l'annullamento del tour internazionale di Mercedes Sosa, dovuto a motivi di salute [5]

L'ultimo album Nel 2009 esce l'album doppio Cantora - Un viaje intimo, un album-tributo di duetti in cui Mercedes è affiancata dai principali artisti del Sudamerica, fra cui Shakira, Lila Downs, Gustavo Cerati, Marcela Morelo, Jorge Drexler, Gustavo Santaolalla, Julieta Venegas, Caetano Veloso e molti altri. L'album è in corsa per i Latin Grammy Awards, i prestigiosi riconoscimenti della musica latinoamericana, che saranno consegnati il 5 novembre 2009 a Las Vegas. Mercedes Sosa ha conquistato diversi Latin Grammy sin dalla prima edizione, nel 2000, e poi nel 2003 e nel 2006. Quest'anno "Cantora 1" è candidato nelle categorie miglior album dell'anno e miglior album folk.

La morteIl 4 ottobre 2009 sul sito internet della cantora viene pubblicato un messaggio della sua famiglia che ne annuncia la morte a 74 anni. A settembre era stata ricoverata in un ospedale di Buenos Aires per una disfunzione renale. La camera ardente viene allestita nel "Salone dei passi perduti" del Congresso argentino.

Il governo argentino in occasione della scomparsa della cantora ha adottato il decreto 1402/2009 nel quale sottolinea che la carriera di Mercedes Sosa fu sempre di grande impegno sociale; il decreto ne esalta lo spirito di solidarietà, l'onestà intellettuale, l'impegno artistico e sociale, la ferrea difesa dei diritti umani e delle giuste cause che negli anni '70 le causò la persecuzione della dittatura, la prigione e l'esilio fino al suo ritorno nel 1982. Lo stesso decreto dichiara lutto nazionale in tutto il territorio della Repubblica Argentina per il periodo di tre giorni a partire dal 4 ottobre. Migliaia di persone hanno reso omaggio a Mercedes Sosa nella camera ardente e fra queste la presidente della repubblica Cristina Fernández de Kirchner, il marito, l'ex presidente Néstor Kirchner, il capo di gabinetto, il presidente della camera, il segretario generale della presidenza, 5 ministri e molti artisti quali Teresa Parodi, Luis Salinas, Marián Farías Gómez, Víctor Heredia, il calciatore Diego Armando Maradona e molti altri.

Tutto il Sudamerica ha manifestato il suo dolore. Il Perù ha proclamato il lutto nazionale, la presidentessa del Cile, Michelle Bachelet, le ha dedicato un ricordo e un lungo applauso, il presidente del Brasile, Lula da Silva, ha inviato un suo rappresentante ufficiale ai funerali, il presidente venezuelano Hugo Chavez ha pubblicato su un periodico argentino la lettera ufficiale di condoglianze inviata alla presidentessa argentina.

Lunedì 5 ottobre la salma è stata trasferita al cimitero di Chacarita per una cerimonia privata e la cremazione.

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