Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





venerdì 17 dicembre 2010



Perchè il venerdì 17 è ritenuto un giorno nefasto?

In realtà, l’aura nera che circonda tale data è dovuta ad interpretazioni popolari, a credenze diffuse nella società da secoli e che sono giunte sino a noi, per lo più come note di “colore”, di cui ci ricordiamo, buttandola più o meno sullo scherzo.

Un’antica tradizione popolare racconta, ad esempio, che il Diluvio Universale iniziò proprio nel giorno 17; tale numero se scritto in cifre latine, contiene al suo interno un anagramma “VIXI”, presente nelle epigrafi funerarie romane, per indicare chi non c’era più.

Ancora il venerdì, è giorno considerato infausto sia dalla tradizione cristiana, perchè ricorda la morte di Gesù e, di conseguenza, è giorno di penitenza, sia da quella musulmana, che fa coincidere tale giorno con quello in cui Adamo ed Evo mangiarono il frutto proibito.

Stranezze della nostra cultura, perchè dando uno sguardo alle popolazioni anglosassoni e nordiche, il venerdì viene considerato un giorno dagli ottimi auspici, legato alla dea Venere; nelle antiche civiltà pagane era un giorno da dedicare agli amici, poichè terminato il lavoro si aveva del tempo libero da dedicare alle persone care; era il giorno in cui si celebravano banchetti e festeggiamenti, ci si dedicava al riposo ed alle celebrazioni di riti propiziatori di prosperità e benessere.

semplicemente perchè è una credenza popolare.
17 o XVII. Che anagrammato diventa VIXI. Che in latino è un verbo al tempo perfetto. Che tradotto in italiano vuol dire vissi (e magari ora non più). Già per questo ci sarebbe da ricorrere alla scaramanzia. Si pensi poi che il 17 se la litiga con il 13 sulla vera data di un evento storico: perché accadde un venerdì dell’Anno Domini 1307, mese di ottobre, che Filippo il Bello diede ordine di sterminare i Templari (sicuramente in quell’occasione qualche maledizione fu lanciata). A dire il vero, però, le due cifre se la litigano per mania di protagonismo e folklore popolare: la drastica fine dell’ordine ispirato da Bernardo di Chiaravalle avvenne il 13 ottobre.

Ma ci sarebbero altre ragioni per far ritenere il 17 un numero sfortunato: il diluvio universale, secondo l’Antico Testamento, iniziò il 17° giorno del secondo mese (ma si concluse lo stesso giorno del settimo mese). I pitagorici lo aborrivano perché, misero, se ne stava tra il 16 e il 18, perfetti nella loro rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6. Luigi XVII, misero pure lui, inciampò nella Rivoluzione Francese e nel 1795, malaticcio e cagionevole, morì carcerato nella prigione del Tempio (che peraltro fu in precedenza luogo sacro dei Templari).




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