Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





mercoledì 8 dicembre 2010



« L'AIDS non porta necessariamente alla morte, specialmente se si eliminano i co-fattori che supportano la malattia. È molto importante farlo presente a chi è malato. Penso che dovremmo dare a questi co-fattori lo stesso peso che diamo all'HIV. I fattori psicologici sono di vitale importanza per sostenere il sistema immunitario. E se si elimina questo sostegno, dicendo a chi è malato che è condannato a morire, basteranno queste parole a condannarlo. »
(Luc Montagnier)

Luc Montagnier
Nobel per la medicina 2008

Luc Montagnier (Chabris, 18 agosto 1932) è un medico, biologo e virologo francese.

Professore presso l'Istituto Pasteur di Parigi, presidente della fondazione mondiale per la ricerca e prevenzione dell'AIDS, ha scoperto nel 1983 il virus dell'HIV e ha vinto il Premio Nobel per la medicina 2008.


Si laurea nel 1955 in Scienze Naturali ma dopo la morte del padre di tumore decide di iscriversi in Medicina dove si specializza in Oncologia. Dopo aver completato il dottorato di ricerca in medicina all'Università di Poitiers, nel 1967 cominciò le prime ricerche nell'ambito della virologia, dedicandosi in particolar modo allo studio dei meccanismi di replicazione dei virus a RNA e successivamente dei virus a RNA oncogeni (capaci di indurre tumore), analizzando in particolar modo i cambiamenti biochimici che avvengono all’interno delle cellule da essi infettate. Nel 1972 fu quindi nominato capo dell'Unità Oncologica Virale dell'Istituto Pasteur e, nel 1974, direttore del CNRS (Centro nazionale di ricerca scientifica).

Nel 1982 il dottor Willy Rozenbaum, medico dell'Hôpital Bichat di Parigi, gli chiese di mettere la propria competenza al servizio di una ricerca sulla possibile causa retrovirale di una nuova, misteriosa sindrome: l'AIDS.

Attraverso una biopsia al linfonodo di uno dei pazienti di Rozenbaum nel 1983 il gruppo di ricercatori guidato da Montagnier fu in grado di scoprire il virus, a cui fu dato il nome di LAV (lymphadenopathy-associated virus, ovvero virus associato a linfoadenopatia).

L'anno successivo un gruppo di studiosi americani guidato dal dottor Robert Gallo, capolaboratorio all'Istituto Nazionale del Cancro (NCI), confermò la scoperta del virus, ma ne modificò il nome in virus T-linfotropico umano di tipo III (HTLV-III).

Di lì a poco nacque un'accesa disputa internazionale tra Montagnier e Gallo su chi dei due potesse fregiarsi della paternità della scoperta, disputa che finì a favore dello studioso francese.

Nel 1986 Montagnier è riuscito a isolare un secondo ceppo del virus HIV, chiamato HIV2 e maggiormente diffuso in Africa, ed è stato insignito del premio Albert Lasker per la ricerca medica.

Attualmente Montagnier è attivo nei progetti di prevenzione dell’AIDS, e nella ricerca di un vaccino efficace contro questa patologia, collaborando con diversi virologi, tra cui l'italiano Vittorio Colizzi. Gli ultimi studi di Montagnier evidenziano quanto un buon sistema immunitario(tipico della maggioranza delle popolazioni occidentali)sia fondamentale per evitare di contrarre virus, HIV incluso, e di quanto sia invece fragile il sistema immunitario delle popolazioni con problemi nutritivi, esposte per questo ad una maggior possibilità di contagio.

Dopo la sua intervista a LE IENE (Italia 1), dove affermava che anche un bacio profondo poteva essere causa di trasmissione dell'HIV, o anche uno starnuto, molte associazioni si sono lamentate del servizio trasmesso in TV, e Alessandra Cerioli, Presidente della Lega italiana per la lotta contro l'AIDS la settimana successiva è stata intervista in risposta al precedente video







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