Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





domenica 26 dicembre 2010



LA LEGGENDA DI SANTO STEFANO

Tra i pastori che erano accorsi ad adorare Gesù Bambino c'erano anche delle donne. Esse avevano portato con sè i loro bambini perché Gesù li benedicesse.

Tecla, una giovane sposa, non aveva figli, ma desiderava tanto averne uno, così, per non sentirsi mortificata davanti alle altre che stringevano al petto i loro bimbi, avvolse una pietra in fasce, con tanto di copricapo, proprio come se fosse stato un bebè, e si recò presso la grotta.

Quando vide Gesù, così bello e sorridente, fu presa dalla commozione e si mise a piangere, là in ginocchio, davanti alla capanna. Quando si alzò per ritornare a casa, Maria che aveva letto nel suo cuore e che aveva capito il suo innocente inganno le domandò:"Tecla, che cosa porti in braccio?"

Al che la donna rispose: “Allatto un maschietto“. Maria, a quel punto, dolcemente la esortò: “Allora scopriti il seno e allatta tuo figlio, perchè il tuo desiderio è stato esaudito, e la pietra è diventata un bimbo”. Tecla aprì lo scialle che avvolgeva la pietra e rimase meravigliata per il miracolo che era stato compiuto per lei; tra le braccia aveva il suo primo figlio.

Ma Maria proseguì con un avvertimento: “Ricordati, che questo bambino è nato da una pietra, e a colpi di pietra troverà la morte”. La profezia, naturalmente, si avverò. Questo bambino fu chiamato Stefano, divenne discepolo di Gesù e fu anche il primo cristiano a subire il martirio, proprio attraverso la lapidazione. Per questo il giorno dopo Natale noi festeggiamo questo santo, nato da una pietra, primo martire di Cristo.

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