Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





mercoledì 22 dicembre 2010



« [...] Ho «rubato» qualcosa a ciascuno dei tecnici che ho avuto. Da Parola la capacità di responsabilizzare i giovani, da Trapattoni la capacità di tenere unito lo spogliatoio, da Marchesi la serenità. E da Bearzot quella straordinaria umanità che è la base di ogni successo. »
(Gaetano Scirea, 1953-1989, ex calciatore della Juventus e campione mondiale in 1982 con la nazionale italiana. Dall'ultima intervista concessa alla Gazzetta dello Sport, 15 maggio 1989.)

Enzo Bearzot (Aiello del Friuli, 26 settembre 1927 – Milano, 21 dicembre 2010) è stato un allenatore di calcio e calciatore italiano, di ruolo difensore. Ha guidato la Nazionale italiana Campione del mondo al Campionato mondiale di calcio 1982, vinto dagli Azzurri.

Era soprannominato Vecio (vecchio).

È morto il 21 dicembre 2010 a Milano all'età di 83 anni, 42 anni esatti dopo un altro C.T. storico della Nazionale italiana: Vittorio Pozzo.

Giocatore
Dopo aver iniziato a giocare come mediano-difensore nella squadra di Aiello del Friuli, suo paese natale, nel 1946 si trasferì alla Pro Gorizia, in Serie B, per poi passare in serie A nell'Inter, tre anni in Serie B nel Catania e di nuovo in massima serie nel Torino. In totale ha disputato 251 partite nella massima serie.

Da calciatore ottenne anche una presenza in Nazionale.
Allenatore
Al termine della sua carriera, nel 1964, iniziò l'apprendistato tecnico sulla panchina del Torino prima come preparatore dei portieri e poi da assistente di Nereo Rocco, poi di Edmondo Fabbri e, successivamente, nella stagione 1968-1969, divenne allenatore del Prato, in Serie C, in sostituzione di Dino Ballacci da gennaio in poi.

In seguito entrò nei quadri federali, inizialmente come allenatore delle giovanili (Under-23 all'epoca) ma presto venne promosso ad assistente di Ferruccio Valcareggi nella Nazionale maggiore e quindi a vice del suo successore, Fulvio Bernardini.

Nel 1975, dopo i Mondiali di Germania Ovest del 1974, fu nominato, grazie anche all'intervento di Gigi Peronace, commissario tecnico (condivise la panchina con Fulvio Bernardini fino al 1977), fallendo le qualificazioni al Campionato europeo di calcio 1976. I primi frutti del suo lavoro iniziarono a vedersi ai Mondiali del 1978, terminati al quarto posto esprimendo il miglior gioco della manifestazione (alcuni la definirono una bella incompiuta), e nell'Europeo casalingo del 1980, nel quale raggiunse la medesima posizione.


L'edizione 1982-83 dell'album Calciatori Panini rese omaggio alla vittoria Mondiale della Nazionale guidata da Bearzot
Bearzot gioca a scopone scientifico sull'aereo presidenziale di ritorno dalla Spagna, in coppia con Franco Causio e contro Dino Zoff e Sandro Pertini
Al Mondiale di Spagna nel 1982, nonostante una pesante critica da parte dei giornalisti (che lo portò a introdurre la novità del silenzio stampa),causata anche dai modesti risultati nella prima fase e da alcune scelte controverse,riuscì a portare la Nazionale sul tetto del mondo, grazie anche a una preparazione morale, basata sulla forza del gruppo, oltre che tecnica.

Dopo il Mondiale vinto, non riuscì a qualificarsi all'Europeo, dimettendosi infine dopo il Campionato mondiale di calcio 1986, nonostante avesse un contratto fino al 1990.

L'11 luglio 1993 festeggiò nel migliore dei modi l'undicesimo anniversario del titolo mondiale: quel giorno era alla guida della Nazionale italiana master (una rappresentativa di vecchie glorie fra cui molti campioni del 1982) che vinse il titolo mondiale di categoria a Trieste contro l'Austria, dopo aver sfidato anche il Brasile nella quinta edizione del campionato mondiale di calcio over 35.

Detiene il record di panchine azzurre: 104, davanti alle 97 di Vittorio Pozzo.
La nazionale di Bearzot è l'unica spedizione italiana priva di oriundi ad aver conquistato un mondiale.

Dal 2002 al 2005 è stato presidente del Settore Tecnico della Federazione Italiana Giuoco

Nel luglio 2003 un gruppo di deputati della Casa delle Libertà ha proposto la nomina di Enzo Bearzot a senatore a vita in quanto "Ha sempre difeso l'etica dello sport", secondo quanto scritto nella richiesta a Carlo Azeglio Ciampi.

È citato nella canzone Nuntereggae più di Rino Gaetano







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