Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





sabato 18 settembre 2010





« Il blues è facile da suonare, ma difficile da sentirsi dentro »

James Marshall "Jimi" Hendrix (Seattle, 27 novembre 1942 – Londra, 18 settembre 1970)

E' stato un chitarrista e cantante statunitense. È considerato uno dei più grandi chitarristi della storia della musica, oltre che uno dei maggiori innovatori nell'ambito della chitarra elettrica: durante la sua parabola artistica, tanto breve quanto intensa, si è reso precursore di molte strutture e del sound di quelle che sarebbero state le future evoluzioni del rock (come ad esempio l'heavy metal) attraverso un'inedita fusione di blues, rhythm and blues/soul, hard rock, psichedelia e funky.

Secondo la classifica stilata nel 2003 dal Rolling Stone Magazine è il più grande chitarrista di tutti i tempi.
La sua esibizione in chiusura del festival di Woodstock del 1969 è divenuta un vero e proprio simbolo: l'immagine del chitarrista che, con dissacrante visionarietà artistica, suona l'inno nazionale americano in modo provocatoriamente distorto è entrata di prepotenza nell'immaginario collettivo musicale come uno dei punti di svolta nella storia del rock.

Hendrix è stato introdotto nella Rock and Roll Hall of Fame nel 1992.

Nacque come Johnny Allen Hendrix al King County Hospital di Seattle, nello Stato di Washington, USA, da madre di origini cheyenne e padre afroamericano. Fu in seguito ribattezzato James Marshall dal padre. Il piccolo Jimi passò l'infanzia in un quartiere disagiato ed ebbe l'infanzia funestata dal divorzio dei suoi genitori, avvenuto quando aveva appena 9 anni: a seguito di ciò fu affidato alla nonna paterna, Nora Rose Moore, in quel momento l'unica persona in grado di garantirgli un minimo di stabilità. Nel 1958 sua madre morì: fu proprio in quel periodo che Jimi ebbe la sua prima chitarra. Curioso è il fatto che la prima chitarra del giovane Hendrix fu una chitarra per destri, mentre lui fosse mancino. Tuttavia imparò notevolmente in fretta a suonare la chitarra per destri girata al contrario, cosa che si porterà dietro per tutta la sua carriera artistica.

La scoperta dello strumento fu per lui come un'illuminazione.

Poco interessato alla scuola, che lascerà prima del diploma, Jimi iniziò a dedicarsi alacremente alla musica: i suoi punti di riferimento furono chitarristi della scena blues di Chicago come Elmore James, Muddy Waters, Buddy Guy ed Albert King, nonché leggende del più risalente delta blues, come Robert Johnson e Leadbelly, e del rock and roll, come Chuck Berry.
All'inizio degli anni sessanta, a causa di alcuni problemi con la legge, si trovò a dover scegliere tra un periodo di reclusione e l'arruolamento: scelta la seconda opzione, Jimi venne arruolato il 31 maggio 1961 nella 101st Airborne Division e inviato di stanza a Fort Campbell, nel Kentucky, dopo un breve addestramento. Ad ogni modo, la sua avventura nei ranghi militari durò molto poco: frustrato dalla rigidità dell'ambiente e intenzionato a dedicarsi alla musica, Jimi decise di porre fine al suo periodo sotto le armi facendosi visitare più volte dallo psicologo dell'esercito dichiarando di essere omosessuale.[8] Stando ad alcune interviste rilasciate da Hendrix a proposito, invece, pare che al fine di ottenere la dispensa abbia addotto problemi alla schiena conseguenti a un lancio col paracadute.


Il 1966 fu l'anno della svolta per Hendrix. Durante una serata al Cheetah Club, sulla West 21st Street, il chitarrista fece la conoscenza della ragazza di Keith Richards, Linda Keith: i due strinsero subito amicizia e Linda si prodigò per fargli conoscere Andrew Loog Oldham, manager dei Rolling Stones, ed il produttore Seymour Stein. Nessuno dei due ricavò alcuna impressione positiva dall'incontro e - con grande delusione di Hendrix - ogni prospettiva di inserimento sfumò. Senza perdersi d'animo la ragazza insistette per presentarlo a Chas Chandler, all'epoca ancora bassista degli Animals. L'incontro, stavolta, fu fruttuoso. In quel periodo Chandler si trovava prossimo a concludere il suo sodalizio con gli Animals ed era in cerca di spunti per ridefinire la propria posizione come produttore e manager: dopo un breve confronto, Chandler realizzò che Hendrix aveva floride prospettive davanti a sé e si convinse del fatto che una versione di un blues di Billy Roberts, Hey Joe, proposta secondo il piglio aggressivo che il chitarrista gli aveva illustrato, poteva diventare un ottimo singolo di lancio.


Nel 1967 Hendrix si adoperò di buon grado per elaborare una sua versione di Hey Joe; risultato entusiasmò Chandler al punto da indurlo a trascinare il chitarrista a Londra per metterlo sotto contratto con il supporto del manager uscente degli Animals, Michael Jeffery. Il passo successivo doveva essere quello di affiancargli dei musicisti adeguati al nuovo sound che aveva in mente: dopo alcune audizioni si decise di strutturare la formazione sul modello del power-trio (all'epoca molto in auge, visto anche il successo dei neonati Cream) e gli strumentisti scelti allo scopo, entrambi inglesi, furono il chitarrista Noel Redding, delegato al basso, e l'estroso batterista Mitch Mitchell.

Era nata la Jimi Hendrix Experience

Il festival di Woodstock del 1969 fu sicuramente uno degli eventi più rappresentativi per l'intero immaginario collettivo correlato alla musica degli anni sessanta ed al movimento flower power. In tale contesto, la performance di Jimi Hendrix divenne un vero e proprio simbolo del festival stesso oltre che del pensiero pacifista di quegli anni. L'esibizione del chitarrista era stata programmata in chiusura della rassegna, la sera del 18 agosto 1969, terzo ed ultimo di quei three days of peace, love and music: a causa però dei problemi tecnici e logistici che si verificarono, non ultimo il violento acquazzone che si abbatté sulla zona a metà del secondo giorno, la sua performance dovette essere procrastinata all'alba del giorno successivo. L'enorme folla dei tre giorni precedenti (oltre 500.000 spettatori paganti) si era considerevolmente ridotta ed Hendrix chiuse il festival davanti ad un pubblico di dimensioni certo notevoli, ma decisamente inferiori alle aspettative: circa 200.000 spettatori, in larga parte esausti e storditi dopo tre giorni di kermesse ininterrotta.


Nel 1967Il chitarrista si presentò sul palco con una formazione espansa, introdotta dallo speaker come Jimi Hendrix Experience, ma prontamente ripresentata dallo stesso Hendrix come Gipsy Sun And Rainbows: ne seguì un'esibizione di due ore - tra le più lunghe in assoluto della sua carriera - buona ma non eccellente, anche a causa dell'ancora scarsa armonia con il resto della band, dell'insufficiente soundcheck e di alcuni problemi tecnici connessi all'impianto microfonico

Quello che più rilevò, ad ogni modo, in quella storica esibizione, fu la celeberrima trasfigurazione chitarristica operata sul tema di The Star-Spangled Banner, inno degli Stati Uniti d'America: Hendrix si accanì sul tema dell'inno in maniera selvaggia, intervallandolo con feroci simulazioni sonore dei bombardamenti e dei mitragliamenti sui villaggi del Vietnam, sirene di contraerea ed altri rumori di battaglia, il tutto avvalendosi della sua sola chitarra.


Il 30 agosto 1970 Hendrix si esibì in un'arrancante performance allo storico Festival dell'Isola di Wight: i nastri dell'esibizione sarebbero stati pubblicati ufficialmente soltanto trent'anni dopo.[32]

Subito dopo vennero programmate diverse date lungo l'Europa per poter giustificare le consistenti spese sostenute dal chitarrista per mettere in sesto il suo avveniristico studio di registrazione e per le programmate registrazioni del suo nuovo album, provvisoriamente intitolato First Rays Of New Rising Sun. Il bisogno economico alla base del tour non depose bene per l'atmosfera generale: a peggiorare le cose si aggiunse il crescente stato di alterazione di Hendrix, spesso pregiudizievole per la qualità delle sue esibizioni live, e la crescente conflittualità col pubblico, raramente appagato dalle oniriche proiezioni musicali che il chitarrista operava durante le sue esibizioni.

Il 6 settembre 1970 al Festival di Fehmarn in Germania, nella sua ultima esibizione dal vivo, Hendrix venne accolto da una selva di fischi e contestazioni da parte del pubblico[33]: deluso e confuso, si ritirò in riflessione a Londra dove venne raggiunto da molti dei suoi amici - tra cui Chas Chandler ed Eric Burdon - che tentarono per l'ennesima volta di dissuaderlo dal suo sodalizio col manager Michael Jeffery.

La mattina del 18 settembre 1970, Hendrix venne trovato morto nell'appartamento che aveva affittato al Samarkand Hotel, al 22 di Lansdowne Crescent.


Il Samarkand Hotel, dove Hendrix passò la sua ultima notte. I locali dell'albergo risultano attualmente adibiti ad appartamenti privati.Fino ad oggi, non vi è una versione certa della morte del chitarrista. La versione più diffusa, messa in circolo dalla sua ragazza tedesca Monika Dannemann, presente nella stanza al momento del fatto, racconta di come Hendrix sia soffocato nel suo vomito dopo un improvvido cocktail di alcool e tranquillanti;a parte la causa della morte, le versioni fornite dalla ragazza risultano difformi da intervista ad intervista: non è chiaro se il chitarrista sia morto nottetempo, come asserito dalla polizia, o se fosse ancora vivo all'arrivo dell'ambulanza e sia soffocato durante il trasporto in ospedale a causa del sopraggiungere di vomito in assenza di un supporto sotto la sua testa[35].

Non appena la notizia della morte del chitarrista si diffuse, il suo appartamento divenne oggetto di saccheggio da parte di sciacalli in cerca di cimeli ed oggetti che gli erano appartenuti.

Il disco che aveva in preparazione venne pubblicato solo parzialmente nel 1971 con il titolo di Cry Of Love e raggiunse la terza posizione della classifica Billboard: le registrazioni resteranno in circolazione in tale forma provvisoria fino al 1997, quando tutte le tracce vennero ordinatamente ed interamente ripubblicate con il titolo originario di First Rays Of New Rising Sun.

Dopo la morte, le spoglie di Hendrix vennero riportate negli Stati Uniti e sepolte nel Greenwood Memorial Park di Renton, Washington, a sud di Seattle.[36]


Il complesso funerario della famiglia Hendrix al Memorial Park di Renton, Seattle.Sulla lapide venne fatta incidere, assieme al nome, la sagoma di quella che fu la sua chitarra-simbolo, la Fender Stratocaster. Le continue incursioni di ammiratori e curiosi - non esattamente caratterizzate da atteggiamenti discreti e civili - indussero Al Hendrix, suo padre, a ripensare la collocazione del feretro in un contesto separato dalle altre sepolture: fu così che venne progettata una sorta di cappella monumentale di proprietà della famiglia Hendrix, in una zona marginale del complesso funebre di Renton. La consegna della struttura venne inizialmente prevista per la fine del 1999: il progressivo deteriorarsi delle condizioni di salute di Al Hendrix, però, fu una delle ragioni connesse al ritardo nella consegna.

Al Hendrix morì nel 2002, appena due mesi prima del completamento: negli ultimi mesi dello stesso anno, il feretro di Jimi venne trasportato nel nuovo sito mortuario assieme a quelli del padre e della nonna.

CARLO VERDONE, APPASSIONATO DELLA MUSICA DI JIMY HENDRIX, NEL 1992 GIRA UN FILM IMPERNIATO SULLA MORTE DEL GRANDE ARTISTA:"MALEDETTO IL GIORNO CHE TI HO INCONTRATA"


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