Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





lunedì 27 settembre 2010





IERI SERA AL "TEATRO VERDI" DI SALERNO "CONCERTO BAROCCO" SU MUSICHE DI GEORG FRIEDRICH HANDEL, ANTONIO VIVALDI,JOHANN CHRISTIAN BACH,F.BERTONI/CHRISTOPH WILLIBALD GLUK

DIRETTORE: ARIEL ZUCKERMANN
CONTROTENORE MATTHIAS REXROTH
DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO "GIUSEPPE VERDI "DI SALERNO: M°DANIEL OREN

BENEDETTO PAMPHILI - GEORG FRIEDRICH HÄNDEL
IL TRIONFO DEL TEMPO E DEL DISINGANNO



IL PEZZO DI HANDEL "LASCIA LA SPINA,COGLI LA ROSA" E' STATO CANTATO MAGISTRALMENTE DAL CONTROTENORE MATTHIAS REXROTH



IL CONTROTENORE
Contratenore, o controtenore è un termine che designerebbe il contralto adulto di sesso maschile

Nella prima polifonia medievale, il contratenor era una voce aggiunta al tenor, derivando il suo significato dal latino contra. Intorno alla metà del Quattrocento, con la diffusione della scrittura polifonica a quattro voci, la parte del contratenor si trovava più in alto (contratenor altus), o più in basso (contratenor bassus) rispetto al tenor, ma comunque più bassa rispetto al discantus. L'odierno contralto, così come il basso, derivano l'etimologia del termine da questa antica pratica. Il tenor non era assimilabile al tenore moderno, quanto piuttosto a una voce maschile che canti su un registro centrale, normale. L'altus (o contratenor altus) sfruttava le note acute della voce maschile molto più del tenor, ricorrendo al falsetto proporzionalmente all'altezza della parte.
Dalla polifonia rinascimentale alla monodia del periodo barocco, il contratenor modificò caratteristiche e repertorio.
Varie categorie di cantanti emersero nell'affollato panorama musicale italiano tra la fine del Cinquecento e il primo Seicento; i cantanti di sesso maschile - di gran lunga più numerosi delle colleghe di sesso femminile - comprendevano nelle loro fila anche i castrati. Ognuno di questi esecutori poteva usare sia il registro di petto che quello di falsetto; inoltre non era raro il caso in cui uno stesso cantante coprisse ruoli vocali molto differenti. Il nuovo repertorio 'barocco' sfruttava sempre più le tessiture acute, rendendo il ricorso al falsetto necessario e, nel caso dei sopranisti, quasi esclusivo.
La nomenclatura delle voci era fondata su criteri diversi da quelli odierni; non esisteva nemmeno uno studio della tecnica vocale affine alle regole della moderna impostazione lirica, che invece contraddistingue gli attuali cantanti di musica colta, tra cui i contraltisti e i sopranisti, oggi convogliati ambiguamente sotto la medesima categoria 'controtenore', sia che cantino nell'estensione del contralto, che in quella del soprano. Due esempi famosi del panorama contemporaneo sono il sopranista Radu Marian, che non è un soprano 'naturale' di sesso maschile, ma un uomo che canta in falsetto usando una vocalità tipicamente sopranile, chiara, e Philippe Jaroussky, falsettista che possiede una voce più corposa e utilizza una tecnica vocale con suoni più oscurati nelle tessiture medio-basse. Il falsetto è impiegato infatti da tutti i cantanti, sia uomini che donne, che abbiano necessità di cantare su tessiture acute

Una menzione a parte riguarda i cantori evirati pontifici. I castrati usavano il registro di petto e di falsetto, come si può ascoltare nelle incisioni storiche di Alessandro Moreschi, ultimo evirato della Cappella Sistina che registrò all'inizio del Novecento sui primi supporti fonografici. Questi cantori, a causa della mutilazione a cui erano sottoposti, conservavano l'estensione acuta della voce prepuberale, senza sviluppare le note profonde del maschio adulto; cantavano perciò il soprano o il contralto (ma i termini che definivano queste due categorie erano all'epoca diversi da quelli attuali) usando normalmente il falsetto per le note acute e la voce di petto per le note medie e basse.
I contralti della Cappella Sistina erano solitamente tenori acuti, e uomini integri; «questa tesi è supportata, tra l’altro, dalle dimissioni volontarie presentate dal contralto Lorenzo Sanci. Risulta infatti dal diario della Cappella «che [il 10 dicembre 1626] il Signore Iddio lo chiamava ad altro stato essendosi risoluto di pigliar moglie». Viceversa le fonti sono prodighe di notizie su eunuchi al servizio delle cappelle musicali o presso munifiche famiglie aristocratiche, che cantavano come soprani; infine poteva darsi il caso di un cantore evirato, ad esempio Giovanni Francesco Grossi, detto ‘Siface’, che ricopriva ruoli da contralto sulle scene, pur cantando come soprano nella Cappella Sistina. Anche da particolari come questo, si capisce quanto si dovrebbe interpretare con flessibilità il termine 'soprano' o 'contralto' per questi cantori del passato.

Carlo Broschi, detto Farinelli (Andria, 24 gennaio 1705 – Bologna, 16 settembre 1782), è considerato il più famoso cantante lirico castrato della storia

FARINELLI- FILM 1994- STEFANO DIONISI

Nessun commento:

Posta un commento