Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





sabato 22 maggio 2010




Titolo Shutter Island
Trama. Shutter Island è un’isola-fortezza, sede del manicomio criminale Ashecliffe. In questo luogo fosco, blindato e popolato solo da menti insane, vengono spediti due agenti federali: Teddy Daniels e Chuck Aule, per indagare sulla scomparsa di una detenuta pluriomicida, fuggita da una cella chiusa dall’esterno. Come sia potuto succedere, data la stretta custodia, se lo chiederanno più volte i due poliziotti, senza darsi una risposta valida. Anche loro due, mentre svolgono le indagini, sono strettamente sorvegliati e obbligati ad osservare rigide regole, quelle che vengono imposte ai degenti da chi dirige il manicomio. I due agenti, prima d’ora, non hanno mai lavorato insieme, anzi si sono conosciuti sulla nave, durante il tragitto che li ha condotti sull’isola. Di essi, cioè delle loro vite e del loro vissuto non si conoscono particolari, ma ogni tanto alla mente di Teddy si affacciano piccoli flash, con i quali si riescono a costruire spezzoni della sua vita Così si apprende che la moglie Dolores, della quale è stato profondamente innamorato e lo è tuttora, è morta in seguito ad un incendio appiccato da un vicino in preda alla follia, che ha partecipato alla seconda guerra mondiale in Europa, facendo parte dell’esercito che ad Auschwitz ha scovato i lager nazisti, che ha guardato in faccia l’orrore compiuto sugli ebrei, che ha sparato sui prigionieri tedeschi in preda alla rivolta e che si è fatto aiutare dall’alcol per superare gli stati d’ansia e d’angoscia. Intanto sull’isola, battuta da una furiosa tempesta, le indagini proseguono, mentre si verificano episodi strani e minacciosi che spingono l’agente Daniels a nutrire forti sospetti sulla conduzione dell’ospedale da parte del dottor Cwley e del suo assistente, dottor Naehring. Un forte uragano impedisce agli agenti anche di allontanarsi dall’isola, sicché intorno ai due aumenta la pressione degli psichiatri inquisitori, accresce l’inquietudine dei pericolosi psicopatici e si moltiplicano le minacciose visioni dell’agente Teddy, fino a farlo stare male. Così, giorno dopo giorno, Teddy e Chuck scivolano, loro malgrado, in un’orribile spirale di terrore, in un’atmosfera raccapricciante, dove la realtà che appare non è così come può sembrare e non è nemmeno il contrario.
Commento
Il film, un thriller di altissima scuola è stato presentato fuori concorso al festival del cinema di Berlino, senza che la critica sia risultata entusiasta. La storia ha preso lo spunto dal romanzo “L’isola della paura”, scritto da Dennis Lehane,”da cui è stata tratta una sapiente sceneggiatura dall’intreccio assolutamente imprevedibile ed originale. Il film spadroneggia bene tra il thriller esasperato e l’horror psicotico. Già dalle prime scene, la paura s’insinua nello spettatore, si sviluppa in modo esponenziale e vi resta attaccata fino alla fine, quando l’agente Daniels si convince delle stranezze del posto e guarda con occhi diversi la pazzia che lo circonda. Il regista dirige, con eccezionale bravura, i personaggi che a loro volta mantengono sulla corda lo spettatore, gli infondono panico, lo prendono in giro e lo confondono fino alla fine. Una pellicola abbastanza equilibrata, sia nelle scene ad effetto che in quelle di approfondimento, se si escludono, però, le ripetute rievocazioni oniriche e le frequenti apparizioni della moglie morta che spesso interrompono il ritmo narrativo e frenano l’apprensione. Il nucleo del film si basa su due figure concettuali: il faro e l’assedio, che sono, poi, la metafora della colpa e della sua espiazione. A raccontare il delirio di quest’isola, della solitudine angosciosa in cui annega, del circoscritto manicomio criminale, subdolamente recintato dal filo spinato, del paesaggio roccioso con alte scogliere, delle guardie che si confondono con gli infermieri e viceversa, non sono solamente i due agenti federali con gli spaventosi malati di mente, ma anche la natura furiosamente in tempesta, i colori lividi di essa e la musica che devasta, senza addolcire nessuna scena . Nella visione si susseguono, in maniera precisa scene di autentico terrore, a volte anche liberatorio, con altre assolutamente raccapriccianti, come quella della miriade di grossi topi che viene fuori dalla grotta rocciosa esplorata dal protagonista, per invadere lo schermo e con esso la vista del disgustato spettatore. Una cattiveria inutile, anche se giustificata, infatti dal regista è stata usata per rappresentare il delirio “tremens” di Teddy, ormai in crisi di astinenza dal suo arrivo sull’isola.
Interpreti
Una prova magistrale, questa, di Leonardo Di Caprio, che ha abbandonato definitivamente la sua aria di sbarbato bamboccio, dagli occhi perennemente innocenti e spalancati su di una realtà non sempre compresa ed è diventato un uomo. Sì, un uomo, col suo carico di esperienze, con un’ intensità espressiva sottolineata bravamente, in tutti i passaggi del film, tanto che, più volte, la macchina da presa si è attardata sulla sua faccia e non inutilmente. Anche le lacrime e la disperazione non hanno nulla di patetico- sentimentale ma è pura disperazione di chi si accorge della diversità circostante e nulla può. Buone le caratterizzazione dell’ambiguo Ben Kingsley (l’indimenticato Gandi) e del mellifluo Max von Sydow, tutte le altre, precise, minuziose e fisicamente adatte per descrivere i personaggi coinvolti nell’orrore da Mark Rufolo, Miscelle Williams, Patricia Clarkson,a Emily Mortimer,Ted Levine, Joseph Mc Kenna e Ruby Jerins.

Regista
Martin, Marcantonio, Luciano Scorsese, all’anagrafe, è nato a New York il 17 novembre del 1942 di origini italiane, essendo i suoi nonni emigrati, all’inizio del XX secolo, da Polizzi Generosa e da Ciminna, provincia di Palermo. Fin da piccolo coltiva la passione per il cinema, complice l’asma di cui da ragazzo è stato sofferente e gli ha impedito qualsiasi attività sportiva . Non possedendo macchina da presa disegna storyboard di film immaginari. Nel 1956 studia per diventare prete ma presto cambia idea e si iscrive al corso di cinematografia della New York Universty, dove dirige i suoi primi cortometraggi. Il primo successo è del 1973, con il film”Mean Streets- Domenica in chiesa e lunedì all’inferno,” l’unico Oscar come miglior regista lo riceve nel 2007 con il film” The Departed”, mentre il 17 gennaio 2010 ha ricevuto il Golden Globe alla carriera .
Le frasi del film
--“Meglio morire da persona perbene che vivere da mostro”
********
--“Dove sono i bambini?”
--“Sono a scuola”
--“Oggi è sabato e a scuola non vanno”
--“Nella mia scuola si”
Spunti di riflessione
A volte la pazzia ci sembra realtà e viceversa la realtà, a volte, ci sembra pazzia. Così la nostra mente altalenante, a volte, può divagare……
Regia: Martin Scorsese
Cast: Leonardo Di Caprio, Mark Rufolo, Miscelle Williams, Patricia Clarkson,a Emily Mortimer,Ted Levine, Joseph Mc Kenna e Ruby Jerins.

Giudizio

Ottimo

Maria Serritiello

SHUTTER ISLAND LA MIA RECENSIONE DI QUESTA SETTIMANA
TRATTA DA (www.lapilli.eu)



Nessun commento:

Posta un commento