Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





giovedì 6 maggio 2010






La fisica dell’acqua

All’apparenza Alessandro, il protagonista del film, è un bambino come tanti della sua età. Ha otto anni, va a scuola, ha parecchi amichetti, tra cui Filippo in particolare, compie gli anni e la madre lo festeggia circondato dagli amici di classe. Vive solo con Giulia, questo il nome della madre, essendo morto il padre anni addietro, quando aveva appena un anno, in una villa abbastanza spaziosa, circondata dall’acqua di un lago. Il rapporto tra madre, un’insegnante di nuoto, e figlio sfila in modo perfetto, infatti tra di loro c’è sintonia, complicità, oltre che un grande attaccamento. Nel profondo incoscio del piccolo, però, si cela un agghiacciante segreto, legato alla morte del padre ma ancora non riesce ad affiorare alla sua memoria. Un giorno a rompere l’equilibrio tra i due, proprio mentre festeggia il suo ottavo compleanno, giunge inaspettato lo zio, il fratello del padre morto. Claudio, lo scavezzacollo della famiglia, in effetti è tornato per rivendicare e per vendere la parte della villa che gli spetta, dovendo realizzare fondi. Così si stabilisce, inopportuno nella casa, invadendo e la privacy dei due e gli spazi disponibili dell’abitazione, vecchio armadio compreso, usato dal piccolo come nascondiglio. Alessandro, da subito, ma soprattutto in seguito, non gradisce l’intrusione di lui nella tranquilla vita che conduce con la madre e comincia a sviluppare una profonda avversione, anche in virtù delle attenzioni troppo affettuose che lo zio riversa sulla propria madre. L’odio cresce in maniera incontrollata e nello stesso tempo nel bambino incominciano ad affiorare terribili incubi che hanno a che fare con l’acqua. I dispetti, di giorno in giorno aumentano e diventano sempre più pericolosi tanto che……

Commento

Il film, in uscita dal 30 aprile, è un thriller psicologico di buona fattura, orchestrato con tutti gli elementi che contraddistinguono il genere. Avvince, cattura l’attenzione e incuriosisce lo spettatore, il quale viene catapultato malamente nell’inconscio malato di un bimbo di otto anni. I terribili incubi di Alessandro sono al centro di una trama fitta e trascinante, sicché i ripetuti e dannosi tentativi di far fuori lo zio, sua vittima preferita, finiscono per travolgere sua madre e lui stesso. E’ evidente che il bambino ha bisogno di aiuto, per trarsi i fuori dalla congiura di silenzio, tramata dagli adulti intorno a lui e nel caso specifico da sua madre. Claudia, sebbene amorevole e attenta nei riguardi di suo figlio non è riuscita a valutare nella giusta misura il danno subito da lui nel passato. Dal canto suo Alessandro urge di conoscere la natura delle sue orrende e ormai insostenibili allucinazioni, per potere uscire dalla spirale di odio e di vendetta in cui è caduto circoscritto. Con una trovata sufficientemente originale e servendosi del feedback, il regista ci riesce ma l’argomento del film, sebbene abbia come spunto nuovo l’esplorazione dell’inconscio di un bambino, è stato un genere sufficientemente trattato e affrontato da molti registi, uno per tutti, Alfred Hitchcock. Il grande Maestro, in “Marnie”, infatti scandagliò in modo pregevole l’inconscio umano, regalandoci, così, un capolavoro, fissato per sempre nell’immaginario collettivo. Buona la fotografia, limpida e livida, adatta a colorare il terrore infantile.

Interpreti

Se la cava, Lorenzo Vavassori, il piccolo Alessandro del film, a sostenere fino in fondo, pur senza eccellenze particolari, il ruolo principale. La recitazione spontanea di Lorenzo, di cui il regista si è servito, per far presa oltre lo stucchevole, perde ogni tanto qualche battuta ma in compenso, dalle azioni che compie egli stesso, si riesce a capire ogni cosa. Tutto il film è scandito dalla sua voce narrante che a volte riflette, altre massimalizza e altre ancora si assolve. Buona la prova di Paola Cortellesi, nel film Claudia, la madre di Alessandro, dolcemente espressiva sia per il volto pulito che per il suo corpo morbido e voluttuosamente femminile. Claudio Amendola, invece, l’ambiguo zio Claudio, offre una prestazione al limite della sufficienza, giudizio non dettato dall’antipatia del personaggio interpretato ma dall’ immobilità espressiva e dalla fisicità statica, adatte altrove ad ogni ruolo ma qui, sia quando approccia con Paola Cortellesi, sia quando cerca di punire il bambino non comunica
alcuna emozione. Una qualche figura e per il fisico distinto che per il richiamo alla mente di immagini televisive, la fa il commissario, Stefano Dionisi, mentore-padre di Alessandro, colui che riesce a riportare all’indietro la mente del bambino. Anche il piccolo Lorenzo Pavanello, compagno di merenda di Alessandro, ha ben caratterizzato l’amico fidato e complice. Tenerissimo, oltre ad essere bravo di suo, nell’ incoscienza interpretativa, il piccino che ha impersonato Alessandro ad un anno di età. Il fanciullino, sostenuto da due gambine traballanti, che non gattonano più, svicola incerto, abbandonato a se stesso e dimenticato dai suoi, in una villa esageratamente in festa. Fa bene il regista ad attardarsi su di lui con la macchina da presa e ad inquadrare il suo limpido faccino.

Il regista

Felice Farina è nato nella capitale il 14 agosto nel 1954. La sua formazione è avvenuta a Roma negli anni ’70, quelli dell’avanguardia teatrale, che hanno inciso a renderlo un personaggio eclettico nella fotografia, nella scultura, nella musica e nell’arte in genere. Una curiosità che lo riguarda è che nel tempo libero ama costruire e progettare accessori per la macchina da presa, infatti da sé si è costruito un dolly e un carrello per la camera car.

Spunti di riflessione

Nessuno sfugge al proprio passato, neanche un piccolo di pochi mesi. Attenzione i bambini ci guardano!

Giudizio
Distinto

Regia: Felice Farina

Cast

Claudio Amendola, Paola Cortellesi, Lorenzo Vavassorri, Stefano Dionisi, Lorenzo Pavanello.

MARIA SERRITIELLO
da:www.lapilli.eu

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