Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





mercoledì 28 ottobre 2009




HO SEMPRE L'ABITUDINE DI DATARE I MIEI LIBRI, OLTRE CHE SOTTOLINEARE I PEZZI CHE CONDIVIDO E FIRMARLI CON IL MIO NOME. MANIA DI LETTRICE!AH ,DIMENTICAVO,NON LI PRESTO A NESSUNO E DEVO ESSERE IO PER PRIMA A SFOGLIARLI. 4-10-2004 E'LA DATA CHE PORTA QUESTO LIBRO CHE QUI EVIDENZIO.

Torna alla luce, dopo settant'anni dalla prima pubblicazione, il capolavoro della scrittrice francese Marcelle Sauvageot: "Lasciami sola".
di Francesca di Mattia

Lasciami sola non è solo il titolo di un libro, ma una frase in cui è racchiuso un urlo forte e rassegnato, dignitoso e ribelle: quello pronunciato da una donna prossima alla morte, chiusa in un sanatorio, dopo aver ricevuto una lettera dall’uomo che ama, e che ha deciso di sposare un’altra.
Un grido universale che risuona in tutti gli angoli della terra, e che proviene da un tempo lontano, da più di settant'anni

Una “perla” persa e poi ritrovata, pubblicata in Francia nel 1933, ristampata più volte ma poi caduta nell’oblio e assente anche per lunghi periodi dal mercato editoriale - nonostante la buona accoglienza da parte della critica dell’epoca -, e tradotta in Italia solo quest’anno grazie alla casa editrice Guanda.

L’autrice è Marcelle Sauvageot, un nome che non dice nulla a noi italiani, e da poco conosciuto in Francia, ora che il suo libro ha ritrovato dopo anni la popolarità che merita.

Una donna nata a Charleville nel 1900 e morta di tubercolosi a Davos nel 1934. Di lei si sa che amava la musica, la danza e i piaceri della vita, che era attirata dai surrealisti nonostante non avesse mai aderito ufficialmente al movimento; che passò gli ultimi anni della sua vita a Parigi, lavorando come insegnante, e che in seguito, dopo essersi ammalata, fu costretta a vivere per molto tempo in sanatorio

Lasciami sola è il suo unico libro, scritto nel 1930 e conservato a lungo in un cassetto. Non lo si può certo definire un romanzo, ma piuttosto - come viene spiegato nell’introduzione dall’editore francese - un commentaire (titolo originale dell’opera, peraltro), “il grido di un’anima ferita in cerca di guarigione e di una solitudine esigente

E’ con queste parole, di grande intensità, che la donna reagisce alla notizia: «"Mi sposo... La nostra amicizia continuerà..." Non so cosa sia successo. Sono rimasta immobile e la camera ha cominciato a girarmi intorno. Sul fianco, dove ho male, forse un po' più in basso, ho sentito come se mi tagliassero la carne con un coltello affilatissimo... Quando non si conosce un dolore, si ha più forza per fronteggiarlo, perché si ignora la sua portata: si vede solo la lotta e si spera che più avanti arrivi un momento migliore. Ma quando lo si conosce, viene voglia di alzare le mani per chiedere grazia ed esclamare, esausti e increduli: "Ancora?" Già si prevedono tutte le fasi della sofferenza che si dovranno attraversare e si sa che dopo ci sarà solo il vuoto».

Alla lettera dell’uomo che la “lascia” offrendole solo la sua amicizia, la Sauvageot non risponde, “commenta”. Riflette e s'interroga sui rapporti tra uomo e donna, l’egoismo, l’accettazione dell’altro, il giudizio, la morte. Ed è lei che chiede di essere lasciata sola. Risponde a sé stessa, rimette in discussione gli interstizi più intimi e oscuri di sé, compie un viaggio nel deserto, facendo emergere un dolore e un amore assoluti e autentici, con un linguaggio lucido, asciutto e struggente, senza alcuna concessione al vittimismo

Esprime le sue perplessità sulla predestinazione dell’amore: “Credo che la leggenda, come tutte, non sia altro che una consolazione poetica. L’uomo per cui è fatta una donna non è forse quello per cui accetta di esserlo?”.
E ancora, sulle ragioni da lui addotte per chiudere la relazione, afferma: “Sei come uno che, credendosi a corto d’argomenti (dal momento che quanto ha detto è chiaro, definitivo, indiscutibile), si rivolge al proprio interlocutore, lo fissa, fa appello ai suoi grandi sentimenti e accetta di apparire privo di logica purché non ci si opponga a quello che dice. Salvo poi ribaltare le cose e dirsi logico

Lasciami sola non ebbe successo di pubblico, quando uscì per la prima volta in Francia, ma colpì l’attenzione di grandi intellettuali e artisti, tra cui Paul Valéry (“Un’opera d’armonia e di contrappunto, in cui ogni tema ha la sua risposta”), Paul Claudel ("Saremmo tentati di definirlo uno dei capolavori della scrittura femminile, se non fosse sconveniente introdurre una categoria letteraria in questa confessione, che dà prova di una lucidissima e straziata dignità") e Clara Malraux, che lo definì “il primo libro femminista

COME TUTTE LE COSE BELLE O SONO POCO CONOSCIUTE, O DEL TUTTO IGNORATE.IO TI CONOSCO MARCELLE,SONO FELICE DI AVER INCONTRATO IL TUO ANIMO E IL TUO DOLORE, CHE, COSì COME L'HAI PROVATO TU, E' UNIVERSALE.OGNUNO DI NOI SI RICONOSCE,PER QUESTO SEI TRA LE GRANDI DELLA LETTERATURA. ADDIO ALLA TUA DOLENZA E CIAO ALLA TUA ANIMA,CI RITROVEREMO ANCORA!

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