Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





domenica 21 agosto 2011


I NURAGHI

Il nuraghe (pl. nuraghi, nuraghe o runaghe in logudorese, nuraci o nuraxi in campidanese, nuragu o nuraghi in sassarese, naracu o nuraghi in gallurese) è una torre in pietra di forma tronco conica risalente al II millennio a.C. circa,[1] ampiamente diffusa in tutto il territorio della Sardegna. I nuraghi furono la massima espressione e sono il monumento più rappresentativo della civiltà nuragica, che da questi prende il nome. Unici nel loro genere, costituiscono i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati che si possano trovare oggi in Europa e sono generalmente considerati come il simbolo più noto della Sardegna. Ne rimangono in piedi circa 7.000 (secondo alcune fonti 8-9.000) sparsi su tutta l'isola, mediamente uno ogni 3 km²; si ipotizza che in passato fossero oltre 20.000. In alcune zone, i nuraghi sono dislocati a pochi chilometri l'uno dall'altro, come nella cosiddetta Valle dei Nuraghi presso Bonorva, in Trexenta e in Marmilla.

Dal 1997 l'esempio più significativo di nuraghe, Su Nuraxi di Barumini (MC), è riconosciuto dall'UNESCO come Patrimonio dell'umanità







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