Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





mercoledì 10 marzo 2010





Addio a Van Wood, muore l'ultimo «pezzo» del trio Carosone(L'Aia, 19 settembre 1927 – Roma, 10 marzo 2010)

È morto a 83 anni, Peter Van Wood, astrologo e chitarrista. Prima autore, cantante, poi esperto di stelle. Con Gegè Di Giacomo aveva accompagnato Renato Carosone

Comincia a suonare la chitarra a quattordici anni, studiando al conservatorio; contemporaneamente ascolta i grandi chitarristi jazz ed inizia a suonare in piccole formazioni in Olanda e all'estero, esibendosi anche al Palladium di Londra nel 1946.

Sulla chitarra elettrica è tra i primi in quegli anni in Europa a usare effetti speciali come l'eco e il riverbero, e tra il 1947 e il 1948 si esibisce in tutto il mondo, con concerti anche all'Olympia di Parigi e alla Carnegie Hall di New York.

Nel 1949 si stabilisce in Italia: dopo una serie di spettacoli a Napoli, viene contattato per formare un trio da Renato Carosone e Gegè Di Giacomo, e incide con loro vari dischi per la Pathé.

Nel 1954 decide di darsi alla carriera solista: forma un suo quartetto, firma per la Fonit ed incide molti dischi di successo.

Della sua carriera musicale si ricordano canzoni quali: Butta la chiave, rimasta molto celebre anche in seguito per via del dialogo tra Van Wood e la chitarra (a cui fa interpretare le risposte di una ragazza che non vuole farlo entrare in casa), Via Montenapoleone, Tre numeri al lotto, Carolina e Capriccio.

Dagli anni sessanta decise di dedicarsi in pieno all'astrologia, formulando oroscopi per conto di giornali e riviste, pur continuando ad incidere dischi; apre anche un locale a Milano (la città dove si stabilisce trasferendosi da Napoli), l'Amsterdam 19, in Galleria Passarella, dove spesso si esibisce come cantante chitarrista.

Continua ad incidere e, nel 1974, realizza un album interamente strumentale per la Vedette -Phase 6, in cui mette in evidenza le sue doti di chitarrista, Guitar magic.

Nel 1982 ha inciso la sigla del programma televisivo La Domenica Sportiva.

È tornato alla ribalta nel mondo televisivo italiano con la partecipazione alla trasmissione Quelli che il calcio, condotta all'epoca da Fabio Fazio. Sulla falsariga del suo cognome, in senso ironico, venne creata una squadra calcistica chiamata Atletico Van Goof.

Nell'ottobre 2007 chiede un milione di euro di risarcimento al gruppo dei Coldplay, sostenendo che la canzone Clocks sia plagiata dalla sua Caviar and Champagne.

È deceduto all'alba del 10 marzo 2010 al Policlinico Gemelli di Roma dopo una lunga malattia









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