Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





giovedì 17 novembre 2011

A Paestum la XIV Borsa del Mediterraneo



FONTE:LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Nell’ambito della XIV Borsa del Mediterraneo del turismo Archeologico di Paestum, venerdì 18 novembre alle ore 12, presso la Sala Saturno dell’Hotel Ariston , si terrà un convegno organizzato del Comando dei Carabinieri Tutela Patrimoniale Culturale, dal titolo:” La protezione dei beni archeologici: L’Esperienza dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale e quello degli altri paesi”.

Al convegno prenderanno parte il Comandante dei Carabinieri T.P.C., Generale Pasquale Muggeo, i delegati istituzionali per la tutela dei patrimoni archeologici di Turchia, Algeria, Messico e Libia e i rappresentanti dell’Unesco, Icomos, Iccrom.



Che cos’è:La Borsa del Mediterraneo

La Borsa Mediterranea del turismo è un evento importante a carattere nazionale, le cui caratteristiche sono i prodotti turistici che verranno presentati.

Una particolarità della fiera sta nel e vendere il Sud Italia, nel senso che vengono presentate tutte le particolarità turistiche dall’area sud.

Degno sito, Paestum, per ospitare la manifestazione e per un confronto tra paesi che si affacciano sulle sponde del Mar Mediterraneo. Quest’anno il paese ospite sarà, la Turchia.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu

martedì 15 novembre 2011

E’ iniziato al “Ridotto” di Salerno “Che comico 2011”-2012



FONTE:LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

E’ iniziato al “Ridotto” di Salerno “Che comico 2011”-2012 Domenica 13 Novembre 2011 09:06 Scritto da Maria Serritiello 0 Comments Al “Ridotto” di Salerno, un inizio di classe, per l’incipit della stagione teatrale “Che Comico 2011-2012”. A fare spettacolo è stato il varietà, quello classico, quello inframmezzato da suoni e canzoni che hanno fatto la storia della musica, quel nostalgico varietà del passato, corico di sottintesi, di barzellette salaci, di ballerine e soubrette procaci.

Su tutti, poi, lui, Luciano Capurno, il cantante di giacca, il pronipote del compositore di o “Sole mio”, una limpida voce tenorile, con un’ estensione eccezionale. Alto, distinto, elegante, con indosso i suoi completi scuri, mentre presenta con garbo lo spettacolo. Con lui due belle voci femminili: Anna Caso e Carla Buonerba a fargli da controcanto ed accompagnate sul fondo da coreografie, interpretate da :Rita Baruffo, Monica Caruso, Alessia Iuliano, Giovanna Nicodemo, Carmine Rullo, Valentina Serena.

Lo spettacolo è a tratti vivacizzato da scenette comiche o da batterie di barzellette, che Paolo Nerone, autentico macchiettista, vincitore, tra l’altro, di un’edizione di “La sai l’ultima”, presentata, su canale 5, da Gerry Scotti, inserisce per spezzare i tempi musicali.

Uno spettacolo completo, a tratti elegante, con punte d’intensità musicale, quando sono reinterpretati con maestria brani di repertorio internazionale e così il pubblico estasiato ha potuto gustare, tra i tanti, il pezzo portato a successo da due calibri: l’italianissimo Andrea Bocelli e Dulce Pontes, l’eccezionale cantautrice di fado portoghese. Lo spettacolo, trasferito per l’occasione al “Delle Arti” si è basato, dunque, sulla formula classica e vincente del vecchio varietà, dando ragione agli interpreti, considerati gli applausi e la richiesta di bis. Una ripetizione che Capurno concede senza difficoltà e senza neanche sceglierla dal repertorio: O sole mio, per lui cantarlo è stato d’obbligo.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu

mercoledì 9 novembre 2011




Addio a Joe Frazier, uno dei grandissimi della boxe. Fu il primo a battere Mohammed Ali

Joseph William Frazier, noto semplicemente come Joe Frazier (Beaufort, 12 gennaio 1944 – Filadelfia, 7 novembre 2011), è stato un pugile statunitense.

Vincitore di una medaglia d'oro alle Olimpiadi è stato detentore del titolo di campione del mondo dei pesi massimi. Soprannominato "Smokin' Joe", è ricordato soprattutto per essere stato l'irriducibile avversario di Muhammad Ali, con il quale si confrontò in tre memorabili incontri, considerati tra i più duri ed emozionanti della storia del pugilato. In un'intervista rilasciata alla HBO, disse che nel suo terzo match con Ali (il "The Thrilla in Manilla") aveva un occhio parzialmente accecato, a causa di un incidente durante gli allenamenti.

Fu eletto Fighter of the year (pugile dell'anno) dalla rivista americana Ring Magazine nel 1967, 1970 e 1971.

Dotato di una forza brutale, e in particolare di un devastante gancio sinistro, Frazier è stato un campione vero anche da dilettante, vincendo l'oro olimpico a Tokyo 1964. Quindi ha detenuto il titolo mondiale ed è entrato nella Hall of Fame.

Fuori dal ring era invece considerato un autentico gentleman, che ha tentato la carriera di cantante con il gruppo dei "Joe Frazier and the Knockouts". Figlio di un raccoglitore di cotone in una piantagione della Carolina del Sud, si è trasferito a Filadelfia a soli 17 anni per intraprendere la carriera pugilistica. Da professionista "Smokin' Joe" ha sostenuto 37 incontri, vincendone 32 (27 prima del limite), perdendone 4 e pareggiandone uno.

Per tre anni (1967, 1970 e 1971) è stato proclamato "pugile dell'anno" dalla rivista americana "Ring Magazine". Lascia 11 figli, tre dei quali, due maschi e una femmina, hanno cercato di ripercorrere le sue orme sul ring. Nei giorni scorsi, quando le sue condizioni si sono terribilmente aggravate, ha pregato per lui anche il grande Ali: «Le ultime notizie a proposito di Joe sono difficili da credere e ancora più difficili da accettare - aveva detto l'ex campione, da tempo affetto dal morbo di Parkinson - Joe è un combattente e un campione, e io prego che lotti anche adesso».

Fu proprio Frazier il primo a battere Ali ai punti nel 1971 al Madison Squadre Garden di New York, per decisione unanime dopo 15 durissimi round, in quello che allora fu definito il "match del secolo". Ali si prese la rivincita tre anni dopo, sempre ai punti ma dopo 12 round, prima di aggiudicarsi anche la "bella" a Manila nelle Filippine al termine del 14/o round, in un altro match mondiale ormai entrato nella storia della boxe.

Origini

Joe Frazier nacque il 12 gennaio 1944 a Beaufort, Carolina del Sud, da Rubin e Dolly Frazier. Crebbe in una fattoria di famiglia di dieci acri con i suoi dodici fratelli e sorelle. Un tredicesimo figlio, David, morì di difterite da piccolo, rendendo così Joe il membro più giovane della vasta famiglia Frazier. I suoi genitori piantavano verdure e allevavano maiali, ma il loro reddito principale veniva soprattutto dal lavoro per le aziende agricole di grandi proprietari terrieri bianchi. Sua madre lavorava nei campi, mentre suo padre era un sorvegliante. Soprannominato Billy Boy, Frazier è stato, per sua stessa ammissione, il figlio preferito di suo padre, che era spesso al suo fianco. Nella sua autobiografia disse: "... Mio papà era il mio eroe, il mio battito cardiaco. Eravamo sempre insieme."[1] Dolly era invece una devota battista e disciplinava per bene i suoi figli. Infatti, ogni sua parola era legge e i bambini non dovevano far altro che ascoltare e obbedire. L'infanzia di Frazier fu una vita rurale del sud: trascorse gran parte del suo tempo ad aiutare il padre a gestire un immobile e aiutandolo nel fare le sue faccende quotidiane. E così come fecero i suoi genitori e fratelli, anche lui stesso lavorò nei campi di una delle grandi aziende agricole.

Nei primi giorni di Novembre, viene annunciato che il campione è in fin di vita e che stà combattendo la battaglia con l'ultima fase della sua drammatica malattia. La notte del 6 Novembre girano voci in cui viene detto che Frazier non ce l'ha fatta, ma poi vengono smentite. Perderà la vita qualche ora più tardi a 67 anni a Filadelfia, il 7 novembre 2011. 'Smokin' Joe' è stato messo al tappeto da un tumore al fegato. Il suo più grande avversario, Muhammad Ali, ha portato il suo tributo dicendo: "il mondo ha perso un grande campione. Ricorderò sempre Joe con rispetto e ammirazione. Il mio pensiero va alla sua famiglia e a coloro che l'ha amato". Al 67enne vecchio campione, il tumore era stato diagnosticato un mese prima della sua dipartita




FONTE: IL BLOG DI SALERNO SU VIRGILIO DI MASSIMO VECCHIO
DI MARIA SERRITIELLO


LE CARAMELLE VENEZIANE


Nel 2005 per un periodo, non lungo, Matteo Scannapieco, riprese al 'Corso', l’antica fattura delle 'Caramelle Veneziane'. Per molti fanciulli di una certa età fu una gioia …
Solo per qualche tempo, nel 2005, dall’affollato incrocio di Piazza Malta, allo slargo di Piazza Portanova, si risentì nelle narici l’odore dello zucchero cotto delle 'caramelle veneziane'. Il buon odore, in effetti, mancava, a quanti erano di passaggio per il corso, dall’ 88 e cioè da quando Matteo Scannapieco, per il nuovo assetto del salotto cittadino, smise l’attività, impoverendo ancor più un tratto di strada che, per buona parte, ha racchiuso, un tempo più di oggi, lo svolgere della vita salernitana.
Qui, infatti, c’erano i più importanti esercizi commerciali, i bar frequentati per la chiacchierata tra amici ed il consumo in piedi del liquido nero, la 'Casa del Caffé' per acquistarlo fresco e tostato, la Standa, una specie di bazar per ogni acquisto possibile ed il cinema, quattro per l’esattezza: il Capitol, l’Astra, il Mini ed il Metropol, dal quale nella bella stagione, oltre alle immagini delle star, si potevano scorgere, da un oblò mobile, spalancato magicamente sulle teste degli spettatori, le stelle ed il cielo. A sentire la mancanza delle caramelle dai vivaci colori, quando “Matteo” smise fu, soprattutto, una certa generazione, quella del dopoguerra alla quale le gustose leccornie venivano offerte avvolte in un piccolo cono di carta oleata e come premio guadagnato.
Ad iniziare la lavorazione artigianale al numero civico 245 del corso Vittorio Emanuele fu 'Ernesto' il padre di “Matteo”, una passione a sua volta trasmessagli dal di lui padre e che senza interruzione svolse dal ’46 al ’74, quando, appunto, passò il testimone al proprio figlio. Per anni la bancarella addobbata festosamente dalle ghiottonerie colorate, come il vestito di Arlecchino, la maschera veneziana, da cui il nome delle caramelle, ha raccolto intorno a sé, ad ogni inizio di lavorazione, grandi e piccini. Ernesto prima e il figlio poi, novelli 'Merlino' riuscivano con destrezza, per mantenere alta la tradizione, a mutare davanti a tutti e in un corpo rotativo riscaldato dal fuoco, la polvere granulosa dello zucchero, in una matassa filamentosa che allacciata e riallacciata ad un gancio della stessa bancarella, si trasformava, all’istante, nei gustosi coriandoli. La ricetta, semplice, dallo zucchero all’aroma, dal fuoco alle poche gocce di colore, è stata sempre segreta, infatti, non si tramandava neppure da padre in figlio e se, nei due periodi successivi, Matteo riuscì a continuare la produzione fu dovuto al fatto che, nel dna di questa famiglia, c’è la predisposizione e la capacità di “rubare il mestiere”, malgrado la segretezza di ognuno. E così nel 2005, dopo17 anni, Matteo sentì di nuovo il bisogno di riprendere ciò che aveva sospeso, ora definitivamente abbandonato. Ma il vecchio banco con la spianatoia di marmo bianco, sul quale tre generazioni hanno posato le mani, rifacendo gli stessi gesti, mescolando ed amalgamando gli stessi ingredienti, come avevano fatto il padre ed il nonno di Matteo, è impresso nella memoria collettiva dei salernitani. Per magia negli occhi di quelli che ricordano, ancora si allineano, le particolari caramelle, uniche nel gusto e fantasiose nei colori che richiamavano il rosso della fragola, il giallo della banana, il verde della menta e il bianco dell’ anice, con il chicco nero di caffé, detto “mosca”. Chissà, se mai più la tradizione di famiglia avrà una continuazione nel futuro e se all’improvviso, gli eredi di Matteo sentiranno, malgrado le loro professioni, il richiamo della dolce alchimia, che nessuno ha trasmesso loro, chissà... intanto per la gioia della memoria, ci basterà socchiudere gli occhi nel posto dove da bambini tiravamo per la manica i genitori, ed esprimere un desiderio, magari sotto le stelle cadenti delle scintillanti luci d’artista, per ritrovare intatto il dolce del gusto.'
di Maria Serritiello



martedì 8 novembre 2011

A Salerno 2° Festival Corale Nazionale


( Davide Curzio- foto Maria Serritiello)

FONTE:LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO


2000 i partecipanti, 65 i Cori e otre 40 i concerti, questi sono i numeri della seconda edizione del Salerno Festival-Corale Nazionale. L’importante manifestazione, nata dall’unione della Feniarco, Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali e ARCC, Associazione Regionale Cori Campani, ha scelto di nuovo Salerno, quale sede per il raduno nazionale e dal 3 al 6 novembre la città è stata simpaticamente invasa dalla soavità delle voci all’unisono.

Provenienti da varie regioni e con repertori diversi, i cori di voci bianche, giovanili, di voci pari maschili e femminili e di voci miste si sono esibiti in concerto, negli angoli più suggestivi della città, illuminata a giorno dalle fantasmagoriche luci d’artista. Oltre al capoluogo il bel canto è stato protagonista anche in altri centri della costiera e dell’entroterra quali Amalfi, Atrani, Cava de’ Tirreni, Cetara, Fisciano, Pompei, Portici, Valle della Lucania e Vietri sul Mare.

Un grande successo, anche la seconda edizione del Salerno Festival Corale Nazionale, dove musica, cultura e turismo si sono congiuntamente uniti in uno scenario unico al mondo. Tra le locations usate, una menzione particolare va al Circolo Unificato Esercito di Salerno che, con la sua storia, fa parte dell’ antico monastero benedettino, dove soggiornò l’esiliato Gregorio VII e con la sua tradizionale signorilità, tenuta in auge dalla conduzione competente ed efficiente di Giovanni Squizza, ha ospitato tra gli altri, nella giornata di sabato, I Vocal Musifocus di Salerno, Electrifyn’ Chorus di Padova e Soul Six Vocal Group di Pagani (Sa).

Ognuno di loro, con caratteristiche e repertorio differente, si è cimentato con l’operetta, diretti dal M° Francesco Aliberti: i Vocal Musifocus di Salerno, con musiche tratte dai cartoons, diretti dal M°Nicola Rampazzo: gli Eletrifin’ Chorus di Padova e con un repertorio che spazia tra il gospel, il soul e il pop, i Soul Six Vocal Group di Pagani, con Gianluca Marazzo in testa. Nati artisticamente nel 2006 dalla passione di Giusy Visconto e Gianluca Marazzo i Soul Six Vocal Group sono di eccezionale bravura nell’eseguire brani a cappella: Change in my life, Isso è Brasil e Medley Queen. Corpo, voce, musica e gioia pura, tutto questo sono i giovani musicisti di Pagani, un dono regalato, ogni volta, a chi li ascolta.

La manifestazione si è conclusa con tre eccezionali esibizioni: il maxi concerto al Teatro Augusteo di Salerno di tutti i cori presenti in città, l’inno d’Italia, suonato dagli allievi della Scuola Media Statale “M. Monterisi” e cantato da tutti, coristi e cittadini, assiepati nella spazio più rappresentativo del centro storico salernitano: Piazza Portanova e la solenne messa cantata, alle ore 12, di domenica 6, celebrata da Monsignor Luigi Moretti, nella Cattedrale.

Tutta la manifestazione, per la presentazione, ha avuto un’ unica voce, quella dell’attore Davide Curzio, che da sola è pura armonia.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu

lunedì 7 novembre 2011

il mio giornale: Ecco le luci d'artista 2011



FONTE: IL BLOG DI SALERNO SU VIRGILIO DI MASSIMO VECCHIO

Si rinnova il tradizionale appuntamento in città con 'Luci d'Artista' edizione 2011 che prenderà il via alle ore 17 di venerdì 4 novembre e proseguirà fino alla fine di gennaio 2012. Il tema di questa edizione sarà “Stelle cadenti, Lanterne magiche e l’Arcobaleno”, mentre testimonial d'eccezione per l'accensione e quindi l'inaugurazione, sarà l'attore Lello Arena. Le installazioni luminose di quest'anno, daranno vita a cigni luminosi, creature alate, lampade e lanterne, onde e vele, stelle e pianeti ed un caleidoscopio arcobaleno.
Un'iniziativa, quella di 'Luci d'Artista', che da sempre crea dibattito e scambio di opinioni fra favorevoli e contrari, ma che in ogni caso apre ufficialmente il periodo natalizio salernitano e lascia spazio ad una serie di iniziative collegate, volte a rendere Salerno una delle città di riferimento di quello che è il movimento turistico natalizio.

Vi lascio alla visione di questo breve video assolutamente amatoriale.


QUADERNO A QUADRETTI
RUBRICA DI MARIA SERITIELLO

"MARONNA NOSTRA NUN CIA ABBANDUNA'"LA "PREGHIERA E PISCATORE"


A GENOVA E AL SUO GIORNO DI LUTTO

Le sette vittime dell'alluvione: Sphresa Djala, 29 anni, d'origine albanese, madre di Janissa di 1 anno e Gioia di 8, anche loro vittime dell'acqua del Bisagno; Angela Chiaromonte,40 anni, moglie di una guardia giurata; Evelina Pietranera, 50 anni, edicolante: i loro corpi sono stati raccolti nell'atrio del caseggiato; Serena Costa, 19 anni, schiacciata tra due auto.



domenica 6 novembre 2011





FABRIZIO DE ANDRE'

« Crêuza è stato il miracolo di un incontro simultaneo fra un linguaggio musicale e una lingua letteraria entrambi inventati. Ho usato la lingua del mare, un esperanto dove le parole hanno il ritmo della voga, del marinaio che tira le reti e spinge sui remi. Mi piacerebbe che Crêuza fosse il veicolo per far penetrare agli occhi dei genovesi (e non solo nelle loro) suoni etnici che appartengono alla loro cultura. »
(Fabrizio De André in un'intervista.)





Creuza de ma


Umbre de muri muri de mainé
dunde ne vegnì duve l'è ch'ané
da 'n scitu duve a l'ûn-a a se mustra nûa
e a neutte a n'à puntou u cutellu ä gua
e a muntä l'àse gh'é restou Diu
u Diàu l'é in çë e u s'è gh'è faetu u nìu
ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria
e a funtan-a di cumbi 'nta cä de pria
E 'nt'a cä de pria chi ghe saià
int'à cä du Dria che u nu l'è mainà
gente de Lûgan facce da mandillä
qui che du luassu preferiscian l'ä
figge de famiggia udù de bun
che ti peu ammiàle senza u gundun

E a 'ste panse veue cose ghe daià
cose da beive, cose da mangiä
frittûa de pigneu giancu de Purtufin
çervelle de bae 'nt'u meximu vin
lasagne da fiddià ai quattru tucchi
paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi

E 'nt'a barca du vin ghe naveghiemu 'nsc'i scheuggi
emigranti du rìe cu'i cioi 'nt'i euggi
finché u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä



MULATTIERA DI MARE

Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov'è che andate
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola
e a montare l'asino c'è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido
usciamo dal mare per asciugare le ossa dell'Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra
E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell'Andrea che non è marinaio
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l'ala
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo
E a queste pance vuote cosa gli darà
cose da bere, cose da mangiare
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelli di agnello nello stesso vino
lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticcio in agrodolce di lepre di tegole
E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d'acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare


Crêuza de mä (il cui nome originale è Creuza de mä, 1984) è l'undicesimo album registrato in studio di Fabrizio De André. Il disco è interamente cantato in lingua ligure, in quanto essa vuole rappresentare la realtà del bacino del Mediterraneo: in questo senso, il ligure, lingua della Repubblica di Genova e tuttora lingua viva, è stato per molti secoli (approssimativamente dal Basso Medioevo fino al XVIII secolo) una delle principali lingue per quanto riguarda la navigazione e gli scambi commerciali.

Il disco è stato considerato da parte della critica una delle pietre miliari della musica degli anni ottanta e, in generale, della musica etnica tutta. David Byrne ha dichiarato alla rivista Rolling Stone che Creuza è uno dei dieci album più importanti della scena musicale internazionale degli anni ottanta e la rivista "Musica & Dischi" lo ha eletto migliore album degli anni ottanta.

Al centro dei testi vi sono i temi del mare e del viaggio, le passioni, anche forti, e la sofferenza altrettanto forte; questi temi vengono espressi anche sul piano musicale attraverso il ricorso a suoni e strumenti tipici dell'area mediterranea, nonché all'aggiunta di contributi audio registrati in ambienti portuali o marinareschi, come quello raccolto al mercato del pesce di Piazza Cavour a Genova. Il titolo dell'album e della canzone principale fa riferimento alla crêuza, termine che in genovese indica una stradina (simile ai celebri caruggi), spesso sterrata, delimitata da mura, che porta in piccoli borghi, sia marinareschi che dell'entroterra.



venerdì 4 novembre 2011


LUCI D'ARTISTA
DI MARIA SERRITIELLO
wwww.lapilli.eu

Ci siamo, a soli tre giorni di differenza con Torino, la città gemellata per questo evento, venerdì 4 novembre, alle 17, nella Villa comunale, si accendono le luci d’artista a Salerno. E così, a cinque anni dalla prima accensione, torna l’evento più atteso dell’anno, che ha invogliato a visitare la città illuminata per ben 27 Km, a 2 milioni e più di visitatori.

Tocca quest’anno, come fu già per i suoi predecessori illustri, tra i quali Gigi Proietti, Marisa Laurito e Peppe Barra, a Lello Arena, il noto attore napoletano, presente in città, al Teatro Verdi , con il “Don Chisciotte” di Ruggero Cappuccio. Insieme al Sindaco Vincenzo De Luca, l’attore, nel giardino incantato della Villa Comunale, taglierà il nastro e darà l’avvio ufficiale all’evento, poi, via per la consueta passeggiata nei i vicoli, per il corso, alla Rotonda, fino ad arrivare a Piazza Caduti di Brescia a Pastena, con De Luca, il Sindaco eletto con il 77% di preferenze, sempre più uguale ad Eduardo e al suo presepe. Si, lui ama le luci d’artista, sono una sua invenzione per Salerno, le difende come fossero un suo giocattolo e ne parla con tenerezza infantile anche in pieno agosto, quando il calore non è propriamente quello delle lampadine. Le luci create dagli artisti, affiancate da tante manifestazioni per vivacizzare la città, sono nate per far superare le luminarie commerciali delle festività natalizie e per creare un evento come attrattiva turistica per Salerno. Un bell’intuito, non c’è che dire, se la risposta è che tutti gli alberghi sono prenotati nei weekend successivi all’accensione, fino a Natale.

Le istallazioni, en plein air, svilupperanno il tema delle stelle cadenti, lanterne magiche ed arcobaleno e nel cielo della città, anche una piacevole novità, rispetto alla volta scorsa, ad illuminarlo sarà Lello Ferrigno, il conosciutissimo artista salernitano che ha creato e disegnato i pannelli per la Via Diaz. La scelta è caduta su di lui in seguito ad un regolare concorso tra 28 partecipanti. Il tema sviluppato dall’artista è quello del mito con amazzoni e cavalieri . Doppio orgoglio per la città se a farla bella ed attraente è un suo talentuoso figlio. Le luci resteranno accese fino alla fine di gennaio.

Maria Serritiello

[* in foto luci d'artsta 2010 ]