Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





martedì 30 novembre 2010



Alessandro Bergonzoni (Bologna, 28 luglio 1958) è un comico, scrittore, autore e attore di teatro italiano

Biografia

Gli inizi
Dopo aver frequentato l'Accademia Antoniana e dopo essersi laureato in giurisprudenza comincia la sua collaborazione artistica con Claudio Calabrò. Già dai suoi primi lavori teatrali, Bergonzoni sviluppa i temi comici che lo caratterizzeranno nella sua figura di artista: l'assurdo comico, il rifiuto del reale come riferimento artistico e la capacità di "giocare" col linguaggio per creare situazioni surreali paradossali. Il suo debutto avviene a soli 24 anni con lo spettacolo teatrale Scemeggiata (1982). Nel 1986 partecipa al programma televisivo, trasmesso da Rai Uno e condotto da Loretta Goggi, Il bello della diretta.

Primi riconoscimenti

È solo dal 1987 però che Bergonzoni ottiene i primi riconoscimenti, sia da parte della critica, con la menzione speciale del premio I.D.I. 1988 per lo spettacolo Non è morto né Flic né Floc, che da parte del grande pubblico. Viene scoperto "televisivamente" da Maurizio Costanzo, e tra il 1988 e il 1989 aumenta le sue partecipazioni ai programmi radio-televisivi, tra cui Buona Domenica, Maurizio Costanzo Show e Babele. Sempre nello stesso comincia una serie di incontri con studenti universitari e liceali sui temi della comicità, incontri che durano tutt'oggi. Collabora con l'edizione dell'Emilia-Romagna de La Repubblica curando una rubrica settimanale dal titolo il s'abato di Alessandro Bergonzoni.

Nel 1989 vince con Le balene restino sedute la Palma D'Oro di Bordighera come miglior libro comico dell'anno. Da questo libro prende vita l'omonimo spettacolo teatrale che porterà in tournée per oltre due anni. Nel 1991 inizia la sua collaborazione con Radio2 per la quale realizzerà oltre 140 episodi di tre serie di trasmissioni quotidiane di tre minuti ciascuna : Zitta che si sente tutto, Il vento ha un bel nasino e Missione sguazzino.

Nel 1992 collabora con il Corriere della Sera e le riviste Max e Comix. Ha collaborato anche con le riviste letterarie Panta, Il racconto e Storie.

Avvia inoltre una collaborazione con il gruppo musicale Stadio che lo vedrà coinvolto nel 1991 come autore del "concept" presente nei credits dell'album Siamo tutti elefanti inventati (anche il bizzarro titolo è opera di Bergonzoni).
L'anno successivo continua la collaborazione col gruppo scrivendo il brano "L'appostamento" per l'album Stabiliamo un contatto.
Prosegue negli anni la collaborazione con gli Stadio, per i quali è ormai ideatore di fiducia dei titoli per i loro album: Di volpi, di vizi e di virtù, Il canto delle pellicole, Dammi 5 minuti e Donne & colori.

Nel 1995 vince il premio Saint Vincent e il premio Gradara Ludens.

Nel 1998 viene invitato dall'Istituto di Cultura italiana a Parigi per presentare una sintesi delle sue opere teatrali, questo gli fa prendere la decisione di tradurre la sua opera teatrale Zius in francese. L'anno successivo pubblica il libro Opplero-storia di un salto.

Nel 2000 intensifica le sue partecipazioni a Radio Rai e comincia una collaborazione con la Casa dei Risvegli - Luca de Nigris di cui diviene testimonial.

Nel 2001 scrive il testo della canzone "Bomba Boomerang" cantata da Piero Pelù.

Tra altre collaborazioni e vari altri lavori (Coma reading nel 2001, Carta bianca nel 2002 e tre anni di repliche di Madornale 33), nel 2003 scrive la sceneggiatura del suo primo lungometraggio. È intervenuto l'8 settembre 2007 al V-Day, organizzato da Beppe Grillo in Piazza Maggiore a Bologna.

Nel maggio 2009 è stato invitato a parlare alla Oxford University Italian Society. Nel 2008 e nel 2009, tiene lezioni magistrali al Festival della Filosofia di Modena-Carpi-Sassuolo

Spettacoli attuali
Nel 2007 debutta con lo spettacolo teatrale Nel.

Spettacoli teatrali
Alessandro Bergonzoni durante uno spettacolo nel 2004.Scemeggiata (1982)
Chi cabaret fa per tre (1983)
La regina del Nautilus (1984)
La saliera e l'ape Piera (1985)
Non è morto né Flic né Floc (1987)
Le balene restino sedute (1989)
Anghingò (1992)
La cucina del frattempo (1994)
Zius (1997)
Madornale 33 (1999)
Predisporsi al micidiale (2004); vincitore del Premio dell'Associazione Nazionale dei Critici di Teatro
Nel (2007)
Urge (2010)

Libri
Le balene
restino sedute, Milano, A. Mondadori, 1989. ISBN 88-04-32952-1 vincitore nel 1990 della Palma D'Oro di Bordighera come miglior libro comico dell'anno
Quasiquanti. Articoli determinativi e non. Un perfect present, Bologna, Capriccio, 1990. ISBN 88-7055-124-5
È già mercoledì e io no, Milano, A. Mondadori, 1992. ISBN 88-04-35681-2
Motivi di soddisfazione accampati nel deserto, Milano, Lupetti, 1992. ISBN 88-85838-87-1
Dueruote. Guida d'uso e fantasia secondo il nuovo codice della strada, con altri, Roma, Stampa alternativa, 1993. ISBN 88-7226-121-X
La notte, con altri, Milano, Bompiani, 1993. ISBN 88-452-2079-6
Il grande Fermo e i suoi piccoli andirivieni, Milano, Garzanti, 1995. ISBN 88-11-62011-2
Silences. Teatro di Alessandro Bergonzoni, Milano, Ubulibri, 1997. ISBN 88-7748-197-8
Indovina. Racconto a misura d'uomo, 9 fermate, Milano, Subway letteratura, 1998.
Opplero. Storia di un salto, Milano, Garzanti, 1999. ISBN 88-11-62034-1
Scrivere e viaggiare. Racconti, con altri, Roma, Full color sound, 2004.
Non ardo dal desiderio di diventare uomo finché posso essere anche donna bambino animale o cosa, Milano, Bompiani, 2005. ISBN 88-452-3491-6
C'era una volta un re... ma morì. Fiabe che finiscono abbastanza bene, con altri, Torino, Einaudi, 2006. ISBN 88-06-18523-3
La vita in gioco. Eluana e noi, con altri, Milano, Ares, 2009. ISBN 9788881554669
Bastasse grondare, Milano, Libri Scheiwiller, 2009. ISBN 9788876446146
Cortometraggi
Piccola Mattanza (1996)

Film

Pinocchio di Roberto Benigni (2002) - nel ruolo di Mangiafoco
Quijote di Mimmo Paladino (2006) - nel ruolo di Mago Festone
Trasmissioni radiofoniche e televisive
il vento ha un bel nasino - Radio2 Rai (1992) vincitore nel 1992 del premio della critica radio/televisiva come migliore trasmissione comica dell'anno
Missione sguazzino - Radio2 Rai (1993)
Carta Bianca - Tele+Bianco (2002)



lunedì 29 novembre 2010




A 95 ANNI E' MORTO SUICIDA L'ULTIMO DEI GRANDI DEL CINEMA ITALIANO

MARIO MONICELLI

Mario Monicelli (Viareggio, 16 maggio 1915 – Roma, 29 novembre 2010) è stato un regista e sceneggiatore italiano tra i principali esponenti della commedia all'italiana insieme a Dino Risi e Luigi Comencini.


Nato da una famiglia di origine mantovana, e cresciuto a Viareggio, secondo figlio del critico teatrale e giornalista Tomaso, fratello minore di Giorgio, vive nella Viareggio degli anni trenta, assorbendo appieno l'atmosfera magica ed il fermento culturale della città dell'epoca. Frequenta a Milano il liceo classico Giosuè Carducci e si laurea in storia e filosofia, accostandosi al cinema grazie all'amicizia con Giacomo Forzano, figlio del commediografo Giovacchino Forzano, fondatore a Tirrenia di moderni studios cinematografici sotto il nome di Pisorno, curiosa fusione dei nomi delle due città, eterne rivali, Pisa e Livorno, che Mussolini progettava di compiere. In questi anni, in Monicelli si va delineando quel particolare spirito toscano che sarà determinante per la poetica cinematografica delle commedia del regista (molti scherzi della trilogia di Amici miei sono episodi che fanno realmente parte della sua giovinezza).

Il critico cinematografico Stefano Della Casa, nel suo volume dedicato al restauro di uno dei capolavori del regista toscano (L'armata Brancaleone - Quando la commedia riscrive la storia, edito da Lindau nel 2006), mette in dubbio le origini viareggine del regista, arrivando a sostenere che in realtà Mario Monicelli sia nato a Roma, nel quartiere Prati.

Gli inizi nel mondo del cinema
Assieme a Alberto Mondadori, amico (oltre che cugino, figlio della zia Andreina Monicelli e dell'editore Arnoldo) e collaboratore, dirige nel 1934 il cortometraggio Cuore rivelatore, a cui fa seguito, sempre nello stesso anno, un mediometraggio muto, I ragazzi della via Paal, presentato e premiato alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Sotto uno pseudonimo, Michele Badiek, dirige nel 1937 il suo primo lungometraggio, insieme ad alcuni amici, Pioggia d'estate, con Ermete Zacconi ripreso nella sua villa di Viareggio.

Critico cinematografico dal 1932, negli anni tra il 1939 ed il 1949 fu attivissimo come aiuto-regista e come sceneggiatore, collaborando a circa una quarantina di titoli.

L'esordio ufficiale: il lavoro in proprio e i successi

Primo ciak in Campidoglio per Il Marchese del Grillo, con Alberto Sordi, Paolo Stoppa e Mario MonicelliL'esordio registico ufficiale avviene in coppia con Steno, con una serie di film che i due registi realizzano su misura per Totò, tra i quali spicca il celebre Guardie e ladri (1951).

Dal 1953 inizia a lavorare da solo, continuando la feconda attività di sceneggiatore, che lo porta a contatto con molti altri famosi cineasti dell'epoca. Monicelli ha firmato alcuni capolavori del dopoguerra italiano, contribuendo ad uno dei periodi più floridi del cinema del nostro paese, entrando di diritto nella storia.

Nella sua lunga carriera ha collaborato con tutti i più importanti attori italiani: Alberto Sordi, Totò, Aldo Fabrizi, Vittorio De Sica, Sophia Loren, Amedeo Nazzari, Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Adolfo Celi, Walter Chiari, Elsa Martinelli, Anna Magnani, Nino Manfredi, Paolo Villaggio, Monica Vitti, Enrico Montesano, Gigi Proietti, Gastone Moschin, Giancarlo Giannini, Philippe Noiret, Giuliano Gemma, Stefania Sandrelli, Ornella Muti, Ivo Garrani e Gian Maria Volonté.

I soliti ignoti del 1958 vanta un cast eccezionale, composto da Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale, ed è considerato quasi unanimemente il primo vero film del florido filone della commedia all'italiana. L'anno successivo, Monicelli gira quello che molti considerano il suo capolavoro, il film che lo rende famoso oltre i confini italiani, La grande guerra, Leone d'Oro alla Mostra del cinema di Venezia del 1959 e sua prima nomination all'Oscar. Il film, lontano dagli stereotipi classici della commedia, ha un tono tragicomico che tocca in maniera delicata un argomento molto difficile come la tragedia della Prima guerra mondiale è molto arricchito dalle interpretazioni di Alberto Sordi e Vittorio Gassman. La seconda nomination all'Oscar arriva nel 1963 con I compagni.

Nel dittico burlesco L'armata Brancaleone (1966) e Brancaleone alle crociate (1970), Monicelli inventa un "nuovo" e personalissimo Medioevo, comico e condito da una assolutamente inverosimile lingua maccheronica che ha fatto epoca.

Tra gli altri film di rilievo vanno menzionati La ragazza con la pistola, terza nomination all'Oscar (1968), Romanzo popolare (1974) e i primi due capitoli della trilogia di Amici miei (1975, 1982) - quello conclusivo (1985) verrà infatti diretto da Nanni Loy - ma anche Un borghese piccolo piccolo (1977) e Il marchese del Grillo (1981) entrambi con grandi interpretazioni di Alberto Sordi, mentre tra gli ultimi spiccano Speriamo che sia femmina (1986) e Parenti serpenti (1992).

Occasionalmente si è prestato a qualche cammeo attoriale (L'allegro marciapiede dei delitti, 1979; Sotto il sole della Toscana, 2003; SoloMetro, 2007), dando anche la voce al nonno di Leonardo Pieraccioni nel Ciclone (1996): negli ultimi anni ha inoltre cercato nuove strade espressive, passando al documentario (Un amico magico: il maestro Nino Rota, 1999) e alla fiction televisiva (Come quando fuori piove, 2000).


Mario MonicelliÈ da considerarsi senza dubbio il regista che meglio di tutti ha interpretato lo stile e i contenuti del genere della Commedia all'italiana. Il suo attore di riferimento è stato Alberto Sordi, da lui trasformato in attore drammatico in La grande guerra e Un borghese piccolo piccolo, ma ha anche avuto il merito di scoprire le grandi capacità comiche di due attori nati artisticamente come drammatici[3]: Vittorio Gassman nei Soliti ignoti e Monica Vitti nella Ragazza con la pistola. Il sorriso amaro che accompagna sempre le vicende narrate, l'ironia con cui ama tratteggiare le storie di simpatici perdenti, ne caratterizzano da sempre la sua opera. Forse non è un caso che molti critici considerino I soliti ignoti il primo vero film della commedia all'italiana, e Un borghese piccolo piccolo l'opera che, con la sua drammaticità, chiude idealmente questo genere cinematografico.

Con l'avanzare dell'età la sua attività è gradualmente diminuita ma non si è mai fermata, grazie ad una forma fisica e mentale sempre buona. A dimostrazione di questo, a 91 anni è tornato al cinema con un nuovo film, Le rose del deserto (2006). In occasione della sua uscita ha confidato, in un'intervista a Gigi Marzullo, di non aver alcuna paura della morte, ma di temere moltissimo il momento in cui smetterà di lavorare, perché si annoierebbe moltissimo.

In un'intervista del 2008 ha dichiarato di aver abbandonato definitivamente l'attività registica con il cortometraggio documentaristico Vicino al Colosseo... c'è Monti: nonostante ciò nel 2010 realizza un altro cortometraggio, La nuova armata Brancaleone, scritto con Mimmo Calopresti[4].

Vita privata
Tra gli avvenimenti che hanno segnato di più la sua vita c'è senz'altro il suicidio del padre, Tomaso Monicelli noto giornalista e scrittore antifascista, avvenuto nel 1946. A tal riguardo ha detto[5]:

« Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro, anche a guerra finita, e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena. Il cadavere di mio padre l'ho trovato io. Verso le sei del mattino ho sentito un colpo di rivoltella, mi sono alzato e ho forzato la porta del bagno. Tra l'altro un bagno molto modesto. »


La sua ultima compagna è stata Chiara Rapaccini. Quando si sono conosciuti lui aveva 59 anni e lei 19. Hanno avuto una figlia, Rosa, quando lei ne aveva 34 e lui 74.

Nel 2007, infatti, ha dichiarato di vivere da solo, di non sentire la lontananza di figli e nipoti (pur avendoli), di essere un elettore di Rifondazione Comunista e di avere pianto l'ultima volta alla morte del padre[6]; mentre in un'intervista [7] svela in particolare il motivo per cui a 92 anni vive da solo:

« Per rimanere vivo il più a lungo possibile. L'amore delle donne, parenti, figlie, mogli, amanti, è molto pericoloso. La donna è infermiera nell'animo, e, se ha vicino un vecchio, è sempre pronta ad interpretare ogni suo desiderio, a correre a portargli quello di cui ha bisogno. Così piano piano questo vecchio non fa più niente, rimane in poltrona, non si muove più e diventa un vecchio rincoglionito. Se invece il vecchio è costretto a farsi le cose da solo, rifarsi il letto, uscire, accendere dei fornelli, qualche volta bruciarsi, va avanti dieci anni di più. »


Il 25 marzo 2010 partecipa all'evento Raiperunanotte, dove si esprime in modo molto critico nei confronti della società odierna.

Il 29 novembre dello stesso anno Monicelli si suicida gettandosi da una finestra del reparto di urologia dell'Ospedale San Giovanni in Roma, dove era ricoverato.

Riconoscimenti

Mario Monicelli riceve l'Alabarda d'oro alla carrieraPremi cinematografici
Mostra del Cinema di Venezia
1959: Leone d'oro al miglior film - La grande guerra
1985: Premio Pietro Bianchi
1991: Leone d'oro alla carriera
Festival di Berlino
1957: miglior regista - Padri e figli
1976: miglior regista - Caro Michele
1982: miglior regista - Il marchese del Grillo
David di Donatello
1976: miglior regista - Amici miei
1977: miglior regista - Un borghese piccolo piccolo
1986: miglior regista e miglior sceneggiatura - Speriamo che sia femmina
1990: miglior regista - Il male oscuro
2005: David speciale
Nastri d'argento
1959: migliore sceneggiatura - I soliti ignoti
1977: migliore sceneggiatura - Un borghese piccolo piccolo
1982: migliore sceneggiatura - Il marchese del Grillo
1986: miglior regista e migliore sceneggiatura - Speriamo che sia femmina
Premio Oscar
1960: nomination per La grande guerra
Festival Europa Cinema di Viareggio
2005: premio Fellini 8½ Platinum Award for Cinematic Excellence
Premio "Città di Trieste"
2009: Alabarda d'oro alla carriera

Onorificenze
Medaglia d'oro ai benemeriti della cultura e dell'arte

— Roma, 25 febbraio 2000
Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana

— Roma, 22 marzo 1994
Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana

— Roma, 27 aprile 1987. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri

Filmografia
Regista
I ragazzi della via Paal (1935)
Pioggia d'estate (1937)
Totò cerca casa, con Steno (1949)
Al diavolo la celebrità, con Steno (1949)
È arrivato il cavaliere, con Steno (1950)
Vita da cani, con Steno (1950)
Guardie e ladri, con Steno (1951)
Totò e i re di Roma, con Steno (1952)
Totò e le donne, con Steno (1952)
Le infedeli, con Steno (1953)
Proibito (1954)
Un eroe dei nostri tempi (1955)
Totò e Carolina (1955)
Donatella (1956)
Il medico e lo stregone (1957)
Padri e figli (1957)
I soliti ignoti (1958)
Lettere dei condannati a morte (1959)
La grande guerra (1959)
Risate di gioia (1960)
Boccaccio '70 (1962) - episodio Renzo e Luciana
I compagni (1963)
Alta infedeltà (1964) - episodio Gente moderna
Casanova '70 (1965)
Le fate (1966) - episodio Fata Armenia
L'armata Brancaleone (1966)
La ragazza con la pistola (1968)
Capriccio all'italiana (1968) - episodio La bambinaia
Toh, è morta la nonna! (1969)
Le coppie (1970) - episodio Il frigorifero
Brancaleone alle crociate (1970)
La mortadella (1971)
Vogliamo i colonnelli (1973)
Romanzo popolare (1974)
Amici miei (1975)
Caro Michele (1976)
Signore e signori, buonanotte, con Luigi Comencini, Nanni Loy, Luigi Magni ed Ettore Scola (1976)
Un borghese piccolo piccolo (1977)
I nuovi mostri (1977) - episodi Autostop e First Aid
Viaggio con Anita (1979)
Temporale Rosy (1980)
Camera d'albergo (1981)
Il marchese del Grillo (1981)
Amici miei atto II (1982)
Bertoldo, Bertoldino e... Cacasenno (1984)
Le due vite di Mattia Pascal (1985)
Speriamo che sia femmina (1986)
I picari (1988)
La moglie ingenua e il marito malato (1989) - film TV
12 registi per 12 città (1989) - documentario, episodio Verona
Il male oscuro (1990)
Rossini! Rossini! (1991)
Parenti serpenti (1992)
Cari fottutissimi amici (1994)
The Royal Affair (1995)
Facciamo paradiso (1995)
Esercizi di stile (1996) - episodio Idillio edile
Topi di appartamento (1997) - cortometraggio
I corti italiani (1997) - episodio Topi di appartamento
Panni sporchi (1999)
Un amico magico: il maestro Nino Rota (1999) - documentario
Come quando fuori piove (2000) - miniserie TV
Un altro mondo è possibile (2001) - documentario collettivo
Lettere dalla Palestina (2002) - docu-drama collettivo
Firenze, il nostro domani (2003) - documentario collettivo
Le rose del deserto (2006)
Vicino al Colosseo... c'è Monti (2008) - cortometraggio documentaristico
La nuova armata Brancaleone (2010) - cortometraggio, solo credito

Sceneggiatore
I ragazzi della via Paal (1935)
Pioggia d'estate (1937)
La granduchessa si diverte (1940)
Brivido (1941)
La donna è mobile (1942)
Cortocircuito (1943)
Il sole di Montecassino (1945)
Aquila nera (1946)
Gioventù perduta (1947)
La figlia del capitano (1947)
Il corriere del re (1947)
Follie per l'opera (1948)
I Miserabili (1948)
L'ebreo errante (1948)
Il cavaliere misterioso (1948)
Accidenti alla guerra!... (1948)
Totò cerca casa (1949)
Il lupo della Sila (1949)
Il conte Ugolino (1949)
Al diavolo la celebrità (1949)
Come scopersi l'America (1949)
Follie per l'opera (1949)
È arrivato il cavaliere (1950)
Il brigante Musolino (1950)
Botta e risposta (1950)
L'inafferrabile 12 (1950)
Vita da cani (1950)
Soho Conspiracy (1950)
Vendetta... sarda (1951)
Totò e i re di Roma (1951)
Tizio, Caio, Sempronio (1951)
È l'amor che mi rovina (1951)
Core 'ngrato (1951)
Il tradimento (1951)
Accidenti alle tasse!! (1951)
Amo un assassino (1951)
Guardie e ladri (1951)
Totò e le donne (1952)
Totò a colori (1952)
Cinque poveri in automobile (1952)
Cani e gatti (1952)
Un turco napoletano (1953)
Il più comico spettacolo del mondo (1953)
Cavalleria rusticana (1953)
Le infedeli (1953)
Perdonami (1953)
Giuseppe Verdi (1953)
Violenza sul lago (1954)
Guai ai vinti (1954)
Proibito (1954)
Totò e Carolina (1955)
Un eroe dei nostri tempi (1955)
Donatella (1956)
La donna più bella del mondo (1955)
Il medico e lo stregone (1957)
Padri e figli (1957)
I soliti ignoti (1958)
Ballerina e Buon Dio (1958)
La grande guerra (1959)
Risate di gioia (1960)
A cavallo della tigre (1961)
Boccaccio '70 (1962) - segmento Renzo e Luciana
Frenesia dell'estate (1963)
I compagni (1963)
Casanova '70 (1965)
I nostri mariti (1966) - segmento Il Marito di Olga
L'armata Brancaleone (1966)
Toh, è morta la nonna! (1969)
Brancaleone alle crociate (1970)
Le coppie (1970)
Vogliamo i colonnelli (1973)
Romanzo popolare (1974)
Gran bollito (1977)
Un borghese piccolo piccolo (1977)
Temporale Rosy (1980)
Camera d'albergo (1981)
Il marchese del Grillo (1981)
Amici miei atto II (1982)
Bertoldo, Bertoldino e... Cacasenno (1984)
Le due vite di Mattia Pascal (1985)
Speriamo che sia femmina (1986)
I picari (1988)
Il male oscuro (1990)
Rossini! Rossini! (1991)
Parenti serpenti (1992)
Cari fottutissimi amici (1994)
Facciamo paradiso (1995)
Panni sporchi (1999)
Un amico magico: il maestro Nino Rota (1999) - documentario
Come quando fuori piove (2000) - miniserie TV
Le rose del deserto (2006)
Vicino al Colosseo... c'è Monti (2008) - cortometraggio documentaristico
La nuova armata Brancaleone (2010) - cortometraggio, solo credito

Attore
Rue du Pied de Grue, regia di Jean-Jacques Grand-Jouan (1979)
La vera vita di Antonio H., regia di Enzo Monteleone (1994)
Il ciclone, regia di Leonardo Pieraccioni (1996) - Gino Guarini - voce
Sotto il sole della Toscana (Under the Tuscan Sun), regia di Audrey Wells (2003)
Nanà, regia di Giuseppe Varlotta (2004)
SoloMetro, regia di Marco Cucurnia (2007)











E' UN TEMPO INFINITO DI PIOGGIA....NON SIAMO ABITUATI, IO METEREOPATICA PER CUI....

Invernale sole costiero

Sole,
sconfinato sole,
scolpito sulla roccia
annusata dalle capre.
Sole,
nell'immobilità dell'aria
che gli spazi tintinna
e addormenta le onde.
Sole,
bianco,trasportato sulla pelle,
nero,per chi mi sta di fronte.
Sole,
laborioso e solo
nella fatica che non l'appartiene.
Fino alla sera,
ad accendere fuochi,
a pizzicare il mare,
a stringere intorno
quel certo calore.
Semplice abbondanza,
ma tu quanto
mi mancavi.

18-1-98 Maria Serritiello

da "La via del mare"

giovedì 25 novembre 2010



Francesco Nuti (Prato, 17 maggio 1955) è un regista, attore, sceneggiatore e produttore italiano

Francesco Nuti inizia la propria carriera artistica quando è ancora studente, esibendosi come attore dilettante con monologhi che egli stesso scrive, continuando anche dopo essere stato assunto come operaio in un'industria tessile di Prato.[1] Sul finire degli anni settanta entra a far parte del gruppo cabarettistico dei Giancattivi, già formato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci. In quegli anni il trio partecipa a trasmissioni televisive di successo come Black Out e Non Stop. Sempre con i Giancattivi, sotto la direzione dello stesso Benvenuti, compie il suo esordio cinematografico nel 1981, con il film Ad ovest di Paperino che ripropone parte del repertorio del gruppo.

Nel 1982 Nuti abbandona il trio e inizia la carriera solista con alcuni film diretti da Maurizio Ponzi: Madonna che silenzio c'è stasera (1982), Io, Chiara e lo scuro (1983) e Son contento (1983), che gli danno una certa notorietà, in particolare per il ruolo del giocatore di biliardo nel secondo dei tre film con cui si aggiudica il David di Donatello ed il Nastro d'Argento come migliore attore protagonista

In seguito Nuti passa anche dietro alla macchina da presa e con il suo primo film, Casablanca, Casablanca (1985) – ideale seguito di Io Chiara e lo scuro – vince il premio come miglior regista esordiente al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián e il secondo David di Donatello come miglior attore.[2] Realizza successivamente altre pellicole di successo: Tutta colpa del Paradiso (1985), Stregati (1986), Caruso Pascoski di padre polacco (1988), Willy Signori e vengo da lontano (1990), Donne con le gonne (1991).

Nello stesso periodo si dedica anche alla musica. Nel 1988 partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Sarà per te – in seguito incisa anche da Mina – e duettando con Mietta nel brano Lasciamoci respirare, composto dal cantautore Biagio Antonacci ed inciso nel 1992.

Nel 1994 dirige ed interpreta l'ambizioso OcchioPinocchio che purtroppo non incontra i favori del pubblico. In seguito torna a fare film che riprendono il filone che ha decretato il suo successo, ma senza ripeterne i fasti: Il signor Quindicipalle (1998), Io amo Andrea (2000) e Caruso, zero in condotta (2001) ottengono infatti tiepidi consensi ai botteghini, non paragonabili a quelli della seconda metà degli anni ottanta.

Il declino commerciale diventa presto anche declino personale: negli anni successivi, infatti, Nuti comincia a soffrire di depressione, tenta il suicidio e ha gravi problemi di alcolismo. Il 12 maggio 2006 è protagonista di un'intervista a Radio 24 che viene interrotta anticipatamente a causa del suo stato di forte alterazione.

L'incidente

Alla vigilia del ritorno sul set per girare il film da tempo annunciato, Olga e i fratellastri Billi, con Sabrina Ferilli e Isabella Ferrari, il 2 settembre 2006 Nuti entra in coma a causa di un ematoma cranico dovuto ad un incidente domestico e viene ricoverato e operato d'urgenza alla testa presso il Policlinico Umberto I di Roma.

Il 24 novembre dello stesso anno esce dal coma e viene trasferito nell'ospedale Versilia di Lido di Camaiore, centro specializzato nella riabilitazione neuromotoria. Nel maggio 2007, alcune notizie di stampa, affermano un miglioramento di Nuti e la possibilità che torni a camminare.

Ai primi di giugno del 2008, l'ex moglie Annamaria Malipiero da cui ha avuto la figlia Ginevra nel 1999, comunica che l'attore è uscito dall'ospedale e continua la riabilitazione.

A febbraio 2009 il fratello Giovanni rilascia un'intervista al quotidiano di Firenze La Nazione, annunciando il ritorno a casa di Francesco e, nel maggio dello stesso anno, durante la presentazione del saggio di Matteo Norcini Francesco Nuti. La vera storia di un grande talento, dichiara che con Francesco ha iniziato a scrivere un libro di poesie intitolato Poesie raccolte. Intanto l'amico Giovanni Veronesi, già collaboratore di molti suoi film, esprime la volontà di portare nelle scuole italiane i film di Francesco Nuti.

Nel giugno 2009 la Cineteca Nazionale gli dedica una retrospettiva alla Sala Trevi di Roma.

Un documentario a lui dedicato dal titolo Francesco Nuti... e vengo da lontano viene presentato al Festival Internazionale del Film di Roma 2010. Il comunicato che annuncia il documentario contiene anche aggiornamenti sullo stato di salute del regista: costretto su una sedia a rotelle e muto dal giorno dell'incidente.[11] Nell'occasione il fratello ha affermato di sentire «un sentimento nuovo e forte: il compito di ridare voce a mio fratello, compito impossibile per il medico.»

Il 18 novembre 2010 l'attore e regista riappare in pubblico al cinema Eden di Prato per presentare il suo CD Le note di Cecco, realizzato con il fratello Giovanni e con Marco Baracchino.

Filmografia

Regista

Casablanca, Casablanca (1985)
Tutta colpa del paradiso (1985)
Stregati (1986)
Caruso Pascoski di padre polacco (1988)
Willy Signori e vengo da lontano (1990)
Donne con le gonne (1991)
OcchioPinocchio (1994)
Il Signor Quindicipalle (1998)
Io amo Andrea (2000)
Caruso, zero in condotta (2001)

Sceneggiatore

Madonna che silenzio c'è stasera, regia di Maurizio Ponzi (1982)
Io, Chiara e lo scuro, regia di Maurizio Ponzi (1982)
Son contento, regia di Maurizio Ponzi (1983)
Casablanca, Casablanca, regia di Francesco Nuti (1985)
Tutta colpa del paradiso, regia di Francesco Nuti (1985)
Stregati, regia di Francesco Nuti (1986)
Caruso Pascoski di padre polacco, regia di Francesco Nuti (1988)
Willy Signori e vengo da lontano, regia di Francesco Nuti (1990)
Donne con le gonne, regia di Francesco Nuti (1991)
OcchioPinocchio, regia di Francesco Nuti (1994)
Il Signor Quindicipalle, regia di Francesco Nuti (1998)
Io amo Andrea, regia di Francesco Nuti (2000)
Caruso, zero in condotta, regia di Francesco Nuti (2001)

Attore

ad ovest di Paperino, regia di Alessandro Benvenuti (1981)
Madonna che silenzio c'è stasera, regia di Maurizio Ponzi (1982)
Io, Chiara e lo scuro, regia di Maurizio Ponzi (1982)
Son contento, regia di Maurizio Ponzi (1983)
Sogni e bisogni, regia di Sergio Citti (1984) - film TV
Casablanca, Casablanca, regia di Francesco Nuti (1985)
Tutta colpa del paradiso, regia di Francesco Nuti (1985)
Stregati, regia di Francesco Nuti (1986)
Caruso Pascoski di padre polacco, regia di Francesco Nuti (1988)
Willy Signori e vengo da lontano, regia di Francesco Nuti (1990)
Donne con le gonne, regia di Francesco Nuti (1991)
OcchioPinocchio, regia di Francesco Nuti (1994)
Il Signor Quindicipalle, regia di Francesco Nuti (1998)
Io amo Andrea, regia di Francesco Nuti (2000)
Caruso, zero in condotta, regia di Francesco Nuti (2001)
Concorso di colpa, regia di Claudio Fragasso (2005)
Produttore

Maramao (1987)
Io amo Andrea (2000)

Premi
"Nastro d'Argento" come miglior attore protagonista per il film Io, Chiara e lo scuro (1983)
"Vittorio De Sica" nella sezione "Cinema italiano" (1983)
"David di Donatello" per il miglior attore per il film Io, Chiara e lo scuro (1983)
"David di Donatello" per il miglior attore per il film Casablanca, Casablanca (1985)
"Europa Cinema" premio speciale "Bentornato Francesco" (2005)

Bibliografia
Matteo Norcini, Francesco Nuti. La vera storia di un grande talento, Empoli, Ibiskos Editrice Risolo, 2009.
Morando Morandini; et al., Il Morandini 2009. Dizionario dei film, Bologna, Zanichelli, 2009






64° Edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno

64° Edizione del Festival Internazionale del Cinema di Salerno

martedì 23 novembre 2010



Gianfranco Jannuzzo, talvolta indicato come Iannuzzo (Agrigento, 7 dicembre 1954), è un attore teatrale e commediografo italiano, attivo anche in cinema e televisione.

È stato sposato dal 1989 con la conduttrice televisiva Gabriella Carlucci, dalla quale si è poi separato.

Autore di testi propri, nel 1988 gli è stato assegnato il premio Il Fiore

Gianfranco Jannuzzo è nato ad Agrigento. Nel 1967, giovanissimo, si trasferisce con la famiglia a Roma. Iniziati gli studi universitari, frequenta il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche, diretto da Gigi Proietti. Diplomatosi nel 1982, partecipa ai varietà televisivi della Rai "Attore amore mio" e "A come Alice", per la regìa di Antonello Falqui. E sempre per la stessa regìa, partecipa alle commedie musicali "Applause". Continua con "Tito Andronico" di W. Shakespeare insieme a Turi Ferro per la regìa di Gabriele Lavia.

Continua con "Tito Andronico" di W. Shakespeare insieme a Turi Ferro per la regìa di Gabriele Lavia. [1]:

Teatro

Come mi piace, di e con Gigi Proietti (1983-1984)
La Venexiana, di anonimo del Cinquecento, con Valeria Moriconi, regia di Maurizio Scaparro (stagioni 1984-1985 e 1985-1986)
Bagna & Asciuga, testo proprio, regia di Pino Quartullo (1987)
C'è un uomo in mezzo al mare, testo proprio, regia di Pino Quartullo (1988-1989 e 1989-1990)
Gli attori lo fanno sempre, di Terzoli e Vaime, con Gino Bramieri, regia di Pietro Garinei (1989)
Foto di gruppo con gatto, regia di Pietro Garinei
Se un bel giorno all'improvviso, di Iaia Fiastri, regia di Pietro Garinei
Alle volte basta un niente, testo proprio scritto in coppia con Enrico Vaime, con Claudia Koll, regia di Pietro Garinei (1995-1996 e 1996-1997)
Due ore sole ti vorrei, commedia con musiche scritta da Vaime e Verde, regia di Pietro Garinei (1998-1999 e 1999-2000)
Se devi dire una bugia dilla grossa, di Ray Cooney, con Paola Quattrini, Fabio Testi, Anna Falchi e Cesare Gelli, regia di Pietro Garinei.
È molto meglio in due, di Iaia Fiastri, con Lorenza Mario e Paola Quattrini, coreografie di Gino Landi e regia di Pietro Garinei (2002-2003).
Nord & Sud, one-man-show scritto con Renzino Barbera, regia di Pino Quartullo (dal 2003 al 2005)
Liolà, di Luigi Pirandello, con Manuela Arcuri, regia di Gigi Proietti (2006-2007)
Il divo Garry, con Daniela Poggi, regia di Francesco Macedonio
Girgenti, amore mio, di Gianfranco Jannuzzo e Angelo Gallipo, regia di Pino Quartullo 2009-2010


Televisione

Ha debuttato in televisione negli varietà di Antonello Falqui Attore amore mio e A come Alice. Per la televisione è stato poi in trasmissioni televisive di Paolo Limiti e nel varietà di Antonio Amurri e Dino Verde, Barbera e Jannuzzo, Carnevale, presentato con Edwige Fenech, e con regia di Furio Angiolella.

Altri lavori:

Ti ho adottato per simpatia (1991)
Non ho l'età 2 (2002, miniserie televisiva)
Il capo dei capi (2007, miniserie televisiva)

Filmografia

Vanille fraise (1989)
Bugie rosse (1993)
Locride, Calabria (2000)
Tornare indietro (2002)
Il papà di Giovanna (2008)
Io ricordo (2008, sé stesso

POSTO ALCUNI PEZZI DIVERTENTISSIMI TRATTI DALLO SPETTACOLO "DA NORD A SUD"












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lunedì 22 novembre 2010


LA RECENSIONE
DI MARIA SERRITIELLO

Aureliano Amadei è un giovane ventottenne, anarchico e antimilitarista, in cerca d’ identità sociale e lavorativa. Vive in famiglia, con la madre, i genitori sono separati, ha una fidanzata brasiliana ma lontana e un’amica affettuosa, invece vicina, Claudia, che lo affianca, lo soccorre, e molto spesso è anche sua compagna di letto. La sua vita scorre normale tra la frequentazione di un centro sociale e il desiderio di fare esperienza nel campo cinematografico. L’occasione si presenta quando il suo amico, Stefano Rolla, gli offre la possibilità di stargli accanto, come aiuto regista, per girare un film in Iraq, sulla missione di pace dei nostri soldati. Accetta, senza neanche pensare alla concezione della guerra avuta fino a quel momento e nonostante la preoccupazione di tutti, soprattutto la madre e Claudia, parte. Appena a Nassiriya comincia a capire che quella non è una missione di pace ma di vera guerra e il ripensamento che gli attraversa la mente, viene fugato dall’entusiasmo della nuova esperienza e dalla conoscenza dei soldati, giovani quanto lui. 20 sigarette in un pacchetto non sono molte, ma Aureliano non riuscirà a finirle perché si troverà al centro del tragico attentato, costato la morte a 19 italiani nel 2003.

Commento

20 Sigarette è un film che colpisce direttamente al cuore, perché si sa che è maledettamente vero, si conosce la trama, si comprende l’epilogo e si ricordano i nomi dei personaggi, fissati nella memoria di ciascun italiano. Il 12 novembre 2003, in un attentato suicida, morirono 23 persone, tra loro 19 erano italiani, di cui 12 carabinieri, 5 soldati dell’esercito e due civili, uno solo, tra i civili, il superstite: Aureliano Amadei. Ed è proprio grazie a lui, che di questo film è il regista e prima ancora l’autore del libro, da cui è stato tratto il soggetto filmico, che il pubblico si trova improvvisamente nella furia dell’attentato. Il crudo realismo della scena madre, quella che segue dopo lo scoppio del camion, ripresa interamente a mano, è di una lunghezza estenuante per come fa entrare nella carne l’orrore di quel colpo mortale, sferrato contro i nostri soldati. Non c’è retorica in ciò che si vede rappresentato, ma onestà descrittiva, chi ha diretto il film l’ha vissuto e vuole raccontarcelo così com’è stato. Aureliano a Nassiriya non finirà di fumare il pacchetto ma riuscirà a farlo in seguito, come non è stato più possibile per i 19 compatrioti. Adatto il commento musicale di Louis Siciliano, che sottolinea con perizia gli accadimenti. Il film senza eccessi denuncia in modo sotteso l’inutilità della guerra e manifesta agli italiani che la missione di pace a cui si crede disinvoltamente in patria, ha tutti i rischi di una missione di guerra. Già premiato nella sezione “Controcampo” al festival del Cinema di Venezia,(14 minuti di applausi), si è aggiudicato anche il “Gran Trofeo Ignazio Rossi”al 64° Festival Internazionale del Cinema di Salerno, svoltosi dal 15 al il 20 novembre.

Interpreti

A Vinicio Marchioni, l’Aureliano cinematografico, per l’interpretazione del ruolo, la giuria del Festival del Cinema di Venezia ha deciso di assegnare una menzione speciale. Il premio ci sta tutto, Vinicio, con disinvolta bravura, si è calato nei panni del vero protagonista, caratterizzandolo in maniera egregia. Brava anche Carolina Crescentini nei panni di Claudia, Giorgio Colangeli in quelli del regista, Stefano Rolla, rimasto ucciso e tutto il cast che ruota intorno al personaggio principale.

Il Regista

Aureliano Amadei si è trovato nella curiosa situazione di essere il regista del film che lui stesso ha scritto "20 Sigarette a Nassirya", in seguito alla vicenda da lui vissuta. Se l’è cavata in modo eccellente e il suo lavoro già gli ha fruttato due importanti riconoscimenti: Festival del Cinema di Venezia e Salerno. Il bastone a cui si appoggia per poter camminare con una certa scioltezza è una conseguenza dello scoppio mortale che gli ha polverizzato la caviglia, gli ha perforato il timpano ed è gli ha sparso centinaia di schegge, ancora persistenti, su tutto il corpo.

La Polemica

La polemica è montata in seguito alle ventilate pressioni del ministero della difesa, per dare uno stop al film. Pressioni pare ci siano state anche presso i familiari delle vittime, per non fare accettare il film.

Curiosità

*L’ambiente geografico di Nassiriya è stato ricostruito interamente in Marocco.

**Dopo il successo di “20 sigarette a Nassiriya” a breve uscirà un altro libro di Aureliano Amadei: una biografia sul pugile Tiberio Mitri, che interruppe la carriera sportiva, dopo lo scontro con Jack La Motta e intraprese una fortunatissima carriera di attore.

***Aureliano Amadei, nato a Roma nel 1975, debuttò a 5 anni come attore protagonista, nel film tv , “Progetti di allegria”, di Vittorio De Sisti.

Ciò che pensa l’autore, regista del film

«Non voglio che l'argomento principale del film sia la politica, di certo davanti a un evento del genere non è possibile rimanere invariati: le mie ideologie non sono cambiate, sono contrario alle missioni italiane all'estero e mi piacerebbe un'Italia senza esercito, ma ho scoperto l'umanità e imparato come sia impossibile giudicare delle situazioni che coinvolgono esseri umani solo sulla base delle ideologie».
Le frasi del film

“Voi in Italia non sapete niente di cosa stia succedendo qui!”

“Volete la bistecca, no? E non vi importa poi di come sia stata macellata la mucca.

“Ho smesso tante cose, non sono riuscito a smettere di fumare”



Spunti di riflessione

Sappiamo tutti che non sono missioni di pace in assoluto, eppure continuiamo a crederci. Perché?

Regia: Aureliano Amidei

Attori:Vinicio Marchioni, Carolina Crscentini, Giorgio Colangeli, Orsetta de Rossi, Alberto Basaluzzo, Edoardo Pesce

Giudizio

Ottimo



Maria Serritiello
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CARMINE FARACO IN "CABAROCK"
DI MARIA SERRITIELLO
Marcia trionfale per la stagione teatrale 2010-2011 “Che comico” al teatro Ridotto di Salerno. Il 13 ed il 14 novembre è stata la volta di Carmine Faraco, “l’uomo dei 'pecchè', in Cabarock”.

“Negli anni ’60-70 in Inghilterra, nascevano i Genesis, i Pink Floyd i Deep Purple e contemporaneamente in Italia nasceva Orietta Berti. La domanda non è chi è, è pecchè, pecchè Orietta Berti è toccata a noi?”

Così comincia al “Ridotto” la gag di Carmine Faraco e per quasi due ore si assiste ad un crescendo di battute che non lasciano tregua alla risata. Il cabarettista, noto per aver partecipato, tra l’altro, a spettacoli televisivi di successo come: “Gigi questo sono io” e “Colorado Caffè”, ha una comicità particolare che si differenzia dai monologhi degli altri cabarettisti di scuola napoletana. Dietro alla sua analisi comica–sentimentale delle maggiori canzoni italiane e ad ogni divertente battuta si scorgono la sua passione per la musica e la competenza che ne deriva. Faraco, infatti, prima di diventare il divertente cabarettista che è, ha fatto tanto piano bar, veniva definito il “Re del night” e proverbiale è la sua capacità di suonare qualsiasi strumento musicale Sul palco si presenta semplicemente, con maglietta nera a mezze maniche e pantaloni attillati di pelle dello stesso colore, come un rocchettaro anni 70, con un sorriso accattivante ed un ciuffo che gli copre mezza faccia ed è immediata empatia con il pubblico. Il suo monologo, lo si capisce subito, è frutto di una ricerca accurata di testi delle canzoni, un approfondito studio dei paradossi contenuti nei brani più cantati, per cui nessuno dei cantanti e delle canzoni si salva. Ogni testo, dagli anni ’50 ad oggi, preso in esame, viene scomposto per l’analisi logica e grammaticale, cosicché il pubblico ascolta le melodie, le canta in coro, si diverte e benevolmente applaude ogni passaggio divertente. Un lavoro intelligente, quello di Carmine Faraco, che affida la sua comicità al buon gusto e alla parola contenuta, priva di qualsiasi volgarità, quella stessa che è la farcia dei molti spettacoli in giro. Per far ridere basta la sua leadership prorompente e accattivante che irrompe sulla scena con forza. Non è un comico dell’ultima ora, la sua è una comicità forgiata da una lunga gavetta svolta anche in umiltà, che gli ha consentito la sicurezza e la capacità di mantenere in modo egregio la scena. Interloquisce simpaticamente con il pubblico, quello del “Ridotto” è particolarmente abituato allo show- nello show, così non si sottrae e gli dà man forte, per cui lo spettacolo diventa interattivo e personalizzato. Un napoletano, Carmine Faraco che si occupa sopratutto di musica, com’è giusto che sia, ma con l’ironica intelligenza che lo contraddistingue.

Carmine Faraco (Napoli 1962) è un attore cabarettista italiano. Ha partecipato alla seconda e terza edizione del Seven Show e alle edizioni 2007, 2008, 2009, di Colorado Caffè e al Maurizio Costanzo Show.

Nel marzo 2010 ha partecipato allo show di Gigi D'Alessio "Gigi - Questo sono io".

Ha preso parte a numerosi film tra cui :Un sacco bello, Ricomincio da tre, In viaggio con papà, Il tassinaro, Così parlò Bellavista, Il mistero di Bellavista, Un uomo perbene, Mi manda Picone

Prossimo appuntamento al “Ridotto”, il 27- 28 Novembre, con Fabian Grutt, Mago Mancini, Sergio Giuffrida, Filippo Giardina in “Comici liberi show”

Maria Serritiello
www.lapilli.eu



venerdì 19 novembre 2010




Dal 2001 l'organizzazione WTO promuove il 19 novembre il World Toilet Day in tutti gli stati affiliati

L'Organizzazione Mondiale della Toilette (WTO - World Toilet Organization) è un'organizzazione non-profit per migliorare le condizioni igienico sanitarie delle toilette nel mondo. È una delle poche organizzazioni che si concentrano sui bagni, invece che sull'acqua, che invece riceve molta più attenzione per quanto riguarda l'igienizzazione . Fondata nel 2001, con sede a Singapore conta al 2008 151 organizzazioni membro in 53 nazioni


giovedì 18 novembre 2010


il 18 novembre 1978, il reverendo Jim Jones annunciò alla comunità che "per difendersi dall'imminente invasione delle forze del Male" tutti i fedeli del People's Temple avrebbero dovuto uccidersi: fece distribuire un cocktail di Flavor Aid al cianuro, dopo aver loro promesso un aldilà utopistico.

Il reverendo venne trovato morto con un colpo di proiettile alla testa; attorno a lui giacevano i corpi di 911 persone. I sopravvissuti del People's Temple furono
122,tra cui il figlio di Jones


James Warren Jones conosciuto come Jim Jones (Lynn, 13 maggio 1931 – Jonestown, 18 novembre 1978) è stato un predicatore statunitense. Fondatore della congregazione religiosa Tempio del popolo (Peoples Temple), è conosciuto per avere indotto 911 membri della sua congregazione, anche bambini e neonati, ad uno spaventoso massacro e suicidio di massa a Jonestown (Guyana), e per avere fatto uccidere nove persone nella vicina pista aerea di atterraggio, tra cui un deputato del Congresso degli Stati Uniti.

Origini

Jim Jones nacque a Lynn, un piccolo villaggio situato nel confine dell'Ohio. Suo padre, James Jones, iscritto al Ku Klux Klan, era tornato dalla prima guerra mondiale con un problema al polmone talmente grave che gli fu riconosciuta l'invalidità.

L'indigenza della famiglia spinse Jim a frequentare le chiese del villaggio, appassionandosi ad improvvisare dei sermoni con gli amici e a bacchettare chi facesse rumore durante il salmo. Più tardi lasciò Lynn per andare a lavorare come inserviente nell'ospedale "Reid Memorial" a Richmond (Indiana). Lì conobbe Marceline Baldwin, sua futura moglie che lo accompagnerà fino alla fine della sua vita.

Si trasferì con Marceline a Indianapolis dove fondò la sua prima chiesa, People's Temple Christian Church.

Proselitismo

Alla ricerca di adepti Jones si spostò continuamente negli Stati Uniti. A Mendocino, in California, fondò una cooperativa agricola. Nel 1972, si trasferì a San Francisco.

La comunità - che si batteva contro la speculazione edilizia e gli sfratti, propugnando una sorta di socialismo apostolico - raccolse numerosi diseredati, soprattutto di colore.

Jones appoggiò il candidato democratico George Moscone, che venne eletto sindaco di San Francisco; quest'ultimo nominò Jones membro della Commissione interna comunale.

Ma Jones iniziava a dare segni di squilibrio; asseriva di essere in grado di compiere miracoli e le prime voci di molestie sessuali nei confronti di alcuni adepti cominciarono a diffondersi.

Il trasferimento in Guyana

Messo sotto accusa da più parti, Jones si accordò segretamente con il governo della Guyana per ottenere alcuni lotti di terreno nella giungla. Nell'estate del 1977, più di mille persone si trasferirono con un ponte aereo di cargo e voli charter nella nuova "terra promessa" di Jonestown, voluta e creata dal reverendo in mezzo alla fitta vegetazione e isolata dal mondo esterno. Jones scelse quel posto perché lo riteneva luogo ideale per pregare e salvarsi da un olocausto nucleare.

Nel 1978 il deputato del Congresso Leo Ryan si recò in visita a Jonestown assieme ad un gruppo di giornalisti per verificare cosa accadesse nella comunità; durante la sua permanenza, ricevette un biglietto di aiuto e denuncia per le condizioni di schiavitù in seno alla comunità. Ma le guardie del corpo di Jones scoprirono il tradimento e uccisero a colpi di mitra il deputato e la sua scorta vicino all'aereo prima del decollo.

Notorietà successiva

Alla folle e diabolica personalità di Jones ed al massacro di Jonestown si ispirano canzoni heavy metal dei Manowar ("Guyana Cult Of The Damned" nell'album Sign of the Hammer) e death metal dei Deicide nel loro primo album. Anche un gruppo di rock psichedelico ha come nome: The Brian Jonestown Massacre.

Inoltre il film di Umberto Lenzi Mangiati vivi! si ispira a Jim Jones e al massacro della sua setta.









mercoledì 17 novembre 2010

ALL'IMPROVVISO, IN UNA GIORNATA DI PIOGGIA CHE NON VEDE LA FINE ....
HO VOGLIA DI GENE KELLY, FRED ASTAIRE GINGER ROGERS E DEL BALLO RAFFINATO CHE LORO ESPRIMEVANO















NATALINO RUOCCO E' UN CANTANTE DELLA PIU'NOBILE TRADIZIONE NAPOLETANA.LA SUA VOCE E'PASSIONALE,POPOLARE,PULITA, QUANDO INTONA LE NOTE ED IL SUO CANTO E' UNA CAREZZA IN MUSICA.
E' NATO IL 7 MAGGIO DEL 1957 A TORRE DEL GRECO E VIVE NELLA CITTA' CON LA FAMIGLIA.

CONOSCO NATALINO DA MOLTI ANNI E VOGLIO POSTARE NEL MIO BLOG,PER CONDIVIDERE CON QUANTI MI LEGGONO, IL DONO DELLA SUA VOCE

P.S. IN FB CI SONO I SUOI PEZZI ASCOLTARLI PER CREDERE

martedì 16 novembre 2010



Carlo Verdone (Roma, 17 novembre 1950) è un regista, sceneggiatore, attore, produttore cinematografico, scrittore, doppiatore e cabarettista italiano.

Biografia

Figlio dell'importante critico cinematografico Mario Verdone, e fratello del regista Luca Verdone, dopo la maturità classica al liceo Nazareno si laurea in Lettere Moderne (con il massimo dei voti) alla Sapienza di Roma, dove il padre era docente di storia del cinema (esame che dovette dare due volte perché la prima fu bocciato proprio da suo padre. Successivamente si diploma in regia al Centro sperimentale di cinematografia di Roma

Notevole è stata, specie ad inizio di carriera, la sua attività artistica rivolta al cabaret e, in particolare, alla televisione, con la partecipazione a programmi caratterizzati da un taglio innovativo (come in Non stop nel 1978, assieme a molti altri attori emergenti) in cui la figura del guitto veniva rivalutata e riportata all'antico splendore. Precedentemente aveva girato alcuni spot per la popolare trasmissione Carosello.


Il suo debutto alla regia avviene con Un sacco bello, nel 1980, film dove interpreta più personaggi, portando sul grande schermo alcuni del suo repertorio televisivo. Prodotto dal regista creatore degli spaghetti western Sergio Leone, Verdone viene da questi iniziato alle tecniche di ripresa e conduzione di un set. Il giovane regista lo considererà un maestro severissimo ma vitale. La pellicola successiva, del 1981, Bianco, rosso e Verdone, una seconda kermesse di personaggi del suo repertorio, propone la figura attempata ma divertente di Elena Fabrizi, la sorella di Aldo, meglio nota come la "Sora Lella". Come attore e regista, Verdone, dopo un inizio dedicato prettamente al genere comico, con il passare del tempo si è evoluto verso canoni più aderenti alla classica commedia all'italiana.

Da taluni è considerato l'erede naturale di Alberto Sordi (anche se lui ha negato spesso questo accostamento), per la capacità di far rivivere nel contesto degli anni ottanta una figura di abitante della capitale che, in tutte le sue sfaccettature anche contrastanti, rappresenta l'archetipo dell'italiano medio. Sordi e Verdone hanno anche girato due pellicole insieme, entrambe da loro sceneggiate con Rodolfo Sonego: In viaggio con papà, per la regia dello stesso Sordi, e Troppo forte diretto da Verdone stesso.

Dall'ultimo decennio del secolo ad oggi nella sua opera ai toni della commedia si è affiancato un registro meno comico, con un certo retrogusto amaro nella stesura delle storie e più attento ai temi della modernità, del cinismo e degli eccessi della società e del disagio dell'individuo di fronte ad essa. E la goffaggine e inadeguatezza della maschera comica ha fatto posto alle nevrosi e all'ipocondria, reazioni quasi somatiche alle pressioni di un mondo frenetico. Verdone mantiene comunque un rapporto, per così dire, privilegiato con i canoni della commedia all'italiana presenti nella tradizione, dai grandi della comicità fino ad arrivare ai dettami di un cinema più impegnato, tenendo fede ad uno stile "medioalto" che ne fa un regista ed un interprete tra più amati dal pubblico.

Oltre ai citati, i suoi film più noti sono: Compagni di scuola, una sorta di Grande freddo all'italiana, per certi versi il più compiuto dei suoi lavori; Maledetto il giorno che t'ho incontrato; Viaggi di nozze, forse il maggiore successo di pubblico; Il mio miglior nemico; Grande, grosso e Verdone, che riprende lo stile dei precedenti Un sacco bello, Bianco, rosso e Verdone e Viaggi di nozze, ovvero un film a tre episodi e tre ruoli interpretati dallo stesso Verdone.

Per quel che riguarda il teatro, vanno ricordati gli spettacoli Tali e quali e Senti chi parla.

Ha inoltre girato alcuni spot televisivi come regista, affiancato da calciatori come Roberto Baggio, Angelo Peruzzi o da attori come Ornella Muti, è stato il produttore di Zora la vampira, e il doppiatore del gatto Zorba in La gabbianella e il gatto e ha doppiato anche i figli di Leo Nuvolone, Clemente e Sisto, nel film Grande, grosso e Verdone.

Ha scritto alcuni libri autobiografici e ha girato insieme al fratello Luca alcuni documentari. Ha pure girato i videoclip delle canzoni Mi piaci di Alex Britti e Meraviglioso dei Negramaro: quest'ultima poi è stata utilizzata come colonna sonora nel film di Giovanni Veronesi Italians, del quale Verdone è stato protagonista insieme a Sergio Castellitto e Riccardo Scamarcio. In precedenza Verdone aveva lavorato con Veronesi nel dittico Manuale d'amore e Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi. Nella primavera del 2011 inizierà la lavorazione sul suo nuovo film.
Cinema [modifica]
Molte le pellicole in cui è stato diretto dal regista Giovanni Veronesi, tra cui Manuale d'amore (2005), Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi (2007), Italians (2009) e Manuale d'amore 3 (2011).

Attore

Quel movimento che mi piace tanto (1975), regia di Franco Rossetti
Una settimana come un'altra (1978), regia di Daniele Costantini
La luna (1979), regia di Bernardo Bertolucci
Un sacco bello (1980), regia di Carlo Verdone
Bianco, rosso e Verdone (1981), regia di Carlo Verdone
In viaggio con papà (1982), regia di Alberto Sordi
Borotalco (1982), regia di Carlo Verdone
Grand Hotel Excelsior (1982), regia di Castellano & Pipolo
Acqua e sapone (1983), regia di Carlo Verdone
Cuori nella tormenta (1984), regia di Enrico Oldoini
I due carabinieri (1984), regia di Carlo Verdone
7 chili in 7 giorni (1986), regia di Luca Verdone
Troppo forte (1986), regia di Carlo Verdone
Io e mia sorella (1987), regia di Carlo Verdone
Compagni di scuola (1988), regia di Carlo Verdone
Il bambino e il poliziotto (1989), regia di Carlo Verdone
Stasera a casa di Alice (1990), regia di Carlo Verdone
Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1991), regia di Carlo Verdone
Al lupo, al lupo (1992), regia di Carlo Verdone
Perdiamoci di vista (1994), regia di Carlo Verdone
Viaggi di nozze (1995), regia di Carlo Verdone
Sono pazzo di Iris Blond (1996), regia di Carlo Verdone
Gallo Cedrone (1998), regia di Carlo Verdone
La gabbianella e il gatto (1998), regia di Enzo D'Alò - (Voce)
C'era un cinese in coma (2000), regia di Carlo Verdone
Zora la vampira (2000), regia dei Manetti Bros.
Ma che colpa abbiamo noi (2002), regia di Carlo Verdone
L'amore è eterno finché dura (2004), regia di Carlo Verdone
Manuale d'amore (2005), regia di Giovanni Veronesi
Il mio miglior nemico (2006), regia di Carlo Verdone
Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi (2007), regia di Giovanni Veronesi
Grande, grosso e Verdone (2008), regia di Carlo Verdone
Italians (2009), regia di Giovanni Veronesi
Questione di cuore (2009), regia di Francesca Archibugi - (Cameo)
Io, loro e Lara (2009), regia di Carlo Verdone
Niente paura (2010), regia di Piergiorgio Gay
Manuale d'amore 3 (2011), regia di Giovanni Veronesi
Tre mariti (2011), regia di Carlo Verdone

Regista

Un sacco bello (1980)
Bianco, rosso e Verdone (1981)
Borotalco (1982)
Acqua e sapone (1983)
I due carabinieri (1984)
Troppo forte (1986)
Io e mia sorella (1987)
Compagni di scuola (1988)
Il bambino e il poliziotto (1989)
Stasera a casa di Alice (1990)
Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1991)
Al lupo, al lupo (1992)
Perdiamoci di vista (1994)
Viaggi di nozze (1995)
Sono pazzo di Iris Blond (1996)
Gallo Cedrone (1998)
C'era un cinese in coma (2000)
Ma che colpa abbiamo noi (2003)
L'amore è eterno finché dura (2004)
Il mio miglior nemico (2006)
Grande, grosso e Verdone (2008)
Io, loro e Lara (2009)
Tre mariti (2011

Sceneggiatore

Un sacco bello (1980), regia di Carlo Verdone
Bianco, rosso e Verdone (1981), regia di Carlo Verdone
In viaggio con papà (1982), regia di Alberto Sordi
Borotalco (1982), regia di Carlo Verdone
Acqua e sapone (1983), regia di Carlo Verdone
Cuori nella tormenta (1984), regia di Enrico Oldoini
Troppo forte (1986), regia di Carlo Verdone
Io e mia sorella (1987), regia di Carlo Verdone
Compagni di scuola (1988), regia di Carlo Verdone
Il bambino e il poliziotto (1989), regia di Carlo Verdone
Stasera a casa di Alice (1990), regia di Carlo Verdone
Maledetto il giorno che t'ho incontrato (1991), regia di Carlo Verdone
Al lupo, al lupo (1992), regia di Carlo Verdone
Perdiamoci di vista (1994), regia di Carlo Verdone
Viaggi di nozze (1995), regia di Carlo Verdone
Sono pazzo di Iris Blond (1996), regia di Carlo Verdone
Gallo Cedrone (1998), regia di Carlo Verdone
C'era un cinese in coma (2000), regia di Carlo Verdone
Ma che colpa abbiamo noi (2003), regia di Carlo Verdone
L'amore è eterno finché dura (2004), regia di Carlo Verdone
Il mio miglior nemico (2006), regia di Carlo Verdone
Grande, grosso e Verdone (2008), regia di Carlo Verdone
Io, loro e Lara (2009), regia di Carlo Verdone
Tre mariti (2011), regia di Carlo Verdone

Produttore

Zora la vampira (2000), regia dei Manetti Bros.
Assistente alla regia 24 ore... non un minuto di più (1973), regia di Franco Bottari (non accreditato)
Quel movimento che mi piace tanto (1975), regia di Franco Rossetti (non accreditato)

Televisione
Del resto fu un'estate meravigliosa (1977)
Non stop (1978-1979)
Al Paradise (1981)
A come Alice (1982)
Un sacco Verdone (1982)
Morto Troisi, viva Troisi! (1982)
Orgoglio coatto (1999)
Pillole, capsule e supposte (1999

Serie tv Sogni e bisogni (1985), diretto da Sergio Citti - episodio L'imbiancone

Documentari

Il castello nel paesaggio laziale (1974)
L'accademia musicale Chigiana (1975)
Dialetti miei diletti (1998)
Uomini forti (2006)
Verdone racconta Leone (2009)
Cortometraggi [modifica]
Elegia notturna (1973)
Poesia solare (1970)
Allegoria di primavera (1971)
Videoclip [modifica]
Centocittà, di Antonello Venditti
Mi piaci, di Alex Britti
Meraviglioso, dei Negramaro
Eppure sentire, di Elisa

Pubblicità

Nestlè
Invernizzi
Valtur
Agip
Campagna per la pulizia di Roma (1983) (interpreta Enzo de "Un sacco bello" ed un rabbioso imperatore Nerone)
Campagna antipirateria
Status Single
Johnson e Johnson
Italiana Petroli
Galbani

Radio

Radio anch'io (1977)
Gli altri siamo noi (1978)

Teatro

Gesta, opera di burattini scritto da Maria Signorelli, interpretato da Carlo Verdone (1971)
Pittura sul legno, scritto da Ingmar Bergman, regia di Luca Verdone (1971)
Pantagruel, di Rebelais, regia di Luca Verdone (1973)
Tali e quali, scritto e interpretato da Carlo Verdone, regia di Mauro De Sica con Daniela Ferrari e Mauro De Sica (1977)
Rimanga fra noi, diretto e interpretato da Carlo Verdone (1977)
Senti chi parla, diretto e interpretato da Carlo Verdone per la Compagnia del Piccolo Eliseo diretta da Giuseppe Patroni Griffi, con Diana Dei e Pier Luigi Ferrari (1979 - 1980)

Teatro d'opera

Il barbiere di Siviglia, diretto e interpretato da Carlo Verdone (1992)





Don Andrea Gallo (Genova, 18 luglio 1928) è un sacerdote italiano, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova.

Andrea venne attratto fin da piccolo dalla spiritualità dei salesiani di San Giovanni Bosco, ed entrò nel 1948 al loro noviziato a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici.

Nel 1953 chiese di partire per le missioni, e venne mandato in Brasile, a San Paolo, dove compì gli studi teologici. La dittatura che vigeva in Brasile lo costrinse però, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.

Continuò quindi gli studi ad Ivrea e venne ordinato presbitero il 1º luglio 1959.

Un anno dopo venne inviato come cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori. Lì cercò di introdurre una impostazione educativa diversa, cercando di sostituire i metodi unicamente repressivi con una pedagogia della fiducia e della libertà; da parte dei ragazzi c'era interesse per quel prete che permetteva loro di uscire, di andare al cinema e di vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena.

Dopo tre anni venne spostato ad altro incarico, e nel 1964 decise di lasciare la congregazione salesiana e chiese di incardinarsi nella diocesi genovese. La spiegazione addotta da don Andrea: "La congregazione salesiana si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale".

Ottenuta l'incardinazione a Genova, il cardinale Siri, arcivescovo di Genova in quel momento, lo inviò a Capraia, allora sotto l'arcidiocesi del capoluogo ligure, per svolgere l'incarico di cappellano del carcere. Due mesi dopo venne destinato in qualità di vice parroco alla parrocchia del Carmine dove rimase fino al 1970, anno in cui il cardinale Siri lo trasferì nuovamente a Capraia.

Nella parrocchia del Carmine don Andrea fece scelte di campo con gli emarginati. La parrocchia diventò un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà con i più poveri e con gli emarginati, che al Carmine trovavano un punto di ascolto.

L'episodio che provocò il trasferimento, secondo la Comunità di don Andrea, fu un incidente verificatosi nell' estate del 1970 per quanto disse durante una sua omelia domenicale. Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: don Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nell'omelia che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".

Don Andrea fu accusato di essere comunista, le accuse si moltiplicarono in breve tempo e questo sarebbe stato il motivo per cui la curia decise il suo allontanamento.

Il provvedimento dell'arcivescovo provocò nella parrocchia e nella città un movimento di protesta, ma la curia non tornò indietro e ingiunse a don Andrea di obbedire.

Tuttavia don Andrea rinunciò all'incarico offertogli all'isola di Capraia, ritenendo che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.


La Canonica della Parrocchia della SS. Trinità e di San Benedetto, sede della comunità di San Benedetto al PortoQualche tempo dopo venne accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo diede vita alla sua comunità di base, la Comunità di San Benedetto al Porto.

Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe.


Don Gallo durante la manifestazione a Verona del 25 aprile 2008Sin dal 2006 appoggia attivamente il movimento NO DAL MOLIN di Vicenza che si oppone alla costruzione di una nuova base militare Usa a Vicenza. Partecipa a varie manifestazioni che vedono la presenza di decine di migliaia di persone. In particolare da ricordare la manifestazione No Dal Molin a Vicenza del 17 febbraio 2007 che vide la presenza di oltre 130.000 persone. Più volte don Andrea si reca a Vicenza, in occasione dell'annuale Festival No Dal Molin. Il 10 maggio 2009 acquista assieme ad oltre 540 persone fisiche il terreno dove ormai da anni sorge il Presidio Permanente No Dal Molin per mettere radici sempre più profode a difesa ad oltranza del territorio e dei beni comuni.

Nel marzo del 2007 è uscito il libro "Io Cammino con gli Ultimi", scritto insieme allo scrittore genovese Federico Traversa.

Nell'aprile del 2008 ha deciso di aderire idealmente al V2-Day organizzato da Beppe Grillo
Il 27 giugno 2009 Don Gallo ha partecipato al Genova Pride 2009, lamentando le incertezze della Chiesa cattolica nei confronti degli omosessuali.
Don Gallo ha anche tenuto l'orazione funebre al funerale di Fernanda Pivano a Genova il 21 agosto 2009.
Venerdi' 4 dicembre 2009 gli è assegnato il Premio Fabrizio De Andrè consistente nel Quartaro d'oro ovvero antica moneta della Repubblica genovese. Il premio è stato consegnato presso il salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi di Genova






UNA SIGNIFICATIVA VIDEO SIGLA, TRATTA DALLA TRASMISSIONE "NIENTE DI PERSONALE"DI ANTONELLO PIROSO, ANDATA IN ONDA SU LA7 IL 14 -11-2010 SUL TEMA DELLE INTERCETTAZIONI.


sabato 13 novembre 2010





Addio alla scrittrice Maria Orsini Natale
Fu l'autrice di «Francesca e Nunziata»
Dopo De Laurentiis, Torre Annunziata piange anche l'intellettuale scomparsa a 82 anni. Dal suo libro un film

Doppio lutto in una sola giornata per Torre Annunziata, in provincia di Napoli. Dopo la scomparsa del produttore cinematografico Dino De Laurentiis, è venuto a mancare anche un altro storico personaggio della cittadina vesuviana: la scrittrice Maria Orsini Natale, malata da tempo.

L'autrice aveva 82 anni. Il suo successo è legato al romanzo di esordio «Francesca e Nunziata», un vero caso letterario, da cui è stato tratto un film di Lina Wertmuller con Sophia Loren e Giancarlo Giannini. «Francesca e Nunziata» fu tra i finalisti del Premio Strega nel 1995 e vinse il premio Oplonti e il premio Domenico

Altri libri molto apprezzati della scrittrice sono «Il terrazzo della villa rosa» del 1998, «La bambina dietro la porta» del 2000 e «Cieli di carta» del 2002. Maria Orsini Natale viveva in una antica casa tra i pini e col panorama del golfo. Appassionata di storia e cultura campana, fu anche giornalista. Per la casa editrice Avagliano ha pubblicato anche la raccolta di poesie «Canto a tre voci» nel 1999.

venerdì 12 novembre 2010



12 NOVEMBRE 2003
In un attentato suicida a Nasiriya in Iraq muoiono 23 persone, tra loro 19 sono italiani: 12 carabinieri, 5 soldati dell'esercito e 2 civili


I FATTI NELLA CRONACA DELL'EPOCA

FONTE: LA REPUBBLICA.IT

Due veicoli carichi di esplosivo contro la base dei carabinieri
dopo una sparatoria. Venti i feriti, alcuni sono gravi
Nassiriya, 10,40 del mattino
strage di italiani in Iraq
Un camion ha forzato il posto di blocco. Un cratere immenso
Quattro i kamikaze responsabili della missione suicida


Il cratere lasciato dall'esplosione

NASSIRIYA - La guerra entra nelle case degli italiani alle 8,45 del mattino. In quel momento a Nassiriya, città a sud dell'Iraq, sono le 10,45. Due palazzine in cui risiedono i carabinieri e i militari del contingente che fa parte dell'operazione "Antica Babilonia" vengono sventrate da un attacco kamikaze. Fumo, muri che crollano, sirene di ambulanze, vigili del fuoco, macchie di sangue sul selciato, persone che fuggono terrorizzate.

Poco dopo si incomincia a comprendere che cosa è accaduto: un'auto imbottita di esplosivo si è lanciata contro quello che è ritenuto dalla guerriglia irachena un obiettivo militare. C'è stata anche una sparatoria all'ingresso. Alla fine della giornata il bilancio è tragico: muoiono 12 carabinieri, quattro soldati dell'esercito e due civili. I feriti sono 20, 15 carabinieri, quattro militari e un civile. I feriti più gravi sono due militari, gli altri sono feriti in modo non grave. Ricoverata anche un carabiniere donna: è la marescialla Marilena Iacobini. La sottufficiale è effettiva nella stazione dei carabinieri di Pitigliano, in provincia di Grosseto.

I militari colpiti fanno parte della Msu, l'unità multinazionale specializzata. Sono arrivati a Nassiriya il 13 giugno.

La ricostruzione. Un camion forza il posto di blocco all'entrata della base e prosegue la sua corsa sino alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano. C'è una sparatoria. Dietro al camion irrompe l'autobomba che finisce la sua corsa esplodendo e causando l'inferno. In tarda serata il generale Giorgio Cornacchione, comandante del contingente italiano, spiegherà che a compiere l' attentato sono stati "quattro kamikaze" su due veicoli con a bordo tra i 150 ed i 300 chili di esplosivo. Gli attentatori sono stati inizialmente "fermati da difese esterne", costituiti da reti e fili spinati. "Ma il quantitativo di esplosivo - ha detto il generale - era così potente da aver distrutto quasi completamente la palazzina".


L'esplosione è potentissima, fa crollare gran parte dell'edificio e danneggia una seconda palazzina dove ha sede il comando. I vetri delle finestre del complesso vanno in frantumi. Nel cortile davanti alla palazzina molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche il deposito delle munizioni, da cui provengono forti esplosioni. Il traffico nella zona circostante è in tilt, mentre la popolazione scende in strada in preda al panico.

I primi a parlare di attentato suicida sono i giornalisti della tv araba Al Jazeera che ipotizzano uno o due mezzi impiegati dai kamikaze.

La base colpita, ribattezzata "Animal House" si trova nella vecchia sede della Camera di Commercio, sulle rive del fiume Eufrate.

Nell'esplosione sono andati distrutti anche gli uffici di un edificio dove ha sede una Ong americana, la International Medical Corps, attiva nella zona da circa sei mesi. Tra il personale della Ong vi sono almeno altri 10 feriti, tra cui lo stesso coordinatore, il britannico Ewmar Tiangle.

Gli italiani avevano già dovuto affrontare episodi di ostilità a Nassiriya lo scorso settembre. Disordini erano esplosi durante il pagamento degli stipendi ad ex militari iracheni.

La città di Nassiriya, a maggioranza sciita, è il capoluogo della provincia di Dhi-Qar (che si estende su un'area di circa 13.000 chilometri quadrati e che ha una popolazione di quasi un milione di persone). E' situata a circa 375 chilometri a sud della capitale Bagdad, ed è un centro di grande rilevanza dal punto di vista militare. Prima della guerra aveva circa 400 mila abitanti.

La città, sede di un'importante base aerea, è stata occupata dalle truppe anglo-americane all'inizio di aprile. E proprio Nassiriya è stata teatro di alcuni drammatici avvenimenti, dalla cattura della soldatessa Jessica Lynch, poi liberata da un commando in un ospedale iracheno, con una operazione che ha sollevato moltissimi dubbi, alle drammatiche immagine, provenienti proprio da Nassiriya, definite "disgustose" da un generale americano, di prigionieri di guerra e morti americani trasmesse da Al Jazeera a marzo.

La carcassa di uno dei due veicoli bomba


Sempre a Nassiriya, in aprile, dopo la liberazione, marine americani, temendo un attacco suicida, hanno sparato contro un pulmino il cui autista aveva ignorato il segnale di alt. Ma invece di candelotti il veicolo era pieno di bambini, due dei quali sono morti, mentre altri otto sono rimasti feriti.

Il 15 aprile, nei dintorni di Nassiriya, nella base aerea americana di Tallil, vicinissima alla zona archeologica di Ur, si è svolto il primo incontro tra i leader dell'opposizione irachena (un'ottantina fra sciiti, sunniti, curdi e monarchici) nel tentativo di gettare le basi della ricostruzione del paese del post-Saddam.

Le salme degli italiani dovrebbero arrivare in Italia tra domani e dopodomani. Secondo il comandante Agovino, i funerali potrebbero svolgersi nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma, tradizionalmente la chiesa dei militari.




Due veicoli carichi di esplosivo contro la base dei carabinieri
dopo una sparatoria. Venti i feriti, alcuni sono gravi
Nassiriya, 10,40 del mattino
strage di italiani in Iraq
Un camion ha forzato il posto di blocco. Un cratere immenso
Quattro i kamikaze responsabili della missione suicida


Il cratere lasciato dall'esplosione

NASSIRIYA - La guerra entra nelle case degli italiani alle 8,45 del mattino. In quel momento a Nassiriya, città a sud dell'Iraq, sono le 10,45. Due palazzine in cui risiedono i carabinieri e i militari del contingente che fa parte dell'operazione "Antica Babilonia" vengono sventrate da un attacco kamikaze. Fumo, muri che crollano, sirene di ambulanze, vigili del fuoco, macchie di sangue sul selciato, persone che fuggono terrorizzate.

Poco dopo si incomincia a comprendere che cosa è accaduto: un'auto imbottita di esplosivo si è lanciata contro quello che è ritenuto dalla guerriglia irachena un obiettivo militare. C'è stata anche una sparatoria all'ingresso. Alla fine della giornata il bilancio è tragico: muoiono 12 carabinieri, quattro soldati dell'esercito e due civili. I feriti sono 20, 15 carabinieri, quattro militari e un civile. I feriti più gravi sono due militari, gli altri sono feriti in modo non grave. Ricoverata anche un carabiniere donna: è la marescialla Marilena Iacobini. La sottufficiale è effettiva nella stazione dei carabinieri di Pitigliano, in provincia di Grosseto.

I militari colpiti fanno parte della Msu, l'unità multinazionale specializzata. Sono arrivati a Nassiriya il 13 giugno.

La ricostruzione. Un camion forza il posto di blocco all'entrata della base e prosegue la sua corsa sino alla palazzina di tre piani che ospitava il dipartimento logistico italiano. C'è una sparatoria. Dietro al camion irrompe l'autobomba che finisce la sua corsa esplodendo e causando l'inferno. In tarda serata il generale Giorgio Cornacchione, comandante del contingente italiano, spiegherà che a compiere l' attentato sono stati "quattro kamikaze" su due veicoli con a bordo tra i 150 ed i 300 chili di esplosivo. Gli attentatori sono stati inizialmente "fermati da difese esterne", costituiti da reti e fili spinati. "Ma il quantitativo di esplosivo - ha detto il generale - era così potente da aver distrutto quasi completamente la palazzina".


L'esplosione è potentissima, fa crollare gran parte dell'edificio e danneggia una seconda palazzina dove ha sede il comando. I vetri delle finestre del complesso vanno in frantumi. Nel cortile davanti alla palazzina molti mezzi militari prendono fuoco. In fiamme anche il deposito delle munizioni, da cui provengono forti esplosioni. Il traffico nella zona circostante è in tilt, mentre la popolazione scende in strada in preda al panico.

I primi a parlare di attentato suicida sono i giornalisti della tv araba Al Jazeera che ipotizzano uno o due mezzi impiegati dai kamikaze.

La base colpita, ribattezzata "Animal House" si trova nella vecchia sede della Camera di Commercio, sulle rive del fiume Eufrate.

Nell'esplosione sono andati distrutti anche gli uffici di un edificio dove ha sede una Ong americana, la International Medical Corps, attiva nella zona da circa sei mesi. Tra il personale della Ong vi sono almeno altri 10 feriti, tra cui lo stesso coordinatore, il britannico Ewmar Tiangle.

Gli italiani avevano già dovuto affrontare episodi di ostilità a Nassiriya lo scorso settembre. Disordini erano esplosi durante il pagamento degli stipendi ad ex militari iracheni.

La città di Nassiriya, a maggioranza sciita, è il capoluogo della provincia di Dhi-Qar (che si estende su un'area di circa 13.000 chilometri quadrati e che ha una popolazione di quasi un milione di persone). E' situata a circa 375 chilometri a sud della capitale Bagdad, ed è un centro di grande rilevanza dal punto di vista militare. Prima della guerra aveva circa 400 mila abitanti.

La città, sede di un'importante base aerea, è stata occupata dalle truppe anglo-americane all'inizio di aprile. E proprio Nassiriya è stata teatro di alcuni drammatici avvenimenti, dalla cattura della soldatessa Jessica Lynch, poi liberata da un commando in un ospedale iracheno, con una operazione che ha sollevato moltissimi dubbi, alle drammatiche immagine, provenienti proprio da Nassiriya, definite "disgustose" da un generale americano, di prigionieri di guerra e morti americani trasmesse da Al Jazeera a marzo.

La carcassa di uno dei due veicoli bomba


Sempre a Nassiriya, in aprile, dopo la liberazione, marine americani, temendo un attacco suicida, hanno sparato contro un pulmino il cui autista aveva ignorato il segnale di alt. Ma invece di candelotti il veicolo era pieno di bambini, due dei quali sono morti, mentre altri otto sono rimasti feriti.

Il 15 aprile, nei dintorni di Nassiriya, nella base aerea americana di Tallil, vicinissima alla zona archeologica di Ur, si è svolto il primo incontro tra i leader dell'opposizione irachena (un'ottantina fra sciiti, sunniti, curdi e monarchici) nel tentativo di gettare le basi della ricostruzione del paese del post-Saddam.

Le salme degli italiani dovrebbero arrivare in Italia tra domani e dopodomani. Secondo il comandante Agovino, i funerali potrebbero svolgersi nella chiesa di Santa Maria degli Angeli a Roma, tradizionalmente la chiesa dei militari.


(12 novembre 2003)