Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





martedì 16 novembre 2010



Don Andrea Gallo (Genova, 18 luglio 1928) è un sacerdote italiano, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova.

Andrea venne attratto fin da piccolo dalla spiritualità dei salesiani di San Giovanni Bosco, ed entrò nel 1948 al loro noviziato a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici.

Nel 1953 chiese di partire per le missioni, e venne mandato in Brasile, a San Paolo, dove compì gli studi teologici. La dittatura che vigeva in Brasile lo costrinse però, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo.

Continuò quindi gli studi ad Ivrea e venne ordinato presbitero il 1º luglio 1959.

Un anno dopo venne inviato come cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori. Lì cercò di introdurre una impostazione educativa diversa, cercando di sostituire i metodi unicamente repressivi con una pedagogia della fiducia e della libertà; da parte dei ragazzi c'era interesse per quel prete che permetteva loro di uscire, di andare al cinema e di vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena.

Dopo tre anni venne spostato ad altro incarico, e nel 1964 decise di lasciare la congregazione salesiana e chiese di incardinarsi nella diocesi genovese. La spiegazione addotta da don Andrea: "La congregazione salesiana si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale".

Ottenuta l'incardinazione a Genova, il cardinale Siri, arcivescovo di Genova in quel momento, lo inviò a Capraia, allora sotto l'arcidiocesi del capoluogo ligure, per svolgere l'incarico di cappellano del carcere. Due mesi dopo venne destinato in qualità di vice parroco alla parrocchia del Carmine dove rimase fino al 1970, anno in cui il cardinale Siri lo trasferì nuovamente a Capraia.

Nella parrocchia del Carmine don Andrea fece scelte di campo con gli emarginati. La parrocchia diventò un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà con i più poveri e con gli emarginati, che al Carmine trovavano un punto di ascolto.

L'episodio che provocò il trasferimento, secondo la Comunità di don Andrea, fu un incidente verificatosi nell' estate del 1970 per quanto disse durante una sua omelia domenicale. Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: don Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nell'omelia che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà".

Don Andrea fu accusato di essere comunista, le accuse si moltiplicarono in breve tempo e questo sarebbe stato il motivo per cui la curia decise il suo allontanamento.

Il provvedimento dell'arcivescovo provocò nella parrocchia e nella città un movimento di protesta, ma la curia non tornò indietro e ingiunse a don Andrea di obbedire.

Tuttavia don Andrea rinunciò all'incarico offertogli all'isola di Capraia, ritenendo che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.


La Canonica della Parrocchia della SS. Trinità e di San Benedetto, sede della comunità di San Benedetto al PortoQualche tempo dopo venne accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo diede vita alla sua comunità di base, la Comunità di San Benedetto al Porto.

Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe.


Don Gallo durante la manifestazione a Verona del 25 aprile 2008Sin dal 2006 appoggia attivamente il movimento NO DAL MOLIN di Vicenza che si oppone alla costruzione di una nuova base militare Usa a Vicenza. Partecipa a varie manifestazioni che vedono la presenza di decine di migliaia di persone. In particolare da ricordare la manifestazione No Dal Molin a Vicenza del 17 febbraio 2007 che vide la presenza di oltre 130.000 persone. Più volte don Andrea si reca a Vicenza, in occasione dell'annuale Festival No Dal Molin. Il 10 maggio 2009 acquista assieme ad oltre 540 persone fisiche il terreno dove ormai da anni sorge il Presidio Permanente No Dal Molin per mettere radici sempre più profode a difesa ad oltranza del territorio e dei beni comuni.

Nel marzo del 2007 è uscito il libro "Io Cammino con gli Ultimi", scritto insieme allo scrittore genovese Federico Traversa.

Nell'aprile del 2008 ha deciso di aderire idealmente al V2-Day organizzato da Beppe Grillo
Il 27 giugno 2009 Don Gallo ha partecipato al Genova Pride 2009, lamentando le incertezze della Chiesa cattolica nei confronti degli omosessuali.
Don Gallo ha anche tenuto l'orazione funebre al funerale di Fernanda Pivano a Genova il 21 agosto 2009.
Venerdi' 4 dicembre 2009 gli è assegnato il Premio Fabrizio De Andrè consistente nel Quartaro d'oro ovvero antica moneta della Repubblica genovese. Il premio è stato consegnato presso il salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi di Genova





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