Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





martedì 27 settembre 2011



FONTE:WWW.LAPILLI.EU
DI MARIA SERRITIELLO

Brindisi di Montagna (Pz) e la sua “Storia Bandita

Per apprezzare ciò che è “La storia Bandita”, lo spettacolo più bello di tutto il meridione e forse anche d’Italia, allestito nel parco della Grancia, a Brindisi di Montagna (Potenza), bisogna andare sul posto.

Il paese è a 14 km da Potenza, ha una popolazione di 917 abitanti, ed è arroccato su uno spuntone di roccia, alto 877 metri sul livello del mare, ma ha messo su una rappresentazione spettacolare, un “cine spettacolo”, giustamente così definito dall’annuncio che lo precede, senza paragone. La rappresentazione a cui assiste il pubblico è perfetta, sia per l’ambientazione naturale della verde foresta della Grancia, sia per gli scenari costruiti e sia per gli effetti speciali, vocali o musicali che siano.

I personaggi, una folla, seguono tutti una regia attenta, curata e meticolosa nei particolari che fanno grande lo spettacolo della “Storia Bandita”. Agli interpreti principali, prestano la loro voce attori del calibro di Michele Placido, Paolo Ferrari, Lina Sastri, Orso Maria Guerrini, mentre Lucio Dalla e Antonello Venditti, hanno speso il loro talento per il commento musicale.

Il doppiaggio, inoltre, si avvale, tra gli attori non famosi, ma appartenenti al territorio Lucano, di Nanni Tamma, conosciutissimo dirigente della Rai Basilicata, ma ancor più come appassionato attore, in gioventù ed ora anche provetto regista di filmati d’autore, un valore aggiunto a tutta la recitazione dell’ ineguagliabile rappresentazione.

Lo spettacolo inizia alle 21, dinanzi ad un anfiteatro affollato, 3000 posti a sedere, completo in ogni ordine di gradinata, ma prima di quell’ora, in altri punti del parco, si assistono a spettacoli rievocativi come la congiura dei “Baroni di Capaccio” o ad incredibili esibizioni come i voli dei falchi e delle aquile, rapaci ammaestrati dalla forza dell’uomo, ad eleganti tornei a cavallo, a straordinarie gare di arcieri, insomma alla Grancia si entra e si vivono le antiche feste rurali, che nulla hanno da spartire con i convulsi weekend cittadini, a cui quasi tutti ci assoggettiamo.

Ma entrare nel parco della Grancia significa anche godere dell’immenso spazio verde, attrezzato con punti di informazione, servizi igienici e luoghi di ristoro. Il cibo offerto è rigorosamente genuino, nessun wurstel per intenderci, solo salsiccia paesana, arrostita sulla brace. Il prezzo, contenuto, è per famiglie, tre euro in tutto per ogni pezzo di pane di pizza, cotto nel forno a legna e farcito con il gustoso companatico.

Vecchi suonatori di organetti riempiono l’aria di suoni, mentre buoi mansueti girano per tutta la foresta con in groppa festosi gitanti. Si mangia, si beve, si parla con chiunque, la socializzazione è spontanea, senza sovrastrutture. Così nella foresta della Grancia si scorge uno scorcio di natura benigna, che ricorda i dipinti del Giorgione o quelli del Monet e nell’immagine forte del costone roccioso, su cui è issato il castello del paese, si riconosce quella, più volte, dipinta nell’800, dagli artisti del grand tour, di passaggio nella terra lucana.

Intorno alle 21, con una luna esageratamente piena, sollevata sulla montagna, che sarà il fondale dello spettacolo, ha inizio la “Storia Bandita”.

La Trama

E' il racconto delle rivolte e delle insorgenze contadine meridionali, vissute attraverso le vicende tragiche della famiglia Crocco e del suo maggiore esponente: Carmine. Il risorgimento e il brigantaggio post-unitario vengono osservati con lo sguardo dei ceti più umili. “La Storia Bandita” è una trasposizione in chiave lirica ed epica del desiderio di riscatto di un popolo, contro l'arroganza e gli abusi del potere.

Chi era Carmine Crocco

Carmine Crocco, detto Donatello (Rionero in Vulture, 5 giugno1830 – Portoferraio, 18 giugno 1905), è stato un brigante italiano, tra i più noti e rappresentativi del periodo risorgimentale. Era il capo indiscusso delle bande del Vulture - Molfese, sebbene il suo controllo si estese anche ad alcune di Irpinia,Capitanata e Terra di Bari. Le sue scorribande si svolsero fino al Molise, alle zone di Avellino, Foggia, Bari e Lecce.

Nel giro di pochi anni, da umile bracciante divenne comandante di un esercito di duemila uomini, e la consistenza della sua armata fece della Basilicata il cuore della rivolta antisabauda. Guidato più dall'istinto che da veri e propri ideali, egli combatté prima nelle file di Giuseppe Garibaldi , poi con la resistenza borbonica e infine per sé stesso, distinguendosi da altri briganti del periodo per chiara e ordinata tattica bellica e imprevedibili azioni di guerriglia
In circa quattro anni di latitanza, Crocco fu uno dei più temuti e ricercati fuorilegge del periodo post-unitario, guadagnandosi appellativi come "Generale dei Briganti", "Generalissimo" e "Napoleone dei Briganti", e su di lui pendeva una taglia di 20.000 lire. Tuttora al centro di pareri discordanti, è considerato un bandito e carnefice per alcuni e un eroe popolare per altri, soprattutto per i sostenitori della tesi revisionista del Risorgimento.

I Numeri dello spettacolo

Dieci anni di rappresentazione, 400 comparse impiegate per ininterrotte repliche, da giugno a settembre. Sei aree attrezzate per le rappresentazioni artistiche, 35 danzatori, 18 cavalieri, 20 cavalli, 500 costumi, 400 volontari che si muovono all’interno di un format artistico di livello internazionale.

Per illuminare la scena sono utilizzati due gruppi elettrogeni di oltre 1000 kv e 45 km di cavi elettrici, per la luce si impiegano 600 proiettori, l’area scenica è di 25.000 mq, il tutto arricchito con effetti speciali come schermi d'acqua, grandi proiezioni sulla montagna ed effetti pirotecnici.

Dal 2000 al 2006 ha raggiunto un totale di 200.000 spettatori

La realizzazione è stata curata da Jean-François Touillard (direttore artistico) e Victor Rambaldi (regia di scena), Carmelina Iannelli (coreografie), Gerardo Viggiani (scenografie e costumi).La colonna musicale è firmata da importanti artisti come Antonello Venditti, Lucio Dalla, Eddy Napoli, Luciano Di Giandomenico. I testi sono di Gianpiero Perri e Oreste Lo Pomo. Consulente storico Tommaso Pedio.

Un grande spettacolo, rappresentato proprio in un piccolo paese della Basilicata, senza il quale, Brindisi di Montagna, sarebbe sconosciuto ai più, uno spettacolo che non può non colpire, fino alla commozione, perché nella rappresentazione c’è la storia della nostra gente, la nostra radice. Tutti veniamo, piaccia o no, da una “storia bandita”, nord e sud senza distinzione.

Maria Serritiello
www.lapilli.eu




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