Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





sabato 26 settembre 2009



Soprattutto quando ero bambino, la noia assumeva forme del tutto oscure a me stesso e agli altri, che io ero incapace di spiegare e che gli altri, nel caso di mia madre, attribuivano a disturbi della salute o altri simili cause. »
(Alberto Moravia, La noia, 1960 )


Alberto Moravia (pseudonimo di Alberto Pincherle) (Roma, 28 novembre 1907 – Roma, 26 settembre 1990)
E' stato uno scrittore italiano,considerato uno dei più importanti romanzieri italiani del XX secolo, ha esplorato nelle sue opere i temi della sessualità moderna, dell'alienazione sociale e dell'esistenzialismo
Salì alla ribalta nel 1929 con il romanzo Gli indifferenti, e pubblicò nella sua lunga carriera più di trenta romanzi. I temi centrali dell'opera di Moravia sono l'aridità morale, l'ipocrisia della vita contemporanea, e la sostanziale incapacità degli uomini di raggiungere la felicità nei modi tradizionali. La sua scrittura è rinomata per lo stile semplice e austero, caratterizzato dall'uso di un vocabolario comune inserito in una sintassi elegante ed elaborata

Alberto Pincherle (Moravia è il cognome della nonna paterna) nacque a Roma in via Giovanni Sgambati, nel quartiere Pinciano, da una benestante famiglia borghese. Il padre Carlo, ebreo, era architetto e pittore. La madre, Teresa Iginia De Marsanich, era di Ancona e di origini dalmate. Fu il terzo di quattro figli, nato dopo le sorelle più grandi Adriana e Elena e prima del più piccolo Gastone

Moravia non riuscì a compiere studi regolari perché all'età di nove anni venne colpito da una seria forma di tubercolosi ossea che lo costrinse a letto per ben cinque anni, tre dei quali trascorsi a casa e due presso il sanatorio Codivilla di Cortina d'Ampezzo.

Ragazzo di viva intelligenza, non potendo condurre la vita dei ragazzi della sua età, ebbe molto tempo per la lettura, alla quale si dedicò con fervido impegno e profonda passione, formandosi così una solida base letteraria allargata alle più significative tendenze della cultura europea.
Tra i suoi autori preferiti vi furono Dostoevskij, Joyce, Goldoni, Shakespeare, Molière, Mallarmé e molti altri. Imparò con facilità il francese e il tedesco e iniziò a scrivere versi in francese e in italiano

Nel 1941 si sposò in chiesa con la scrittrice Elsa Morante che aveva conosciuto nel 1936. Il rito religioso fu officiato dal gesuita padre Pietro Tacchi Venturi, già confessore di Mussolini. Moravia visse con la Morante per un lungo periodo a Capri, dove scriverà il romanzo Agostino. Si separarono poi nel 1962.Separatosi da Elsa Morante nel 1962 andò a vivere con la giovane scrittrice Dacia Maraini.Ultima compagna sarà Carmen Llera, che sposerà in Campidoglio nel 1986 e che susciterà un certo scandalo per il fatto di essere quarantacinque anni più giovane di Moravia.

LA NOIA(Trama)

La noia fu, pubblicato nel 1960 da Bompiani

Il romanzo, diviso in un Prologo, nove capitoli e un Epilogo, narra la storia di Dino, appartenente ad una nobile famiglia romana, che vive insieme alla madre in una villa lungo la via Appia. Egli trascorre il tempo dipingendo ma è assalito dalla noia verso tutto ciò che lo circonda e, come già era stato per il padre, disprezza tutti quei valori borghesi che la madre invece considera validi. Il conflitto con la madre diventa, con il passare del tempo, insopportabile e Dino decide di andare ad abitare in via Margutta dove ha installato il suo studio da pittore.

Ma nemmeno la pittura, alla quale si dedica con poco entusiasmo, serve a distrarlo. A Dino pesano anche le visite che è costretto, per dovere, a fare alla madre che vorrebbe che il figlio ritornasse a casa. Alla morte del pittore Mauro Balestrieri, che aveva lo studio accanto al suo, Dino conosce Cecilia che era stata la sua amante e inizia con lei una relazione. Presto però anche la ragazza gli viene a noia, ma proprio il giorno in cui egli decide di lasciarla, lei non si presenta all'appuntamento facendo così nascere in Dino la gelosia. In seguito a diversi pedinamenti Dino scopre che la ragazza si incontra con un altro uomo, incontro che lei tranquillamente giustifica. Dino prende l'abitudine di pagare l'amante dopo i loro incontri sperando così di riuscire, creandosi nella mente l'immagine di una prostituta, a liberarsi di lei.

Ma Cecilia accetta con completa indifferenza i soldi, come li accettava precedentemente da Balestrieri, per darli all'altro uomo. Dino intanto è sempre più invischiato in una situazione senza via d'uscita e più tenta di liberarsi di Cecilia, più ne scopre le bugie e più si sente attratto da lei. Le chiede quindi di sposarlo nella speranza che la quotidianità del matrimonio gli riveli la banalità della donna. Cecilia, dopo aver ammesso di essere innamorata di lui ma anche dell'altro uomo, gli chiede tempo per pensare alla proposta e intanto si fa dare dei soldi che le servono per trascorrere una vacanza a Ponza con l'altro. Dino, dopo la sua partenza, una sera decide semplicemente di schiantarsi con l'auto contro un platano. L'esperienza della morte prossima lo cambia in qualche modo, e nel finale volutamente semplicistico e paradossale, accetta la sua condizione e riallaccia un contatto con la realtà, nell'attesa del ritorno di Cecilia.


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