Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





giovedì 25 luglio 2024

Ciao Franca Flauto, compagna di scuola


 di Maria Serritiello

Te ne sei andata così, in una serata estiva, la più infuocata, senza guardare il cielo(forse), ma augurandoti la pace(forse). Ora tutte noi, tue amiche, piangiamo la tua perdita.


Voglio ricordarti cosi/, Franca,/ al secondo banco/, dietro alle mie spalle/, al quinto piano del palazzo del Capitol/, là, nella succursale del Regina Margherita/, era alloggiato il corso H /e là si frizza il ricordo, più preciso di te e delle nostre vite assieme.

Rammenti? A scuola portavi i libri legati con la molla/ con varie riviste femminili, tra le quali una GRAZIA. Noi, che ti circondavamo, nell’intervallo, preferivamo proprio quella/, una rivista completa, diversa che ci ha aiutato ad informarci e ad emanciparci, siamo negli anni ’60, agli albori dell’affrancamento della donna. Dalle pagine di quel giornale/ abbiamo imparato ad essere donne- donne, senza perdere, per questo, il fascino del femminile che si andava delineando.

Staccarmi da questa immagine mi è difficile/, anche se poi ti ho ritrovata negli anni successivi/, con un carico di vita pesante/: la mia iniziata presto, nei banchi di scuola/, la tua, più tardi/. La nostra amicizia è stata sempre cortese/, oltre che affettuosa/, la tua immagine curata/, con il sorriso mai negato e l’innocenza dei tuoi occhi chiari/, spalancati bonari su di un mondo/ che con te non lo è stato/, è ciò che io/, ma tutte le amiche/, qui presenti per salutarti, un’ultima volta/, porteremo nello scrigno della memoria.

Che cosa sia successo di più, che già non lo fosse, l’altra sera/, lo sai solo tu! Ci lasci senza una parola scritta/, un pensiero a ritroso/un impalpabile cruccio/, una malinconia strana. Perdonaci, se puoi, se non siamo state capace di accorgerci del tuo disagio/, sebbene ognuna di noi, ha avuto sempre un pensiero d’affetto per te.

Ora ti siamo attorno, / come un tempo in classe/, ancora una volta unite, ma questa volta, l’ultima per augurarti, liberata dalle scorie terrene, ore serene ed illimitate,/ senza compiti,/ senza doveri,/ senza pratiche necessarie/ senza delusioni/, senza tradimenti/ senza inganni ma solamente piccoli passi,/ ne hai di tempo,/ ad inseguire quella felicità che hai sempre desiderato sul tuo orizzonte infelice.

Ciao Franca, da tutte noi, che ti siamo state compagne.

  Maria Serritiello

Salerno 25-7-2024  Chiesa Madonna del Carmine                                     

 


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