Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





domenica 29 gennaio 2012

Fallisce Scaturchio, storica pasticceria napoletana


FONTE: INFORMAZIONE LIBERA SU FACEBOOK
DI MARIA CIARAMELLA


L'eccellenza napoletana fallisce.



È un fallimento che colpisce la città nell'orgoglio culinario, a suon di frodi e denaro: Scaturchio chiude per bancarotta, in uno scandalo che mette fine alle peripezie della pasticceria cominciate nel 2004.


Fu in quell'anno, infatti - secondo le indagini - che la società iniziò ad accumulare milioni di debiti, per cui nel 2009 fu emessa una prima sentenza di fallimento. Allora, l'amministratore Walter Cannatello concesse in fitto l'azienda ad altre imprese che, almeno sulla carta, si dichiaravano in grado di ripagare gli otto milioni di passivo. Ma la realtà era ben diversa: prima la Scab srl e poi la Turistiche Alberghiere non solo non riuscirono a salvare Scaturchio dai debiti, ma addirittura fecero crescere la somma fino a farla diventare di 11 milioni di euro.

Le due società, la prima gestita da Scarfoglio e Kunz e la seconda da Pasquale Ucci, erano solo aziende di facciata, create allo scopo di gestire Scaturchio e distrarre dal patrimonio aziendale tre milioni di euro.


Inoltre, durante le indagini è stato scoperto che sul sito di Scaturchio sarebbe comparso l'annuncio dell'apertura di nuovi punti vendita, sotto il marchio di "Pasticcerie Scaturchio": negozi che, però, non avevano avuto alcuna autorizzazione.

In effetti, uno di questi era stato aperto a Benevento, riconducibile ad una terza socia della Turistiche Alberghiere.

Complessa, dunque, la situazione, e gravissima la posizione dei soci delle due aziende, che avrebbero quindi gestito a loro vantaggio la tragica situazione in cui si trovava la storica impresa napoletana.

Scaturchio era "una macchina perfetta capace di sopravvivere autonomamente grazie allo spontaneo sincronismo tra le forze lavoro" afferma il curatore fallimentare.

Adesso, di riflesso al crollo dell'impresa, resta solo l'amarezza per un altro pezzo di storia partenopea che se ne va per mano degli uomini.

Nessun commento:

Posta un commento