Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





martedì 31 agosto 2010



31- agosto-1997 muore a Parigi la Principessa Diana

Diana Mountbatten-Windsor, Principessa del Galles, nata Diana Frances Spencer (Sandringham, 1º luglio 1961 – Parigi, 31 agosto 1997), fu dal 1981 al 1996 consorte dell'erede al trono del Regno Unito, il principe Carlo. Dopo il divorzio dal coniuge ottenne il privilegio di Principessa del Galles, ma senza l'onorifico di SAR

Diana era figlia di Edward John Spencer (1924-1992), Visconte di Althorp e della prima moglie Frances Ruth Burke-Roche (1936-2004), Viscontessa di Althorp, figlia a sua volta di Ruth Roche e di Edmond Burke Roche, quarto Barone Fermoy. Nacque a Park House, nei pressi della residenza reale di Sandringham in Norfolk e lì venne battezzata nella Chiesa di Santa Maria Maddalena.

Era la quarta di cinque figli

La madre Lady Frances lascia la famiglia quando Diana ha solo sei anni e va a vivere con un facoltoso proprietario terriero, Peter Shand Kydd. Prende poi con se i suoi due figli più piccoli, ma, nonostante la richiesta di affido, i bambini tornano dal padre che ottiene la custodia.

Nel 1975, alla morte del nonno Albert Spencer, 7° Conte Spencer, il padre di Diana diventa l'8º Conte Spencer: lei prende il titolo di Lady Diana Spencer e si trasferisce nel castello seicentesco di Althorp nella contea del Northamptonshire.

Un anno dopo Lord Spencer sposa Raine McCorquodale, figlia della scrittrice Barbara Cartland.

Diana era nata in una famiglia aristocratica con origini reali. Da sua madre Frances traeva origini irlandesi, scozzesi, inglesi e americane (la nonna era Frances Ellen Work, ereditiera americana). Il padre discendeva dal Re Carlo II d'Inghilterra della famiglia Stuart, tramite quattro figli illegittimi

Tra gli antenati di Diana: Roberto I di Scozia, Maria I di Scozia, Maria Bolena, Lady Catherine Grey, Maria di Salinas, John Egerton II duca di Bridgewater, James Stanley VII duca di Derby, Georgiana Cavendish, duchessa del Devonshire.

La nonna materna di lady Diana, Ruth Lady Fermoy, fu per molto tempo dama di compagnia della Regina Madre Elisabetta.

Diana frequentò prima la Silfield School a Kings Lynn, Norfolk, poi la Riddlesworth Hall e dopo la West Heath Girls'School a Sevenoaks, nel Kent. A sedici anni frequenta per tre mesi un istituto privato in Svizzera a Rougemont, per la preparazione in attività sociali quali gastronomia, floreale, galateo e altro.

Rientrata a Londra, va a vivere in un appartamento a Earls Court nel Royal Borough of Kensington and Chelsea con tre amiche; s'iscrive all'Accademia di Madame Vacani per la sua grande passione, la danza ma un brutto incidente sugli sci, la fa abbandonare. Iniziò a lavorare part-time all'asilo d'infanzia 'Young England' a Knightsbridge

La famiglia di Diana è una delle più ricche famiglie della nobiltà inglese (più antica degli stessi Windsor). Nel 1977, giovanissima, ad una battuta di caccia conosce Carlo, che allora frequentava la sorella Sarah. Nel febbraio del 1978 i due si lasciano, ma il principe Carlo le invita a novembre dello stesso anno per la festa dei suoi trent'anni.

A gennaio del 1979 la Regina invita le due sorelle a una settimana di caccia a Sandringham. Nel mese di luglio vengono invitate in Scozia e a febbraio del 1980, per la prima volta, Diana trascorre un fine settimana a Sandringham senza la compagnia delle sorelle.

Si susseguono una serie di incontri fino a che il 24 febbraio 1981 Buckingham Palace annuncia ufficialmente il loro fidanzamento. Carlo, trentaduenne, e la casa reale avevano trovato una "sposa perfetta": aristocratica, nubile, vergine.

Il matrimonio avviene nella Cattedrale di Saint Paul a Londra, mercoledì 29 luglio 1981, trasmesso in mondovisione. Diana veste un abito con un velo lungo ben sette metri. Alla cerimonia nella cattedrale partecipano 2 mila e 500 invitati. Il viaggio di nozze di Carlo e Diana è una crociera a bordo del panfilo reale Britannia, il più antico della Marina inglese.

Carlo e Diana hanno avuto due figli: William, erede diretto al trono, nato il 21 giugno 1982 e Harry, nato il 15 settembre 1984. Ma il matrimonio non è felice e dopo varie vicissitudini e interviste con dichiarazioni di tradimenti - Carlo confessò a Jonathan Dimbleby il tradimento con Camilla Parker Bowles, sua vecchia fiamma, e Diana a Martin Bashir della BBC, di aver avuto un flirt con l'istruttore James Hewitt - la coppia si separò il 9 dicembre 1992

Dopo il divorzio, avvenuto nel 1996, Diana ritorna al suo appartamento in Kensington Palace e diventa un fenomeno mediatico per la sua eleganza e per il suo carisma. Si adopera nel mondo per aiutare i meno fortunati e si batte nella lotta contro l'AIDS. Decisivo fu il suo contributo alla campagna per la messa al bando delle mine antiuomo; su un invito della leader americana del movimento, Jodie Foster, Diana si fece riprendere dalla stampa mentre ispezionava un campo minato della ex-Jugoslavia.

Con la sua immagine aiutò soprattutto i bambini poveri dell'Africa e fu accanto a personalità come Nelson Mandela, il XIV Dalai Lama Tenzin Gyatso, e Madre Teresa di Calcutta

Il 31 agosto 1997 rimane vittima di un incidente automobilistico sotto il Tunnel de l'Alma a Parigi, insieme al suo compagno Dodi al-Fayed, quando la loro Mercedes guidata dall'autista va a sbattere contro il tredicesimo pilastro della galleria.

Sabato 30 agosto, a fine serata, Diana e Dodi partono dall'Hotel Ritz di Parigi, in Place Vendôme, sulla loro Mercedes S280, seguendo la riva destra della Senna. Poco dopo mezzanotte imboccano il Tunnel de l'Alma seguiti da fotografi e da un cronista.

All'entrata del tunnel la vettura urta il muro destro, per poi riprendere la strada e sbattere violentemente sul tredicesimo pilone del ponte, dove ha fine la sua corsa.

Dodi Al-Fayed e l'autista Henri Paul muoiono sul colpo, Trevor Rees-Jones è gravemente ferito ma sopravviverà, Lady D., liberata, è ancora viva, e dopo i primi soccorsi sul posto, l'ambulanza la trasporta all'ospedale Pitié-Salpêtrière, dove arriva alle 2 circa. Per le gravi lesioni interne, viene dichiarata morta due ore più tardi.

La conferenza stampa per l'annuncio ufficiale della morte viene fatta alle 5.30 da un medico dell'ospedale, Jean-Pierre Chevènement, dal Ministro dell'Interno e da Sir Michael Jay, ambasciatore del Regno Unito in Francia.

Verso le 14 il Principe Carlo e le due sorelle di Diana arrivano a Parigi per l'identificazione e ripartono con la defunta 90 minuti dopo

Il 6 settembre 1997 per le strade di Londra si riversarono circa 3 milioni di persone. Il feretro di Diana fu posto su un affusto di cannone e da Kensington Palace, passò per Hyde Park fino a St James's, dove il principe Carlo, i principi William ed Harry, il principe Filippo, Charles Spencer e i rappresentanti delle tante organizzazioni di cui la principessa era benefattrice, si unirono al corteo dietro la bara. Il pubblico presente al funerale gettò fiori al passaggio del feretro e per tutto il percorso.

I funerali della principessa del Galles furono celebrati nell'Abbazia di Westminster e durante la cerimonia Elton John cantò una versione modificata per l'occasione di Candle in the Wind. Furono seguiti dalle televisioni di tutto il mondo ed oltre un milione di bouquet furono lasciati davanti al suo appartamento a Kensington.[2] Diana venne tumulata ad Althorp in Northamptonshire su un'isola in mezzo al lago dal nome Round Oval.



SE POSSO AGGIUNGERE UN MIO PERSONALE RICORDO. LA NOTIZIA DELLA MORTE DI DIANA L'APPRESI ALLA RECEPTION DELL'ALBERGO DI LISBONA IN CUI ERO ALLOGGIATA. OGNI ANNO,IL 31 AGOSTO, RIVADO CON IL PENSIERO A QUEL MOMENTO E ALL'INCREDULITA'CHE MI PRESE NELL'APPRENDERE LA NOTIZIA.

lunedì 30 agosto 2010



30 AGOSTO 1930 – Alfredo Binda vince per la seconda volta il campionato del mondo di ciclismo su strada, davanti a Learco Guerra.

Alfredo Binda (Cittiglio, 11 agosto 1902 – Cittiglio, 19 luglio 1986) è stato un ciclista su strada italiano, passista-scalatore, professionista dal 1922 al 1936

Crebbe a Nizza, dove iniziò l'attività professionistica nel 1922; rimase in Francia fino al 1924, data alla quale aveva già vinto 30 corse.

Vinse cinque edizioni del Giro d'Italia (1925, 1927, 1928, 1929 e 1933), record assoluto condiviso con Fausto Coppi ed Eddy Merckx. Nell'arco della carriera conquistò complessivamente 41 tappe al Giro, record mantenuto fino al 2004, quando fu superato da Mario Cipollini. In tutto rimase in testa alla classifica generale per 60 tappe. Nel 1927 vinse 12 delle 15 tappe del Giro, e nel 1929 ben otto tappe consecutive; entrambi record tutt'ora imbattuti.

A causa della sua manifesta superiorità, nel 1930 fu pagato dagli organizzatori per non partecipare al Giro, ottenendo 22.500 lire, una cifra corrispondente al premio per la vittoria finale e ad alcune vittorie di tappa.

Nel 1933 fu il vincitore della prima cronometro della storia del Giro: 62 km da Bologna a Ferrara. Nel suo ricco palmares figurano anche tre Campionati del mondo (record), due Milano-Sanremo, quattro Giri di Lombardia e quattro Campionati italiani.

Lasciò l'attività nel 1936, dopo un incidente che gli provocò la frattura del femore. Diventò commissario tecnico della Nazionale italiana, ruolo che ricoprì per ben ventidue anni, in cui accumulò fama e successi degni della sua carriera da corridore.

Binda non ottenne mai risultati di rilievo al Tour de France, al quale partecipò di rado anche negli anni del suo dominio in campo internazionale. A tal proposito, bisogna in ogni modo considerare che al tempo i ciclisti si recavano a competere all'estero molto più raramente di quanto accada oggi.


sabato 28 agosto 2010


EEEEEEEEEEEEEE LA DOLCE KORA QUANDO E' ARRABBIATA E MARCA IL SUO TERRITORIO E' TERRIBILE, MEGLIOSTARLE LONTANO. NATURALEMTE IO SONO ESCLUSA

venerdì 27 agosto 2010

Una serata estiva ....tra musica e poesia




AL FIVE SENSE DI TORRE DEL GRECO UNA SERATA DI MUSICA E POESIA.
IL VIDEO POSTATO E' LA RIPRESA DELLA SERATA A CUI HO PARTECIPATO, LEGGENDO VARIE MIE POESIE DI MARE .TRA QUESTE:LUNGOMARE




Lungomare
Cammino col mare
levigato piatto
e sciolto dolce,
negli occhineri,
azzurro e blu.
Cammino col mare
e con gli scogli,
intoppo trasportato
sulle spalle.
Cammino col mare
e raccolto calore,
diverso,
il sole rinfocola.
Cammino col mare
e il vuoto volo dei gabbiani
lo spazio mi consuma
Cammino col mare.
Perchè?
Maria Serritiello
21-12-1997


E' stato un imprenditore italianoopoldo Pirelli (Velate, 27 agosto 1925 – Portofino, 23 gennaio 2007)

Ha fatto parte per cinquant'anni della società che porta il suo nome, la Pirelli, una delle maggiori nella storia dell'industria in Italia e colosso nel settore della produzione di gomma, pneumatici e cavi elettrici.

Definito calvinista e strenuo difensore della privacy, appassionato di vela, era figlio di Alberto Pirelli e nipote del senatore Giovanni Battista, che fu nel 1872 fondatore del gruppo. Il fratello Giovanni è stato un esponente del Partito Socialista Italiano.

Ha avuto due figli, Cecilia e Alberto


Cresciuto nella località natale, presso Varese, Pirelli si laureò a venticinque anni in ingegneria meccanica entrando subito a lavorare nell'azienda familiare, nella quale resterà fino al 1996 quando la guida del gruppo è passata al genero Marco Tronchetti Provera.

Divenne presidente del suo gruppo nel 1965 mentre nel 1974 veniva nominato vicepresidente di Confindustria, l'organismo degli industriali di cui fu, assieme a Gianni Agnelli, uno dei principali rinnovatori.

Ha ricoperto per anni la carica di consigliere di amministrazione in varie aziende e istituti quali Comit, RAS e Mediobanca.

Nel 1968 propone la settimana lavorativa di 5 giorni, le ferie scaglionate, i turni di lavoro. Manda ogni sei mesi una Lettera agli azionisti.

Nel 1971 promuove un accordo di fusione con la Dunlop, che però alle prime difficoltà viene sciolto.

Nel 1973 rimane vittima di un grave incidente sulla Milano-Genova in cui muore il fratello Giovanni.

Nominato Cavaliere del lavoro nel 1977, è stato manager di grandi intuizioni, apprezzato nell'ambiente economico quanto in quello sindacale (con cui si trovò ad operare nell'autunno caldo del 1969). Amava sostenere la tesi secondo cui, nell'ambito del lavoro, è meglio un'occupazione - sia pure parziale e quale che ne sia la forma contrattuale che la regola - piuttosto che la disoccupazione.

Secondo Ferruccio De Bortoli[1], direttore de Il Sole-24 Ore, Pirelli è stato un uomo di grande garbo e di straordinaria cultura. Quando ereditò il gruppo fondato dal nonno aveva già intuito quelle che sarebbero state le dinamiche della concentrazione dell'industria mondiale. Anticipatore dei temi della globalizzazione rispetto a quella che sarebbe stata una successiva reale apertura dei mercati, non fu esente - a parere di De Bortoli - da passi falsi.

Sul finire degli anni ottanta tentò la scalata alla statunitense Firestone (per poi ripiegare sulla Armstrong Tire), e nel settembre del 1990 sulla tedesca Continental. Il fallimento della scalata alla Continental provoca grandi perdite per la Pirelli. Il fallimento dell'operazione segna la fine dell'esperienza operativa di Leopoldo Pirelli nell'azienda di famiglia. Al suo posto subentra Marco Tronchetti Provera, che si era opposto all'operazione, con cui si tentava di far superare all'azienda milanese le difficoltà del momento.

Nel maggio del 1999, quando lasciò anche l'ultima carica, quella al vertice di Pirellina, disse:

« Ogni età ha i suoi doveri, alla mia tocca quello di ritirarsi dal proscenio. E io oggi considero un privilegio il poter adempiere tranquillamente a questo dovere. »

giovedì 26 agosto 2010





Giochi della XVII Olimpiade

Giochi della XVII Olimpiade si sono svolti a Roma (Italia) dal 25 agosto all'11 settembre 1960.
Roma si era già aggiudicata l'organizzazione dei Giochi Olimpici del 1908, ma a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 1906 rinunciò a tale evento, cedendo l'onore dell'organizzazione alla città di Londra.








26 agosto '79 eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei ed Ercolano






mercoledì 25 agosto 2010




Sir Thomas Sean Connery (Edimburgo, 25 agosto 1930) è un attore e regista scozzese


Ha raggiunto la celebrità grazie al personaggio di James Bond, del quale è stato il primo interprete; la sua incarnazione dell'Agente 007 in una fortunata serie di film è riconosciuta dalla quasi unanimità di critica e pubblico come la migliore in assoluto, e la sua immagine è diventata un simbolo del personaggio nato dalla penna di Ian Fleming

martedì 24 agosto 2010





« Chi combatte per la libertà non può essere chiamato terrorista »
(Yāsser ʿArafāt)

Yasser ʿArafāt nel 1999.
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Nobel per la pace 1994Yāsser ʿArafāt (pronuncia: Yāsir ʿArafāt; in arabo: ياسر عرفات‎; Il Cairo, 24 agosto 1929 – Clamart, 11 novembre 2004) è stato un politico palestinese.

Il suo nome era Muḥammad ʿAbd al-Raḥmān ʿAbd al-Raʾūf al-Qudwa al-Ḥusaynī (in arabo: محمد عبد الرحمن عبد الرؤوف القدوة الحسيني‎), ma è noto anche con lo pseudonimo di Abū ʿAmmār (arabo: ابو عمّار‎), ed è stato un combattente, figura di spicco del panorama politico mondiale.

Nel 1956, a una conferenza a Praga, Yāsser ʿArafāt portò la kefiah, il tradizionale copricapo palestinese (a scacchi neri o rossi) che divenne di fatto una sorta di suo emblema.

Nel 1994 gli venne conferito - unitamente ai leader israeliani Shimon Peres e Yitzhak Rabin - il Premio Nobel per la pace per l'opera di diplomazia compiuta al fine di rappacificare le popolazioni dei Territori Occupati (che Israele considera come contesi) di Cisgiordania e della Striscia di Gaza e garantire al popolo palestinese il riconoscimento del diritto ad uno Stato proprio.

Dal 1996 sino alla morte, ha ricoperto la carica di presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese (ANP). In precedenza era stato a capo di al-Fatḥ (impropriamente nota come al-Fatah), confluita successivamente nell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP).

La discussa figura di ʿArafāt ha finito con il diventare il simbolo stesso della causa palestinese.

Personaggio complesso e controverso, uomo d'azione ma anche prudente diplomatico, Yāsser ʿArafāt è stato negli ultimi anni della sua vita, spesso accusato - e in special modo dopo il fallimento del Summit di Camp David del 2000 con l'allora Premier israeliano Ehud Barak, e soprattutto dopo lo scoppio della seconda intifada -, di non volere la pace, aver sostenuto gli atti di terrorismo contro i civili israeliani e non aver fatto nulla per contrastarli, non più in grado di porsi come interlocutore serio[1]. Allo stesso tempo, da parte del mondo arabo, è stato sempre riconosciuto e considerato come figura unica e carismatica, personaggio indispensabile all'interno dell'intricato universo di movimenti politici palestinesi, al fine della conclusione del processo di pace e dell'annosa crisi mediorientale


Il conflitto israelo-palestinese: sintesi storica dal 1880 a oggi

A cura di Paolo Barnard

Al declino dell'impero Ottomano, a partire dal 1880, gruppi di ebrei europei, per vari motivi ma anche a causa delle persecuzioni nell'est europeo, emigrarono in Palestina dove stabilirono alcune colonie. Fondarono il movimento Sionista, da cui presero il nome di sionisti.


Il loro arrivo preoccupò presto i Notabili palestinesi che gia' nel 1891 scrissero al Gran Visir a Istambul chiedendogli di proibire le immigrazioni di sionisti in Palestina. Il Gran Visir lo fece ma gli Inglesi e i Francesi lo convinsero a invalidare gran parte del suo stesso editto.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, gli immigranti sionisti in Palestina erano 85.000, il 9% della popolazione, mentre gli arabi musulmani e cristiani erano 500.000, ai quali si aggiungevano gli ebrei cosiddetti Ottomani (già presenti da tempo in Palestina e perfettamente integrati). I palestinesi facevano una netta distinzione fra gli ebrei Ottomani e quelli europei. Questi ultimi infatti erano visti come agenti di una penetrazione economica delle potenze europee.

Nel 1916 le potenze europee (quelle schierate in guerra contro Germania, Austria e Ungheria) siglarono l'accordo di Sikes-Picot: si trattava del piano alleato per dividere l'impero Ottomano (in disfacimento) fra Russia, Francia, e Inghilterra. Nell'accordo la Palestina doveva rimanere internazionalizzata sotto il controllo di tutte e tre. Ma gli inglesi volevano controllare il canale di Suez per tutelare i loro commerci con l'India, e cosi' promossero la colonizzazione ebrea europea in Palestina a scapito della popolazione araba.

Nel 1917, dopo aver promesso ai palestinesi la libertà di formare governi propri, il ministro degli esteri inglese Arthur Balfour fece la famosa dichiarazione (che porta il suo nome) che di fatto riconosceva ai sionisti il diritto di costituire un proprio Stato in Palestina, contraddicendo quindi le garanzie di autodeterminazione date ai palestinesi. Ma non tutti i sionisti esultarono per le parole di Balfour: i più radicalizzati fra loro accolsero male la dichiarazione, e un loro leader, Israel Zangwill, nel 1919 rivendicò per tutti gli ebrei il diritto di colonizzare la Terra di Israele (Eretz Israel) su basi bibliche, il che significava colonizzare tutta la Palestina e molto oltre.

Qui abbiamo il primo appello palestinese rivolto alle potenze europee perché si creasse in Palestina una Monarchia Costituzionale Democratica, che salvaguardasse le minoranze etniche e religiose. I palestinesi chiedevano anche che fosse messo uno stop alla colonizzazione sionista.

Nel 1920, con il trattato di Sèvres, i vincitori della prima guerra mondiale si divisero l'impero Ottomano sconfitto: fra le varie spartizioni dell'area mediorientale la Siria andò alla Francia e la Palestina alla Gran Bretagna.

Nel 1922 l'Inghilterra ricevette dalla Lega delle Nazioni il Mandato per la Palestina, e istituì la Jewish Agency (Agenzia Ebraica) per promuovere l'economia dell'area. I palestinesi non avevano un'organizzazione simile e non gli fu chiesto di formarne una. I loro timori erano chiari: che il potere economico palestinese fosse destinato a essere gregario di quello ebraico.

Per i palestinesi riconoscere il Mandato inglese significava in pratica riconoscere la legittimita' degli insediamenti sionisti, cosa che si rifiutarono di fare. Poiché i Notabili palestinesi non possedevano una struttura come la Jewish Agency, si rifiutarono per tutto il periodo del Mandato di partecipare all'amministrazione delle terre da una posizione che consideravano perdente in partenza. Ma cosi' facendo si auto esclusero.

Gli intenti dei colonizzatori sionisti erano, pubblicamente, di trovare un'armonia di convivenza con gli arabi, ma alcune dichiarazioni di leaders dell'Organizzazione Sionista confermarono i peggiori sospetti dei palestinesi. Nel 1921 infatti il Dott. Eder dichiarava: "Ci sarà solo una nazione in Palestina, ed sarà quella ebraica. Non ci sarà eguaglianza fra ebrei e arabi, ma vi sarà la predominanza ebraica appena i numeri demografici ce lo permetteranno."

QUI COMINCIA LA VIOLENZA E FINISCE LA STORIA CIVILE DI QUESTI POPOLI.

Nel 1921 cominciano gli scontri fra arabi ed ebrei (a Jaffa 200 morti ebrei e 120 morti arabi). Gli Inglesi concludono che si tratta di scontri spontanei, mentre i sionisti decidono che vi è un piano di persecuzione contro di loro, e il leader sionista Ben Gurion comincia a organizzare la difesa dei territori colonizzati.

Nel 1929 gli arabi attaccano alcuni ebrei non sionisti per una disputa religiosa, e cioé l'accesso dei fedeli ebrei al Muro del Pianto, uno dei luoghi di culto più importanti della tradizione ebraica che si trova però vicinissimo a due luoghi sacri della tradizione musulmana, il Haram al Sharif e la moschea Al Aqsa.

E' QUI CHE IL MONDO ARABO E QUELLO EBRAICO IN GENERALE ( e cioé non solo sionista) VENGONO TIRATI NEL CONFLITTO.

La rabbia araba ha però anche altre cause. Infatti i sionisti (attravarso il Jewish National Fund) continuano a comprare le terre da proprietari arabi non residenti, e i contadini palestinesi che le lavorano vengono spesso espulsi senza voce in capitolo. Inoltre, come testimonia un rapporto ufficiale inglese del 1930, le terre acquistate vengono dichiarate suolo ebraico per sempre e solo gli ebrei vi possono lavorare.

Questo deteriora i rapporti ancora di piu', e nel frattempo le tensioni vengono peggiorate dalla ulteriore ondata di immigrazione di Ebrei che fuggono dalla scalata al potere di Hitler in Europa. Nel 1940 i sionisti formano già il 33% della popolazione in Palestina.

Gli anni che vanno dal 1936 al 1947 vedono crearsi le basi per lo scoppio della famosa guerra arabo-israeliana del 1948:

1) I contadini palestinesi si ribellano nel 1936, gli inglesi reprimono la sollevazione ma capiscono l'impossibilita' di mantenere le promesse fatte alle parti.

2) Cominciano le proposte di formazione di 2 Stati separati. Gli inglesi pubblicano il "Peel Report", che prevede la separazione di ebrei e arabi secondo la divisione demografica del momento. Gli arabi non l'accettano. Essi chiedono: che sia fermata l'immigrazione ebraica e che gli si impedisca di acquistare le terre, e che la Palestina divenga uno Stato indipendente dove agli ebrei siano garantiti i diritti politici e civili. Gli inglesi, pubblicando il "White Paper" sulla Palestina nel 1939, accettano di limitare l'immigrazione ebraica e l'acquisto di terre, e promettono una transizione verso un futuro governo palestinese in uno Stato bi-nazionale. Gli arabi rigettano anche il "White Paper", perché considerano troppo vaga la promessa di indipendenza palestinese.

3) Gli inglesi, per non esacerbare la situazione in Medioriente, cominciano a proibire l'arrivo dei rifugiati ebrei in fuga da Hitler, con episodi di agghiacciante inumanità. Aggiungiamo che è di questo periodo uno dei più clamorosi autogoal della leadership religiosa palestinese, quando il Gran Mufti di Gerusalemme, lo Sceicco Haj Amin al-Husseini, ebbe la pessima idea di recarsi nella Germania nazista a confabulare con Heinrich Himmler affinché le SS impedissero l'emigrazione degli ebrei verso la Palestina (le foto che lo ritraggono sono al museo Yad Vashem di Gerusalemme).

E' a questo punto che i sionisti si organizzano in gruppi di guerriglia, e cominciano attacchi terroristici contro gli inglesi e contro i palestinesi. I gruppi più noti furono l'Irgun e lo Stern, che nel 1944 uccide in ministro inglese per il medioriente Lord Moyne, e il gruppo Haganah. Nel '46 c'e' il noto attentato dell'Irgun contro gli inglesi: sotto la guida di Menachem Begin (futuro premier) viene fatto saltare in aria l'Hotel King David.

Nel 1947 gli Inglesi rinunciano al Mandato e passano la palla all'ONU. Ciò è dovuto anche al fatto che il potere di influenza sulla regione sta sempre più passando in mani statunitensi.

L'ONU propone nella risoluzione 181 l'ennesima divisione in Stati separati, ma gli Arabi la rifiutano, e non senza motivo: agli ebrei sarebbe andato il 54% delle terre anche se erano solo il 30% della popolazione presente. Sempre agli ebrei andava il Negev dove vivevano 90.000 beduini contro solo 600 ebrei.

Nella primavera del 1947 comincia lo scontro sul campo fra arabi ed ebrei, e nel Maggio 1948 gli Stati arabi (nati dalla decolonizzazine) mandano truppe in aiuto ai palestinesi. Ma gia' le truppe ebraiche avevano conquistato grandi fette di territorio designato dall'ONU come Arabo, provocando la fuga di 300.000 rifugiati palestinesi. E' di questo momento il massacro di 200 civili palestinesi a Deir Yassin sotto la responsabilità di Menachem Begin. Il mediatore ONU Folke Bernadotte viene ucciso dal gruppo terroristico ebraico Stern a Gerusalemme, e lo Stato d'Israele viene proclamato il 14 maggio 1948. La guerra continua, e all' inizio del 1949 Israele vince definitivamente conquistando il 73% della Palestina. I rifugiati palestinesi sono ora 725.000.

Nel 1950 Israele vota una legge, la Legge sulla Proprietà degli Assenti, che espropria i profughi palestinesi fuggiti durante le ostilità delle loro terre e delle loro abitazioni, quelle cioé abbandonate a partire dal novembre 1947. Ancora oggi Israele sostiene che la maggioranza dei palestinesi fuggì volontariamente perché incitati dalle radio arabe a farsi da parte mentre Israele veniva "distrutto". Ma secondo i più autorevoli storici questi appelli radiofonici sono un'invenzione e la realtà suggerisce che i palestinesi fuggirono per paura della guerra o delle stragi delle gang terroristiche ebraiche. Nella risoluzione ONU 194 (12/1948) è sancito il diritto dei rifugiati di tornare o di essere risarciti, ma Israele non l'ha mai riconosciuta.

Ai palestinesi, alla fine della guerra, rimane Gaza (con amministrazione egiziana) e la Cisgiordania (con amministrazione giordana. La Giordania era già nata come nazione e ospitava ampi numeri di palestinesi). Gli scontri di frontiera continuano fino al 1956, quando Israele (in accordo con la Gran Bretagna e la Francia) attacca l'Egitto (che aveva nazionalizzato il canale di Suez) conquistando Gaza e il Sinai, ma gli USA li convincono a ritirasi un anno dopo.

Intanto, nel 1964 gli Stati arabi creano l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP). Questo gruppo compie azioni di guerriglia contro Israele, e verra' visto come l'unica speranza di riscatto palestinese.

Le tensioni crescono in una escalation che porterà alla prossima guerra, quella del '67:

1966: la Siria permette ai guerriglieri palestinesi di operare dal suo territorio; Israele minaccia ritorsioni e la Siria fa un patto difensivo con l'Egitto. A causa di questo patto, e in seguito alle rappresaglie israeliane in Giordania, la Siria sollecita l'Egitto ad agire. Il Cairo assume un atteggiamento bellicoso, ma non va oltre.

Nel Maggio 1967 il presidente egiziano Nasser stringe un patto di difesa con la Giordania, che sembra mirare solo a un rafforzamento strategico, e non a un effettivo attacco contro Israele. Ma Israele non aspetta, e nel Giugno 1967 attacca l'Egitto. E' la nota Guerra dei 6 Giorni, che segna la umiliante disfatta araba. In un baleno Israele occupa il Sinai, Gaza, la Cisgiordania, parte del Golan siriano e Gerusalemme Est.

Nel Novembre 1967 il Consiglio di Sicurezza dell'ONU condanna la conquista dei territori di Israele con la risoluzione 242, che specificamente chiede: il ritiro israeliano dai territori occupati nel 1967 - che tutti gli Stati si riconoscano come sovrani, indipendenti e integri all'interno di frontiere sicure - che si trovi una soluzione giusta per i rifugiati.

Egitto e Giordania accettarono subito la 242, Israele la accetterà tre anni piu' tardi senza pero' evacuare i territori.

Nel 1968, un gruppo dell'OLP chiamato Fatah e capeggiato da un certo Yasser Arafat cade vittima di una feroce rappresaglia israeliana a Karama. Arafat ne trae prestigio e diviene capo dell'OLP, dichiarando ufficialmente gli scopi dell'Organizzazione: "Lotta armata e cancellazione dello Stato di Israele". Ma altri gruppi militanti dell'OLP hanno differenti mire. Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP) e il Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (FDLP) sostengono ideologie panarabe nazionaliste, mirando non solo a una lotta palestinese ma a una sollevazione in senso socialista di tutti gli Stati arabi. Essi divengono in pratica avversari interni dell'OLP, con proprie alleanze sotterranee.

In questi anni la Giordania diviene sia la base per gli attacchi dell'OLP verso Israele sia l'oggetto degli attacchi dei gruppi dissidenti. Infatti nel 1970 il FPLP di George Habbash fa esplodere alcuni aerei in Giordania, umiliando il monarca giordano Re Hussein, che decide di espellere i guerriglieri palestinesi con mezzi militari e scontri sanguinosi (episodio noto come Settembre Nero). Sono gli anni del terrorismo palestinese più clamoroso, con l'attacco alle Olimpiadi di Monaco (1972), con l'azione di tre kamikaze di Abu Nidal all'aeroporto di Tel Aviv, ecc. Il Mossad (servizi segreti israeliani) uccide i rappresentanti dell'OLP a Parigi e a Roma.

Inizia una guerra d'attrito fra Egitto e Israele, che sfocia in un attacco egiziano e siriano a sorpresa contro Israele nel 1973 (guerra del Kippur). Israele è in seria difficolta', e solo grazie a un massiccio aiuto militare americano si riprende e addirittura avanza nel Golan. Interviene la mediazione USA di Kissinger e un'altra risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, la 338, chiede il cessate il fuoco e il rispetto della risoluzione 242, ma su quest'ultimo punto c'è un nulla di fatto.

La base della guerriglia OLP si sposta in Libano, fra i villaggi Shiiti del sud, vicino alla frontiera con Israele. Dapprima l'OLP è ben accetto, ma quando la popolazione si trova fra i due fuochi israeliani e palestinesi iniziano i dissapori con l'OLP, che non si fa scrupolo di imporre sanguinosamente la sua presenza. Israele bombarda e attacca il sud del Libano dal 1973 al 1978, causando enormi sofferenze fra i civili e la fuga verso Beirut di centinaia di profughi. Poi, nel 1978 invade il sud del Libano, causando circa 2000 morti. Di nuovo il Consiglio di Sicurezza dell'ONU condanna l'invasione con la risoluzione 425, e tenta di separare i belligeranti con un contingente di caschi blu (UNIFIL). L'UNIFIL però dovrà fare i conti con la presenza nell'area libanese sotto occupazione israeliana delle spietate milizie mercenarie della South Lebanese Army, che erano interamente sotto il controllo di Israele e che per conto di Israele conducevano azioni militari e ogni sorta di crimine di guerra (come l'assassinio di due caschi blu irlandesi, tuttora impunito nonostante gli assassini vivano liberi a Detroit, USA). Nasce nel Libano del sud la resistenza islamica degli Hezbollah.

Nel frattempo prende piede la più clamorosa svolta diplomatica della recente storia mediorientale. Nel novembre 1977 il presidente egiziono Sadat incontra il premier israeliano Begin in Israele. Nel Settembre 1978 Sadat va a Camp David negli USA, dove firma i famosi Accordi con Israele. Israele in cambio si ritira dal Sinai. Sadat firma a Washington il 26 marzo 1979 la pace con Israele, primo Stato arabo a farlo (verrà per questo assassinato da killer fondamentalisti nel 1981). Gli Arabi si sentono traditi, anche perché Israele, non dovendosi più preoccupare dell'Egitto al sud, e' ora libero di attaccare il Libano al nord. Nel 1982 Israele reinvade il Libano, con la scusante di dare la caccia ai "terroristi", e arriva fino a Beirut con l'aiuto delle milizie Cristiane Maronite libanesi. Gli USA mediano la fuga dell'OLP e di Arafat da Beirut, dove si erano asserragliati, ma nessuno protegge i civili palestinesi: il risultato è che nel campo profughi di Sabra e Chatila le milizie Cristiane Maronite pro israeliane e sotto il controllo di Ariel Sharon (allora min. della difesa di Isr.) sterminano 1.700 civili palestinesi, destando orrore in tutto il mondo. Israele si ritirera' dal Libano (esclusa una fascia al sud) nel 1985, lasciandosi alle spalle 17.500 morti.

Da notare in questo periodo (1982) i tre piani di pace proposti da USA, URSS e Stati Arabi: gli USA rifiutano la richiesta araba di autodeterminazione per i palestinesi, e ignorano il piano sovietico. Gli arabi accettano tutti e tre piani. Israele li rifiuta tutti e tre.

Arafat, fuggito dal Libano, si trova isolato e stringe nel 1985 un patto per la pace con re Hussein di Giordania. Partono i colloqui di pace con una proposta giordano-palestinese: terra ai palestinesi in cambio di pace - accettazione di tutte le risoluzioni ONU - autodeterminazione del popolo palestinese - soluzione per il problema dei rifugiati.

Gli USA invece propongono: accettazione palestinese della risoluzione 242 (ma non si parla delle altre risoluzioni) - riconoscimento palestinese dello Stato di Israele - rinnegazone della violenza da parte dell'OLP. Il fallimento delle trattative sembra sia da attribuirsi al rifiuto USA di accettare l'autodeterminazione del popolo palestinese.

Siamo al 1985, tragico momento degli attentati terroristici palestinesi nel porto di Larnaca (Cipro) e a bordo della nave da crociera Achille Lauro, che furono degli autogoal clamorosi per tutta la causa del popolo palestinese. Israele bombarda il quartier generale dell'OLP che si era insediato a Tunisi, e gli USA screditano Arafat come "terrorista", convincendo Re Hussein di Giordania a rompere il suo accordo nel 1986.

Le fortune dell'OLP sembrano precipitare negli anni dal 1985 al 1987, anno in cui il Consiglio Nazionale Palestinese si riunisce ad Algeri e ritrova una unita' fra tutte le fazioni. Nei territori occupati il pugno di ferro di Israele, con la costruzione di insediamenti ebraici illegali, con le deportazioni, con le violenze contro i civili e con le torture (che verranno legalizzate dall'Alta Corte di Giustizia israeliana, unico Stato al mondo a farlo) trova ora un fronte unito, e forse per questo i giovani palestinesi possono esplodere nell'Intifada (sollevazione) il 9 Dicembre 1987.

Nel 1988 Arafat rinuncia ufficialmente al terrorismo e accetta la risoluzione 242, implicitamente riconoscendo l'esistenza di Israele. L'OLP decide a quel punto la futura nascita dello Stato palestinese.

Nel 1990 ancora un autogoal di Arafat: un raid di guerriglieri OLP su una spiaggia israeliana (abortito) causa le rottura fra Arafat e gli USA. Ma l'errore diplomaticamente forse più imperdonabile di Arafat sarà il suo ambiguo atteggiamento verso l'aggressione irachena al Kuwait nel 1991. Ciò gli frutterà la sospensione degli aiuti finanziari da parte dell' Arabia Saudita e un imbarazzante isolamento internazionale.

Il presidente americano Bush (primo) comprende che è nell'interesse statunitense stabilizzare l'area mediorientale dopo la Guerra del Golfo contro Saddam Hussein, e per questo spinge un riluttante Israele a incontrare i Paesi arabi e alcuni rappresentanti palestinesi (ma non l'OLP) alla conferenza di Madrid nell'ottobre 1991.

Nel Giugno 1992 il partito Laborista di Yitzhak Rabin vince le elezioni in Israele (sconfiggendo il partito di destra Likud) e promette un accordo di autonomia ai Palestinesi.

Fine agosto 1993: a Oslo si svolgono colloqui segreti fra l'OLP e il laborista israeliano Shimon Perez con mediazione norvegese del ministro degli esteri Joan Jorgen Holst. Il tema e' una proposta di autonomia per Gaza e per la citta' di Jerico.

Il 9 Settembre 1993 Arafat, con la votazione a favore del Comitato Esecutivo Palestinese (8 voti a favore su 12) firma la lettera di riconoscimento dello Stato di Israele, e Israele il 10 Settembre riconosce l'OLP come il legittimo rappresentante dei palestinesi.

Lunedi' 13 Settembre 1993 Arafat e Rabin a Washington, in una storica cerimonia, firmano una Dichiarazione di Principi, che comprende il mutuo riconoscimento di Israele e dell'OLP, il ritiro israeliano da Gaza e da Jerico, e un non meglio specificato ritiro israeliano da alcune aree della Cisgiordania entro 5 anni.

In base a questi accordi, chiamati "di Oslo" grazie alla mediazione norvegese, è concesso all'OLP di formare una propria amministrazione dei territori che cadranno sotto il suo controllo. Questa amministrazione si chiama Autorità Palestinese, che avrà come presidente Arafat (ma si dimostrerà spesso incapace e corrotta). Tuttavia gli accordi di Oslo rimandano a futuri negoziati i punti di disaccordo più spinosi: gli insediamenti ebraici illegali in terra palestinese - il ritorno dei rifugiati palestinesi - le risorse idriche - e il destino di Gerusalemme Est, che i palestinesi rivendicano come propria (come anche sancito dalla risol. ONU 242).

Il premier Rabin viene assassinato nel novembre del 1995 da uno studente ebraico estremista di destra che considerava l'avvicinamento ad Arafat un tradimento della nazione di Israele.

Nonostante ciò, nel 1996 la destra israeliana (partito Likud) vince le elezioni e al governo va Benjamin Netanyahu. Egli sostanzialmente imporrà un nulla di fatto sugli accordi di Oslo fino al 1999, anno in cui i laboristi di Ehud Barak tornano al potere.

Da notare che dietro le quinte le differenze di politiche fra la sinistra e la destra israeliana sono poche, soprattutto per quello che riguarda la spinosa questione degli insediamenti ebraici illegali in terra palestinese. Basti pensare che quando furono firmati gli accordi di Oslo c'erano già 32.750 abitazioni illegali di coloni ebrei in terra palestinese, che da allora a oggi sono cresciute del 62%, sia sotto governi israeliani di sinistra che di destra.

Barak concede ad Arafat alcuni territori in più a partire dal 1999, e a metà del 2000 l'Autorità Palestinese si trova a controllare il 40% della Cisgiordania e il 65% di Gaza. Ma attenzione: stiamo parlando di pezzetti di territorio palestinese scollegati e interamente circondati da insediamenti ebraici, e controllati giorno e notte da cordoni di militari israeliani con pieni poteri, letteralmente di vita o di morte, sulla popolazione palestinese. In queste condizioni la gestione economica palestinese è quasi impossibile e la povertà (già spaventosa) aumenta: i tassi di disoccupazione variano dall'11% al 50%.

Maggio 2000: Israele si ritira frettolosamente dal Sud del Libano, in seguito anche all'offensiva dei guerriglieri islamici Hezbollah (da più di 20 anni impegnati in una guerriglia di attrito per cacciare Israele dal Libano).

Nel luglio del 2000 il presidente americano Clinton convince un riluttante Arafat e il premier israeliano Barak ad andare a Camp David (USA) per finalizzare gli accordi di Oslo. L'incontro naufraga in un nulla di fatto, e ancora oggi molti sostengono che Arafat fu allora responsabile di aver rifiutato una generosa offerta israeliana. Anche se è vero che a Camp David l'israeliano Barak offre ad Arafat molto più territorio di quanto avessero mai fatto i suoi predecessori, è altrettanto vero che Barak si rifiuta 1) di ritirarsi da Gerusalemme Est 2) di affrontare la questione dei rifugiati palestinesi 3) di rispettare la risoluzione 242 dell'ONU 4) di affrontare drasticamente la questione degli insediamenti ebraici illegali. Per Arafat questo era ovviamente inaccettabile.

Arriviamo al 28 Settembre 2000, un'altra data catastrofica nella storia di questo conflitto. E' il giorno in cui Ariel Sharon, leader dell'opposizione israeliana di destra (Likud), sfida le ire palestinesi sfilando a piedi con un esercito di guardie armate presso la moschea di Al Aqsa a Gerusalemme, che è uno dei luoghi più sacri della religione musulmana. Questo viene visto come un oltraggio imperdonabile, e le rabbie e le tensioni accumulatesi nei precedenti dieci anni riesplodono nella seconda (e tuttora in corso) Intifada. A differenza della prima Intifada (1987-91), questa sollevazione è assai più sanguinosa: da parte palestinese c'è un uso massiccio di armi da fuoco leggere contro i soldati israeliani e talvolta contro i civili, e soprattutto c'è un marcato aumento di giovani kamikaze che si fanno esplodere massacrando civili israeliani; mentre da parte israeliana la repressione, le uccisioni dirette e indirette di civili palestinesi, le devastazioni di aree abitate e gli "assassinii mirati" di presunti terroristi e/o di leader politici dell'OLP, non conoscono più limiti.

Nel febbraio 2001 il laborista Barak perde le elezioni e diviene premier Ariel Sharon del Likud.

LA STORIA E' SEMPRE UGUALE, PERCHE' UGUALI SONO GLI UOMINI. CAMBIANO LE EPOCHE MA L'ISTINTO BELLUINO NO, RESTA INTATTO E CON ESSO LA SOPRAFFAZIONE. CI SARANNO SEMPRE E DOVUNQUE NUOVE MAUTHAUSEN CON NUOVI E VECCHI ORRORI. POVERA,POVERA UMANITA'!!!!


sabato 21 agosto 2010




(le foto sono di Maria Serritiello)

…Salerno è mia, io la difendo

Sabato 21 agosto, non è un giorno dei tanti di questa estate per i cittadini salernitani: oggi, c’è l’Alzata del Panno di san Matteo, viene cioè issato nel quadriportico del duomo il telo che raffigura l’Evangelista sepolto nella cripta della Cattedrale di Salerno.

Il programma prevede alle 19 la messa nella cripta del duomo, sulla tomba dell’apostolo; alle ore 20.00 il saluto di monsignor Pierro, amministratore apostolico, e l’alzata del panno nel quadriportico.

L’Alzata del Panno di San Matteo dà inizio alle solenni celebrazioni. Un avvenimento di particolare significato che coinvolge la città e la diocesi, in ogni sua componente. L'amore per San Matteo ricollega i salernitani alle tradizioni civili e religiose che si sono illuminate dalla presenza, nella storia della città, del santo patrono.



GRANDE PASOLINI, CHE IMMAGINI... IN BIANCO E NERO!!! HO SCELTO QUELLE DELL'INIZIO DEL SUO FILM, MA SONO TUTTE DA VEDERE.

LA PREDICAZIONE






Don Backy, pseudonimo di Aldo Caponi (Santa Croce sull'Arno, 21 agosto 1939), è un cantautore e attore italiano.

Gli inizi

Inizia a strimpellare la chitarra da ragazzino, dopo aver visto al cinema, nel 1956, il film "Senza tregua il rock and roll", in cui Bill Haley canta, accompagnato dal gruppo dei Comets, Rock Around the Clock: comincia quindi a cantare il genere con il gruppo dei "Golden Boys" (lavorando di giorno come impiegato in una conceria di pellami), usando il nome d'arte di "Agaton" e, ben presto, a comporre canzoni, finché nel 1960 incide il suo primo 45 giri, registrato a Roma e autoprodotto, contenente le canzoni "Volo lontano" e "Solo con te" col nome di "Agaton e i Pirati". È tuttavia lui stesso ad acquistare le 100 copie prodotte del disco.

Qualche mese dopo si reca a Torino, dove incide (questa volta con il gruppo "Golden boys", che hanno mutato il nome in "Kiss"), il secondo 45 giri - ancora autoprodotto - con un brano di Alberto Senesi, "Bill Haley rock", e una versione di "Non arrossire" di Giorgio Gaber cantata a due voci - stile Everly Brothers - con Alberto, il vocal-chitarrista del gruppo.

L'anno successivo scrive La storia di Frankie Ballan, una ballata ispirata alla storia di Franco, un suo amico scappato di casa con la sua ragazza Wally: la musica, assolutamente inusuale in quel periodo, ricorda molto le atmosfere western. Il giovane Aldo crede fino in fondo a questa canzone: si reca a Torino per inciderla in un terzo 45 giri autoprodotto (questa volta il nome usato è "Kleiner Agaton"), riservando il lato B a Mi manchi tu, brano scritto a quattro mani con Alberto Senesi. Il disco viene inviato a discografici e produttori. Il maestro Detto Mariano, all'epoca collaboratore di Alessandro Celentano (fratello di Adriano), ascolta il disco e lo segnala ad Adriano, che sta cercando nuovi artisti da lanciare per la sua casa discografica, il Clan Celentano, fondata proprio in quel periodo ((marzo 1962) dopo la chiusura del contratto con la Jolly, ma Celentano boccia sia la canzone che il cantante. Detto Mariano non si arrende: dopo alcuni giorni quindi ripropone il disco all'ascolto di Adriano, ottenendone un secondo rifiuto. Solo la curiosità spinge Milena Cantù (all'epoca fidanzata di Celentano) a riascoltare il disco, rimanendone entusiasta. Adriano Celentano si convince allora dell'originalità del brano e del cantante e lo fa contattare dal fratello con una lettera raccomandata. Il ragazzo si presenta emozionatissimo a Milano e viene scritturato.

Ricky Gianco, Guidone e altri componenti del Clan decidono di cambiare il nome d'arte di Agaton e optano per Don Backy. La neonata etichetta discografica lo invia al primo Cantagiro con La storia di Frankie Ballan. Sulla facciata B del disco viene incisa Il Fuggiasco, nuova versione di Mi manchi tu con il testo riscritto da Luciano Beretta.

I primi successi

Il Cantagiro si conclude con Don Backy al settimo posto della classifica e il disco è l'unico - insieme a quello di Celentano - a riscuotere un buon successo di vendite. I Fuggiaschi diventa il nome del suo gruppo.

L'anno successivo Don Backy partecipa alla seconda edizione della manifestazione con il brano Amico, cover di un brano di Burt Bacharach, riscuotendo anche in questo caso un lusinghiero successo di vendite. Nello stesso anno, cantando La carità, facciata B di Amico, prende parte al film Il monaco di Monza con Totò, per la regia di Sergio Corbucci. In questo film Don Backy e Celentano compaiono nei panni di due frati.


Altro successo di quell'anno è l'irriverente Ho rimasto - che crea scandalo per l'errore grammaticale contenuto nel testo


Don Backy scrive anche testi per altri autori del Clan: sulla musica di Stand by me racconta la storia di una ragazza non vedente, e la canzone Pregherò diventa un grande successo di Celentano; per Ricky Gianco scrive il testo di Tu vedrai, sulla musica di Don't play that song, che viene lanciata quale seguito di Pregherò.

Nel 1967 è al Festival di Sanremo in coppia con Johnny Dorelli con una delle sue canzoni più celebri, L'immensità, ripresa subito da Mina, da Milva e più recentemente dai Negramaro, da Francesco Renga e - in Spagna e paesi latini - da Monica Naranjo. Segue il grande trionfo con Poesia, nell'estate dello stesso anno. Sempre in quell'anno escono due film, I sette fratelli Cervi di Gianni Puccini e Banditi a Milano di Carlo Lizzani, ed il libro Io che miro il tondo, pubblicato da Feltrinelli. Don Backy diventa così il primo cantautore ad aver pubblicato un romanzo

Con il passare degli anni Don Backy, allontanatosi dalle scene musicali, si dedica ad altre attività: nel 1980 ha pubblicato a fumetti il suo personale "L'Inferno" in 12 cerchi e 3.200 versi in quartine dalle rime alternate. nel 1980 è stato protagonista nella commedia musicale

Ha partecipato poi a vari programmi televisivi di revival musicale, come "C'era una volta il festival" e "Una rotonda sul mare" per Canale 5.

Nel 2000 compare in una scena del film Pane e tulipani, diretto da Silvio Soldini, nel ruolo di sé stesso, cantando il brano Frasi D'Amore, (1969).

Il 19 marzo 2010 partecipa alla trasmissione "Ciak si canta" condotta da Pupo e Emanuele Filiberto, cantando il brano "Canzone".









venerdì 20 agosto 2010



La battaglia di Platea 20 agosto 479 a.C.

La battaglia di Platea del 20 agosto 479 a.C., con la morte del comandante in capo persiano Mardonio e l'annientamento del suo esercito da parte della lega ellenica comandata da Pausania, sancisce la fine dell'invasione persiana della Grecia. Antecedentemente a questa battaglia, le sorti del conflitto erano state marcate dalla breve, ma brillante resistenza delle forze del re spartano Leonida I, sul passo costiero delle Termopili (l'11 agosto 480 a.C.), e sul mare da due battaglie navali: la battaglia di Capo Artemisio (agosto 480 a.C.) e soprattutto la battaglia di Salamina (settembre 480 a.C.).

Composizione dell'armata greca

La coalizione greca mise insieme un esercito di circa 110.000 uomini, costituiti da 38.700 opliti e 71.300 fanti leggeri, più in aggiunta 1.800 uomini provenienti da Tespi. Secondo il racconto di Erodoto, gli opliti provenivano dalle seguenti città-stato:

Città No. di soldati
Sparta 10 000
Atene 8 000
Platea 6 000
Megara 3 000
Corinto 5 000
Tegea 1 500
Potidea 300
Arcadia 600
Orcomeno 700
Ermione 300
Eretria e Styra 600
Calcide 400
Ambracia 500
Leucade e Anattorio 800
Cefalonia 200
Egina 500
Sicione 3 000
Epidauro 800
Trezene 1 000
Leprea 200
Micene e Tirinto 400
Fliunte 1 000
Totale 38

L'esercito persiano

Secondo Erodoto, Mardonio poteva contare su 300.000 Persiani. Tuttavia circa 40.000 effettivi sotto il comando di Artabazo non parteciparono alla battaglia poiché il loro comandante era impegnato a sedare le rivolte nei territori controllati e giunsero quando gli eventi precipitarono.

Ctesia che scrisse nel IV secolo a.C. una storia della Persia basandosi sugli archivi persiani, conteggiò 120.000 Persiani e 7.000 soldati Greci, ma collocò la battaglia prima di quella di Salamina. Questa discrepanza si deve probabilmente al fatto che la sua opera non ci è stata tramandata e ciò che si conosce di essa è solo un frammento citato nel Myriobiblos, che venne scritto dal patriarca di Costantinopoli Fozio nel IX secolo d.C.











IL SIRTAKI E' SOLO LUI, ZORBA IL GRECO, OVVERO ANTONY QUEEN

UN MITOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO


giovedì 19 agosto 2010





Giovanni Moretti detto Nanni (Brunico, 19 agosto 1953) è un regista, attore e produttore cinematografico italiano.

Le sue opere sono caratterizzate inizialmente da una visione, in chiave ironica e sarcastica, dei luoghi comuni e delle problematiche del mondo giovanile del tempo, per poi indirizzarsi verso una critica più sostanziale della società italiana e dei suoi costumi.

Nasce a Brunico, in provincia di Bolzano, dove la famiglia è in vacanze estive, da genitori entrambi insegnanti: la madre Agata Apicella, professoressa di lettere al liceo classico, e il padre Luigi, docente universitario di epigrafia greca. Il fratello maggiore Franco è invece docente di letteratura comparata. Trascorre la sua infanzia a Roma e fin da adolescente inizia a curare le sue due grandi passioni: la pallanuoto, nella quale si mette in mostra per le sue doti come tesserato con la S.S. Lazio Nuoto, e il cinema


1973 gira due cortometraggi in Super 8: La sconfitta e Patè de bourgeois.

Un anno dopo realizza, sempre in Super 8, il suo terzo cortometraggio Come parli frate?, una parodia dei Promessi Sposi.

Nel 1976 Moretti gira il suo primo lungometraggio, in Super 8: Io sono un autarchico; e compare come attore nel film Padre padrone dei fratelli Taviani.

Nel 1978 realizza Ecce Bombo, che partecipa in concorso a Cannes.

Nel 1981 Sogni d'oro partecipa in concorso al Festival di Venezia ottenendo il premio speciale della giuria.

Nel 1984 realizza il suo quarto lungometraggio Bianca.

Nel 1985 con il film La messa è finita, Moretti vince l'Orso d'argento al Festival di Berlino 1986.

Nel 1986 Moretti, con Angelo Barbagallo, fonda la casa di Produzione Sacher Film.

Nel 1987 la Sacher Film produce il film Notte italiana di Carlo Mazzacurati e Domani accadrà di Daniele Luchetti in cui Moretti compare come attore.

Il 1989 è l'anno di Palombella Rossa presentato al Festival di Venezia.

Nel 1990 Moretti gira il documentario La cosa, sulla trasformazione del PCI.

Nel 1991 la Sacher Film produce Il portaborse di Luchetti, in cui Nanni Moretti è uno dei protagonisti. Nello stesso anno, Moretti, con Angelo Barbagallo, ristruttura una sala cinematografica a Roma nel quartiere di Trastevere.


Per Caro diario uscito nel novembre del 1993, il 1994 è l'anno dei premi e delle consacrazioni. Il primo riconoscimento è del 19 Marzo: a Roma riceve il Nastro d'argento. Il 24 maggio al Festival di Cannes Moretti riceve il premio per la migliore regia. Il 1° giugno il film ottiene il David di Donatello. Il 30 giugno, i lettori della rivista Ciak assegnano al film l'annuale "Ciak d'Oro" per la migliore pellicola e a Moretti il "Ciak d'Oro" al miglior film italiano. Caro Diario riceve a Berlino il premio "Felix" della critica.
(P. Pan, Corriere della Sera 15-03-1996)

Nel 1994 insieme ad altri registi italiani produce, realizza e partecipa al cortometraggio L'unico paese al mondo.

Nel 1995 è il protagonista de La seconda volta di Mimmo Calopresti.


Nel 1996 recita nel film Tre vite e una sola morte di Raul Ruiz e realizza il cortometraggio Il giorno della prima di Close-up.

Nel 1998 esce nelle sale l'ottavo lungometraggio Aprile.

Il 2001 è de La stanza del figlio, 3 David di Donatello di cui uno come miglior film e la Palma d'Oro a Cannes.





mercoledì 18 agosto 2010




Charles Robert Redford Jr. (Santa Monica, 18 agosto 1937[1]) è un attore e regista statunitense.

Nato nel distretto di Santa Monica (California). Redford crebbe nel quartiere spagnolo nella parte ovest della città. Marta, sua madre, era una casalinga, suo padre era un lattaio di origine irlandese, molto religioso.

Durante gli anni cinquanta il padre lavorò come contabile per l'industria Standard Oil e la famiglia si trasferì in un quartiere della classe media nella San Fernando Valley. Poco tempo dopo, a sua madre fu diagnosticato un cancro. Redford attraversò a quei tempi un periodo di ribellione. Ciò nonostante, amava raccontare storie e disegnare. Una escursione al Parco Nazionale di Yosemite gli impresse un intenso amore per la natura, che influenzerà molti suoi film.

Nel 1955 sua madre morì a 41 anni d'età. Redford abbandonò gli studi nel 1956 e partì per l'Italia e per la Francia, per provare la vita bohemienne di un artista. Rientrò, deluso, nel 1957 e iniziò a bere. Durante lo stesso anno conobbe Lola, un'universitaria dello Utah, con la quale iniziò una relazione che ebbe una influenza positiva su di lui. Smise di bere e nel 1958 si iscrisse al Prat Institut di New York per studiare arte. Si interessava di sceneggiatura e seguì il consiglio di studiare recitazione per saperne di più di teatro. Non era mai stato attratto dal mestiere di attore, ma l'esperienza gli piacque

Nel 1962 Redford ottenne la sua prima parte in un film per il cinema, Caccia di guerra, di Denis Sanders. In seguito tornò a recitare a Broadway, nell’opera A piedi nudi nel parco, diretta da Mike Nichols, il quale volle la partecipazione di Redford, dopo averlo visto in televisione. Questa opera teatrale lo trasformò in una stella di Broadway. Fu il trampolino perfetto verso Hollywood, dove ottenne un contratto nel 1964. Tuttavia nei suoi primi quattro film, La ribelle, La giuria umana, Situazione disperata ma non seria e Questa ragazza è di tutti, ottenne ruoli secondari che non gli valsero un successo degno di nota.

Nel 1966 Redford si trasferì in Spagna, sempre alla ricerca di uno stile di vita diverso, ma nello stesso anno gli offrirono un ruolo come protagonista nella versione cinematografica di A piedi nudi nel parco, che fu un gran successo. Negli anni successivi recitò in vari film che consolidarono la sua fama come attore di prestigio e anche come stella di Hollywood, il primo dei quali, Butch Cassidy, con Paul Newman, con il quale simpatizzò subito.

Altri film di successo furono La pietra che scotta, Come eravamo, con Barbra Streisand, per la regia del suo amico Sidney Pollack e La stangata, che ottenne 7 premi Oscar e grazie al quale Redford ottenne la sua prima nomination come attore protagonista. Sulla scia di questi due film, anche il successivo Il grande Gatsby, del 1974, ebbe un notevole successo.

Ormai definitivamente consacratosi come una delle maggiori stelle del cinema di quegli anni, nel 1976 recitò in Tutti gli uomini del presidente con Dustin Hoffman. Il film, che ripercorre l'inchiesta giornalistica che diede il via allo scandalo Watergate, ottenne sei nomination agli Oscar, inclusa quella per il miglior film. Fu il primo di una serie di film nei quali Robert Redford interpretò più volte personaggi che in vario modo si pongono contro le storture del sistema politico o economico: oltre al già citato Tutti gli uomini del presidente, basti ricordare I tre giorni del condor, Il cavaliere elettrico, Brubaker. Successivamente partecipò ad un terzo film di grande successo, vincitore di ben 7 statuette, inclusa anche quella per il miglior film, La mia Africa, sempre di Pollack, con Meryl Streep, girato nel 1985, anno in cui si separa da Lola.

Redford aveva creato anche una sua casa di produzione personale, la Wildwood Enterprises, il cui primo film prodotto fu Gli spericolati (1969), di Michael Ritchie.

Da attore a regista [modifica]
Come regista, Redford seguì subito una traiettoria importante, con film che gli valsero il riconoscimento per la professionalità e successo di pubblico. Nel 1980 inizia con Gente comune, che ottenne critiche molto buone e successo di incassi, e che gli valse l'Oscar come miglior regista. Redford ha diretto anche Milagro, un film bucolico e fantastico in cui si riflette il suo amore per la natura e la vita rustica, però non ebbe un successo significativo. Nel 1992 diresse In mezzo scorre il fiume, che tratta del dialogo tra genitori e figli, un tema ricorrente nella sua vita, seguito poi da Quiz Show, che ottenne buone critiche, anche se uno scarso successo ai botteghini e che gli valse la sua seconda nomination agli Oscar come miglior regista dopo Gente comune.

Nel 1998 è la volta di L'uomo che sussurrava ai cavalli, basato sul romanzo di Nicholas Evans; nel 2000 diresse La leggenda di Bagger Vance e nel 2007 Leoni per agnelli



martedì 17 agosto 2010




Francesco Cossiga (Sassari, 26 luglio 1928 – Roma, 17 agosto 2010) è stato un politico, giurista e docente italiano, ottavo presidente della Repubblica dal 1985 al 1992 quando assunse, di diritto, l'ufficio di senatore a vita. A seguito di un decreto del presidente del Consiglio dei ministri ha potuto fregiarsi del titolo di presidente emerito della Repubblica Italiana.

È stato ministro dell'interno nel Governo Andreotti III dal 1976 al 1978, quando si dimise in seguito all'uccisione di Aldo Moro. Dal 1979 al 1980 fu presidente del Consiglio dei ministri e fu presidente del Senato della Repubblica nella IX
legislatura dal 1983 al 1985, quando lasciò l'incarico perché fu eletto al Quirinale.


L'11 marzo 1977, nel corso di durissimi scontri tra studenti e forze dell'ordine nella zona universitaria di Bologna venne ucciso il militante di Lotta continua Pierfrancesco Lorusso; alle successive proteste degli studenti, Cossiga, allora titolare del Ministero dell'interno, rispose mandando veicoli trasporto truppa blindati (M113) nella zona universitaria[3]. A seguito di ciò - ed a seguito della morte per colpi d'arma da fuoco della militante di sinistra romana Giorgiana Masi sul Ponte Garibaldi - il suo nome venne scritto dagli studenti, per protesta, storpiandolo: con una kappa iniziale ed usando la doppia esse delle SS naziste.

Nel gennaio 1978 riformò i servizi segreti dando loro la configurazione che avrebbero mantenuto fino alla successiva riforma del 2007, e creò i reparti speciali della Polizia NOCS e dei Carabinieri GIS.

Nel marzo 1978, quando fu rapito Aldo Moro dalle brigate rosse, creò rapidamente due "comitati di crisi", uno ufficiale e uno ristretto, per la soluzione della crisi.

Molti fra i componenti di entrambi i comitati sarebbero in seguito risultati iscritti alla P2; ne faceva parte lo stesso Licio Gelli sotto il falso nome di ingegner Luciani. Tra i membri anche lo psichiatra e criminologo Franco Ferracuti. Cossiga richiese ed ottenne l'intervento di uno specialista americano, il professor Steve Pieczenik, il quale partecipò ad una parte dei lavori.

Circa la presunta fuga di notizie per la quale le BR parevano a conoscenza di quanto si discutesse nelle stanze riservate, Pieczenik ebbe ad affermare nel 1994 che aveva via via richiesto di ridurre progressivamente il numero dei partecipanti alle riunioni. Rimasti solo Pieczenik e Cossiga, affermò lo statunitense «la falla non accennò a richiudersi». Cossiga in seguitò non smentì, ma parlò di «cattivo gusto».

Non fu mai aperta alcuna trattativa con i sequestratori per il rilascio di Moro, il quale dalla sua prigionia scrisse a Cossiga dicendogli che «esiste un problema, postosi in molti e civili paesi, di pagare un prezzo per la vita e la libertà di alcune persone estranee, prelevate come mezzo di scambio. Nella grande maggioranza dei casi la risposta è stata positiva ed è stata approvata dall'opinione pubblica».

Cossiga diede le dimissioni da ministro dell'Interno in seguito al ritrovamento del cadavere del presidente della DC in via Michelangelo Caetani. Al giornalista Paolo Guzzanti disse: «Se ho i capelli bianchi e le macchie sulla pelle è per questo. Perché mentre lasciavamo uccidere Moro, me ne rendevo conto. Perché la nostra sofferenza era in sintonia con quella di Moro».

lunedì 16 agosto 2010

16 agosto 1898 vengono brevettate le montafne russe

Con l'espressione montagne russe (talvolta dette anche ottovolante) si intende un'installazione tipica dei luna park e dei parchi di divertimento. Consiste in una sorta di ferrovia in miniatura, il cui tracciato è composto da repentine salite e discese, curve paraboliche e, nelle tipologie più moderne, anche evoluzioni particolari. Il treno, composto unicamente da sedili e protezioni per gli ospiti, sfreccia a gran velocità sul percorso, portando, in alcuni modelli, gli ospiti anche a "testa in giù". Le montagne russe sono le attrazioni simbolo dei parchi di divertimento, sia per la loro imponenza, sia per la loro capacità di attrazione verso una grande fascia di ospiti.

domenica 15 agosto 2010






(Le foto degli Astrali 2010 sono di Maria Serritiello)

GLI ASTRALI IN CONCERTO IL 14 AGOSTO 2010 AL TEATRO DEI BARBUTI
"DEDICATO A MARCO"

Com’è tradizione il Teatro dei Barbuti a Ferragosto rimane aperto. Il cartellone della XXV edizione propone un altro amarcord, con il concerto degli Astrali. La band, che negli anni 60' e '70 ha avuto un successo straordinario, esibendosi nei maggiori locali d'Italia, si ricomporrà a Salerno per un amarcord atteso a lungo. Sarà un concerto in ricordo di Marco Lenza, lo storico chitarrista della band recentemente scomparso


Gli Astrali nascono nel 1964, la formazione iniziale è: Michele Mattei (batteria), Cosimo Palumbo (pianoforte e organo), Germano Cosenza (basso elettrico), Michele Avagliano (chitarra elettrica), Guido Cataldo (saxofono e chitarra). Da allora fino ad oggi molti altri musicisti hanno fatto parte de Gli Astrali a volte perché impegni di studio o di lavoro obbligavano qualche componente del gruppo a lasciare il suo posto ad altri oppure per seguire le mode musicali, come per esempio l' immissione di altri strumentisti a fiato per poter eseguire r&b e disco music: Nello Buongiorno, Gianpiero Lo Schiavo (voce), Gennaro Carbone, Bartolo Cataldo (fratello di Guido), Gianni Ferrigno (tastiere), Vincenzo Senatore, Ennio Magaldi (saxofono), Pasquale Moretti, Tonino Stotuti (tromba) Peppe Carabelli, Fortunato Santoro (trombone), Matteo Macera, Raffaele Ronga, Pino Cioffi (batteria), Mariolino Ferrigno (basso).

Gli Astrali sono stati e sono un gruppo che fa ballare ancora. In estate si suonava a Capo d'orso, La Torre Normanna e Chico's di Maiori, Hotel Luna di Amalfi, La Fregata di Positano, La Giara di Paestum, Il Kursal, il Sea Garden e Le Rocce rosse di Salerno, Il Saracino, La Taverna dei monaci e il Carrubo di Agropoli, Il Lanternone di Palinuro. All' inizio a Salerno non c'erano dancing invernali e si ballava nei Circoli Universitari come La Scacchiera ed Il Ridotto o al CUS di Cava.
Verso la fine degli anni '60 ecco apparire i primi locali anche a Salerno: il "Copacabana", il "Vengo anch'io"(rinominato Carillon) "La Stiva".








sabato 14 agosto 2010




IMMAGINI E MUSICA DEL FERRAGOSTO CHE MI RICORDO

Il Ferragosto è una festività tipicamente italiana, assente negli altri paesi europei, che cade il 15 agosto. Tradizionalmente dedicata alle gite fuori porta, è spesso caratterizzata da lauti pranzi al sacco e, data la calura stagionale, da rinfrescanti bagni in acque marine, fluviali o lacustri. Molto diffuso anche l'esodo verso le località montane o collinari, in cerca di refrigerio.

Il termine Ferragosto deriva dalla locuzione latina feriae Augusti (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall'imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, come i Consualia, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L'antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di autopromozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane allo scopo di fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto Augustali, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.

Nel corso dei festeggiamenti, in tutto l'impero si organizzavano corse di cavalli e gli animali da tiro, asini e muli, venivano dispensati dal lavoro e agghindati con fiori. Tali antiche tradizioni rivivono oggi, pressoché immutate nella forma e nella partecipazione, durante il "Palio dell'Assunta" che si svolge a Siena il 16 agosto

Nell'occasione, i lavoratori porgevano auguri ai padroni, ottenendo in cambio una mancia: l'usanza si radicò fortemente, tanto che in età rinascimentale fu resa obbligatoria dai decreti pontifici

Coincide con la festa cattolica della dormizione e assunzione di Maria (madre di Gesù)

Esiste un parallelo tematico tra il rapimento delle vergini sabine e quello della Vergine in cielo.


In Lombardia, fino al XIX secolo, era uso "dare il ferragosto" (in dialetto lombardo dà el faravóst) che consisteva nel donare emolumenti in denaro o in beni commestibili alle maestranze, da parte dei datori di lavoro, in modo che le famiglie potessero trascorrere lietamente il giorno di Ferragosto. Nei cantieri edili, nei primi giorni d'agosto, veniva fissato dai muratori un grande ramo d'albero sulla parte più elevata del fabbricato in costruzione, detta pianta del faravóst, che serviva a scherzosamente rammentare all'impresario l'imminente esborso della tradizionale mancia.[1]
Il piatto tradizionale per eccellenza del pranzo di Ferragosto è il piccione arrostito. Tale usanza, un tempo diffusa in buona parte d'Italia e che ancora sopravvive in alcune zone, pare sia nata in Toscana, in epoca carolingia.

« A ferragosto si mangiano i piccioni arrosto. »
(Detto popolare)