Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle
che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso.....

Pablo Neruda





giovedì 30 aprile 2009




Il 30 aprile 1945- Adolf Hitler ed Eva Braun si suicidano dopo essere stati sposati per un giorno.

Hitler (Braunau am Inn, 20 aprile 1889 – Berlino, 30 aprile 1945) è stato un politico austriaco naturalizzato tedesco, Cancelliere del Reich (Reichskanzler) dal 1933 e Führer della Germania dal 1934 al 1945. Fu il fondatore e leader del Partito Nazional Socialista dei Lavoratori Tedeschi (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei), noto con il nome abbreviato di Partito Nazista, e il principale ideologo del nazionalsocialismo.

Hitler conquistò il potere cavalcando lo scontento e l'orgoglio ferito del popolo tedesco, a causa della sconfitta nella prima guerra mondiale e della grave crisi economica che affliggeva la Repubblica di Weimar. Sfruttando la sua abilità oratoria e facendo leva sull'insoddisfazione delle classi medie, presentò un manifesto politico intriso di nazionalismo, anticomunismo e antisemitismo, e dopo alterne vicende (fallito Putsch nel 1923, con conseguenti otto mesi di carcerazione) arrivò alla Cancelleria nel 1933 e instaurò la dittatura nel 1934, assumendo anche la carica di capo di stato dopo la morte del presidente Paul von Hindenburg.

Grazie a un possente ed efficace programma di ristrutturazione economica e riarmo militare, Hitler perseguì una politica estera estremamente aggressiva, volta ad espandere il Lebensraum (spazio vitale) tedesco a spese delle popolazioni dell'Europa orientale. In un susseguirsi di atti di sfida alla comunità internazionale, giunse ad invadere la Polonia, il 1º settembre del 1939, provocando lo scoppio della seconda guerra mondiale.

Sconfitto dagli eserciti alleati, con le truppe sovietiche ormai penetrate in città, si suicidò nel suo bunker di Berlino il 30 aprile 1945 insieme alla compagna Eva Braun, che aveva sposato poche ore prima.

Hitler fu fautore e responsabile sin dal 1933 di una politica di discriminazione e segregazione degli ebrei dalla vita sociale ed economica del Paese; politica che dal 1941 si tramutò in un piano d'internamento e sterminio totale (noto con il nome di "Soluzione finale") al quale ci si è riferiti sin dall'immediato dopoguerra con il termine di Shoah o Olocausto.[1] Oltre al genocidio degli ebrei, la "Soluzione finale" prevedeva l'eliminazione di altri gruppi etnici, politici e sociali (Rom, popolazioni slave, omosessuali, comunisti, disabili mentali, minoranze religiose, prigionieri di guerra ed oppositori politici).






mercoledì 29 aprile 2009




E' il 29 aprile del 1980 quando, a Los Angeles, muore il regista Alfred Hitchcock

Sir Alfred Joseph Hitchcock (Leytonstone, 13 agosto 1899 – Los Angeles, 29 aprile 1980) è stato un regista inglese. È conosciuto, grazie ai suoi capolavori gialli, come «maestro del brivido».

Terzogenito di William, il piccolo Alfred è un bambino pauroso e solitario, con pochi amici: questi elementi, assieme alla avversione per la polizia (maturata in seguito ad un episodio della sua infanzia che lo vede rinchiuso per punizione in un commissariato) saranno molto presenti nei suoi film.

Riceve una rigida educazione religiosa, e viene mandato a frequentare il Collegio di Saint Ignatius, proseguendo gli studi presso la scuola di Ingegneria e Navigazione che abbandona per motivi economici nel 1914, alla morte del padre.

Da giovane Hitchcock è attratto molto dal mondo del crimine: collezionava saggi ed articoli ed era solito visitare continuamente il museo del crimine di Scotland Yard.

Trova il suo primo lavoro nel 1915 come disegnatore presso la Henley telegraph and cable Company, ma la sua prima occupazione nel mondo del cinema la ottiene nel 1920 presso un nuovo studio londinese, dove disegna i titoli di testa per film durante i due anni successivi.

Nel 1923 Hitchcock è assunto dalla Gainsborough Pictures dove si occupa di tutto, dalla sceneggiatura, ai disegni, dai titoli alle scenografie fino al montaggio e all'aiuto regia

Finalmente, nel 1925 gli viene affidato il suo primo film da regista: The Pleasure Garden girato in parte sul Lago di Como.

Nel 1926, Hitchcock, sposa Alma Reville. La moglie collaborerà come sceneggiatrice a molti dei suoi film. Alma e Alfred avranno una figlia, Patricia (1928) che collaborerà come attrice in alcuni dei film del padre.

Diventato ormai il regista di punta del cinema inglese, nel 1940 viene chiamato a Hollywood da David O. Selznick, il produttore di Via col vento. Inizialmente Hitchcock deve dirigere un film sulla tragedia del Titanic, ma gli preferisce un altro soggetto, tratto dal bestseller di Daphne Du Maurier, Rebecca, la prima moglie che vince l'Oscar come miglior film dell'anno.
Nel giro di pochi anni dirige una serie di film indimenticabili: da Il sospetto a L'ombra del dubbio, da Io ti salverò a Notorius, l'amante perduta. All'inizio degli anni cinquanta passa alla Warner, con cui gira Delitto per delitto e La finestra sul cortile.

Nel 1955 inizia a produrre e a girare alcuni episodi del famoso telefilm Alfred Hitchcock presenta. Dopodiché una serie ininterrotta di capolavori: Il delitto perfetto, Caccia al ladro, L'uomo che sapeva troppo (remake dell'omonimo film del 1934 diretto dallo stesso Hitchcock), La donna che visse due volte, Intrigo internazionale, Psyco e Gli uccelli.

Nel 1976 gira il suo ultimo film, Complotto di famiglia. La mattina del 29 aprile 1980 muore stroncato da un infarto a Los Angeles alla veneranda età di 81 anni, avendo vissuto quasi un secolo di storia del cinema e attraversato tutte le tappe principali del mondo del cinema












martedì 28 aprile 2009




IL 28 APRILE DEL 1945 BENITO MUSSOLINI MUORE.

Alle ore 16 Walter Audisio,nome di battaglia Valerio,preleva Benito Mussolini e Clara Petacci,dalla casa di Giulino di Mezzegra,dove hanno trascorso la notte,e liporta davanti al cancello di una villa.Il mitra di Audisio fa cilecca e allora interviene Michele Moretti,nme di battaglia Pietro,che con il suo mitra D-MAS calibro7,65 uccide il duce e la donna che ha cercato di fargli scudo con il suo corpo.

I due cadaveri vengono portati a Milano insieme a quelli dei 17 gerarchi fascisti fucilati a Dongo,sulla spalletta del lago.

La mattina del 29 aprile 1945,un'enorme folla si riverserà a Piazzale Loreto per vedere quei cadaveri,ch saranno calpestati e fatti segno di vero scempio.

L'ex segretario del partita fascista,Achille Starace,catturato a Milano,viene fucilato in Piazzale Loreto ed esposto insieme agli altri gerarchi.

Con questo drammatico episodio si conludono i ventitrè anni del regime fascista in Italia.

Siamo proprio noi il popolo di Santi ,Poeti e Navigatori????In queste immagini lontane si stenta a crederci!!! Possibile non avere la pietà cristiana per i morti?Non chi ha torto o chi ha ragione è la storia a stabilirlo.A noi l'umana pietà per persone che per i loro errori hanno pagato con la vita. Una brutta pagina di storia da non portare come esempio ai giovani.



lunedì 27 aprile 2009





Renato Rascel
Nome: Renato Ranucci
Data nascita: 27 Aprile 1912 (Toro), Torino (Italia)
Data morte: 2 Gennaio 1991 (78 anni), Roma (Italia)

« Io prendo manciate di parole e le lancio in aria; sembrano coriandoli, ma alla fine vanno a posto come le tessere di un mosaico. »
(Renato Rascel)


Renato Rascel è stato un attore, comico, cantautore e ballerino italiano.

Renato Rascel nasce "per caso" a Torino durante una tappa della tournée della compagnia d'arte in cui lavorano suo padre Dante Ranucci, cantante di operetta, e sua madre Paola Massa, ballerina classica. Riceve il battesimo nella Basilica di San Pietro secondo il desiderio del padre, romano da sette generazioni, ed alla città eterna la sua vita resterà sempre legata.

Affidato dai genitori ad una zia, a causa del loro lavoro che li costringeva a continui spostamenti, Renato cresce nell'antico rione di Borgo insieme alla sorella Giuseppina (scomparsa prematuramente a soli diciassette anni). Frequenta la Scuola Pontificia Pio IX, gestita dai padri Scolopi i quali, oltre ad impartire l'insegnamento scolastico, organizzavano corsi di canto, musica e recitazione. Già durante la partecipazione a queste attività Renato mostra i segni del suo precoce talento, al punto di essere ammesso a far parte, all'età di dieci anni, del Coro delle Voci Bianche della Cappella Sistina.Sempre in questo periodo si esibisce per la prima volta in pubblico come batterista di un complesso jazz di dilettanti scritturato dal Circolo della Stampa.

Poco tempo dopo debutta in teatro a fianco del padre, divenuto direttore della filodrammatica "Fortitudo", nel dramma popolare Più che monelli, dove interpreta la parte di un ragazzino che muore a causa di un sasso tiratogli da un compagno di giochi.

Consapevole del fatto che la carriera artistica non è tra le più facili e remunerative, il padre cerca di avviare Renato a lavori più sicuri e redditizi. Per qualche tempo lavora come apprendista calderaio, muratore e garzone di barbiere, ma il richiamo dell'arte è troppo forte per lui. Renato ha solo tredici anni quando viene scritturato in pianta stabile come musicista dal proprietario del locale "La Bomboniera", ed in seguito suonerà alla "Sala Bruscolotti" noto ritrovo della Capitale. A quindici anni entra a far parte del complesso musicale "Arcobaleno". L'impresario teatrale napoletano Luigi Vitolo, notata la sua esuberanza, lo spinge ad improvvisare negli intervalli dell'orchestra numeri di danza e di arte varia che riscuotono ilarità e successo dal pubblico.

All'inizio degli anni trenta, e dopo un lungo tirocinio in compagnie di avanspettacolo, Renato Ranucci decide di assumere il nome d'arte di "Rachel" (dal nome di una cipria francese molto famosa in quel tempo), successivamente italianizzato in "Rascel" in ottemperanza alle direttive emanate da Achille Starace per conto del governo fascista. Un aneddoto racconta come il funzionario del Minculpop desiderasse addirittura imporgli di chiamarsi "Rascele", al che il giovane ma arguto Renato pare abbia risposto: «Cambiate prima Manin in "Manino", e poi ne riparliamo».

Dopo la fine della guerra, Rascel torna al teatro di rivista con la nuova macchietta del "Piccolo Corazziere", altro personaggio incentrato sul contrasto tra la sua bassa statura e l'elmo e lo sciabolone d'ordinanza
Nel 1957 Rascel acquisisce notorietà internazionale con la sua canzone Arrivederci Roma che spinge un produttore cinematografico di Hollywood a proporgli di girare un film al fianco del tenore Mario Lanza. Nasce così The Seven Hills of Rome, girato in esterni a Roma ed in interni negli stabilimenti della Titanus, dove Rascel non sfigura al fianco del grande tenore americano e di Marisa Allasio. Il film verrà distribuito in Italia con il titolo Arrivederci Roma.

Nel 1960 Renato Rascel, in coppia con Tony Dallara partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Romantica, da lui composta e con il testo firmato da Dino Verde. La sua interpretazione, melodica e molto "sussurrata" è in aperto contrasto con la versione di Dallara, che è uno dei cosiddetti "cantanti urlatori". Ma sarà proprio Dallara a portare alla vittoria Rascel e la sua canzone. La vittoria tuttavia non sarà senza polemiche in quanto Rascel verrà accusato di aver copiato la musica, dando adito ad una causa in tribunale che vedrà Rascel vincitore grazie ad una perizia di parte firmata nientepopodimeno che da Igor Stravinski. La canzone parteciperà anche all'Eurofestival, classificandosi all'ottavo posto.

Renato Rascel lascia la vita quasi in punta di piedi, ridotto ad un gracile omino che in un letto d'ospedale canticchia sommessamente le canzoni che un tempo lo resero famoso, senza più nulla del brio e della vivacità dell'attore e musicista che fu nei suoi anni d'oro, ma somigliante piuttosto ad uno dei suoi personaggi





domenica 26 aprile 2009





« Si tibi deficiant medici,
medici tibi fiant haec tria:
mens laeta, requies, moderata diaeta. »

« Se ti mancano i medici,
siano per te medici queste tre cose:
l'animo lieto, la quiete e la moderata dieta. »
(Scuola Medica Salernitana, Regimen Sanitatis Salernitanum)

La Scuola medica salernitana è stata la prima e più importante istituzione medica d'Europa nel Medioevo (XI secolo); come tale è considerata da molti come l'antesignana delle moderne università

La Scuola si fondava sulla sintesi della tradizione greco-latina completata da nozioni provenienti dalle culture araba ed ebraica. Essa rappresenta un momento fondamentale nella storia della medicina per le innovazioni che introduce nel metodo e nell'impostazione della profilassi

La Scuola si fondava sulla sintesi della tradizione greco-latina completata da nozioni provenienti dalle culture araba ed ebraica. Essa rappresenta un momento fondamentale nella storia della medicina per le innovazioni che introduce nel metodo e nell'impostazione della profilassi

Il curriculum studiorum era costituito da:

3 anni di logica;
5 anni di medicina (comprese chirurgia e anatomia);
1 anno di pratica con un medico anziano;
Era inoltre prevista, ogni 5 anni, l'autopsia di un corpo umano.

Da notare che nella Scuola, oltre all'insegnamento della medicina (dove le donne erano ammesse sia come insegnanti che come studenti), si tenevano anche corsi di filosofia, teologia e legge ed è per questo che alcuni la considerano anche come la prima università mai fondata. Si badi bene, però: non fu mai chiamata "università", giacché fu proprio con la scuola salernitana che nacque la parola

La leggenda della fondazione [modifica]
La fondazione della scuola risale ai secoli bui dell'Alto Medioevo e non vi è nessun documento che possa certificare con precisione una data di riferimento. La tradizione tuttavia lega la nascita della scuola all'evento narrato da questa leggenda:

La leggenda della fondazione

Si racconta che un pellegrino greco di nome Pontus si fermò nella città di Salerno e trovò rifugio per la notte sotto gli archi dell'antico acquedotto dell'Arce. Scoppiò un temporale ed un altro viandante malandato si riparò nello stesso luogo, si trattava del latino Salernus; costui era ferito ed il greco, dapprima sospettoso, si avvicinò per osservare da vicino le medicazioni che il latino praticava alla sua ferita. Nel frattempo erano giunti altri due viandanti, l'ebreo Helinus e l'arabo Abdela. Anche essi si dimostrarono interessati alla ferita ed alla fine si scoprì che tutti e quattro si occupavano di medicina. Decisero allora di creare un sodalizio e di dare vita ad una scuola dove le loro conoscenze potessero essere raccolte e divulgate.

Le origini della Scuola dovrebbero risalire al IX-X secolo, anche se su questo primo periodo la documentazione è piuttosto scarsa
Di sicuro è noto che nel X secolo la città di Salerno era già molto famosa per il clima salubre e la sapienza dei suoi medici. Di essi si racconta che «erano privi di cultura letteraria, ma forniti di grande esperienza e di un talento innato». Infatti in questo periodo la natura degli insegnamenti era fondamentalmente pratica e le nozioni venivano tramandate oralmente.

La posizione geografica ebbe sicuramente un ruolo fondamentale nella crescita della Scuola: Salerno, porto al centro del Mediterraneo, subisce e metabolizza gli influssi della cultura araba e greco-bizantina. Dal mare arrivano i libri di Avicenna e Averroè, e dal mare giunge a Salerno anche il medico cartaginese Costantino l'Africano (ossia dell'Ifrīqiya) che visse nella città per diversi anni e tradusse dall'arabo molti testi.

notevole importanza ebbero i monaci: i monasteri di Salerno e della vicina Badia di Cava dovevano avere una certa importanza nella geografia benedettina, infatti notiamo nella città nell'XI secolo la presenza di tre importanti personaggi di quest'ordine: il papa Gregorio VII, l'abate di Montecassino Desiderio (futuro papa Vittore III) ed il vescovo Alfano I (personaggio eclettico: medico, architetto e poeta).

In questo contesto la Scuola di Salerno cresce e si sviluppa fino a raggiungere il massimo del suo splendore tra il X ed il XIII secolo: Salerno ottiene il titolo di "Hippocratica Civitas" (Città Ippocratica), titolo di cui ancora oggi la città si fregia.

A quell'epoca giungevano alla "Schola Salerni" persone provenienti da tutta Europa, sia ammalati che speravano di essere guariti, sia studenti che volevano apprendere l'arte della medicina. Il prestigio dei medici di Salerno è largamente testimoniato dalle cronache dell'epoca e dai numerosi manoscritti conservati nelle maggiori biblioteche europee.

Nel 1231 l'autorità della scuola veniva sancita dall'imperatore Federico II: nella sua Costituzione di Melfi si stabiliva che l'attività di medico poteva essere svolta solo da dottori in possesso di diploma rilasciato dalla Scuola Medica Salernitana

Con la nascita dell'Università di Napoli, la Scuola cominciò a perdere via via importanza. Col tempo il suo prestigio fu oscurato da quello di università più giovani: Montpellier, Padova e Bologna in primo luogo. L'istituzione salernitana tuttavia rimase in vita per diversi secoli finché, il 29 novembre 1811, fu soppressa da Gioacchino Murat in occasione della riorganizzazione dell'istruzione pubblica nel Regno di Napoli. L'ultima sede fu il Palazzo Copeta.

Le rimanenti "Cattedre di Medicina e Diritto" della Scuola Medica Salernitana operarono nel "Convitto nazionale Tasso" di Salerno per un cinquantennio, dal 1811 fino alla loro chiusura nel 1861, avvenuta per ordine di Francesco De Sanctis, ministro del Regno d'Italia.

Il Regimen Sanitatis Salernitanum È il trattato più famoso prodotto dalla scuola; l'opera, in versi latini, risulta essere una raccolta di norme igieniche, poste a fondamento della sua dottrina

I medici celebri della scuola

Garioponto (X-XI secolo)
Pietro Clerico (X-XI secolo)
Alfano I (XI secolo)
Costantino l'Africano (XI secolo)
Trotula de Ruggero (XI secolo)
Pietro da Eboli (XII secolo)
Giovanni Afflacio
Saladino d'Ascoli (XII secolo)
Matteo Plateario (XII secolo)
Niccolò da Reggio (Nicola Deoprepio - XIII secolo)
Ruggero Frugardi (XIII secolo)
Giovanni da Procida (XIII secolo)
Abella Salernitana (XIV secolo)
Costanza Calenda (XV secolo)
Matteo Silvatico (XIV secolo)
Rebecca Guarna (XV secolo)
Mercuriade

Leggende varie: il Povero Enrico, Roberto e Sibilla

Oltre a quella già citata dell'incontro dei Fondatori, ci vorrebbe un libro intero per elencare tutte le leggende che hanno per protagonista o comparsa la Scuola o i suoi medici.

Una delle più celebri è la cosiddetta Leggenda del Povero Enrico, tramandata dai menestrelli tedeschi medievali e "riscoperta" da Longfellow nell'Ottocento. Enrico, principe di Germania, era un giovane splendido e forte, fidanzato con la giovane principessa Elsie. Un giorno, però, egli fu colpito dalla lebbra e cominciò a deperire rapidamente, tanto che i sudditi, vedendolo ormai condannato a morte certa, lo ribattezzarono "il Povero Enrico". Il principe, una notte, ebbe un sogno: il diavolo in persona gli suggerì di andare a farsi curare dai medici salernitani, e che sarebbe guarito solo se avesse fatto un bagno nel sangue di una giovane vergine che fosse morta per lui volontariamente. Nonostante Elsie si fosse da subito proposta per l'orrendo sacrificio, Enrico rifiutò sdegnato, preferendo ascoltare il parere dei medici. Dopo un lungo viaggio, tutta la corte arrivò a Salerno e, prima di presentarsi alla Scuola Medica, Enrico volle recarsi in Cattedrale per pregare sulla tomba di San Matteo. E qui, in preda ad una visione, si ritrovò miracolosamente guarito dal male, e sposò Elsie sullo stesso altare del Santo.


Altra leggenda è quella di Roberto e Sibilla da Conversano. Roberto di Normandia, durante le crociate, fu colpito da una freccia avvelenata. Poiché da subito le sue condizioni erano parse gravi, egli, di ritorno in Inghilterra, si fermò a Salerno per consultare i medici, il cui responso fu drastico: l'unico modo per salvargli la vita era quello di succhiargli via il veleno dalla ferita, ma chi l'avrebbe fatto sarebbe morto al suo posto. Roberto respinse tutti preferendo morire, ma durante la notte sua moglie Sibilla da Conversano gli succhiò il veleno, morendo così per il suo amato sposo. Questa leggenda è raffigurata in una miniatura sulla copertina del Canone di Avicenna, in cui si vede Roberto che con la sua corte, alle porte della città, saluta e ringrazia i medici, mentre sullo sfondo le navi sono pronte a partire; sulla sinistra, altri quattro medici si occupano di Sibilla, avvizzita dal veleno e riconoscibile dalla corona.

sabato 25 aprile 2009



Non servono parole,se ne sono già dette tante.Certo è che sessantaquattro anni fa eravamo come in questi video.Guardiamoli insieme e facciamone frutto!!




Teresa Gullace - da nubile Talotta - (Cittanova, 8 settembre 1907 – Roma, 3 marzo 1944) è stata una casalinga romana uccisa dai soldati nazisti durante l'occupazione di Roma, freddata da un colpo di pistola mentre tentava di parlare al marito prigioniero dei tedeschi. La sua morte ebbe una notevole eco nella città, e la sua figura divenne ben presto un simbolo della resistenza romana; la sua vicenda venne inoltre ripresa e resa celebre dal regista Roberto Rossellini, che prenderà spunto dalla Gullace per il personaggio della Sora Pina, interpretata da Anna Magnani nel film Roma città aperta.

Teresa Gullace all'epoca dei fatti aveva 37 anni, cinque figli ed era incinta del sesto. Suo marito, Girolamo Gullace, venne arrestato dai nazisti il 26 febbraio 1944 nel corso di un rastrellamento e portato nella caserma dell'81° di fanteria in Viale Giulio Cesare; qui la donna lo andò a trovare, insieme alle mogli di altri prigionieri, la mattina del 3 marzo. Secondo le testimonianze rilasciate, fra gli altri, dalla partigiana Laura Lombardo Radice, dopo aver scorto il marito alla finestra Teresa tentò di avvicinarsi a lui, forse per consegnargli del pane o solo per parlargli, incurante del divieto urlatole da un soldato tedesco che, vedendola avvicinarsi alla caserma, le sparò un colpo con la sua Luger, uccidendola.

Lo sdegno e la rabbia popolare che immediatamente seguirono la sua morte convinsero i tedeschi a rilasciare Girolamo Gullace; nei giorni e nelle settimane seguenti (segnati, fra l'altro, dalla strage delle Fosse Ardeatine), la tragica storia divenne una delle icone della resistenza, e numerosi gruppi partigiani cittadini, dai Gruppi di azione patriottica allo stesso Comitato di Liberazione Nazionale, resero la sfortunata donna uno dei simboli della loro lotta

Oltre che, ovviamente, dal film di Rossellini, la figura e la vicenda di Teresa Gullace sono state celebrate anche dal Presidente della Repubblica italiana Giovanni Leone, che nel 1977 la insignì della Medaglia d'oro al merito civile.

Al suo nome è inoltre dedicata una lapide in Viale Giulio Cesare, dove fu uccisa.





venerdì 24 aprile 2009




24 Aprile 1563 nasce,nel borgo inglese di Stratford on Avon,William Shakespaire

E'stato un drammaturgo e poeta inglese,considerato uno dei più importanti.

Delle sue opere ci sono pervenuti circa 38 testi teatrali, 154 sonetti e una serie di altri poemi. Benché fosse già molto popolare in vita, divenne enormemente famoso dopo la sua morte e i suoi lavori furono esaltati e celebrati da numerosi ed importanti personaggi dei secoli seguenti; è spesso considerato inoltre il poeta rappresentativo del popolo inglese, soprannominato anche il Bardo dell'Avon (o semplicemente Il Bardo oppure il Cigno dell'Avon.

Benché la cronologia esatta delle sue opere sia ancora al centro di numerosi dibattiti, così come la paternità di alcune di esse,è considerato uno dei pochi scrittori capaci di eccellere sia nelle tragedie, sia nelle commedie, oltre ad essere uno dei pochi capaci di combinare il gusto popolare con la complessa caratterizzazione dei personaggi, poetica e profondità filosofica.






giovedì 23 aprile 2009




Una delle feste più importanti e sentite nella regione catalana è la Festa di Sant Jordi, patrono della Catalogna. Si tratta di una giornata, il 23 Aprile, di festa popolare che vede fiumi di gente per le strade della città tra bancarelle di libri e rose, veri protagonisti della festa

La celebrazione è molto semplice: consiste nel regalare un libro o una rosa o entrambe le cose ad un familiare o una persona particolarmente amata. Le coppie generalmente si scambiano il dono, l’uomo regala una rosa alla consorte, la quale ricambia con il dono di un libro ben scelto. Pur essendo un giorno lavorativo, la gente non rinuncia al passeggio rispettando la tradizione che risale a parecchi secoli fa.

Sant Jordi (San Giorgio) è il patrono della Catalunya, ufficialmente dal 1456 (anche se si venerava già dal VII secolo), e la tradizione più antica, di origine medievale, era quella di celebrare la giornata con una “feria de rosas o de los enamorados” nel Palau de la Generalitat. A questa vecchia tradizione si aggiunse la “Giornata del Libro“, che si celebra in Spagna dal 1926, creando così in Catalogna una celebrazione mista delle due cose e particolarmente gradita alla popolazione

Il 15 novembre del 1995, in una conferenza generale che ebbe luogo a Parigi, la Festa del 23 Aprile dedicata alla letteratura, fu dichiarata dall’UNESCU come La Giornata Mondiale del Libro e dei Diritti d’Autore. Questa giornata internazionale si svolge annualmente la prima Domenica dopo il 23 Aprile.

E ALLORA LEGGERE, LEGGERE, LEGGERE E ANCORA LEGGERE,PER AVERE LA NOSTRA STORIA INFINITA CON I LIBRI.

mercoledì 22 aprile 2009




Rita Levi-Montalcini (Torino, 22 aprile 1909)

Scienziata e senatrice italiana

OGGI LA NOSTRA GLORIA NAZIONALE COMPIE CENTO ANNIIIIIIIIIIII MA QUANT'E' GIOVANE LA NOSTRA RITA.CHE DONNA! GRAZIE DOLCISSIMA SCIENZIATA ,GRAZIE DA TUTTI NOI.AUGURIIIIIIII

È stata insignita del premio Nobel per la medicina nel 1986 e nominata senatrice a vita nel 2001 dal presidente Carlo Azeglio Ciampi. È socia nazionale dell'Accademia dei Lincei per la classe delle scienze fisiche.

Nasce a Torino il 22 aprile 1909 insieme alla sorella gemella Paola Levi Montalcini (1909-2000). Dopo aver studiato medicina all'università di Torino, dove all'età di vent'anni entrò nella scuola medica dell'istologo Giuseppe Levi, iniziò gli studi sul sistema nervoso che avrebbe proseguito per tutta la sua vita, salvo alcune brevi interruzioni nel periodo della seconda guerra mondiale. Si è laureata nel 1936.

Nel 1938, in quanto ebrea sefardita, fu costretta dalle leggi razziali del regime fascista ad emigrare in Belgio con Levi, dove continuò le sue ricerche in un laboratorio casalingo. Sino all’invasione tedesca del Belgio è ospite dell’istituto di neurologia dell’Università di Bruxelles. Siamo nella primavera del 1940. La Levi Montalcini torna a Torino ed allestisce un laboratorio di fortuna a casa in una collina vicino ad Asti, dove con il suo maestro Giuseppe Levi inizia a fare ricerca sullo sviluppo del sistema nervoso negli embrioni di pollo.



martedì 21 aprile 2009





Il 21 aprile è il 111° giorno del Calendario Gregoriano (il 112° negli anni bisestili). Mancano 254 giorni alla fine dell'anno

Secondo la leggenda, Romolo e Remo fondano la città di Roma (Natale di Roma)

Il Natale di Roma è una festività laica legata alla fondazione della città di Roma, festeggiata il 21 aprile,e la festa prese il nome di Romaia. Secondo la leggenda, narrata anche da Varrone, Romolo avrebbe infatti fondato la città di Roma il 21 aprile del 753 a.C. La fissazione al 21 aprile, riportata da Varrone, si deve ai calcoli astrologici del suo amico Lucio Taruzio(astrologo,matematico e filosofo romano)
Da questa data in poi derivava la cronologia romana, definita infatti con la locuzione latina Ab Urbe condita, ovvero "dalla fondazione della Città". La ricorrenza del Natale di Roma è tuttora festeggiata con rappresentazioni in costume, eventi culturali e manifestazioni ludiche.

In epoca fascista, il regime impose questo giorno per sostituire la festa sindacale del 1º maggio.

Romolo e Remo sono, nella tradizione mitologica romana, due fratelli gemelli, uno dei quali, Romolo, fu il fondatore eponimo della città di Roma e suo primo re. La data di fondazione è indicata per tradizione al 21 aprile 753 a.C. (detto anche Natale di Roma e giorno delle Palilie,feste pastorali). Secondo la leggenda, erano figli di Marte e di Rea Silvia (o "Rhea Silvia"), discendenti di Enea.








lunedì 20 aprile 2009




OGGI E' IL MIO COMPLEANNO!!!





VOGLIO POSTARE,IN QUESTO GIORNO,PEZZI ALLEGRI.MI FACCIO AIUTARE DA SOPHIA LOREN E' INSUPERABILE









domenica 19 aprile 2009




Nella prima Domenica dopo Pasqua si svolge a Pagani (SA) la processione della "Madonna delle galline".

Parallelamente alla processione un gran numero di persone si riunisce nel paese per danzare e suonare fino a notte inoltrata.Questo curiosa festa religiosa, dal nome insolito, si rifà ad un episodio leggendario: un'effigie della Madonna, sotterrata anticamente per sottrarla alla temperie iconoclasta o alle scorribande saracene, fu rinvenuta grazie al 'raspare' di alcune galline.

In realtà, si hanno notizie che già dal VII secolo i contadini Paganesi offrissero in dono delle galline come devozione alla Vergine. Al culto dell'immagine dette un forte impulso la guarigione di uno storpio avvenuta agli inizi del secolo XVII e attribuita all'intervento della Madonna delle Galline'.

Questa festa rievoca l'antica venerazione della dea Demetra, divinità protettrice della natura e delle messi.

amma r’ ‘e galline mie
Miettece ‘a mana toia Figlio’
Figlio’ viene ca mo’ t’ ‘o sana
‘o cannarone Figlio’
Figlio’chesta nun se chiamma festa
Si nun t’accatt’ ‘o sciore Figlio’
‘a Madonna cumme s’ ‘a sceglie
‘a jurnatella soia ..Figlio’
Figlio’ viene a n’atu quarto r’ora
Che nun ce truove manc’ ‘o patrone
Figlio’ a Madonna jesce’ ‘e nove
E s’arretir”a calat’ ‘e ll’ora ..Figlio’

Nei racconti sulle leggende dei miracoli si afferma inoltre che la gallina più bella del pollaio si senta chiamata e si diriga spontaneamente in Chiesa in occasione della festa per onorare la Madonna.

Questo culto si è affermato lentamente, l’effige è stata nascosta per secoli sotto terra nel periodo dell’iconoclastia e delle invasioni saracene. In seguito, il santuario è diventato meta di pellegrini provenienti da tutto il Meridione.

La vera particolarità di questo culto è che nei giorni di festa la chiesa si riempie di volatili, che nonostante tutti i fuochi , botti vari., rumori e confusione, non scappano ma restano ai piedi del quadro della Madonna, anche quando la domenica la ottocentesca statua della Vergine viene portata in processione.

La processione della Madonna delle Galline rientra nel mito e nel culto delle “Sette Madonne - sorelle” che si manifesta nell’arco annuale delle feste campane ed è caratterizzato dai temi della madre, del sesso e della morte.

Durante la processione i genitori fanno passare per buon augurio i loro bambini sotto il trono della Madonna, mentre nelle case si aspetta il pasaggio della Madonna per preparare il menu’ caratteristico a base di:

tagliolini fatti in casa

ragu

carciofi

La tradizione vuole che mangiando questi tagliolini bisogna macchiarsi la camicia.

Nel pomeriggio mentre la processione continua, si svolge il raduno dei tamorrari provenienti da ogni parte che accompagnano con orginalissimi canti tradizionali che lasciano molto spazio all’improvvisazione.

Sorprendenti testi in onore della Madonna delle Galline.

Suoni e canti si alternano per tutta la notte fino al mattino, momento in cui si riaprono i battenti del santuario e si consegnano le tamorre alla Madonna, quasi a dichiarare chiuso il rito di fede e tradizione.



DIFFICILE CAPIRE QUESTA FESTA SE NON SI E' DELLA ZONA.IO VI SONO STATA ED E' LA PIU' COINVOLGENTE A CUI HO PARTECIPATO.SONO LE RADICI DEL POPOLO CAMPANO,MERIDIONALE E CONTADINO.LA TAMMORRA,UNO STRUMENTO POPOLARE FATTO DI PELLE ANIMALE,HA FATTO BALLARE SULL'AIA TANTI POVERI CONTADINI MASSACRATI DAL LAVORO.UN DIVERTIMENTO INGENUO CHE SOLO UNA VOLTA SI POTEVONO CONCEDERE E FINO ALL'ALBA.PROPRIO VENERANDO LA MADONNA DELLE GALLINE.

ECCO L'INIZIO DELLA FESTA SI APRE IL SANTUARIO



GIACCHINO MOSCARIELLO CANTORE TRADIZIONALE


FRANCO TIANO IL RE DELLA TAMMORRA,CANTANTE, ATTORE E SIMBOLO DI PAGANESITA'(scomparso precocemente).

FRANCO AVEVA UNA CARATTERISTICA ,PER LA MADONNA DELLE GALLINE ,PREPARAVA IL TOSELLO (BALDACCHINO) PIU'BELLO.




COSI' SI CONCLUDE LA FESTA,I SUONATORI DI TAMMORRA LE DEPOSITANO E SE NE PARLA L'ANNO PROSSIMO.

sabato 18 aprile 2009




18 Aprile 1956:Grace Kelly sposa Ranieri

A Montecarlo,la più preziosa diva hollywoodiana sposa il giovane più titolato d'Europa.Settecento invitati,seicento fotografi e quattrocento giornalisti assistono al matrimonio di Grace Kelly e Ranieri III Grimaldi.
La sposa ha ventotto anni e nasce miliardaria,nel 1954 ha ottenuto l'Oscar per La ragazza di campagna,il suo secondo film.I due s'incontrano,nel 1955, al festival cinematografico di Cannes.
Al matrimonio civile Ranieri appare nervoso,Grace durante quello religioso si commuove fino alle lacrime.Losposo indossa la divisa di colonnello dei carabinieri monegaschi;l'abito di lei è firmato Dior.Onassis regala alla sposa una collana di rubini e diamanti.


venerdì 17 aprile 2009





Per sbarco nella Baia dei Porci, comunemente chiamato invasione della Baia dei Porci, si intende il fallito tentativo da parte di forze statunitensi e esuli cubani (addestrati dagli americani), di conquistare la parte sud-ovest di Cuba e rovesciare il governo cubano. L'operazione fu concepita e pianificata agli inizi degli anni '60 e fu realizzata nell'aprile del 1962, diversi mesi dopo che John F. Kennedy aveva assunto la presidenza degli USA. Il piano preparato dalla CIA fu denominato Programma per un'azione segreta contro il regime di Castro (A Program of Covert Action against the Castro Regime)e in seguito chiamato Operazione Zapata, dal nome geografico della zona da conquistare.

L'operazione fu un fallimento di strategia militare e politica, che buttò discredito su John F. Kennedy perché sconfessò la sua propaganda elettorale, detta della Nuova Frontiera, improntata su auspici di pace e libertà.

La vicenda, secondo alcuni sostenitori di teorie cospirazioniste si ritorse contro Kennedy che fu assassinato, a detta degli stessi sostenitori della cospirazione, per oscuri motivi e Jacob G. Hornberger (professore di economia e diritto) afferma che fu ucciso proprio in seguito alle sue responsabilità nel fallimento militare alla Baia dei Porci.

Il 17 aprile, all'una di notte, un gruppo di uomini rana arrivò sulla spiaggia, per segnalare alle navi la posizione dello sbarco. Una camionetta cubana in perlustrazione li scambiò per pescatori, ma un uomo rana aprì il fuoco contro la camionetta, gettando l'allarme fra le forze cubane, che in questo modo seppero che lo sbarco era iniziato. Le 1453 persone del corpo di spedizione anticastrista iniziarono lo sbarco nella Baia dei Porci, dove furono scaricati anche carri armati e camion. Ad attenderli trovarono i soldati dell'esercito cubano, al comando dei quali c'erano gli ex guerriglieri del Movimento 26 luglio, più esperti nel combattimento in quelle zone, che avevano attraversato durante i mesi della rivoluzione fino ad arrivare alla presa dell'Avana.

Il 18 aprile alle ore 14:00 Krusciov minacciò subito un intervento delle forze armate russe. Scrisse da Mosca una lettera intitolata "Sia posta fine all'aggressione statunitense contro la Repubblica di Cuba (End U.S. Aggression Against the Republic of Cuba). Il contingente della CIA, Operazione 40, con Allen Dulles, trasportati su un battello, in rotta verso l'Avana, fu richiamato quando si seppe che non poteva essere impiegato perché lo sbarco era fallito.

Il 19 aprile, il corpo di sbarco, avendo finito le munizioni ed essendo senza cibo e acqua, fisicamente allo stremo, iniziò la ritirata verso la spiaggia del Giron, dove fu stretto in un cul de sac. Furono mandati 8 bombardieri B-26 per aiutare il corpo di spedizione in ritirata. Affinché non fossero falciati dal micidiale fuoco cubano.








giovedì 16 aprile 2009




Sir Charles Spencer Chaplin Jr. (Londra, 16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey, 25 dicembre 1977) è stato un attore, regista e sceneggiatore britannico.

Sceneggiatore, compositore, produttore cinematografico di oltre novanta film, è stato uno dei più importanti registi della storia del cinema (in particolare dell'era del film muto) e probabilmente l'attore più famoso dagli albori del cinema hollywoodiano. È considerato uno dei più grandi artisti del XX secolo.L'AFI lo ha inserito al decimo posto nella classifica dei migliori venticinque attori di tutti i tempi.

Il personaggio attorno al quale costruì larga parte delle sue sceneggiature, e che gli dette fama universale, fu quello del "vagabondo" ("The Tramp" in inglese; "Charlot" in italiano, francese e spagnolo): un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gentiluomo, vestito di una stretta giacchetta, pantaloni e scarpe più grandi della sua misura, una bombetta e un bastone da passeggio in bambù; tipici del personaggio erano anche i baffetti e l'andatura ondeggiante. L'emotività sentimentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e alle ingiustizie della società moderna, fecero di Charlot l'emblema dell'alienazione umana - in particolare delle classi sociali più emarginate - nell'era del progresso economico e industriale












« Sono nata nel 1951, con il Festival di Sanremo. Prima non esistevo. »
(Adionilla Pizzi)


Nilla Pizzi - Nome abbreviato di Adionilla Pizzi - (Sant'Agata Bolognese, 16 aprile 1919) è una cantante italiana. Artista poliedrica, vitale e brillante, dalla solida vocalità.

NILLA PIZZI HA 90 ANNI AUGURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Figlia di Angelo, contadino che cura anche la manutenzione stradale per conto del comune e di Maria, sarta a domicilio, Nilla Pizzi ha due sorelle maggiori: Liliana e Denisia, le quali in seguito daranno vita ad un laboratorio di maglieria molto rinomato in paese

Dopo aver frequentato l'avviamento professionale, si impiega dapprima come piccinina di sartoria e poi come collaudatrice di apparecchi radio alla Ducati di Bologna.

Prima ancora che nel mondo della canzone, la Pizzi si mise in evidenza nel campo delle rassegne di bellezza che, alla fine degli anni trenta, cominciavano a fare la loro apparizione. Vinse il concorso Cinquemila lire per un sorriso, ideato nel 1937[1] dal pittore e grafico pubblicitario Dino Villani, concorso che fu in un certo senso l'antesignano della futura Miss Italia, manifestazione che prese avvio solo nel dopoguerra.

24 settembre 1940, sposa Guido Pizzi, un giovane manovale edile che nonostate abbia il suo stesso cognome, molto diffuso nella zona, non è un suo parente. Poco giorni dopo il matrimonio, il marito viene richiamato alle armi e la coppia si separerà per sempre senza più riunirsi.

Sempre nel 1940, tramite l'appoggio di uno zio ufficiale dell'esercito, inizia ad esibirsi negli spettacoli organizzati per le Forze Armate, facendosi addirittura eleggere mascotte del 35° Reggimento Fanteria di Bologna.

Nel 1942 Nilla Pizzi vince, davanti a diecimila concorrenti, un concorso per Voci Nuove indetto dall'EIAR (la futura RAI-Radiotelevisione italiana), interpretando i brani Tu musica divina, successo di Alberto Rabagliati e Domani non m'aspettar, già cavallo di battaglia di Oscar Carboni. Inizia ad esibirsi con l'orchestra Zeme, debuttando alla radio nello stesso anno, eseguendo il motivo Casetta fra le rose, composto da Guido Cergoli.

Passata nella formazione di Cinico Angelini, il 20 febbraio 1944 incide il suo primo disco per La Voce del Padrone, duettando con Bruna Rattani in Valzer di primavera e accompagnando Elsa Peyrone in Ronda solitaria. Il 23 febbraio, arriva anche la sua prima canzone solista: Alba della vita.

Allontanata dalla radio a causa della sua voce considerata troppo sensuale per il regime fascista, nella stagione 1945/1946 gira i teatri e le sale da ballo di tutta Italia, al seguito dell'orchestra del maestro Cinico Angelini, al quale si è nel frattempo legata anche sentimentalmente

Celebri anche i suoi duetti col collega Luciano Benevene, (col quale, finito l'amore per Angelini, ha imbastito una movimentata storia d'amore), che spaziano da canzoni come Bongo Bongo, Che si fa con le fanciulle? fino alla fortunatissima Avanti e indrè.

Nel 1951 vince il primo Festival di Sanremo con Grazie dei fiori, piazzandosi anche seconda con La luna si veste d'argento, cantata in duo con Achille Togliani. Grazie dei fiori venderà 36.000 copie a 78 giri, vero record per l'epoca.

L'anno successivo trionfa nuovamente al Festival di Sanremo conquistando l'intero podio (primo, secondo e terzo premio) rispettivamente con Vola colomba, Papaveri e papere e Una donna prega, che rimane un record a tutt'oggi mai eguagliato da nessun altro cantante. Luca Goldoni parlando della Pizzi in un suo articolo la definisce "la Regina della Canzone Italiana", titolo con cui passerà alla storia. Le sue canzoni segnano un'epoca: Vola colomba accompagna il ritorno di Trieste all'Italia mentre Papaveri e papere, vende 75.000 copie, viene tradotta in quaranta lingue, fa il giro del mondo ed ispira anche il titolo di un film con Walter Chiari.

Colpita da un ictus è stata costretta a seguire un lungo periodo di riabilitazione, che l'ha tenuta lontano dal mondo dello spettacolo per un intero biennio.

E' tornata sui suoi passi tra il 2005 e il 2006 apparendo ospite di altre trasmissioni televisive come Domenica In e Sanremo contro Sanremo. Nel 2006 ha inciso uno bellissimo duetto assieme a Michele Paulicelli intitolato Vicino a chi se non a te, che attualmente rimane la sua ultima incisione.

Il 2008 l'ha vista tra i protagonisti dell'estate musicale di Ozzano dove si è esibita assieme a Giorgio Consolini, col quale ha duettato anche nel settembre dello stesso anno a Capannori durante i festeggiamenti del 40° Anniversario dell'Associazione Lucchesi nel Mondo.

Le voci divulgate da Lorena Bianchetti il 22 febbraio 2009 nel corso del programma Domenica In, circa un "peggioramento delle sue condizioni di salute" sono state ampiamente smentite. La Pizzi si prepara a festeggiare questi 90 anni, con numerose serate estive ed autunnali.








mercoledì 15 aprile 2009



« Lui aveva il passo troppo lungo e noi si stentava a tenergli dietro. Così ha sofferto lui e abbiamo sofferto anche noi. Questo è il destino dei profeti »
(Paolo VI)

Don Primo Mazzolari (Cremona, 13 gennaio 1890 – Bozzolo (MN), 12 aprile 1959) è stato un presbitero, scrittore e partigiano italiano. Conosciuto come il parroco di Bozzolo, fu sacerdote carismatico e profetico

Le sue idee, esposte in numerose opere, anticipano, a volte di decenni, alcune delle grandi svolte dottrinarie e pastorali del Concilio Vaticano II, in particolare relativamente alla "Chiesa dei poveri", alla libertà religiosa, al pluralismo, al "dialogo coi lontani", alla distinzione tra errore ed erranti (a questo specifico riguardo suscitò polemiche e scandalo tra i benpensanti la sua opera intitolata "Il compagno Cristo

Per i suoi numerosi scritti provocatori gli venne temporaneamente proibito dalla gerarchia cattolica di predicare fuori dalla sua diocesi, guadagnandosi così la fama di prete scomodo e di frontiera.

Sul piano politico, infine, i suoi atteggiamenti e la sua predicazione espressero una decisa opposizione all'ideologia fascista e ad ogni forma di ingiustizia e di violenza (tra l'altro nascose e salvò, durante la guerra, numerosi ebrei e antifascisti, come, dopo di essa, anche alcune persone coinvolte nel fascismo ingiustamente perseguitate).

Nel 1925 fu denunciato dai fascisti per essersi rifiutato di cantare il Te Deum dopo il fallito attentato a Mussolini

La notte del 1 agosto 1931 lo chiamarono alla finestra della canonica e spararono tre colpi di rivoltella che fortunatamente non lo colpirono

Dopo l'8 settembre 1943, partecipò attivamente alla lotta di liberazione, incoraggiando i giovani a partecipare, fu arrestato e rilasciato. Dovette vivere in clandestinità fino al 25 aprile del 1945, per sottrarsi ai fascisti.

Dopo la guerra l'Anpi di Cremona gli riconobbe la qualifica di partigiano.

Dagli inizi degli anni cinquanta don Primo sviluppa un pensiero sociale vicino alle classi deboli (Nessuno è fuori della carità) e alle tematiche pacifiste che attireranno le critiche e le sanzioni delle autorità ecclesiastiche fino a portarlo all'isolamento nella sua parrocchia di Bozzolo.

È solo verso la fine degli anni cinquanta, negli ultimi mesi di vita, che don Primo Mazzolari cominciò a ricevere le prime attestazioni di stima da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche. Nel novembre del 1957 l’arcivescovo di Milano Montini, futuro Papa Paolo VI, lo chiama a predicare presso la propria diocesi, nel febbraio del 1959 Papa Giovanni XXIII lo riceve in udienza privata e lo saluta pubblicamente "Tromba dello Spirito Santo della Bassa Padana

Morì il 12 aprile 1959 nella casa di cura San Camillo di Cremona. Ma le sue idee camminano ancora



martedì 14 aprile 2009



« Anche le formiche, nel loro piccolo, s'incazzano »
(Marcello Marchesi)

« Anche un cretino può scrivere un saggio e non viceversa »
(Marcello Marchesi)

Marcello Marchesi (Milano, 14 aprile 1912 – Cabras, 19 luglio 1978) è stato un comico, regista e sceneggiatore italiano.

Ricordato per le sue battute sospese fra il surreale e il satirico (gli aforismi del quale fu maestro Achille Campanile), condusse alcune trasmissioni televisive di successo come Il signore di mezza età e Alta pressione

Ricorda il critico televisivo « Aldo Grasso che di Marcello Marchesi furono alcuni dei più famosi slogan di Carosello, divenuti quasi proverbiali: "Non è vero che tutto fa brodo!", "Il signore sì che se ne intende", "Con quella bocca puoi dire ciò che vuoi", "Il brandy che crea un'atmosfera", "Per dindirindina che equivoco... Falqui: basta la parola!", e tanti altri ».



« Vi faccio vedere come muore un italiano. »
(Fabrizio Quattrocchi rivolto ai suoi assassini. Da un documento filmato diffuso nel gennaio 2006)


Fabrizio Quattrocchi (Genova, 9 maggio 1968 – Iraq, 14 aprile 2004) è stato un componente italiano di una compagnia militare privata, rapito in Iraq e ucciso durante la prigionia da miliziani del gruppo autoproclamatosi "Falangi Verdi di Maometto". Venne insignito nel marzo 2006 della medaglia d'oro al valor civile alla memoria.

Genovese, Quattrocchi fu impegnato fino al 2000 nell'attività di famiglia, una panetteria di via San Martino, nei pressi dell'omonimo ospedale, insieme ai genitori, ad un fratello e ad una sorella. Dopo la morte del capofamiglia tale attività cessò, con la vendita dell'esercizio.

Venuta meno la principale fonte di sostentamento Fabrizio Quattrocchi, appassionato di arti marziali, e praticante il Tae Kwon Do prese a seguire corsi di addestramento per prepararsi al lavoro di guardia del corpo e addetto alla sicurezza nei locali notturni, secondo quanto in seguito dichiarato dal fratello e dalla fidanzata.

Per un periodo seguì corsi di addestramento e lavorò per l'Ibsa, società di sicurezza e formazione di body-guard, ora liquidata, della quale erano titolari Roberto Gobbi e Spartaco Bertoletti, che fu rappresentante in Italia di un'analoga società internazionale, di nome IBSSA (simile a quello della società genovese), con sede a Budapest e centro operativo in Israele.

Secondo Gobbi, Fabrizio Quattrocchi si sarebbe recato in Iraq in seguito dell'accettazione (ottobre 2003) del suo curriculum da parte di un non meglio individuato "mercenario genovese" impegnato nel reclutamento per l'Iraq per istruire personale locale alle tecniche di sicurezza e proteggere manager, magistrati, strutture d'interesse strategico, quali gli oleodotti. La partenza per il paese in guerra era avvenuta nel novembre del 2003, per un compenso mensile –sempre secondo quanto dichiarato dal Gobbi alla stampa– variabile (a seconda delle condizioni di rischio) tra i seimila ed i novemila dollari.

lunedì 13 aprile 2009












Il lunedì dell'Angelo (detto anche lunedì di Pasqua oppure Pasquetta)Prende il nome dal fatto che in questo giorno si ricorda l'incontro dell'angelo con le donne giunte al sepolcro. Popolarmente si usa maggiormente il termine Pasquetta.

Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salome andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, con degli olii aromatici per imbalsamare il corpo di Gesù. Vi trovarono il grande masso che chiudeva l'accesso alla tomba spostato; le tre donne erano smarrite e preoccupate e cercavano di capire cosa fosse successo, quando apparve loro un angelo che disse: "Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto" (Mt 28,5-6). E aggiunse: "Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli", e si precipitarono a raccontare l'accaduto agli altri.

Civilmente il lunedì di Pasqua è un giorno festivo, introdotto dallo Stato italiano nel dopoguerra, e che è stato creato per allungare la festa della Pasqua, così come è avvenuto per il 26 dicembre, indomani di Natale.

Il lunedì dell'Angelo, in Italia, è un giorno di festa che generalmente si trascorre insieme a parenti o amici con una tradizionale gita o scampagnata, pic-nic sull'erba e attività all'aperto. Una interpretazione di questa tradizione potrebbe essere che si voglia ricordare i discepoli diretti ad Emmaus. Infatti, lo stesso giorno della Resurrezione, Gesù appare a due discepoli in cammino verso Emmaus a pochi chilometri da Gerusalemme: per ricordare quel viaggio dei due discepoli si trascorrerebbe, dunque, il giorno di Pasquetta facendo una passeggiata o una scampagnata "fuori le mura" o "fuori porta

Nota
In generale il termine "Pasquetta" indica il lunedì dopo la Pasqua, ma in alcune località italiane non ha lo stesso significato: per esempio, la "Pasquêta", per i genovesi e i bergamaschi, è il 6 gennaio e non il lunedì dell'Angelo, mentre "Paschixedda" per i sardi corrisponde al Natale, quindi il 25 dicembre.


NEL GIORNO DI PASQUETTA,E' TRADIZIONE, IN TUTTO IL NAPOLETANO, LA CELEBRAZIONE DELLA MADONNA DELL'ARCO.

Molto bella e coinvolgente è la leggenda che ci ricorda la storia della Madonna dell’Arco.

Il lunedì di Pasqua del 1450, avvenne un prodigio che richiamò su quell’immagine l’attenzione di tutti i fedeli delle terre circonvicine. Presso l’edicola, tra le altre cose, si giocava a palla-maglio; il gioco consisteva nel colpire una palla di legno con un maglio, e vinceva colui che faceva andare più lontano la propria palla. Tirò il suo colpo il primo giocatore, poi l’altro tirò il suo con più energia e abilità tanto da poter esser certo della vittoria se questo tiro non fosse stato fermato dal tronco di un albero di tiglio, che era sulla direzione e vicino all’edicola della sacra immagine.Indispettito e fuor di sé dalla collera, questi bestemmiò più volte la Santa Vergine, poi, raccolta la palla, al colmo dell’ira, la scagliò contro l’effige, colpendola alla guancia sinistra, che subito, quasi fosse stata carne viva, rosseggiò e diede copioso sangue. Riavutisi dallo stupore, i presenti presero il disgraziato, e gridando ad un tempo miracolo e giustizia, ne avrebbero fatto scempio, se non fosse giunto opportuno a liberarlo dalle loro mani il conte di Sarno, gran giustiziere del Regno di Napoli, comandante la compagnia contro i banditi.Sparsasi intorno la fama dell’accaduto, fu un accorrere quotidiano di fedeli. Per venire incontro a questi fedeli, proteggere la sacra immagine e celebrare la liturgia, fu costruito prima un tempietto, con un altare dinanzi, poi, più tardi, una chiesetta.

La festività che si descrive ha luogo in Arnone,ma ogni paese dell'area vesuviana ha la sua processione e vede la sfilata dei “battenti” per le strade del paese nella prima mattinata, mentre nelle prime ore del pomeriggio c’è la processione religiosa della Madonna dell’Arco.
I “Battenti” sono pellegrini, vestiti di bianco con fasce e sciarpe colorate, che avanzano a passo di corsa e che partecipano generalmente per un voto o per tradizione di famiglia.
“I battenti” che in dialetto sono “’e vattiente”, detti anche “fujente” proprio per il voto che fanno di correre sempre, oggi appartengono a due tendenze, l’una a carattere più semplicemente per compiere a piedi scalzi il pellegrinaggio all’immagine…., mentre all’altra tendenza appartengono quei gruppi che portano in processione l’immagine della Madonna dell’Arco su baldacchini di varie forme e dimensioni chiamati “toselli”..
Nel pellegrinaggio dei “battenti” è facile individuare episodi di una cultura contadina arcaica, vecchie tradizioni miste a riti religiosi